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William Ross Ashby (Londra, 6 settembre 1903 – 15 novembre 1972) è stato uno psichiatra britannico ed uno dei pionieri e divulgatori della cibernetica. Fu noto anche semplicemente come Ross Ashby o W. Ross Ashby, in quanto generalmente non usò il proprio nome di battesimo, o ne usò solo l'iniziale..
Biografia
William Ross Ashby nacque nel 1903 a Londra, dove suo padre lavorava per un'agenzia pubblicitaria. Dopo le scuole superiori, frequentate ad Edimburgo, nel 1921 si iscrisse al Sidney Sussex College dell'Università di Cambridge, ove ricevette il bachelor in zoologia nel 1924. In questo periodo coltivava anche altri interessi, come quelli per l'astronomia e la matematica.
Decise poi di dedicarsi alla medicina, frequentando il St. Bartholomew's Hospital a Londra dal 1924; ricevette poi a Cambridge una laurea di primo livello in medicina (B. Ch.) nel 1928, un diploma in Psicologia Medica nel 1931, e la laurea in medicina nel 1935. Nel 1931 si era sposato con Elsie Maud Thorne, che gli avrebbe dato tre figlie.
Nel 1930 iniziò a lavorare come psichiatra al Leavesdon Mental Hospital vicino Londra, e per i successivi 30 anni proseguì la sua carriera di psichiatra in varie posizioni in Gran Bretagna. Tra il 1945 ed il 1947 fu in India come ufficiale medico dell'esercito britannico. Fu membro del Ratio Club[1] e partecipò alla nona Macy Conference on Cybernetics nel 1952, ove dimostrò il funzionamento dell'omeostato, un dispositivo da lui costruito per illustrare i concetti di adattamento e stabilità[2]. Nel 1952 e nel 1956 aveva pubblicato le sue due opere maggiori, "Design for a Brain - The origin of adaptive behaviour" e "An introduction to cybernetics"[3]
Dal 1960 e fino al 1970 si trasferì negli Stati Uniti, come docente al Dipartimento di Biofisica ed Ingegneria Elettronica dell'Università dell'Illinois a Urbana, che in quegli anni era un importante centro di ricerca cibernetica guidato da Heinz von Foerster[4]. Rientrato in patria, morì nel 1972 dopo uma breve malattia[5][6].
Attività
Il diario
Per oltre 44 anni Ashby tenne un diario ("journal"), nel quale registrò le sue riflessioni scientifiche. Lo iniziò a maggio 1928, da studente di medicina, e continuò a riempirlo fino alla morte. Negli anni, scrisse una serie di 25 volumi per un totale di 7.189 pagine. Nel 2003 i diari vennero affidati alla British Library, e nel 2008 il loro contenuto divenne disponibile online con il nome di "Archivio Digitale di W. Ross Ashby"[7].
Equilibrio, stabilità ed adattamento
Ashby rivolge la propria attenzione alla capacità dei sistemi biologici in generale, e del cervello in particolare, di reagire agli stimoli provenienti dall'ambiente mantenendo una situazione di equilibrio, già indicata dal fisiologo americano Cannon come omeostasi[8]
In genere tale capacità viene indicata come stabilità[9]; Ashby tuttavia individua un ulteriore caratteristica più stringente della stabilità, che chiama ultrastabilità[10], e che attribuisce ai sistemi biologici in generale ed al cervello in particolare, in quanto in grado di trovare situazioni di equilibrio con l'ambiente circostante cambiando il proprio modo di funzionare, tramite l'adattamento e l'apprendimento.
Qui l'equilibrio è raggiunto non con l'adozione di un comportamento predeterminato tra i diversi possibili, ma tramite una riconfigurazione che genera una nuova modalità di comportamento della macchina, indotta dall'interazione con l'ambiente[11]
L'omeostato
Per illustrare il concetto di ultrastabilità, Ashby concepì e realizzò un dispositivo elettromeccanico che chiamò "omeostato"[12] e che divenne popolare. Le prime tracce dell'omeostato negli appunti di Ashby risalgono al 1946[13], mentre il primo esemplare fu completato nel marzo del 1948, utilizzando materiale militare di recupero[14][15]; una prima descrizione tecnica del dispositivo venne pubblicata nel dicembre 1948[16]. Nel 1949 la rivista Time gli dedicò un articolo descrivendolo come "l'oggetto più vicino ad un cervello sintetico sinora progettata dall'uomo"[17]. Nel 1952, Ashby ne dette una dimostrazione alla nona Macy conference on cybernetics a New York[18].
L'omeostato è formato da quattro unità uguali; ciascuna di esse comprende un magnete mobile, la cui posizione è visibile mediante un indicatore che scorre su una scala graduata, e due circuiti elettrici. Il primo di essi genera una corrente, che rappresenta l' "uscita" dell'unità, proporzionale alla deviazione del magnete dalla posizione centrale; il secondo produce, tramite una serie di avvolgimenti elettrici, il campo magnetico che determina la posizione del magnete. La corrente che scorre negli avvolgimenti (l' "ingresso" dell'unità) è costituita dalla combinazione delle correnti di uscita delle altre tre unità; il valore della corrente risultante dalla combinazione dipende da una serie di componenti variabili, che permettono di "configurare" l'omeostato cambiando il valore della corrente di ingresso corrispondente ad un dato valore delle correnti di uscita.
