Licodia Eubea
Licodia Eubea (Licuddìa in siciliano) è un comune italiano di 3.082 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia.
Licodia Eubea comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Giovanni Verga (Lista civica "Civica Licodia bene comune"(partito democratico,alternativa popolare,indip.di destra,indip.di sinistra)) dall'11-06-2017 |
Territorio | |
Coordinate | 37°09′N 14°42′E |
Altitudine | 600 m s.l.m. |
Superficie | 112,45 km² |
Abitanti | 3 082[1] (30-9-2017) |
Densità | 27,41 ab./km² |
Comuni confinanti | Caltagirone, Chiaramonte Gulfi (RG), Giarratana (RG), Grammichele, Mazzarrone, Mineo, Monterosso Almo (RG), Vizzini |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 95040 |
Prefisso | 0933 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 087020 |
Cod. catastale | E578 |
Targa | CT |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | licodiani |
Patrono | santa Margherita d'Antiochia
Antonio Abate |
Giorno festivo | 20 luglio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Geografia fisica
Territorio
Licodia Eubea sorge a 600 metri di altezza sul livello del mare, sul versante nord-occidentale dei Monti Iblei, e si adagia su due colli, quello del Castello medievale e quello del Calvario. Tra i due colli giace il quartiere Carmine con l'omonima chiesa. Il più grande corso d'acqua che attraversa il comune di Licodia Eubea è il fiume Dirillo, che forma nel suo territorio il Lago Dirillo, un bacino artificiale.
Le distanze dai capoluoghi di provincia siciliani sono:
- 68,7 km da Catania
- 162 km da Messina
- 76,9 km da Siracusa
- 88,7 km da Enna
- 40,6 km da Ragusa
- 106 km da Caltanissetta
- 140 km da Agrigento
- 216 km da Palermo
- 316 km da Trapani
Quartieri di Licodia Eubea
- Abatelli;
- Ajiricelle;
- Borgo antico;
- Carcarelle;
- Contrada Nostra Donna (Zona nuova).
Origini del nome
Da Licodia a Licodia Eubea
Il toponimo è composto da due elementi, di origine differente.
Il più antico è "Eubea", derivante dall'identificazione del territorio con il luogo in cui i calcidesi di Lentini fondarono, nel 650 a.C., una colonia con questo nome.
In seguito, durante il medioevo, il toponimo Eubea fu sostituito da "Licodia". Solo nel 1871 il Consiglio comunale decise di utilizzare entrambi i toponimi, aggiungendo il nome di Eubea a quello di Licodia, da cui l'attuale toponimo di Licodia Eubea.
Ipotesi del Maurolico e del Fazello sul toponimo Licodia
Il monaco benedettino Francesco Maurolico (1494-1575), basò l'origine del toponimo Licodia sul fatto che i greci, traendo spunto dalla possibile forte presenza di branchi di lupi nel territorio Licodiano di allora, abbiano denominato il territorio con la parola lukos, vocabolo greco che vuol dire appunto lupo e che quindi potrebbe costituire l'origine dell'attuale nome, Licodia. All'epoca del Maurolico spesso ci si riconduceva alla cultura greca per spiegare l'origine di molte denominazioni, tralasciando il fatto che la Sicilia ebbe pure un'altra forte dominazione ossia quella araba. Infatti, l'Abate Fazello dell'ordine dei Padri predicatori e contemporaneo del Maurolico, disse su Licodia: «In elevata e scoscesa rupe è Licodia paese di nome saraceno, dove sono meravigliose ruine di antichità sebbene prostrate e sepolte in gran parte; vestigia di antica giacente Città». Infatti in arabo Alkudia vuol dire cerro, ovvero colle, e quindi sarebbe molto attendibile l'ipotesi che il toponimo Licodia derivi da Alcudia, poi trasformato in lingua siciliana in A-Likudya, oggi Licodia. A tutto questo c'è da aggiungere che, in siciliano, gli abitanti di Licodia venivano chiamati Kuddiani, oggi Licuddiani.
Storia
Descrizione araldica: "Campo di cielo, al lupo rapace di grigio tenente una bandiera di rosso, sostenuto da una pianura al naturale di verde".
Lo stemma del comune di Licodia Eubea ha come simbolo principale il lupo rapace.Il lupo si attribuisce a Licodia per il fatto che il nome della città deriva dal greco lukos, che vuol dire lupo.
Dalle origini ad oggi
Il ritrovamento di focolari e di ceramiche, risalenti al neolitico superiore, attesta la presenza di popolazioni autoctone, i Sicani, in territorio licodiano. Le notizie sulla fondazione di Licodia Eubea sono piuttosto incerte, ma le varie e molteplici testimonianze delle frequentazioni del passato portano a dare notevole credito all'identificazione dell'attuale abitato con l'antica Euboia fondata dai Calcidesi di Leontinoi nel 650 a.C. Infatti, dalle narrazioni di Tucidide, di Marcione di Eraclea e di Diodoro Siculo, risulta che una colonia di Calcidesi dell'Isola di Eubea, che approdarono a Messina, abbiano dato vita a diverse città, tra cui Eubea, nell'attuale sito di Licodia. I numerosi ritrovamenti archeologici di epoca ellenistica, le ceramiche di epoca classica rinvenute nei campi di Pizzo del Corno, gli scavi effettuati nel 1985 nel centro storico della cittadina, sono solo alcune delle testimonianze che tendono a confermare l'origine greca di Licodia. Molti dei reperti archeologici acquisiti negli anni mediante ritrovamenti e scavi sono stati raccolti ed esposti nel Museo Civico.
