Piero Buscaroli
Piero Buscaroli (Imola, 21 agosto 1930 – Bologna, 15 febbraio 2016[1]) è stato un giornalista, critico musicale e musicologo italiano.
Biografia
Figlio di un'insegnante d'inglese e dell'illustre latinista Corso Buscaroli (1893-1949), da quest'ultimo ereditò la passione per il mondo classico[2].
Nei suoi scritti autobiografici, Buscaroli dichiara di essere stato vittima di un tentativo di linciaggio nel 1945 da parte di una folla di comunisti e afferma di essere stato, da ragazzo, testimone di assassinii avvenuti nell'imolese e da lui attribuiti ad esponenti di parte comunista. Buscaroli adduce tali eventi a motivazione del suo giudizio, estremamente negativo, sulla Resistenza[3] [4].
Dopo la seconda guerra mondiale si trasferì a Roma con la madre: il padre era stato incarcerato nel giugno 1945 perché era stato reggente del fascio di Imola durante la Repubblica fascista di Salò. Piero frequentò il Liceo ginnasio "Torquato Tasso"[5]. Successivamente s'iscrisse all'Università di Bologna, dove si laureò in giurisprudenza con una tesi in storia del diritto italiano discussa con Giovanni de Vergottini. Nel 1949 morì il padre Corso.
Nel 1960 Piero Buscaroli ottenne la revisione del processo celebratosi nel novembre 1946 in cui il padre era stato condannato. La Cassazione riconobbe l'innocenza di Corso Buscaroli[6].
Giornalista
Nel 1955 fu assunto da Leo Longanesi al «Borghese» come inviato speciale [7]. Proseguì la collaborazione alla rivista sotto la direzione di Mario Tedeschi scrivendo articoli di critica musicale, di storia moderna e politica internazionale (spesso usando lo pseudonimo, di wagneriana memoria, di "Hans Sachs")[8]. Per il settimanale seguì gli eventi bellici in Israele, la guerra del Vietnam per sei estati e la "Primavera di Praga" del 1968[9].
Dal 1972 al 1975 fu direttore del quotidiano «Roma» di Napoli. Nel 1979 iniziò una collaborazione con «Il Giornale» di Montanelli: tenne una fortunata rubrica denominata "La stanza della musica". Buscaroli usò il proprio nome per la critica musicale, mentre per le note di politica e costume si firmò con lo pseudonimo "Piero Santerno".[10] La collaborazione al «Giornale» continuò anche col successore di Montanelli, Vittorio Feltri.
Critico musicale e saggista
Ha studiato organo, armonia e contrappunto con Ireneo Fuser. È autore di opere biografiche su Johann Sebastian Bach, Mozart e Beethoven. Il suo saggio su Bach fu forse il primo saggio di musicologia a esser pubblicato negli Oscar Mondadori e le 1350 pagine del Beethoven frutto di cinque anni di lavoro ininterrotto e totale, costituiscono oggi il suo opus magnum[11]. Assieme al critico musicale Paolo Isotta ha diretto una collana editoriale per la Arnoldo Mondadori Editore.[12] Dal 1976 al 1994 ha insegnato nei Conservatori di Torino, Venezia e Bologna.
Di lui è stato detto che "intende collocarsi nella corrente del revisionismo storiografico, estendendola dal campo politico a quello musicale"[13].
Ha avanzato l'ipotesi che il Requiem di Mozart sia rimasto incompiuto non, come vuole la tradizione, a causa della morte del suo autore, bensì per una scelta deliberata di Mozart stesso, dovuta alla ripugnanza, da parte di quest'ultimo, ad adempiere la clausola contrattuale (impostagli dal committente) che gli impediva di rivendicare la paternità della sua opera. Secondo la congettura di Buscaroli, Mozart avrebbe ritenuto tale clausola talmente vessatoria da indurlo a non completare la partitura, e forse addirittura a meditarne la distruzione[14].
Per il Dizionario biografico degli italiani della Enciclopedia Treccani ha curato la biografia di Arcangelo Corelli.[15]
In un'intervista ha detto di aver imparato molto da intellettuali come Lorenzo Giusso, il pittore Ardengo Soffici, l'anglista Mario Praz, il giornalista e scrittore Giuseppe Prezzolini, l'imprenditore Vittorio Cini e i suoi maestri Giovanni de Vergottini all'università e Ireneo Fuser al conservatorio[16].
Sposato con Maria Grazia, ha avuto tre figli. La più nota è Beatrice, che nel 2014 è stata nominata dal ministro Franceschini membro del Consiglio superiore dei beni culturali del Ministero della Cultura[17].
