| PostNazionalità = Autodidatta[1], nell’arco di un cinquantennio portò avanti una ricerca artistica su diversi fronti, con un approccio sempre basato sul disegno, che, partendo dall’informale[2], attraversò ispirazioni pop[3], simpatie verso il Surrealismo[4], e giunse a forme espressive figurative[5]. Ha vissuto tanti anni nel Chianti fiorentino, dove manteneva il suo studio. L’arte di Ghelli è segnata da un particolare attaccamento a radici locali di quella campagna toscana[6] |Immagine = |Didascalia = Giuliano Ghelli nel suo studio, 2005 |Didascalia2 = File:Giuliano Ghelli nel suo studio anno 2005.jpg }}

Formazione e esordio in Italia (1944-1968)

Il più giovane dei tre figli di Francesca Rossi (infermiera) e Maurizio Ghelli (operaio), Giuliano Ghelli nasce a Firenze nel 1944. La morte prematura del padre, quando Ghelli ha otto anni, lo porta ad essere cresciuto dalla madre e i fratelli maggiori. Da adolescente Ghelli frequenta la scuola ginnasiale Salesani e muove i suoi primi passi in campo artistico, dipingendo con materiali ricuperati dai negozi del suo quartiere[7].

Dai diciassette anni frequenta gli atelier di pittori fiorentini noti. Un incontro nel 1962 con il pittore Alfredo Picchi porta Ghelli ad essere introdotto alla gallerista avanguardista Fiamma Vigo[7]. Presso la galleria Numero Ghelli scopre un centro frequentato da artisti e intellettuali[8] fra i quali Gian Carlo Oli, Eugenio Miccini, Piero Santi, e Luigi Baldacci[7]. Questo clima culturale influenza la sua produzione, che nella fase iniziale guarda "verso una ricerca d'impronta più astrattamente geometrica."[2]

Ghelli esordisce nel 1963, ospite della galleria Numero di Milano con due quadri all’interno di una collettiva di otto artisti[9]. Espone a seguire nelle gallerie di Vigo a Venezia e Firenze fino ai fine anni Sessanta[2]. Nel 1967 partecipa alla XVII edizione del Premio Internazionale di Pittura "G. B. Salvi" a Sassoferrato (AN)[10].

Primo ventennio (1969-1989)

Contratto Sangallo e esordio all’estero (1972-1974)

Nel 1972 l'artista firma un contratto con la galleria Sangallo di Firenze di Marcello Secci, accordo che gli permette di dipingere a tempo pieno[11]. Il seguente anno vince una borsa di studio indetta dal Comune di Firenze per giovani artisti[12] e stringe un’amicizia con il fotografo d’arte Stefano Giraldi i cui ritratti di Ghelli appaiono in diversi cataloghi e pubblicazioni del periodo[13][12][14].   

Nel febbraio 1974 l’artista inaugura la sua prima personale a Milano presso la galleria Nuovo Sagittario[15]. Il mese dopo tiene la sua prima personale all’estero, presso la Facoltà di Lettere (Maison des Lettres) dell’Università di Parigi[16]. Delle opere esposte a Milano e Parigi Aldo Passoni, allora direttore della Galleria d’Arte Moderna di Torino, commenta “…la segnaletica pop, il tratto si fa volutamente ruvido, goffo, per le esigenze della dimensione narrativa”[17][18]. Sempre nel ‘74 Ghelli esordisce nel nord Europa con una mostra in Lussemburgo[19].

Periodo figurativo e “Il Portapaesaggi” (1974-1978)

Dal ’73 nelle opere di Ghelli emerge una visione figurativa. Nel 1974 pubblica il piccolo volume di disegni Il Portapaesaggi con testi di Lara-Vinca Masini, che in seguito lo classifica tra coloro che usano espressioni “pop-onirico-concettuali”[20], insieme a Luca Alinari (con cui Ghelli ha poi prodotto delle cartelle di stampe) e Fabio De Poli.

Nel 1975 le opere di Ghelli sono esposte a New York presso il Queens College[21] e nei primi mesi del 1976 a Los Angeles presso la Bernstein Gallery [senza fonte]. Sempre nel 1975 Ghelli partecipa con tre dipinti alla X edizione della Quadriennale nazionale d'arte di Roma[22] ed è "Segnalato Bolaffi" dal critico Tommaso Paloscia, come uno dei "migliori cinquanta artisti italiani"[12]. Nel 1977 l’artista torna a New York per esporre al York College e all’Istituto Italiano di Cultura [senza fonte]. Dal 1978 vengono prodotti, dall’oreficeria aretina Novart, dei gioielli basati sui disegni del Portapaesaggi[23].