Durante la dominazione saracena in Sicilia, il Monte di Licodia divenne un presidio militare di strategica importanza, provvisto di fortificazione, trasformato poi, in epoca normanna, nel castello di Licodia, la cui esistenza è storicamente attestata a partire dal 1272. Nel medioevo Licodia venne anche denominata la Piccola Palermo, come ricordano gli anziani del luogo e molti libri di storia locale, (in siciliano detta Palermu u piccilu, per l'elevato numero di famiglie nobili nel suo territorio e quindi per la sua potenza commerciale e politica). La prima signoria documentata fu quella di Bertrando Artus, in epoca angioina. Con gli Aragonesi il feudo tornò sotto il controllo regio, fino al 1299, anno in cui re Federico III d'Aragona lo concesse a Ugolino Callari (o di Callaro), col titolo di conte. Passò poi alla famiglia Filangeri. Nel XIV secolo Re Martino affidò le terre licodiane ad un'altra famiglia nobile, gli Adamar, signori di Santa Pau, da cui prenderà il nome il castello (Castello Santapau). Il periodo di maggior lustro Licodia l'ebbe nel XV e XVI secolo quando la famiglia Santa Pau ne governò il territorio. Il 1615 segnò il passaggio del feudo al principe Muzio Ruffo di Calabria. Il terribile e devastante terremoto del Val di Noto, nell'anno 1693, distrusse quasi del tutto il castello, riducendolo agli attuali ruderi.
In seguito alla soppressione feudale, il paese fu inizialmente aggregato al comune di Vizzini per poi affrancarsi come comune autonomo nel 1844. Il nome di Licodia è anche legato a quello di Giovanni Verga, che vi ambientò molte delle sue novelle e romanzi (L'amante di Gramigna e Jeli il pastore su tutte). Licodia, sin dai primi anni del secolo scorso, subì una crisi demografica dovuta all'emigrazione di molti suoi cittadini principalmente verso gli Stati Uniti, l'Australia, Argentina e il Canada. Oggi Licodia Eubea basa la sua economia principalmente sui prodotti agricoli come i cereali e l'uva da tavola.
Il terremoto del 1693
Nel terribile e devastante terremoto del 1693 che colpì tutto il Val di Noto, Licodia contò molti danni sia materiali che umani, infatti ben 258 persone persero la vita sotto le rovine e moltissimi edifici tra religiosi e civili vennero gravemente danneggiati o rasi al suolo come accadde per il castello medievale Santapau. In particolare si tramanda la storia della chiesa "all'armi scacciati", le anime schiacciate, dove molte persone raccolte in preghiera all'interno del tempio, per scongiurare il sisma che già si era fatto sentire con piccole scosse, rimasero uccise a causa del terremoto.
Al contrario di molte città siciliane colpite dal sisma, Licodia fu ricostruita nello stesso luogo dove sorgeva in passato e i lavori di restauro per i maggiori edifici pubblici iniziarono subito. Alcuni edifici religiosi, come la chiesa del monte Calvario o la chiesa del Crocefisso rimasero illese mentre altri, come la chiesa madre o il convento dei cappuccini, furono in parte restaurati.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiese
- Chiesa di Santa Margherita (basilica chiesa madre)
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli
- Chiesa di Santa Lucia
- Chiesa del Carmine
- Chiesa del Crocefisso
- Chiesa del Santissimo Rosario
- Chiesa di Maria Santissima della Provvidenza (o del Calvario)
- Chiesa del Bianchetto
- Chiesa di San Benedetto e Santa Chiara alla Badia
- Chiesa di Sant'Anna o di Donna Puma (ridotta in ruderi)
Chiese non più esistenti
- Chiesa dello Spirito Santo
- Chiesa di San Pietro lo Vecchio
Architetture militari
Castello Santapau
Sorge sul colle omonimo (Colle Castello) a poca distanza dal centro abitato di Licodia Eubea. Sorto probabilmente su una preesistente fortificazione bizantina, assunse l'aspetto di un castello in epoca medioevale, sotto la dominazione angioina. Fu abitato da molti nobili, tra i quali i principali furono i Santapau e i Ruffo. Venne semi distrutto dal terremoto del 1693, infatti, oggi è possibile ammirare diversi resti di mura e soffitti e un torrione cilindrico.
Architetture civili
- Palazzo Comunale, già convento dei Domenicani
- Palazzo Mugnos, o Vassallo, di stile barocco
Biblioteca Comunale
La biblioteca comunale di Licodia Eubea è oggi sita in vico La Russa, vicino alla chiesa del Crocifisso o Ospedale. La biblioteca fu istituita ufficialmente nel 1972 e cominciò la sua attività vera e propria nel 1979. sistema bibliotecario provinciale di Catania Fu una biblioteca pioniere. Dal 1996 la biblioteca possiede un primo database e oggi è fornita di nuovissimi mezzi informatici e tecnologici. In passato la biblioteca aveva sede presso l'ex struttura scolastica del quartiere Carmine. La biblioteca è fornita di circa 15.000 volumi e di un'ampia sala lettura.
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Villa e anfiteatro comunale Santapau
Il parco comunale si trova nel centro storico di Licodia Eubea e dà sul corso principale del paese. Fu intitolato ai marchesi Santapau che governarono Licodia per quasi due secoli. La villa comunale venne costruita nella seconda metà degli anni settanta del secolo scorso. Il parco è dotato di una fontana che abbellisce una delle piazzette circondate da vaste zone alberate. All'interno della villa c'è inoltre un parco giochi e un anfiteatro, costruito in contemporanea alla villa. L'anfiteatro è costituito da tribune stile teatro greco-romano e da un'ampia piazza circolare su cui è posizionato il palcoscenico. La villa comunale assume particolare importanza nelle varie festività, soprattutto estive, ospitando nel suo anfiteatro spettacoli di vario genere, quali concerti e opere teatrali.