Mario Cervi ha descritto Buscaroli con queste parole:
Dichiarazioni controverse
Nel 1994 Piero Buscaroli si candidò alle elezioni europee con Alleanza Nazionale ma non fu eletto [19] Suscitò scalpore e varie proteste una sua intervista concessa a Maria Latella per il «Corriere della Sera» del 27 maggio 1994, nella quale Buscaroli affermò che la destra avrebbe dovuto chiamare i gay "correttamente froci o checche" e che gli stessi "andrebbero spediti in campo di concentramento"[20][21]. Tuttavia, in un'intervista dell'aprile 2010, Buscaroli ha dichiarato che la giornalista Maria Latella avrebbe completamente stravolto le sue parole, e che egli in realtà avrebbe detto di reputare gli omosessuali "degli infelici costretti a vivere come nei lager" e di esecrare "chi vorrebbe ergerli a modelli di vita e costruire l'assetto sociale di una nazione sull'omosessualità"[22].
In un'intervista al quotidiano Il Foglio del 21 aprile 2005, Buscaroli dichiarò di considerarsi «un superstite della Repubblica Sociale Italiana, in territorio nemico»[23]. Nel novembre dello stesso anno ricevette una segnalazione per il conferimento di un'onorificenza della Repubblica: l'Ordine al merito, che rifiutò. Scrisse queste parole alla direttrice dell'Ufficio Onorificenze e Araldica: «Io non desidero e non voglio alcuna onorificenza da questa repubblica. Mi parrebbe uno scherzo di cattiva specie. Fermi la macchina, La prego e non se n'abbia a male. Detesto questa repubblica. Grazie»[24].
In un'intervista concessa nel febbraio 2010, Buscaroli si autodefinì "fascista deluso" e dichiarò: "Anche il nazismo mi ha deluso: Hitler non ebbe il coraggio di sbarcare in Inghilterra [...]". Ad una precisa domanda dell'intervistatore sulla Shoah, Buscaroli rispose: "Ritengo che Hitler non sapesse. Ma non mi si annoveri tra i negazionisti. Non voglio approfondire, non voglio credere"[25]. Anche questa intervista suscitò polemiche e lettere di protesta indirizzate alla redazione del quotidiano, lettere alle quali replicò pochi giorni dopo Ferdinando Camon sulle stesse pagine[26]. In un'intervista successiva, ad un domanda sulle leggi razziali fasciste, rispose: "Quelle furono un orrore. Un'idiozia prim'ancora che un'infamia"[22].
Opere
Ambito musicale
- La stanza della musica, Fògola, Torino 1976
- La nuova immagine di J. S. Bach, Rusconi, Milano 1982
- Le case di Beethoven, Edizioni del Girasole, 1982
- Bach, Mondadori, Milano 1985; nuova edizione, Oscar Mondadori, 2017.
- La vista, l'udito, la memoria, Fògola, Torino 1987
- Johannes Brahms a Bologna e in Romagna, Nuova Alfa Editoriale, 1988
- La morte di Mozart, Rizzoli, Milano 1996
- Beethoven, Rizzoli, Milano, 2004; nuova edizione, Oscar Mondadori, 2017.
- Piero Buscaroli svela l'imbroglio del Requiem, Zecchini Editore, Varese, 2006, ISBN 88-87203-48-2 [sul Requiem di Mozart ]
- Al servizio dell'Imperatore, Marietti 1820, 2006
- 1888 Brahms a Bologna, Rimini e San Marino, Edizioni del Girasole, 2013
Storia/Politica/Arte
- Le seduttrici, Edizioni del Borghese, Roma, 1960
- Figure & Figuri, Volpe, Milano, 1977
- I luoghi e il tempo, Fògola, Torino, 1979
- La vista, l'udito, la memoria, Fògola, Torino, 1987
- Paesaggio con rovine, Camunia, 1989
- Gabriel musico, maestro di simboli, labirinti & terremoti, Zecchini Editore, 2007, ISBN 88-87203-58-X [sul rapporto tra D'Annunzio e la musica]
Memorie autobiografiche
- Dalla parte dei vinti. Memorie e verità del mio Novecento, Mondadori Editore, Milano, 2010, ISBN 978-88-04-58599-2; Minerva Edizioni, Bologna 2017, ISBN 978-88-7381-929-5.
- Una nazione in coma. Dal 1793, due secoli, Minerva Edizioni, Bologna, 2013 [seguito di Dalla parte dei vinti]
Curatele
- Karl Geiringer (con la coll. di Irene Geiringer), I Bach. Storia di una dinastia musicale, trad. dall'inglese e dal tedesco di Anna Falorsi Buscaroli e Piero Buscaroli, Milano, Rusconi, 1981.
- Cesare Ripa, Iconologia (2 voll.), prefazione di Mario Praz, Torino, Fògola, 1986. - Milano, TEA, 1992.