Temi letterari (1979-1989)

Negli anni Ottanta, che nella sfera personale portano la perdita della madre[24] e una progressiva invalidità della moglie Annamaria (a cui nel 1978 viene diagnosticata la sclerosi multipla), Ghelli incarna un “filone letterario”, spesso inserendo citazioni da autori particolarmente amati come Italo Calvino e Michail Bulgakov [senza fonte]. Dal 1986 la moglie Annamaria abita in casa di cura; alcune opere di questo periodo raffigurano ponti, buste, lettere ed altri simboli di connessione e dialogo appaiano con figure o unite o marcatamente separate nello spazio[25].

Sempre Lara-Vinca Masini nomina Ghelli nel 1989 nei suoi volumi Arte Contemporanea: La Linea dell’unicità, collocandolo nel capitolo sulla Pop Art in Italia, in cui la Masini individua in alcuni artisti le influenze della corrente anglo-americana, e in particolare in Giuliano Ghelli nota: “…una lucida trascrizione fiabesca della tecnologia robotica”[20].

Dal 1987 Ghelli abita alla Fattoria La Loggia in Montefiridolfi (FI), accolto dai proprietari Giulio Baruffaldi e Cuca Roaldi. Amanti e collezionisti di arte contemporanea, Baruffaldi e Roaldi presentano Ghelli a figure culturali e politiche del periodo, come l'allora manager di Mercedes-Benz Italia S.p.A. Jochen Prange.

Secondo ventennio (1990-2014)

Temi meccanici: Leonardo e Mercedes-Benz (1990-1996)

Tramite il fotografo d’arte Stefano Giraldi e il pittore Franco Bulletti, nel 1990 Ghelli conosce l’esperto Leonardesco Carlo Pedretti, professore di storia dell’arte alla University of California, Los Angeles (UCLA). L’incontro dà l’avvio a un ciclo pittorico ispirato a Leonardo da Vinci che culmina nell’ottobre del 1992 con una personale del titolo In Viaggio con Leonardo, organizzata dal Comune di Milano nella Sala del tesoro del Castello Sforzesco[26]. Dagli anni Novanta in poi Ghelli stabilisce un contatto costante con Leonardo tramite affinità elettive, in particolare con il Codice Leicester.

Grazie poi al contatto stabilito con Jochen Prange nell’ambito della Fattoria La Loggia, Ghelli riceve una commissione per venti tele di grande formato per la nuova direzione Mercedes-Benz Italia S.p.A. a Roma[27], la quale ospita una personale per lui nel 1995.   

Telemarketing e nuove iniziative (1997-2009)

Nel 1997, assieme alla compagna Sandra Stanghellini con cui convive dal 1993, Ghelli affitta una casa colonica in San Pancrazio, frazione di San Casciano in Val di Pesa (FI), dove colloca anche il suo studio. In questo spazio ampliato di lavoro Ghelli è assistito da due giovani pittrici[28]. Le opere di questi anni sono tendenzialmente più decorative (caratterizzate dallo storico Carlo Pedretti come "spazio pieno animato dalla pirotecnica totale"[29], quindi meno allineate all’avanguardia italiana ed europea con cui Ghelli si confrontava nella sua giovinezza. Stanghellini si affianca a Ghelli nell’organizzazione di mostre in luoghi sempre più vari nonché in iniziative di vendita tramite canali di telemarketing. Parallelamente, Ghelli perde contatto con alcune persone che lo avevano introdotto e sostenuto nel mondo dell’arte e dell’industria, fra i quali Giulio Baruffaldi e Lara-Vinca Masini. Ricordando la perdita di contatti in un testo del 2018 Masini aggiunge “Il suo mondo espressivo è cambiato.”[30]

Dal 2002 inizia una collaborazione con il critico d’arte e museologo Maurizio Vanni con cui l’artista realizza varie mostre e progetti fra le quali L’Eco del Sogno (2002), Il cappello e la creatività (2005) e Le porte della fantasia (2009), quest’ultima nell’occasione dell’omonima mostra personale presso la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze. Sempre con Vanni nel 2005 Ghelli pubblica la sua monografia Giuliano Ghelli Le vie del tempo.