Piscina comunale e campo sportivo
La piscina comunale di Licodia Eubea è sita nella zona nuova dell'abitato in viale Regione siciliana ed è di recente costruzione. La struttura è costituita da due vasche, una più piccola e l'altra semi-olimpionica di maggiori misure. La piscina comunale risulta attualmente chiusa al pubblico per lavori di ristrutturazione. Vicino alla piscina comunale è presente il campo sportivo comunale con l'annesso campetto di calcio a 5. Il campo da calcio fu sistemato negli anni settanta con la costruzione delle tribune e degli spogliatoi.
Ritrovamenti e siti archeologici
Necropoli greca di Vigna della signora
Nella contrada che si estende sotto il lato sud del monte Calvario, nel 1990 furono ritrovati dei loculi di una necropoli databile al 450 a.C. Gli scavi sul sito furono avviati dopo il ritrovamento casuale di alcuni loculi durante la costruzione della caserma dell'arma dei Carabinieri. L'area dove è situata la necropoli è oggi edificata in seguito alla recente espansione dell'abitato.
Le sepolture della necropoli in questione sono tutte multiple e riescono a contenere dai tre ai sette defunti probabilmente della stessa famiglia. Fu trovata una rara sepoltura di un uomo tumulato con il suo stesso cavallo; una sepoltura simile era stata già rinvenuta al Calvario qualche tempo prima. Furono recuperati vari oggetti che componevano il corredo funebre dei defunti, tra cui gioielli in oro, argento e bronzo e altri oggetti di uso comune. Inoltre si trovarono numerose ceramiche decorate fra le quali una kelebe a figure rosse, un'oinochoe a bocca trilobata a figure nere e uno skyphos a figure rosse. Fu anche portato alla luce un sarcofago destinato presumibilmente ospitare una persona molto importante, mai utilizzato. Tutti i ritrovamenti sono considerati di pregevole rilevanza artistica e storica.
Nella stessa zona si trovano dei resti di abitazioni greche del VI, V e IV secolo a.C., con un laboratorio di manifatture in argilla.
Altre zone archeologiche del comune di Licodia
- Complesso Rupestre Grotta dei Santi
- Necropoli di Fossa Quadara
- Necropoli della Piazzisa
- Grotte di Marineo
- Colle del Castello Ipogei Cristiani e insediamento Tardo-Romano
- Contrada San Cono
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[3]

Lingua e dialetto
A Licodia Eubea si parla la lingua siciliana nella variante catanese, al contrario di alcuni paesi vicini che, a causa della vicinanza alla provincia di Ragusa, usano una cadenza tipica ragusana. A Licodia si è sempre fatto un uso molto ampio del dialetto. Diverse sono le opere scritte o tramandate da padre in figlio in dialetto licodiano. Soprattutto per la Settimana Santa sono molteplici i canti popolari cantati tutt'oggi per narrare la passione del Cristo morto sulla croce e per descrivere il dolore della Madonna Addolorata che vede patire il figlio. Le più famose composizioni sono il Rosario del Crocefisso, le Sette Spade (Setti Spati, in lingua siciliana), che racconta i sette dolori di Maria Vergine, e il rosario dedicato alla patrona Santa Margherita V.M. Queste opere dialettali risultano essere oltre trenta. Ecco uno stralcio dell'inno tradizionale di Licodia Eubea intitolato," A Licuddia " , composto dall'insegnante Maria Falcone Albo:
Le antiche famiglie
Tra i cognomi più noti nel territorio licodiano se ne ricordano diversi i quali in passato costituivano il braccio della nobiltà di Licodia. Molto spesso oggi queste famiglie sono dislocate in varie parti della Sicilia e a causa dell'emigrzione di molti licodiani, avvenuta negli ultimi anni verso America ed Australia, quindi è possibile trovare tanti cognomi noti a Licodia in varie parti del pianeta. Ecco alcune famiglie nobili del passato:
Famiglia Santapau
I Santapau, di origine spagnola, stettero a capo di Licodia per quasi duecento anni.Le prime notizie dei Santapau in Sicilia partono dal 1282, anno in cui Ugo Santapau viene per conto del re Martino.Il primo Santapau ad essere feudatario di Licodia, risale al 1408 e fu Calcerando Santapau. Prima dei Santapau avevano governato Licodia i Filangeri. I Santapau furono i numeri due della politica del regno di Sicilia occupando sempre un importante carica amministrativa all'interno del regno. Quindi si può immaginare l'importanza politica che Licodia ebbe in quel periodo. Infatti i baroni e poi i marchesi di Licodia furono presidenti del regno di Sicilia per ben due volte, la prima nel 1516 con Matteo e la seconda nel 1540 con Ponzio. L'ultima erede di questa importante e potente casata fu Camilla Santapau che poi sposò in prime nozze Pietro Gutterra Velasquez e poi Muzio Ruffo. Donna Camilla morì nel 1618. Dopo la morte dell'ultima erede che portava il cognome Santapau, governò Licodia, fino alla fine del feudalesimo, la famiglia Ruffo di Calabria. Lo stemma della famiglia Santapau è composto da uno scudo sannitico all'interno del quale è raffigurato un rombo a bande di nero e bianco. Lo stemma dei Santapau è ancora visibile sui sepolcri di donna Camilla e di Muzio Ruffo nella chiesa dei Cappuccini e sul portale barocco della chiesa madre di Licodia Eubea.
Famiglia Aliotta
Un ramo di questa famiglia si trova a Licodia ove nel 1798 un componente di nome Angelo ebbe il titolo di Barone di Camemi da parte del re Ferdinando. Angelo stesso contribuì tantissimo al restauro della chiesa dei Cappuccini. In seguito un altro componente della stessa famiglia sposò la nobilissima Carmela Papaleo di Scicli.