Note
- ^ Camillo Langone, «Requiem per Buscaroli, "fascista deluso" e intellettuale eretico. Un italiano contro», in Il Giornale, 16 febbraio 2016, p. 23.
- ^ Gli ottantacinque anni di Piero Buscaroli, su ilcorrieremusicale.it. URL consultato il 7/03/2016.
- ^ Piero Buscaroli, Dalla parte dei vinti, Mondadori, 2010, pagg. 40-46.
- ^ Cesare Cavalleri, L'«indomito» Buscaroli rilegge la nostra storia, su avvenire.it, CEI, 12 maggio 2010. URL consultato il 18 maggio 2010.
- ^ Le memorie di un italiano inutile. Considerazioni su una Nazione in coma, su centrostudilaruna.it. URL consultato il 7/03/2016.
- ^ L'altra faccia della storia (PDF), su dosselli.it. URL consultato il 7/03/2016.
- ^ Alessandra Cimmino, LONGANESI, Leopoldo, su Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 65, Treccani, 2005. URL consultato il 17 febbraio 2016.
- ^ Marco Testa, «Gli Ottantacinque anni di Piero Buscaroli», su ilcorrieremusicale.it, Corriere Musicale, 20 agosto 2015.
- ^ Piero Buscaroli: l’Italia fa orrore (la Lega meno), su ilgiornale.it.
- ^ Sandro Gerbi e Raffaele Liucci, MONTANELLI, Indro, su Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 75, Treccani, 2011. URL consultato il 17 febbraio 2016.
- ^ Mondo della cultura in lutto: addio a Buscaroli, musicologo controverso, su bologna.repubblica.it. URL consultato il 7/03/2016.
- ^ Franco Ziliani, Dirige Piero Buscaroli, in Gazzetta Ticinese, 24 novembre 1982, p. 15. URL consultato il 21 luglio 2016.
- ^ Fabrizio della Seta, Recensione a Beethoven di P. Buscaroli, riportata in: La musica classica fa male allo spirito?, su it-arti.confusenet.com, "L'Indice", 21 dicembre 2005.
- ^ Piero Buscaroli, La morte di Mozart, Rizzoli, Milano 1996, pp. 263-74, 282 e 324-7.
- ^ Piero Buscaroli, CORELLI, Arcangelo, su Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 29, Treccani, 1983. URL consultato il 17 febbraio 2016.
- ^ Piero Buscaroli: «L’Italia mi fa orrore e l’Occidente finirà entro 20 anni» (PDF), su stefanolorenzetto.it. URL consultato il 7/03/2016.
- ^ Franceschini chiama la Buscaroli al Consiglio dei beni culturali, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 7/03/2016.
- ^ Mario Cervi, «Figuri e figure» di Buscaroli, in Gazzetta Ticinese, 6 giugno 1979, p. 3. URL consultato il 21 luglio 2016.
- ^ L’ultimo intellettuale. Addio a Piero Buscaroli, musicologo controcorrente, su iltempo.it. URL consultato il 7/03/2016.
- ^ Maria Latella, «Col termine intellettuale la sinistra ci ha rotto i timpani per troppo tempo», su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 27 maggio 1994 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- ^ Umberto Rosso, «Omosessuali nei lager» e la bufera travolge AN, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 31 maggio 1994.
- ^ a b Stefano Lorenzetto, Piero Buscaroli: l'Italia fa orrore (la Lega meno), su ilgiornale.it, Il Giornale, 11 aprile 2010.
- ^ P. Buscaroli, Dalla parte dei vinti, Mondadori, 2010, pagg. 46-7.
- ^ P. Buscaroli, op. cit, pag. 47.
- ^ Guido Quaranta, Non voglio sapere se questo è un uomo (PDF), su fierrabras.com, "La Stampa - Tuttolibri", 6 febbraio 2010.
- ^ Ferdinando Camon, Leggere anche i libri fascisti, su ferdinandocamon.it, "La Stampa - Tuttolibri", 13 febbraio 2010.
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Piero Buscaroli
Collegamenti esterni
- Piero Buscaroli (a cura dell'Associazione "Amici di Piero Buscaroli"), su pierobuscaroli.it.
- Buscaroli, Piero, su Cinquantamila Giorni - Corriere della Sera.it.
- Buscaroli, Piero, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 27892450 · ISNI (EN) 0000 0000 8107 3666 · SBN CFIV028035 · BAV 495/140114 · LCCN (EN) n79128090 · GND (DE) 132640856 · BNE (ES) XX5575030 (data) · BNF (FR) cb12376134f (data) · J9U (EN, HE) 987007276395905171 · CONOR.SI (SL) 196100451 |
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