La prima decade degli anni 2000 porta anche nuove commissioni: la grafica per l’azienda della raccolta dei rifiuti Quadrifoglio, una serie di manichini dipinti per il Comune di Milano e la Camera Nazionale della Moda per il Premio Milano per la Moda[31], il calendario ufficiale 2003 per il Giappone della Toyota Motor Corporation [senza fonte], un’esemplare unico della nuova “Fiat 500” presentato nel 2008 all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo [senza fonte] e nel 2009 l'incarico dal Comune di Siena di dipingere il drappellone del Palio dell'Assunta[32].   

Nel 2000 Ghelli viaggia a Sidney per inaugurare una personale. L’opera letteraria Le vie dei Canti di Bruce Chatwin, scoperta durante questo viaggio[33], porta ispirazione per una serie di tele dette “gli aborigeni” che incorporano cenni alla simbologia delle popolazioni autoctone del continente. Qualche anno dopo, nel 2005, Ghelli dipinge la prima di un’altra nuova serie di tele contenenti branche di pesci, dette “le migrazioni”[34].

L’Esercito di Terracotta (dal 2003)

Fra le opere che conferiscono visibilità a Ghelli nella sua maturità è l’Esercito di Terracotta, ispirato dall’idea di portare la propria pratica di decorare manichini di sartoria su forme di argilla fresca, su cui l’artista interviene con incisioni, timbri e forme applicate. Costituito da circa cinquanta busti femminili alti 25 cm (successivamente si realizza una serie di 45 busti alti 75 cm, fra i quali quattro “sentinelle” maschili alti 93 cm), l’opera viene paragonata in alcuni testi critici all’antico esercito di terracotta ritrovato a Xi’an, a cui Ghelli replica “a me gli eserciti piacciono solo di terracotta”[34]. Nel suo testo “L’Esercito di pace”, la scrittrice e saggista Sandra Landi segnala, del nome “Esercito”, “il suo etimo – exercere – trasmette il concetto di esercitazione, di attività instancabile e allora si richiama un’idea di quotidianità e di operosità tipicamente femminile, legata alla casalinghità stanziale, alla pazienza e alla meditazione[35].

Nell’arco di alcuni anni Ghelli produce oltre cento manichini originali di varie dimensioni, a cui susseguono multipli di edizioni numerate in più materiali e finiture. L’Esercito viene esposto dal 2004 in poi[36], periodo durante cui Ghelli continua ad ampliarlo.

Il Cantiere d’arte di Pontedera e “i Segreti” (dal 2011)

Nel 2011 l’artista, che nella sua maturità si presta spesso per incontrare bambini e giovani in contesti didattici, istituisce un laboratorio di pittura, in collaborazione con la Fondazione Piaggo e l’Istituto Statale Liceo Classico e Scientifico XXV Aprile di Pontedera chiamato “il Cantiere d’arte di Pontedera”. Nel contempo, Ghelli, citando la Venere Restaurée di Man Ray e la poesia Spiaggia di José Saramago, sta sperimentando con lo spago, usandolo per avvolgere uno dei suoi busti dipinti[37], che poi porta nel laboratorio. Ghelli invita gli studenti a “scrivere su un pezzo di tela un pensiero … che nessuno avrebbe mai letto.” Ogni pezzo viene poi “piegato in forme diverse ... immediatamente impregnato di colla, posto sotto lo spago e subito ricoperto di colore.”[37] Il busto di sartoria che risulta appartiene ad una serie di opere di tecnica mista, dette “i segreti” eseguite da Ghelli dal 2011 al 2014.

Mostre significative personali

1967   Fiesole, Saletta Mino da Fiesole

1971   Firenze, galleria Davanzati

1972   Firenze, galleria Davanzati; Bologna, Cherry Gallery

1973   Torino, galleria La Mela Verde

1974   Milano, galleria Nuovo Sagittario; Parigi, Maison des Lettres de l'Université de Paris; Lussemburgo, Galerie Horn

1975   Firenze, galleria Sangallo; New York, Queens College, Paul Klapper Library; Los Angeles, Bernstein Gallery

1977   New York, York College, Istituto Italiano di Cultura

1978   Prato, galleria Ipotesi 70

1980   Torino, galleria Davico

1981   Milano, Studio Steffanoni

1982   Firenze, Palazzo Gaddi; Pordenone, galleria La Roggia

1983   Ferrara, Palazzo dei Diamanti

1984   Firenze, galleria Aglaia; Milano, Studio Steffanoni; Venezia, galleria Graziussi; Salonicco, Stoá Clokias

1985   Firenze, galleria Arte 4; Torino, galleria La Bussola; Dortmund, Galerie Sigrid Purshke; Palermo, La Bottega di Hefesto