Ricordiamo della famiglia Aliotta, il Cav. Eugenio Aliotta, sindaco 1866/1967. Giuseppe Aliotta, sindaco 1883/1887. Cav. Giuseppe Aliotta, sindaco 1898/1900. Cav. Giuseppe Aliotta, Commissario Prefettizio 1914/1916. Cav, Sebastiano Aliotta, sindaco 1918/1920.
Famiglia Vassallo
Questa famiglia è una tra le più note di Licodia Eubea. Di bene immobile appartenuto a questa famiglia si ricorda il palazzo Vassallo o Mugnos in stile tardo barocco, ancora esistente e sito in via Mugnos nel quartiere Matrice. Questa famiglia discende dal Paleologo Michele imperatore di Costantinopoli. Una parte di detta famiglia si estinse a Noto sotto il regno di Federico II. Per volere di Costantino Paleologo il cognome si evolse in Vassallo. Un ramo dei secondogeniti si stabilì a Licodia Eubea. Lo stemma dei Vassallo porta questo motto: In hoc signo Vinces. Il blasone di questa famiglia è visibile sul portale barocco del palazzo Vassallo/Mugnos.
Famiglia Scollo
La famiglia Scollo, oggi quasi del tutto estinta, diede a Licodia diversi religiosi illustri appartenenti per lo più agli ordini dei Minori Cappuccini e dei Padri Domenicani.
Si ricordano principalmente le personalità di Don Pietro Scollo, sacerdote secolare, vissuto nel corso del XIX secolo, di Padre Carmelo Scollo ofm Capp (1807 - 1885). e del nipote Padre Salvatore Scollo ofm Capp. (1837 - 1898), entrambe autori della riapertura del convento dei Cappuccino dopo le leggi eversive del 1866. In particolare, Padre Salvatore, figura al tempo tra le più eminenti dei Cappuccini della Provincia Religiosa di Siracusa, fu il sostenitore materiale e spirituale del riacquisto del convento, nel 1885 e del restauro dello stesso, dopo che era stato per anni abbandonato e vandalizzato. La sua importante opera chiamò all'ordine moltissime vocazioni tra i giovani del paese.[4] Tra queste si ricorda quella di un altro Scollo, il Padre Bernardino (1869 - 1938), che occupò la carica di Ministro Provinciale e diede alle stampe un suo lavoro dal titolo "Il matrimonio cristiano", edito a Ragusa nel 1902.[4]
Dell'ordine dei Padri Domenicani si ricorda il Padre Ludovico Scollo (1880 - 1965), che oltre ad aver occupato importanti cariche all'interno della Provincia domenicana di Sicilia, diede alle stampe un suo breve scritto sul Beato Pietro Geremia dal titolo " Un Fiore della conca d'oro", edito a Palermo nel 1912.[5]
Famiglia Giarrusso
Di questa famiglia, il cui cognome è parecchio presente in molti comuni siciliani, degni di nota a Licodia sono le figure dell'orologiaio Don Baldassarre Giarrusso, vissuto a cavallo tra il XVIII ed Il XIX secolo, autore dell'orologio con piastra in ardesia del convento dei Padri Cappuccini di Licodia, oggi scomparso, e l'ebanista Don Angelo Giarrusso, autore del fercolo in legno indorato della Madonna Assunta sempre della Chiesa dei Cappuccini di Licodia, realizzato nei primi anni del XIX secolo.[6]
Nel corso del '800 diverse le personalità legate a questa famiglia che hanno abbracciato la vita religiosa all'interno dell'ordine dei Cappuccini e dei Domenicani.
Si ricordano un frate Innocenzo Giarrusso ofm Capp. defunto prematuramente nel 1892 e il nipote di questo, Padre Angelo Giarrusso ofm Capp. nato a Licodia Eubea nel 1875 e morto a Siracusa nel 1951. Padre Angelo fu predicatore e venne più volte eletto Definitore della Provincia Cappuccina di Siracusa.[6]
Egli era anche esperto nella pratica della rabdomanza venendo chiamato per questo compito in diverse località siciliane. Nel periodo in cui fu superiore a Licodia, attuò importanti lavori nel convento e nella chiesa. Fratello di Padre Angelo era il Padre Domenicano Innocenzo Giarrusso, nato a Licodia Eubea nel 1880 e morto a Zafferana Etnea nel 1943.
Della stessa famiglia occuparono la carica di Segretario Comunale a Licodia nei primi decenni del '900, Pietro Clemente Giarrusso e Salvatore Giarrusso, che mantenne tale incarico anche a Zafferana Etnea.
Famiglia Distefano/Di Stefano
Questa famiglia originaria di Monterrosso Almo è documentata a Licodia Eubea a partire dalla fine del sec. XVIII, un Distefano barone di San Giovanni, di professione farmacista, nato a Monterrosso Almo(RG) possedette il feudo di Camilla; la famiglia possiede il medesimo stemma del ramo agnato dei b.ni di Cutolia - arma d'azzurro al castello torricellato, in capo cometa con nove raggi. La famiglia documentata in altre località dell'isola Palermo, Giarratana, Palazzolo Acreide, Caltagirone, Reggio Calabria si imparentò durante la sua lunga storia con numerose altre famiglie storiche della Sicilia orientale. Gaudenzia Distefano b.ssa di Cutolia, sposò Ottaviano Borgia del Casale, da cui nacque il m.se Giuseppe Borgia Distefano, con lei si estinse il ramo nobile. Della famiglia nativa di Monterrosso Almo sopravvive, allo stato attuale, una linea discendente da don Giuseppe Distefano, nobile dei b.ni di Cutolia in Caltagirone. Un Antonino Distefano acquistò a sue spese il corpo di Santa Ilaria, oggi conservato nella chiesa di San Bartolomeo a Giarratana.
A Licodia si ricorda la figura di Don Ignazio Di Stefano, che occupò la carica di sindaco dal 1887 al 1890.
