Fondazioni siracusane nell'alto Adriatico
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Argomento= Filisto nell'Alto Adriatico.
Nome greco del Po = Eridano
Nome latino = flumen Padus / chi li disse un unico fiume (Eridano/Padus = Po) = Gaio Giulio Igino; forse già Ferecide di Atene[1]
Regione geografica interessata
Emilia-Romagna, Veneto
La regione geografica alto adriatica che vide la venuta degli antichi Siracusani comprende parte dell'odierno territorio orientale del Veneto e dell'Emilia Romagna. In tale contesto geografico si inserisce la talassocrazia, più che la colonizzazione, della polis siceliota di madrepatria dorico-corinzia.
I Siracusani vi giungevano dopo aver posto sotto il loro controllo gran parte del mar Siculo e del mar Ionio, aver domato gli Etruschi del mar Tirreno e aver colonizzato punti strategici della parte orientale del basso e medio Adriatico (antiche Illiria e Dalmazia, corrispondenti alle attuali Croazia e Albania). Nella parte occidentale del medio Adriatico i Siracusani si erano già insediati nella costa delle Marche, fondando la polis di Ancona; la più vicina alla zona emiliano-veneta.
L'area adriatica settentrionale interessata dalla presenza siracusana è essenzialmente quella del delta del Po, ma poiché questo delta è notevolmente mutato geograficamente, risulta che alcuni dei luoghi navigati e percorsi dai Greci di Sicilia si trovino odiernamente anche a molta distanza dal mare.
Adria, il mare Adriatico e i canali fluviali dei Siracusani
Adria: fondazione o possedimento siracusano
Adria (in greco antico: Αδρίας?), secondo le antiche fonti derivate dall'Etymologicum Magnum (Ἐτυμολογικὸν Μέγα)[2][N 1] e da Giovanni Tzetzes (Ἰωάννης Τζέτζης),[3] fu una fondazione dei Siracusani fedeli alla tirannide di Dionisio I (in contrasto quindi con la fondazione marchigiana di Ancona che, secondo Strabone,[4] sarebbe stata opera di Siracusani ribelli alla tirannide dionisiana).[N 2]
Tali fonti, esplicite ma tardive (basso impero bizantino di Costantinopoli), trovano supporto sia nella nota e ben documentata[5] frequentazione dell'area adriatica da parte dei Siracusani del tempo dei due Dionisii e in altre fonti che, se pur molto meno esplicite di quelle sopra menzionate, sono più antiche e di chiara provenienza: afferma a tal proposito Stefano di Bisanzio (VI secolo) che vi erano due Adrie: una nella Tirrenia (principale sede del popolo etrusco), fondata dall'eroe greco e diffusore di civiltà in Adriatico, Diomede, e un'altra abitata da Galli Boi (ramo dei Celti).[6]
Siccome la tradizione diomedea è radicata solamente nella parte orientale dell'Italia (quella per l'appunto dell'Adriatico) è da escludere che vi fosse realmente un'Adria fondata da Diomede che si affacciasse sul mar Tirreno, e la notizia è piuttosto da interpretare come le varie fasi di un'unica Adria: quella che tutt'oggi sorge nella pianura Padana - che un tempo vide il sorgere e il tramontare dell'Etruria padana; da qui il forte collegamento con gli Etruschi di cui Stefano ha serbato il ricordo nella sua notizia.[7]
La testimonianza di Stefano su Adria è molto importante per quanto concerne i Siracusani poiché essi sono concordamente riconosciuti come coloro che rivitalizzarono il culto di Diomede in Adriatico. Inoltre la presenza così marcata di Galli ad Adria (Stefano la chiama «città dei Galli») coincide molto bene con quella già attestata per Ancona (l'altra importante colonia siracusana nell'Adriatico occidentale); anch'essa, oltre a mostrare il radicamento di un culto per Diomede, era stata, secondo una tradizione raccolta negli Anecdota Helvetica di Hermann Hagen, una fondazione dei Galli Senoni;[N 3] costoro erano gli stessi Galli che avevano saccheggiato Roma (la fonte afferma che i Galli da Roma risalirono l'Adriatico per raggiungere Ancona) nel 388-387 a.C. (il 390 a.C. varroniano) e che, come testimonia Pompeo Trogo - tramite Marco Giuniano Giustino -, erano venuti a chiedere, nello stesso anno, l'alleanza di Siracusa al suo tiranno, Dionisio I.[8] Alleanza, che i fatti storici dimostrano, fu largamente loro accordata.[9]
Da ciò si deduce che Adria, così come Ankon, fu in potere dei Siracusani, i quali introdussero o rivitalizzarono in essa il culto per l'eroe marittimo Diomede e concessero ai Galli - ormai divenuti alleati dei Siracusani - di insediarsi sia ad Adria che ad Ancona; a tal punto che esse sono ricordate in alcune fonti come fondazioni e possedimenti dei Gallici.[7]
Il nome dell'Adriatico e i Siracusani di Dionisio
Le genti che popolavano l'Alto Adriatico
Contesto storico della Siracusa dionisiana
I rapporti con i pirati dell'Illiria
Il luogo d'esilio di Filisto: Polesine o Epiro
I miti e i culti portati dai Siracusani in Adriatico
Fetonte, Cicno e la via dell'ambra
Gerione
Diomede
Afrodite
Le ninfe
Note
- Note esplicative
- ^ I cui autori, o punti di riferimento - in quanto vengono citati a fine articolo nell'Etymologicum Magnum -, furono molto probabilmente Flegonte di Tralles - autore già delle Olimpiadi e liberto dell'imperatore Adriano. Fu scrittore delle vicende di Adria (FGrHist 257 F23) - e Orione - grammatico di Alessandria d'Egitto, anch'egli vicino ad Adriano. Cfr. Storia e letteratura, 1961, p. 419; La Parola del passat, vol. VII, 1971, p. 171; Guido Migliorati, Cassio Dione e l'impero romano da Nerva ad Antonino Pio, 2003, p. 215.