1986   Firenze, galleria dei Benci

1987   Firenze, galleria Mentana

1988   Brindisi, galleria Il Tempietto; Rovigo, Palazzo Roncale; Brema, Galerie Steinbreker

1989   Sanremo, Casinò Municipale; Munster, Mövenpick Hotel

1992   Milano, Castello Sforzesco, Sala del Tesoro

1994   Genova, Aula Magna Facoltà di Magistero; Forte dei Marmi, Faustini Arte

1995   Piacenza, galleria Gian Piero Menzani; Lerici, galleria Athena; Montelupo Fiorentino, Museo della Ceramica; Roma, sede Mercedes-Benz Italia

1997   Siena, Duomo, Cripta delle statue; Miami, Faustini Arte; Colonia, Istituto Italiano di Cultura

1998   Montecatini Terme, Terme Tamerici

1999   Gent, Lineart; Los Angeles, Regency Club

2000   Firenze, galleria Tornabuoni; Sidney, SOHO Galleries; New York, Expo

2001   Prato, Museo Pecci, La parola colorata

2003   Forte dei Marmi, Faustini Arte

2004   Miami, Miami Art Fair Marble Arch Fine Art Gallery

2005   Certaldo, Palazzo Pretorio; Knokke (Belgio), Knokke Art Museum

2006   Fiesole, area archeologica teatro romano, Museo Archeologico, L’Esercito di Terracotta

2007   Bredene (Belgio), Staf Versluys Centre; Istanbul, Istituto italiano di Cultura; Herentals (Belgio), Chateau La Paige; Tokyo, Istituto Italiano di Cultura

2008   Firenze, Palazzo Medici Riccardi; Peiras (Portogallo), Museo la Fabrica da Polvora; Cartaya (Spagna), Castillo de la Zuniga; Massa Marittima, Palazzo dell’Abbondanza; Castril (Spagna), José Saramago Center; Castro Verde (Spagna), Forum Municipal

2009   Modena, Galleria MOdenArte e Galleria delle Statue; Firenze, Palazzo Vecchio, Sala d´Arme

2010   Prato, Castello dell’Imperatore; Lucca, Lu.c.c.a.

2011   De Hann (Belgio); Pontedera, Museo Piaggio

2012   Firenze, Museo della Specola 2013   Pontassieve, Sala delle Colonne; Firenze, Palazzo Panciatichi; Vetulonia (GR), Museo Isidoro Falchi

Esposizioni collettive significative

1963   Milano, galleria Numero

1964   Venezia, galleria Numero; Firenze, galleria Numero

1965   Firenze, galleria Numero, 27 Motivazioni

1966   Venezia, galleria Numero; Firenze, galleria Numero

1967 Sassoferrato (AN), XVII edizione del Premio Internazionale di Pittura “G. B. Salvi”

1969   Bologna, Museo Civico, Proposta per una manifestazione

1972   Venezia, galleria Numero, 100 Artisti per il Vietnam

1973   Firenze, galleria Sangallo, Adami, Matta, Vasarely, Alinari, Ghelli, Sarri; Firenze, galleria Giorgi, Segno ’73; Firenze, galleria Pic-Pus

1974   Firenze, galleria La Piramide e galleria Sangallo; Mentone, X Biennale Internationale d’Art; Bruxelles, Centre Culturel D’Auderghem

1975   Roma, X Quadriennale nazionale d'arte di Roma, La nuova generazione

1993   Malmö, Svezia, I ponti di Leonardo

1997   Firenze, galleria Santo Ficara, Il Toro nell'Arte

2005   Frankfurt am Main (Germania), DIE GALERIE - Frankfurt, Figurative Kunst aus Italien

2006   Mosca (Russia), M’ARS Contemporary Art Museum, The Sun, the Moon and the Theory of Opposites

2010   San Miniato, Palazzo Inquilini; Impruneta, Fornace M.I.T.A.L.   

Fondazione Giuliano Ghelli

Nel dicembre del 2007 viene costituita la Fondazione Giuliano Ghelli a Poppi (AR) [38] nel Casentino toscano, luogo di nascita dei genitori dell’artista. La fondazione è gestita da Alessandra Galardi (assistente storico di Ghelli dal 1990), Sandra Stanghellini (compagna convivente dell’artista dal 1993) e Marida Tellini (cugina dell’artista). Per discordi tra le parti le attività della Fondazione sono sospese dal 2015.