Famiglie Notabili imparentate a Licodia Eubea
Aparo, Armao, Di Benedetto, La Biondo, La Ciura, Bosco, Burgio, Buttigleri, Di Martino, Di Pietro, Di Stefano/Distefano, Di Vita, Frazzetto, Gandolfo, Giarrusso, Giuca, Licciardi, Lo Blanco, Mannuzza, Martini, Mazzarino, Morgana, Nanfro, Nicidio, Renda, Scacco, Taschetta, Ventura, Verga, Vixica.[7]
Nomi illustri legati a Licodia Eubea
Di certo Licodia ebbe altre famiglie illustri come gli Interlandi, di cui si hanno due sepolcri al Carmine, gli Scordino, i Gandolfo, gli Astuto, gli Aliotta, i Vaina e gli Albo. Si ricordano, inoltre, varie personalità che hanno fatto la storia di Licodia, tra cui il canonico Don Martino la Russa, illustre benefattore di Licodia vissuto nel XVI e oggi tumulato nella chiesa madre. Le sue spoglie, infatti, furono portate in chiesa madre il 23 maggio del 1783, come per altro riporta la lapide marmorea in suo onore, posta sulla parte sinistra dell'altare maggiore della chiesa madre, ove il canonico riposa. Don Martino, in morte, lascio un testamento con grandi lasciti a favore di Licodia e della chiesa madre in particolare.
Si ricorda inoltre la figura del sacerdote don Ascenzio de Pisanis, di origine spagnola, che contribuì tantissimo alle tradizioni della settimana santa Licodiana. Si ricorda anche il pittore licodiano Mariano Agosta vissuto a cavallo tra l'800 e il '900. Egli lasciò varie opere al suo paese natale, tra cui un panorama olio su tela di Licodia, un San Gregorio e una scuola di Atene.
Indubbiamente si ricorda la figura del missionario in Congo Frate Francesco Cascio ofm Capp. (1600 - 1682), Servo di Dio per la Chiesa Cattolica.
Cultura
Museo civico archeologico Antonino Di Vita
Il museo civico archeologico Antonino Di Vita è ospitato in locali comunali. In questa area museale archeologica si conservano diversi ritrovamenti relativi a materiale di importazione greca e a vasellame con i tipici motivi geometrici che identificano la Facies di Licodia e di Santo Cono Piano Notaro, rinvenuti nel territorio di Licodia Eubea. Gran parte dei ritrovamenti furono portati alla luce da Paolo Orsi e successivamente da diversi scavi degli anni '80 e '90 del novecento a opera della sovrintendenza con l'aiuto dei volontari dell'Archeoclub di Licodia Eubea. Il museo si divide in tre sezioni:
- Sezione sulla fase più antica dell'insediamento nel territorio.
- Sezione dedicata all'abitato arcaico e al centro indigeno ellenizzato.
- Sezione con materiali importati insieme ad oggetti in ceramica locali "facies di Licodia Eubea".
Museo etnografico o museo della comunità Licodiana
Il museo etnografico, è sito presso dei locali terragni che danno sul chiostro dell'ex Monastero di San Benedetto e Santa Chiara a Licodia Eubea.
Questo museo raccoglie gli utensili originali relativi alle attività artigianali e agricole del territorio, in uso sino a qualche decennio fa.
La collezione presenta un vasto numero di arnesi riconducibili al lavoro del calzolaio, oltre che al duro lavoro della mietitura. Tutti i pezzi sono donazioni dei cittadini di Licodia. Il museo è stato intitolato a Padre Matteo Coniglione O.P. (Licodia E., 1879 - Catania, 1964).
Santa Margherita patrona della città
L'antica vergine e martire Margherita d'Antiochia di Pisidia, è da sempre venerata a Licodia quale patrona, assieme a Sant'Antonio Abate.
Il popolo la invocava quale Patrona Particolare dell'abitato già nel XVII secolo, tanto che lo stesso Rocco Pirri, nella sua Sicilia Sacra, la menziona come tale.[8]
È certo che un luogo di culto a lei dedicato era presente a Licodia già nel 1583, quando il Canonico Don Martino La Russa, morendo, designò con atto testamentario erede universale del suo enorme patrimonio, la Chiesa di Santa Margherita.
Non va escluso, come suppone Padre Leonardo Ciavola da Licodia in un suo scritto, che già nel XIII secolo fosse presente una piccola cappella a lei dedicata lungo le pendici del colle castello, non distante dal luogo in cui sorge l'attuale Basilica Chiesa Madre a lei dedicata.
Nel 1903, facendosi interprete della forte venerazione tra il popolo e della storia antichissima del culto di Santa Margherita a Licodia, il sapiente sacerdote cappuccino Padre Francesco Lo Bartolo da Licodia (1872 - 1945), avviò le pratiche che richiedevano alla Santa Congregazione per i Riti, il Decreto che nominasse la martire "Patrona Principale" della città. Il Decreto venne approvato da S.S Pio X il 12 aprile del 1905.[9]
Manifestazioni religiose
Festa patronale di S. Margherita d'Antiochia di Pisidia
- 20 luglio, Santa Margherita V. M., patrona di Licodia Eubea. Processione del simulacro e della reliquia per le vie del paese. La festa patronale si divide principalmente nella vigilia e il giorno festivo. Già i festeggiamenti in onore della santa patrona hanno principio all'inizio del mese di luglio denominato appunto mese margheritiano. Durante tutto il mese fino alla sua fine, viene recitato il caratteristico rosario di santa Margherita composto in dialetto tipico licodiano. Per il 19 luglio, la vigilia, ha luogo, dalla chiesa dei cappuccini, la processione con la reliquia di Santa Margherita. La processione pomeridiana termina nella chiesa madre ove la reliquia della santa viene posta sull'altare per la recitazione dei vespri. Il 20 luglio, giorno della festa, viene celebrata la messa solenne in chiesa madre alle ore 11:00 del mattino. Il pomeriggio si apre con la messa sempre in chiesa madre al termine della quale si dà inizio alla solenne processione con il simulacro della santa patrona. La processione passa per le vie del paese toccando le maggiori parti del centro storico. Le celebrazioni del 20 luglio hanno fine con lo spettacolo pirotecnico di mezzanotte che spesso coincide con l'entrata della patrona in chiesa. La chiusura del mese margheritiano ha ufficialmente termine il 30 luglio con una messa celebrata in chiesa madre.