Le quattro unità sono quindi interconnesse tra loro da una serie di circuiti di retroazione, che fanno in modo che esse si influenzino reciprocamente.
Ogni unità può essere "configurata" agendo sui circuiti che combinano tra loro le correnti in ingresso; ad ognuna di queste configurazioni corrisponde un determinato valore della corrente di ingresso all'unità, e quindi della posizione del magnete.
L'omeostato prevede due modalità di funzionamento. Nella prima, l'operatore può scegliere una configurazione, scegliendola da quelle disponibili in numero limitato[19] impostando manualmente alcuni parametri di funzionamento dei circuiti di ingresso. Alcune di queste configurazioni conrrispondono a stati di equilibrio, mentre altre conducono a ............ In questa modalità di funzionamento il sistema, nella visione di Ashby, può essere definito stabile, in quanto presenta alcune possibili configurazioni (o, più in generale, comportamenti predefiniti) che gli permettono di restare in equilibrio con l'ambiente esterno. La seconda modalità di funzionamento, che illustra il concetto di ultrastabilità, prevede l'attivazione nei circuiti di ingresso delle unità di componenti variabili (interruttori automatici o "uniselector", in genere usati all'epoca nella commutazione telefonica[20]) che possono assumere un numero molto elevato di configurazioni[21] senza richiedere l'intervento dell'operatore. Se una configurazione non è di equilibrio, un sistema di temporizzazione permette di generarne automaticamente una nuova dopo alcuni secondi; in questo modo la macchina prova sequenzialmente una serie di possibili configurazioni e si arresta solo quando ne trova una di equilibrio; l'omeostato è quindi ultrastabile.
E' interessante notare che, quando Alan Turing venne a conoscenza, nel 1946, dell'intenzione di Ashby di costruire l'omeostato, gli scrisse suggerendo di evitare la realizzazione di un dispositivo fisico, e di simularne invece il funzionamento sull'Automatic Computing Engine (ACE), il calcolatore che lo stesso Turing stava costruendo per il National Physical Laboratory britannico[22].
Note
- ^ Husbands, Owen 2008
- ^ A Summary Account of Macy Conference Attendees and Activities
- ^ La bibliografia completa di Ross Ashby è disponibile qui
- ^ Sommario autobiografico di Ross Ashby, compilato nel 1972 circa
- ^ Biografia di Ross Ashby
- ^ Sommario autobiografico di Ross Ashby
- ^ W. Ross Ashby Journal (1928–1972) The W. Ross Ashby Digital Archive - Indice.
- ^ Ashby 1952/1960, capitolo V
- ^ Ashby 1952/1960, capitolo VI
- ^ Ashby 1952/1960, capitolo VII
- ^ Cordeschi 1998, pagg. 42-43; 196-197
- ^ Ashby 1952/1960, capitolo VIII
- ^ The W. Ross Ashby Digital Archive - L'omeostato
- ^ The W. Ross Ashby Digital Archive, Journals, vol.11, p2435
- ^ The W. Ross Ashby Digital Archive - Descrizione dell'omeostato e diagramma dei circuiti
- ^ W.R. Ashby, Design for a Brain, Electronic Engineering, 20, 379-383, Dicembre 1948.
- ^ The thinking machine, Time, 24 January 1949.
- ^ Macy Conference on Cybernetics
- ^ 32 in tutto
- ^ Telephone Switches
- ^ oltre 390.000
- ^ Lettera di Alan Turing a W. Ross Ashby The W. Ross Ashby Digital Archive
Opere
- (EN) W. Ross Ashby, Adaptiveness and equilibrium, in The British Journal of Psychiatry, vol. 86, n. 362, maggio 1940, pp. 478-483, DOI:10.1192/bjp.86.362.478. URL consultato il 19 febbraio 2018.
- (EN) W. Ross Ashby, Design for a Brain - The origin of adaptive behaviour, 1952 (I edizione); 1956 (II edizione, John Wiley & Son, Chapman & Hall); trad. italiana di Paola Unnia Progetto per un Cervello, Bompiani, Milano 1970, pp. 378. URL consultato il 19 febbraio 2018.
- Template:Bibliografia
- (EN) W. Ross Ashby, Mechanisms of Intelligence: Ross Ashby's Writings on Cybernetics, a cura di Roger C. Conant, Intersystems Publishers, 2008, ISBN 978-1127197705.
Bibliografia
- Roberto Cordeschi, La scoperta dell'artificiale – Psicologia, filosofia e macchine attorno alla cibernetica, Milano, Dunod/Masson, 1998, ISBN 88-08-09201-1.
- (EN) Phil Husbands e Owen Holland, The Ratio Club: A Hub of British Cybernetics (PDF), in Phil Husbands, Michael Wheeler e Owen Holland (a cura di), The mechanical mind in history, Cambridge, Mass. [u.a.], MIT Press, 2008, ISBN 978-0-262-08377-5, OCLC 181142511.
- (EN) Peter Asaro, From Mechanisms of Adaptation to Intelligence Amplifiers: The Philosophy of W. Ross Ashby (PDF), in Phil Husbands, Michael Wheeler e Owen Holland (a cura di), The mechanical mind in history, Cambridge, Mass. [u.a.], MIT Press, 2008, ISBN 978-0-262-08377-5, OCLC 181142511 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2011).
Collegamenti esterni
- The W. Ross Ashby Digital Archive, su rossashby.info.