Archivio Giuliano Ghelli

Nel 2015 gli eredi di Ghelli fondano l’Archivio Giuliano Ghelli, dedicato all’opera completa dell’artista. Pilotato dai figli maschi dei fondatori, l’Archivio Ghelli si interessa dello studio ed esposizione (organizzazione di mostre) delle opere di Ghelli, oltre che alla conservazione e gestione di opere lasciate in eredità e della certificazione e catalogazione di opere in collezioni private. Con l'Archivio collaborano storici e critici d'arte, giornalisti e galleristi, case editrici ed istituti pubblici. Ha sede a Firenze.

Associazione Culturale Dedalus

Fondata nel mese di novembre 2016 l’Associazione Culturale Dedalus - Giuliano Ghelli ha lo scopo di promuovere le opere dell’artista. Diretta da Maurizio Ghelli (nipote dell’artista) l’Associazione Dedalus prende suo nome da un’omonima associazione fondata dall’artista nel 1979.

Riconoscimenti

Nel 1973 vince una borsa di studio di un milione di lire indetta dal Comune di Firenze per giovani artisti[12].

Nel 1975 partecipa alla X edizione della Quadriennale nazionale d'Arte di Roma[22].

Nel 1975 è "Segnalato Bolaffi" dal critico Tommaso Paloscia, come uno dei migliori 50 artisti italiani[12].

Nel 1980 è "Segnalato Bolaffi" come uno dei migliori grafici italiani[39].

Nel 2006 è assegnato, con altri 7 artisti, la Vela d’Oro della critica alla omonima Rassegna Internazionale di Marina di Ravenna[40].

Nel 2013 riceve il Gonfalone d’Argento, massimo riconoscimento del Consiglio Regionale della Toscana[41].

Sempre nel 2013 viene nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana[42].

E’ del 10 maggio 2015 l'intitolazione del Museo Civico di San Casciano Val di Pesa a Giuliano Ghelli.

Libri

Lara-Vinca Masini, Giuliano Ghelli, Il Portapaesaggi, 1974.

Claudio Nobbio, Stefano Giraldi, Sergio Staino, Giuliano Ghelli, Eclisse Parziale, 1998, Firenze, City Lights Italia.

Marina Nordera, La Bella addormentata nel bosco, raccontata da Patrizia Veroli e illustrata da Giuliano Ghelli, 2003, Palermo, L’Epos società editrice.

Albino Pierro, De kus van het middaguur negenendertig liefdesgedichten [Il bacio di mezzogiorno trenta9 poesie d'amore], copertina di Giuliano Ghelli, 2007, Archivia.

Cataloghi di esposizioni

Ghelli, a cura di Aldo Passoni, 1974.

Giuliano Ghelli, a cura di Maria Luisa Frisa, 1983.

Giuliano Ghelli. Proiezioni metafisiche dell’immaginario, a cura di Lara-Vinca Masini, 1989, Mantova, C.L.E.B. Gallery.

In viaggio con Leonardo, catalogo, testo di Carlo Pedretti, 1992, Milano, Riproduzioni ABC di Sergio Necchi.

Ghelli. La pittura della poesia, a cura di Ettore Bonessio di Terzet, 1997, Rignano sull’Arno, Edizioni della Bezuga.

Giuliano Ghelli. Segni magici, a cura di Riccardo Ferrucci, 2000, Ponsacco, Galleria Brunetti.

La Parola colorata, a cura di Nicola Micieli con testi di Umberto Cecchi, Nicola Micieli e Marco Pistoia, 2001, Prato, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Studio Bibliografico Pratese.

La Casa dei sogni, a cura di Riccardo Ferrucci, 2001, Firenze, Galleria Centro Arte “Il Ponte”.

L’Eco del sogno, a cura di Maurizio Vanni, 2002, Firenze, Polistampa.

Giuliano Ghelli, a cura di e con poesia di Vincenzo Mollica, 2004, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi.