Maria S.S. Assunta in cielo
- 15 agosto, Maria SS. Assunta in cielo. Processione del simulacro per le vie del paese. La festa dell'Immacolata Concezione è una delle feste religiose più attese dai Licodiani. Il culto religioso verso l'Immacolata ha avuto sempre luogo nella parrocchia Santa Maria degli Angeli, ove si conserva l'artistico simulacro ligneo della Vergine Assunta. Il culmine dei festeggiamenti è nel giorno del 15 agosto. Questo giorno si apre con le varie messe celebrate nella chiesa dei cappuccini (Santa Maria degli Angeli), e con la messa solenne delle 11 del mattino. Solitamente questa messa solenne viene presieduta dal padre provinciale della provincia religiosa cappuccina di Siracusa, di cui fa parte il convento annesso alla chiesa. Dopo la messa ha luogo sul sagrato della chiesa la benedizione degli autoveicoli che sfilano per il paese. Il pomeriggio è caratterizzato dalla processione del simulacro della Madonna per le vie di Licodia. Durante il tragitto è solito dei devoti la donazione di capretti, agnellini, piante e oggetti vari che poi, al rientro in chiesa della Vergine, verranno venduti alla tradizionale asta che si terrà di fronte alla chiesa dei cappuccini.
La settimana Santa
- marzo/aprile, la Settimana Santa. La settimana santa a Licodia Eubea affonda le radici nel passato. Sin dal 1500 vengono ripetute varie tradizioni che hanno luogo per le vie cittadine di Licodia. Queste tradizioni consistono in varie attività religiose esterne come solenni processioni ecc. Caratterizzano la pasqua licodiana, i canti in lingua siciliana composti in passato dai cittadini di Licodia, che vengono ancora oggi cantati per le processioni del giovedì e venerdì Santo.La settimana santa si apre con la processione del Cristo alla Colonna che parte dalla chiesa del Rosario e va avanti per le vie del paese. È caratteristico di questa processione l'andare lento dei portatori della vara su cui è posta la statua in cartapesta del Gesù flagellato.La processione si dilunga fino alla notte inoltrata. Altro momento importante della settimana santa è il venerdì santo, giorno in cui vengono portati in processione l'Addolorata della chiesa del Crocefisso e il Cristo trainato dal Circello. Il circello, chiamato in dialetto ciurciddu, rappresenta i peccatori che fanno soffrire il Cristo pronto per la morte al Calvario. Infatti, questo complesso statuario è composto da un Cristo che porta la Croce e un uomo dalla carnagione scura che con una conrda tira per il collo Gesù.Tra l'Addolorata e il Circello la mattina del venerdì, avviene la tradizionale giunta, che consiste nel far incontrare la madre dolente con il figlio, tramite un caratteristico muoversi dei simulacri effettuato dai portatori delle rispettive vare.
Il movimento consiste nell'accostare i simulacri con un movimento in avanti durante una lenta corsetta. Dopo la giunta, che avviene nella piazza vicina alla chiesa madre, i simulacri vanno in processione per il paese e nel frattempo viene fatta l'asta per la vendita dell'antica Croce lignea che verrà aggiudicata al devoto che offre di più per portarla. Questa stessa Croce in processione con l'Addolorata e il Circello, viene portata a spalla dall'acquirente fino al monte Calvario, ove nel pomeriggio avverrà la crocifissione.Il pomeriggio, infatti, si apre con la processione dell'Addolorata e del Cristo nell'urna,(u Signuri a Cascia), che vanno verso il Calvario dove viene effettuata la Crocifissione del simulacro del Cristo morto che rievoca la morte vera e propria di Gesù. La statua in caratapesta del Gesù morto risale al 1700 ed è dotata di braccia mobili per permettere la crocifissione vera e propria del Signore. Al termine della Crocifissione, avvenuta davanti la chiesa del Calvario, i due simulacri vengono portati lentamente in processione fino alla chiesa dei Cappuccini, ove avviene una sosta di preghiera. Dopo la sosta la processione riparte e termina con l'entrata dei due simulacri nelle rispettive chiese. Per la domenica di Pasqua avviene la cosiddetta giunta tra il simulacro del Cristo Risorto e della Madonna, che alla vista del figlio perde in corsa il manto nero e va incontro al figlio risorto. Le due statue vengono festosamente portate in processione per il paese, insieme ai due possenti stendardi uno rosso per Gesù e l'altro azzurro per la Madonna, che vengono fatti ondeggiare e sventolare dai portatori.
Altre feste
- Prima domenica di agosto, Maria SS. del Monte Carmelo. Processione con il simulacro per le vie del paese.
- 13 dicembre, Santa Lucia V. M.. Processione con il simulacro per le vie del paese.
- 19 marzo, San Giuseppe. Processione con il simulacro per le vie del paese.
- 21 giugno, Maria S.S della divina Provvidenza. Processione con il simulacro per le vie della parrocchia Santa Maria degli Angeli,(Cappuccini).
Sagre
- Settembre, Festa dell'uva. L'uva da tavola è un prodotto tipico del vasto territorio del comune di Licodia. Con l'uva da tavola viene preparata la mostarda che si mangia nel periodo della vendemmia.
