Castello Normanno-Svevo di Nicastro

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Castello di Nicastro

Il castello normanno-svevo, ad oggi, risulta il simbolo di Nicastro, circoscrizione comunale di Lamezia Terme (CZ). Il castello sorge sul colle di San Teodoro, dominando la cittadina di Nicastro. Il castello venne costruito intorno al IX secolo secondo la volontà dei Bizantini che, oltre al castello, avviarono i cantieri per la costruzione del borgo di Nicastro, così che costituisse una linea di difesa per la piana di Sant’Eufemia.

La sua posizione, a strapiombo sul colle roccioso, rappresentava un’efficace strategia di difesa e consentiva anche di controllare le pianure circostanti fino al mare. Alcune teorie però vogliono le sue origini all’epoca dell’XI secolo, per volere del Normanni. Federico II, in epoca successiva, avviò l’ampliamento degli interni, munendo il castello di edifici bellici quali caserme o carceri. Sempre Federico II annesse un mastio pentagonale e una cinta muraria. Il terremoto del 1638 causò ingenti danni alla struttura del castello, che ancora oggi, seppur in condizioni di dissesto, è visitabile.

Del castello ci pervengono solo i resti di quattro torri cilindriche, i bastioni, le mura e un contrafforte con loggetta cieca.

Lo scrittore e viaggiatore Henry Swinburne (1743-1803), nel 1778, scrive che, a chiunque visitasse il castello, questo appariva come “un romantico rudere in posizione pericolante sul letto di un fragoroso torrente che scorre giù in una valle buia e boscosa”.




Il castello tra storia e leggenda

Lo storico Vincenzo Villella ritiene che, ad oggi, non siamo in possesso della data esatta della costruzione del castello. Una notizia certa è la paternità dell’edificio, che spetta ai Normanni, i quali, nella seconda metà dell’XI secolo, edificarono il maniero su una zona sopraelevata preesistente.

Il nucleo iniziale sorse sull’altura del centro abitato su una precedente fortezza innalzata tra il VIII e il IX secolo.

I normanni, dunque, portatori di tecnologie e soluzioni innovative per l’epoca, selezionarono quella altura proprio perché dominava la piana sottostante e quindi permetteva una visuale strategica.

La storia del castello di Nicastro si intreccia, soprattutto, con tragica fine del figlio ribelle di Federico II, Enrico VII di Hohenstaufen re di Germania, tenuto rinchiuso nel castello nicastrese per due anni a partire dal 1240. Una prima versione racconta che Enrico finì i suoi giorni suicida a soli 31 anni, il 12 aprile 1242. Un giorno, percorrendo una tortuosa strada di montagna con la scorta, mentre veniva trasferito da Nicastro alla volta del castello di Martirano, scappato dalla vigile presenza delle guardie, si gettò da cavallo sfracellandosi in un dirupo. Alcune fonti sostengono che fu proprio Federico II a farlo uccidere.

Una versione più vicina ai giorni nostri afferma che Enrico VII sia deceduto per morte naturale a causa di una malattia contratta in carcere. Il corpo del re fu trasportato nel duomo di Cosenza dal vescovo di Martirano Leone Filippo De Matera (1218-1237), patrizio cosentino e cancelliere del Regno.

Le ambiguità sorte sulla morte del re sono scaturite da una traduzione inesatta della frase latina “ex improvviso cadens infirmatus obiit” riportata dalle fonti di Riccardo di San Germano, Salimbene da Parma e dal cosiddetto Anonimo Cronista Umbro.

La frase tradotta letteralmente significa "cadendo improvvisamente malato, morì", e non, come è stato finora sostenuto, "cadendo da cavallo, morì".

Recentemente la causa della morte è stata accertata da parte del direttore della sezione di paleopatologia dell'università di Pisa, Gino Fornaciari, in una relazione in cui ha messo in evidenza la diagnosi di lebbra lepromatosa, grave patologia diffusa in passato, in fase di evoluzione discretamente avanzata, con epoca di infezione e di esordio clinico riferibile ad alcuni anni prima del decesso.

Fonti