Il Teatro dei Sogni Giuliano Ghelli, Francesco Musante, Antonio Possenti, a cura di Riccardo Ferrucci, 2006, Peccioli, Fondazione “Peccioli Per”.

Energia Contemporanea, catalogo, 2007, Faenza, Banca Antonveneta di Faenza.

Le vie del tempo, a cura di Maurizio Vanni con testi di Carlo Pedretti e Maurizio Vanni, 2008, Tokyo, Istituto Italiano di Cultura.

Pedal Arte, a cura di Maurizio Vanni, 2008.

La Fantasia rivelata, catalogo per il Festival Sete Sòis Sete Luas, 2008, Portogallo.

Sogni in viaggio, a cura di Maurizio Vanni, 2009, Modena, Galleria MOdenArte.

Le porte della fantasia, Sauro Amegli, Marco Borgianni, Marco Cipolli, Giuliano Ghelli, Alfio Rapisardi, a cura di Maurizio Vanni, 2009, Firenze, Carlo Cambi Editore.

Fantasia in piazza, a cura di Maurizio Vanni, 2009, Firenze.

La fabbrica della fantasia, a cura di Ilario Luperini, 2011, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi.

La Festa della pittura, catalogo per il Festival Sete Sòis Sete Luas, 2012, Portogallo.

Giuliano Ghelli. 50 anni in viaggio tra pittura e scultura, a cura di Sandra Stanghellini con testi di Cristina Acidini e Nicola Danti, 2013, Firenze, Consiglio Regionale della Toscana.

Giuliano Ghelli. Genius Loci. Fiabe dipinte, a cura di Giovanna M. Carli, Eugenio Giani, Andrea Ferrante, 2016, Firenze, Polistampa.