- Premio internazionale Lupo d'Oro, spettacolo nato nel 1982 e dal 2008 viene fatto cadere in corrispondenza della festa dell'uva. Il premio lupo d'oro prende il nome dallo stemma di Licodia Eubea, e premia a nome del comune di Licodia, con una medaglia doro, persone che si sono distinte nel campo dell'arte, cultura o giustizia. Tra i premiati dal lupo d'oro spiccano i nomi di Pippo Baudo, il cardinale Angelo Comastri, Katia Ricciarelli, Leo Gullotta e molti altri personaggi famosi.
- Dicembre, Sagra della patacò. La patacò è un piatto tipico della città di Licodia EubeaProdotti tipici
Prodotti tipici
La patacò
La patacò è un piatto tipico di Licodia Eubea, un tempo chiamato piatto dei poveri, visto che era la base dell'alimentazione della povera gente nei mesi più freddi dell'anno. Ancora oggi è abitudine la preparazione di questa pietanza nelle famiglie licodiane. La patacò è ricavata dalla farina di cicerchia avente tipico colore giallastro. La farina si mischia con l'acqua in modo da fare una sorta di polenta che si arricchisce con l'aggiunta di broccoli, salsiccia a pezzetti, olio, pepe e sale quanto ne basta. Prima di cucinare la patacò occorre fare un soffritto con aglio da mischiare anch'esso con la patacò. Questo piatto si mangia generalmente caldo e un tempo era solito consumarsi a colazione.
Pagnuccata
La pagnuccata è un piatto tipico siciliano molto comune anche a Licodia Eubea, dove è solito prepararsi nei mesi freddi e in particolare a Natale a Pasqua ma soprattutto per il carnevale. Questo dolce tipico a Licodia presenta una forma più minuta confronto alle altre zone in cui viene preparato. Il tutto è composto da un impasto di farina e uova che poi vanno a comporre dei condoni che vengono tagliati in piccole palline. Dopo questo procedimenti le palline vengono immerse dentro il miele sciolto con lo zucchero.
Amministrazione
Amministrazione attuale
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1866 | 1867 | Cav. Aliotta Eugenio | sindaco | ||
1867 | 1872 | Vassallo Giuseppe | sindaco | ||
1872 | 1878 | Cav. Gandolfo Giovanni | sindaco | ||
1878 | 1883 | Vassallo Giuseppe | sindaco | ||
1883 | 1887 | Aliotta Giuseppe | sindaco | ||
1887 | 1890 | Cav. Di Stefano Iganzio | sindaco | ||
1890 | 1891 | Cav. Pelli Arnaldo | Comm. Regio | ||
1891 | 1893 | Cav. Gandolfo Giovanni | sindaco | ||
1893 | 1895 | Cav. Gandolfo Giuseppe | sindaco | ||
1895 | 1898 | Cav. Gandolfo Giovanni | sindaco | ||
1898 | 1900 | Cav. Aliotta Giuseppe | sindaco | ||
1900 | 1900 | Cav. D'Alessandro Salvatore | Comm. Regio | ||
1900 | 1903 | Vassallo Di Stefano Michele | sindaco | ||
1903 | 1903 | Dr. Bartoletta Marcello | Comm. Regio | ||
1903 | 1907 | Vassallo Di Stefano Michele | sindaco | ||
1907 | 1908 | Rag. Lombardo Ugo | Comm. Regio | ||
1908 | 1913 | Avv. Di Pietro Sebastiano | sindaco | ||
1913 | 1914 | Avv. Di Vita Antonino | sindaco | ||
1914 | 1916 | Cav. Aliotta Giuseppe | Comm. pref. | ||
1916 | 1918 | Cav. Di Pietro Sebastiano | Comm. Regio | ||
1918 | 1920 | Cav. Aliotta Sebastiano | sindaco | ||
1920 | 1923 | Cav. Di Stefano Vassallo Michele | sindaco | ||
1923 | 1923 | Dott. Tornabene Gaetano | Comm. pref. | ||
1923 | 1923 | Cav. De Gregorio Giuseppe | Comm. pref. | ||
1923 | 1923 | Cav. Dr. Covelli Achille | Comm. pref. | ||
1923 | 1924 | Canzano Agatino Giuseppe | Comm. pref. | ||
1924 | 1925 | Rag. Macina Giocchino | Comm. pref. | ||
1925 | 1925 | Avv. Verderame Concetto | Comm. pref. | ||
1925 | 1928 | Cav. Scacco Gaetano | sindaco | ||
1928 | 1929 | Cav. Cap/no Rizzo Gaetano | Podestà | ||
1929 | 1930 | Bonnici S. | Comm. prefettizio | ||
1930 | 1933 | Cav. Dr. Lentini Arturo | Comm. pref. | ||
1933 | 1936 | Farmacista Lo Bartolo Francesco | Podestà | ||
1936 | 1938 | Avv. Pepi Alfonso | Podestà | ||
1938 | 1938 | Cav. Rag. Messina Carmelo | Comm. pref. | ||
1938 | 1939 | Avv. Santagati Antonio | Comm. pref. | ||
1939 | 1940 | Sig. Vassallo Salvatore | Comm. pref. | ||
1940 | 1940 | Sig. Vassallo Salvatore | Podestà | ||
1940 | 1942 | Dott. Sciuto Federico | Comm. pref. | ||
1942 | 1944 | Dr. Vassallo Mario | Comm. pref. | ||
1944 | 1946 | Sig. Vacirca Caruso Giuseppe | sindaco |
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1946 | 1952 | Dr.Giuseppe di Gregorio | sindaco | ||
1952 | 1954 | Dr.Giuseppe Aparo | sindaco | ||
1954 | 1956 | Cav.Francesco Gurfolino | sindaco | ||
1956 | 1957 | Dr. Vincenzo Licciardi | sindaco | ||
1957 | 1957 | Dr.Rosario Odierne | Comm. pref. | ||
1957 | 1958 | Ins.Emanuele Armao | Comm. pref. | ||
1958 | 1962 | Dr. Vincenzo Licciardi | sindaco | ||
1962 | 1964 | Dr. Vincenzo Zappulla | Movimento Sociale Italiano | sindaco | |
