Motocarri Moto Guzzi
I motocarri Moto Guzzi erano motocicli da trasporto ruotati prodotti dalla Moto Guzzi.



Tutti i motocarri Moto Guzzi (rispetto alle soluzioni a cassone anteriore) avevano il vantaggio della sistemazione del carico dietro al conducente. Questo permetteva di impilare il materiale a qualunque altezza senza ostruire la visuale. Inoltre, lo sterzo diventava solo un po' più pesante quando il mezzo viaggiava a pieno carico.
Durante e dopo la Seconda guerra mondiale, i motocarri erano anche veicoli da trasporto ruotati sviluppati in vista di specifiche necessità delle forze armate.
Motocarro Tipo 107
Nel 1928 apparve il primo modello, il Tipo 107. Tutto l'avantreno era una Moto Guzzi Sport, cui era stato imbullonato un telaio. Di conseguenza, la trasformazione del motociclo normale in motocarro era piuttosto rapida. Il Tipo 107 8150 "nudo" (solo telaio) costava lire, e con il cassone 8600.
Motore
Come la Sport il Tipo 107 aveva un blocco motore; il motore, il cambio, il basamento e il sistema di lubrificazione erano i medesimi. Era un motore con valvole laterali in testa, ma Carlo Guzzi deviò dal sentiero più battuto. Normalmente questo tipo di motore aveva la valvola sopra la testata usata come entrata, e la posteriore come uscita. Ma la valvola di uscita necessita molto di più di raffreddamento, così dispose il cilindro orizzontalmente. Era fatto funzionare da un sistema di asta di spinta e bilanciere. La valvola di entrata era animata da una semplice punteria. Il cilindro in ghisa aveva alette di raffreddamento sulla lunghezza, a causa della disposizione orizzontale. Il pistone aveva quattro anelli, più altri due per l'olio. Di conseguenza, l'olio poteva rimanere nelle sedi. A causa della rotazione del motore (all'indietro) piantò l'albero a camme attraverso la lubrificazione in bagno d'olio contro il cielo del cilindro invece che direttamente indietro nella coppa dell'olio. La lubrificazione della rimanente parete del cilindro era garantita dalla gravità. La macchina aveva una pompa di ritorno dell'olio posta a destra dell'albero a camme e l'olio dall'albero a camme rifluiva alla vasca, che si trovava appena sotto il serbatoio del carburante esposta al vento. Di conseguenza, ora si era formato un sistema automatico a carter secco. L'alimentazione avveniva attraverso un carburatore semi-automatico Amac e sul manubrio si trovavano manette per l'acceleratore e per l'arricchitore ("starter").
Trasmissione
La trasmissione non si discostava da quella della Sport.
Bibliografia
- Mario Colombo: "Moto Guzzi", 1990 Giorgio Nada Editore, Vimodrone (Milano), ISBN 88-7911-039-X