La scomparsa di Majorana

saggio scritto da Leonardo Sciascia

La scomparsa di Majorana è un saggio del 1975 di Leonardo Sciascia fondato sul noto episodio di cronaca della presunta morte, nel 1938, del fisico siciliano Ettore Majorana. Sciascia raccoglie le notizie frammentarie sul fatto, le dichiarazioni di persone vicine a Majorana rielaborandole in modo personale, affascinante e suggestiva, a tratti quasi romanzata, delineando in modo efficace la peculiare personalità del personaggio, giocando con il mito dell'intelligenza suprema e delle sue presunte capacità profetiche nonché con le sue contraddizioni. Comparve per la prima volta sul quotidiano torinese «La Stampa», in 8 puntate, dal 31 agosto al 7 settembre del 1975. Nell'ottobre di quello stesso anno Einaudi provvide a rilasciarlo in volume. Come si evince da alcune lettere ritrovate nel 2012, durante le fasi del trasloco della redazione de «La Stampa», e pubblicate in un articolo sullo stesso quotidiano da Vittorio Sabadin[1], fu lo stesso Sciascia a proporre al direttore Arrigo Levi e al vicedirettore Carlo Casalegno la pubblicazione in anteprima sul quotidiano.

La scomparsa di Majorana
AutoreLeonardo Sciascia
1ª ed. originale1975
Generesaggio
Sottogenerestorico, biografico
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneItalia
ProtagonistiEttore Majorana
«La scienza, come la poesia, si sa che sta a un passo dalla follia»

Trama

La sera del 25 marzo 1938 Ettore Majorana, trentunenne, si imbarca a Napoli sul traghetto diretto a Palermo lasciando due lettere nelle quali preannuncia la propria "scomparsa". Giunto a Palermo scrive però di distruggere le lettere che aveva inviato il giorno prima e annuncia di essere di ritorno a Napoli l'indomani. Il suo mancato arrivo a Napoli è noto e Sciascia si interroga sulle congetture fatte in proposito formulandone anche di proprie. In particolare ipotizza che Majorana si sia ritirato in un convento ricusando il suo ruolo di scienziato in seguito a un'intuizione circa il possibile sviluppo della bomba atomica e le conseguenze disastrose che ne sarebbero potute scaturire.

Critica

Nell'ultima intervista concessa prima della sua morte[2], Pasolini dichiarava: "È bello, è bello il Majorana di Sciascia. È bello perché ha visto il mistero ma non ce lo dice, hai capito? C'è una ragione per quella scomparsa. Ma lui sa che in questi casi un'indagine non rivela mai niente. È un libro bello proprio perché non è una indagine, ma la contemplazione di una cosa che non si potrà mai chiarire."

Riferimenti culturali

Nel film del 2001 L'ultima lezione, sulla scomparsa dell'economista Federico Caffè, è contenuto un riferimento al saggio di Sciascia. Si ipotizza che Caffè vi si sia ispirato per pianificare la propria scomparsa.

Note

  1. ^ Vittorio Sabadin, La Stampa, il tempo ritrovato, su La Stampa, Torino, 28 ottobre 2012
  2. ^ Dall'articolo di Furio Colombo (titolo:Oggi sono in molti a credere che c'è bisogno di uccidere) pubblicata in «Stampa Sera», nr. 245, anno 107, 3 novembre 1975.

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