- ^ Il testo delle fonti raccolte a Costantinopoli, definito alquanto oscuro, per via dell'origine, e non del tutto liggibile, testualmente recita: «Dionisio, tiranno della Sicilia (...) fondò la città di Adria nel golfo Ionico (...).» e «Dionisio tiranno di Sicilia t che prima, nella [?] Olimpiade, fondò una città di nome Adria nel Golfo Ionio, dalla quale anche il mare si chiama Adriatico.» Cit. testo in Attilio Mastrocinque, Da Cnido a Corcira Melaina: uno studio sulle fondazioni greche in Adriatico, 1988, p. 36 e in Mario Lombardo, I Messapi e la Messapia nelle fonti letterarie greche e latine, 1992, p. 35.
- ^ Il testo degli Anecdota afferma: «Galli Senones // f. 74 // ab urbe Romana reurtentes condiderunt secus mare ciutatem uocantes Anchonam uelut "hanc unam", inde progredientes uocauerunt Auximum (...)».
- Fonti
- ^ Cfr. Andrea Debiasi, Esido e l'Occidente, 2008, p. 154.
- ^ Ἐτυμολογικὸν Μέγα, s.v. Άδρίας.
- ^ Tzetzes, ad Lycophr. Alex., 631.
- ^ Strabone, Geografia, V, 4, 2.
- ^ Cfr. al riguardo, es., Diodoro e la colonizzazione adriatica di Siracusa in I greci in Adriatico (a cura di), 2002, da p. 211.
- ^ Stefano di Bisanzio, Ethnika, s.v. Άδρίας.
- ^ a b Cfr. Adriatico tra IV e III sec. a.C: vasi alto-adriatici tra Piceno, Spina e Adria : atti del convegno di studi, Ancona, 20-21 giugno 1997 (a cura di), 2000, p. 9; Braccesi, 2001, p. 87.
- ^ Marco Giuniano Giustino, Historiarum Philippicarum T. Pompeii Trogi, XX, 5.
- ^ Vd. a tal proposito: Marta Sordi, Scritti di storia romana, 2002; Massimo Guidetti, Storia del Mediterraneo nell'antichità: 9.-1. secolo a.C, 2004; Lorenzo Braccesi, Hesperia 7: Studi Sulla Grecita Di Occidente, 1996; Federicomaria Muccioli, Dionisio II: storia e tradizione letteraria, 1999.
Bibliografia
- Lorenzo Braccesi, Terra di confine: archeologia e storia tra Marche, Romagna e San Marino, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2007, ISBN 9788882654283.
- Lorenzo Braccesi, Grecità adriatica, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2001, ISBN 9788882651534.
- Francesco D'Andria (a cura di Nicola Bonacasa, Lorenzo Braccesi, Ernesto De Miro), L'Adriatico. I rapporti tra le due sponde: stato della questione, in La Sicilia dei due Dionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002, ISBN 9788882651701.
- Alessandra Coppola (a cura di Nicola Bonacasa, Lorenzo Braccesi, Ernesto De Miro), Mito e propaganda alla corte dionisiana, in La Sicilia dei due Dionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002, ISBN 9788882651701.
- Giovanni Gorini (a cura di Nicola Bonacasa, Lorenzo Braccesi, Ernesto De Miro), La monetazione dionigiana in Adriatico, in La Sicilia dei due Dionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002, ISBN 9788882651701.
- Klaus Meister (a cura di Nicola Bonacasa, Lorenzo Braccesi, Ernesto De Miro), Filisto e la tirannide, in La Sicilia dei due Dionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002, ISBN 9788882651701.
- Giovanni Uggeri (a cura di Nicola Bonacasa, Lorenzo Braccesi, Ernesto De Miro), Dalla Sicilia all'Adriatico. Rotte marittime e vie terrestri nell'età dei due Dionigi (405-344), in La Sicilia dei due Dionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002, ISBN 9788882651701.
- Lorenzo Braccesi, Francesca Veronese (a cura di Filippo Giudice, Rosalba Panvini), Ceramica attica e commerci Greci dal Timavo al Po, in Il greco, il barbaro e la ceramica attica: immaginario del diverso, processi di scambio e autorappresentazione degli indigeni, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2005, ISBN 9788882653378.
- Benedetta Rossignoli, L'Adriatico greco, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2004, ISBN 9788882652777.
- Fernando Rebecchi (a cura di), Spina e il delta padano: riflessioni sul catalogo e sulla mostra ferrarese : atti del Convegno internazionale di studi "Spina, due civiltà a confronto" : Ferrara, Aula magna dell'Università, 21 gennaio 1994, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 1998, ISBN 9788870629835.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Attilio Mastrocinque L'Ambra E L'Eridano: Studi Sulla Letteratura E Sul Commercio Dell'Ambra In Età Preromana, su Academia.edu, Este, 1991. URL consultato il 28 gennaio 2018.