1964 | 1965 | Prof. Sebastiano Fede | sindaco | ||
1965 | 1967 | Dr. Vincenzo Verga | sindaco | ||
1967 | 1988 | Dr. Nunzio Li Rosi | Democrazia Cristiana | sindaco | |
22 giugno 1988 | 22 gennaio 1992 | Manfredi Angelo Lo Blanco | Partito Comunista Italiano | Sindaco | [Partito Socialista Italiano]][10] |
22 gennaio 1992 | 1992 | Dr. Elio Di Prazza | Comm. regionale | ||
1992 | 8 giugno 1993 | Avv. Nicolò Lo Giudice | Comm. straordinario | ||
8 giugno 1993 | 1º dicembre 1997 | Prof. Manfredi Lo Blanco | Partito Democratico della Sinistra | sindaco | [10] |
1º dicembre 1997 | 28 maggio 2002 | Ingegn. Massimo Di Grazia | Alleanza Nazionale | sindaco | Partito Popolare Italiano-Forza Italia[10] |
28 maggio 2002 | 31 ottobre 2006 | Dr. Nunzio Li Rosi | Unione di Centro | sindaco | La Casa dei Licodiani-CCD-CDU(Unione di Centro)-Forza Italia -Liberalsocialisti-Nuova Sicilia[10] |
28 novembre 2006 | 15 maggio 2007 | Gaspare Sinatra | Comm. straordinario | [10] | |
15 maggio 2007 | 6 maggio 2012 | Dr. Nunzio Li Rosi | Movimento per le Autonomie | sindaco | [10] |
6 maggio 2012 | 11 giugno 2017 | Giovanni Verga | Partito Democratico | sindaco | Popolo delle Libertà(corrente colombe)Rifondazione Comunista |
11 giugno 2017 | in corso | Giovanni Verga | Partito Democratico | sindaco | Alternativa Popolare-indipendenti di destra-indipendenti di sinistra |
Infrastrutture e trasporti
Autostrade e strade statali
- Autostrada Ragusa-Catania
- Strada statale 683
Ferrovie
Galleria d'immagini
-
Torre campanaria della basilica chiesa madre.
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Mascherone barocco che decora la facciata della basilica chiesa madre.
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La chiesa parrocchiale S.Maria degli Amgeli (cappuccini).
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La chiesa parrocchiale di S.Lucia al borgo.
-
Prospetto della chiesa del Carmine.
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L'altare e la statua di S.Giuseppe della chiesa del Carmine.
-
Il simulacro in cartone romano dell'Addolorata, conservato nella chiesa del Crocefisso.
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Simulacro di San Domenico della chiesa del Rosario.
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Chiesa del monte Calvario o Madonna della provvidenza.
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Lago di Licodia invaso Dirillo.
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Ruderi di alcune mura del castello Santapau.
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Scorcio del cimitero monumentale di Licodia Eubea.
Note
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 settembre 2017.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ a b Marcello Cioè, I Cappuccini in Licodia Eubea, Siracusa, Provincia Frati Minori Cappuccini, 2008.
- ^ Fr. Giovanni Calcara o.p, O Lumen Ecclesiae, Catania, Il Garufi, 2014, ISBN 978-88-97966-22-7.
- ^ a b Marcello Cioè, I Cappuccini in Licodia Eubea, Siracusa, Provincia Frati Cappuccini, 2008.
- ^ Pietro Maria Cannizzo, Licodia Eubea, Licodia Eubea, Pro Loco, 1995.
- ^ Rocco Pirri, Sicilia sacra disquisitionibus, et notitiis illustrata, Palermo, 1644.
- ^ Padre Leonardo Vincenzo Ciavola, Santa Margherita Patrona Principale di Licodia E., Comiso, Tip. M.G.A. Fratelli Baglieri, 1975.
- ^ a b c d e f http://amministratori.interno.it/
Bibliografia
- S. Correnti - Catania e provincia - Black Line Edizioni, 1986.
- AA. VV. - Grande Enciclopedia De Agostini, Vol. 13 - Istituto Geografico De Agostini, 1995.
- C. Verdi, Licodia Sacra: storia, arte e tradizione, 1993;
- C. Verdi, I Santapau;
- C. Verdi, Licodia Eubea: notizie, 1981;
- P. M. Cannizzo: Licodia Eubea: le sue origini e la sua storia nel contesto della storia della Sicilia, 1995;
- Archeclub d'Italia sede di Licodia: Cenni su Licodia;
- Archeclub d'Italia sede di Licodia: Castello di Licodia;
- S. Salomone, Le provincie siciliane studiate sotto tutti gli aspetti ... : Provincia di Catania, Ragonisi, 1884
- S. Sciorto, Guida di Licodia.
- Elisa Bonacini, Il territorio calatino nella Sicilia imperiale e tardoromana, British Archeological Reports, International Series BAR S1694, Oxford 2007; ISBN 978-1-4073-0136-5
- Elisa Bonacini, Il borgo cristiano di Licodia Eubea, Trento 2008; ISBN 978-88-6178-157-3
- Rocco Pirri, Sicilia sacra diquisitionibus, et notitiis illustrata, Palermo, 1644
- Marcello Cioè, I Cappuccini in Licodia Eubea, Siracusa, Provincia Frati Cappuccini, 2008
- Fr. Giovanni Calcara o.p., O Lumen Ecclesiae, Catania, il Garufi, 2014, ISBN 978-88-97966-22-7
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