Note

  1. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 13.
  2. ^ a b c Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 21.
  3. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 14.
  4. ^ Cristina Acidini e Nicola Danti, Giuliano Ghelli 50 anni in viaggio tra pittura e scultura, a cura di Sandra Stanghellini, Firenze, catalogo di mostra, Consiglio Regionale della Toscana, 2013, p. 36.
  5. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 67.
  6. ^ Giovanna M. Carli, Eugenio Giani e Andrea Ferrante, Giuliano Ghelli. Genius Loci. Fiabe dipinte., a cura di Giovanna M. Carli, Firenze, Polistampa, 2016, p. 16.
  7. ^ a b c Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti e Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo., a cura di Maurizio Vanni, Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore, 2005, p. 9.
  8. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 21.
  9. ^ R. Manno Tolu e M.G. Messina (a cura di), Fiamma Vigo e 'Numero'. Una vita per l'arte., Firenze, Centro Di, 2003.
  10. ^ [www.rassegnasalvi.it/edizioni_word/1967.doc Scheda degli artisti partecipanti i dei premiati (formato Word)] (DOC).
  11. ^ Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti e Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo., a cura di Maurizio Vanni, Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore, 2005, p. 11.
  12. ^ a b c d e segnalati Bolaffi 1975 50 artisti scelti da 52 critici, in Catalogo Nazionale Bolaffi d'Arte Moderna n. 10, III, Torino, Giulio Bolaffi Editore, 1975, p. 78.
  13. ^ Giuliano Ghelli e Lara-Vinca Masini, Il Portapaesaggi, p. 31.
  14. ^ Maria Luisa Frisa (a cura di), Giuliano Ghelli, 1983, p. 1, 2, 21, 22.
  15. ^ Catalogo della galleria Nuovo Sagittario per "la stagione artistica 1973-74" in cui il 23 febbraio viene citato come inaugurazione della personale di Ghelli. Archivio Lara-Vinca Masini (Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Secci, Prato).
  16. ^ Manifesto per la mostra su cui si leggono le date di aperture e chiusura: du 12 au 20 mars (12-20 marzo). Archivio Lara-Vinca Masini (Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Secci, Prato).
  17. ^ Aldo Passoni (a cura di), Giuliano Ghelli, Firenze, Produzioni Grafiche Moderne Giovacchini, 1974, p. 3.
  18. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 14.
  19. ^ Cartolina della mostra su cui si leggono le date di apertura e chiusura: "Vernissage famedi 18 mai de 17 à 20 heures en presence de l'artiste. Exposition jusqu'au 14 juin 1974" e l'indirizzo della galerie Horn: "8 boulevard royal luxembourg". Archivio Lara-Vinca Masini (Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Secci, Prato).
  20. ^ a b Lara-Vinca Masini, Arte Contemporanea. La linea dell'unicità., vol. 2, Firenze, Giunti, 1989, p. 853.
  21. ^ Depliant della mostra su cui si leggono le date di apertura e chiusura: "Nov 3-29, 1975". Archivio Lara-Vinca Masini (Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Secci, Prato).
  22. ^ a b Pagina su cui vengono nominate le tre opere con cui Ghelli partecipa alla Quadriennale., su quadriennalediroma.org.
  23. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 63.
  24. ^ Maria Luisa Frisa (a cura di), Giuliano Ghelli, 1983, p. 4.
  25. ^ Maria Luisa Frisa (a cura di), Giuliano Ghelli, 1983, p. 10, 12, 14, 18.
  26. ^ Carlo Pedretti, In viaggio con Leonardo, Milano, Riproduzioni ABC di Sergio Necchi, 1992.
  27. ^ Mercedes-Benz Italia Pubbliche Relazioni (a cura di), Un passo avanti verso il 2000, Roma, MG Studio srl, 1995.
  28. ^ Alessandra Galardi, maestra d’arte e pittrice con cui Ghelli ha collaborato dal 1990 e Lara Francini, pittrice che si aggiunge nel 1995.
  29. ^ Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti e Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo., Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore, 2005, p. 53.
  30. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., Firenze, Polistampa, 2018, p. 11.
  31. ^ Maurizio Vanni (a cura di), Sogni in viaggio, Modena, Galleria MOdenArte, 2009, p. 71, 72.
  32. ^ Pagina ufficiale del Palio di Siena citando Ghelli come "Autore Drappellone" per il Palio del 2009., su ilpalio.siena.it.
  33. ^ Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti e Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo., Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore, 2005, p. 15.
  34. ^ a b Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti e Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo., a cura di Maurizio Vanni, Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore, 2005, p. 17.
  35. ^ Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti e Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo., a cura di Maurizio Vanni, Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore, 2005, p. 200.
  36. ^ Giovanna M. Carli, Eugenio Giani e Andrea Ferrante, Giuliano Ghelli. Genius Loci. Fiabe dipinte., a cura di Giovanna M. Carli, Polistampa, 2016, p. 38.
  37. ^ a b Cristina Acidini e Andrea Ferrante, Giuliano Ghelli 50 anni in viaggio tra pittura e scultura, a cura di Sandra Stanghellini, Firenze, Consiglio Regionale della Toscana, 2013, p. 57.
  38. ^ Michele Loffredo, Intra Tevere et Arno. Musei e collezioni pubbliche d'arte contemporanea del territorio aretino., Firenze, Nerbini, 2014, p. 13.
  39. ^ incisioni, litografie e serigrafie di 676 artisti italiani, realizzate nel 1979/1980, in Catalogo Nazionale Bolaffi della Grafica, n. 10, Torino, Giulio Bolaffi Editore.
  40. ^ Articolo su Ravennanotizie.it che riporta l'assegnazione del premio a Ghelli., su ravennanotizie.it.
  41. ^ Articolo su laRepubblicaFirenze.it che riporta l'assegnazione del Gonfalone d'Argento a Ghelli., su firenze.repubblica.it.
  42. ^ Pagina Onorificenze del sito del Quirinale su cui compare Ghelli come un Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana., su quirinale.it.

Bibliografia

Catalogo Nazionale Bolaffi d’Arte Moderna n.10, segnalati Bolaffi 1975 50 artisti scelti da 52 critici, Torino, Giulio Bolaffi Editore, vol.III.

Catalogo Nazionale Bolaffi della Grafica n.10, incisioni, litografie e serigrafie di 676 artisti italiani, realizzate nel 1979/1980, Torino, Giulio Bolaffi Editore.

Lara-Vinca Masini, Arte Contemporanea. La Linea dell’unicità, 1989, Firenze, Giunti.

Lara-Vinca Masini, Arte Contemporanea. La Linea del modello, 1996, Firenze, Giunti.

Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti, Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo, 2005, Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore.

Michele Loffredo, Intra Tevere et Arno. Musei e collezioni pubbliche d’arte contemporanea del territorio aretino, 2014, Firenze, Nerbini.

Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo, a cura di Mirella Branca con testi di Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, 2018, Firenze, Polistampa.