Nazionale maschile di calcio della Spagna

rappresentativa nazionale maschile di calcio della Spagna

La nazionale di calcio della Spagna (spagnolo: Selección de fútbol de España) è la rappresentativa calcistica della Spagna, controllata dalla Real Federación Española de Fútbol.

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Uniformi di gara
Manica sinistra
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Maglietta
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Manica destra
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Pantaloncini
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Calzettoni
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Casa
Manica sinistra
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Maglietta
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Manica destra
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Pantaloncini
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Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Sport Calcio
ConfederazioneUEFA
Selezionatore{{{Selezionatore}}}
Ranking FIFA(23 novembre 2017)
Sponsor tecnicoAdidas
Esordio internazionale
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Migliore vittoria
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Peggiore sconfitta
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È una delle nazionali calcistiche più titolate: detiene con la Germania il record di campionati europei di calcio vinti, con tre titoli conquistati (su quattro finali disputate, con il secondo posto del 1984) (1964, 2008, 2012). Nel 2010 ha conquistato il suo primo campionato mondiale, grazie alla vittoria per 1-0 maturata dopo i tempi supplementari contro i Paesi Bassi.[1]

È l'unica nazionale di calcio ad aver vinto due titoli continentali e un mondiale di seguito. Inoltre, con la vittoria nel mondiale disputatosi in Sudafrica, la Roja è diventata la prima squadra europea a vincere un mondiale fuori dall'Europa.[1] Vanta anche un secondo posto, come miglior risultato, alla Confederations Cup 2013.

I successi ottenuti dalla Spagna tra il 2008 e il 2012, hanno portato molti commentatori, esperti ed ex giocatori a decretare la Roja come una delle nazionali migliori nella storia del calcio.[2][3][4][5][6] Dal 2008 al 2013 (6 anni di fila) la nazionale ha vinto il premio Squadra dell'anno FIFA, il periodo più lungo dopo il Brasile.[7] Detiene la striscia più lunga sia di vittorie (15) che di risultati utili consecutivi (35 a pari merito)[8] ottenuti in partite ufficiali ed amichevoli, oltre che la striscia più lunga di risultati utili consecutivi in partite non amichevoli (29).

La prima divisa della Spagna è prevalentemente rossa, da cui il soprannome La Roja o le Furie Rosse.[9][10] L'esordio internazionale della nazionale iberica, è avvenuto il 28 agosto 1920, in un'amichevole contro la Danimarca giocata a Bruxelles. La vittoria più larga invece, è un 13-0 contro la Bulgaria del 21 maggio 1933. L'attuale selezionatore è Julen Lopetegui, in carica dal 2016. Il giocatore con più presenze è il portiere Iker Casillas con 167 gare[11], mentre il miglior marcatore è l'attaccante David Villa con 59 reti.[12]

La Spagna occupa attualmente il 6º posto nel Ranking FIFA. Il peggior posizionamento è stato il 25º posto di marzo 1998.

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Nazionale di calcio della Spagna.
 
La Selezione spagnola nel 1920 ad Anversa

Sorse nel 1920, in occasione della partecipazione ai giochi olimpici di Anversa: esordì il 28 agosto dello stesso anno al La Butte di Bruxelles contro la Danimarca vincendo per 1-0 con gol di Patricio, che divenne primo marcatore della storia della sua Nazionale, la cui prima formazione era la seguente: Zamora, Samitier, Sesúmaga, Otero, Arrate, Belauste, Pichichi, Acedo, Eguiazábal, Patricio e Pagaza. La selezione spagnola conquistò la medaglia d'argento vincendo il minitorneo per assegnare le medaglie di argento e bronzo che si disputò dopo la squalifica della Cecoslovacchia, che abbandonò la finale con il Belgio. Nel 1921 la Spagna disputò la prima partita internazionale in casa, battendo il Belgio 2-0 a Bilbao. Nel 1929 si fregiò anche del prestigio di essere stata la prima squadra non britannica ad aver battuto l'Inghilterra, con una vittoria a Madrid per 4-3.

La Spagna comunque non partecipò ai Mondiali del 1930, ma fece il suo esordio nella competizione soltanto ai Mondiale del 1934, dove raggiunse i quarti di finale, venendo sconfitta 1-0 dall'Italia nella gara di ripetizione, dopo che il primo incontro si era concluso 1-1[13].

Nel Mondiale del 1950 ottiene il quarto posto. Dopo un periodo di crisi la Spagna si qualificò all'Europeo del '60. Dopo aver superato il primo turno e aver battuto per 7-2 la Polonia agli ottavi di finale, la Spagna si rifiutò per motivi politici, su pressione del dittatore Francisco Franco, di competere contro l'Unione Sovietica, che fu la vincitrice di quell'edizione.

 
Luis Suárez, campione d'Europa nel 1964.

Passata sotto la gestione di José Villalonga, la Spagna prese parte al campionato del mondo 1962 in Cile, ma fu eliminata nella prima fase contro Brasile, Cecoslovacchia e Messico. Nel campionato europeo del 1964, giocato in casa, la Spagna poteva contare su una grande squadra, composta, tra gli altri, da Luis Suárez, Francisco Gento, Josep Fusté, Amancio Amaro e José Ángel Iribar. Quella compagine, che nelle qualificazioni aveva superato Romania, Irlanda e Irlanda del Nord, eliminò in semifinale la temibile Ungheria battendola per 2-1 e conquistò il primo trofeo della storia calcistica spagnola sconfiggendo l'Unione Sovietica per 2-1 nella finale di Madrid davanti a 125.000 persone che gremivano il Santiago Bernabéu. Jesús María Pereda portò in vantaggio la formazione di casa dopo appena 6 minuti di gara, ma la Spagna necessitò di un gol di testa negli ultimi minuti di Marcelino Martínez per vincere, dato che Galimzjan Chusainov aveva pareggiato su punizione. La vigilia della partita fu carica di tensioni politiche, dovute ai fatti di quattro anni prima. Dal 1966 al 1980 la nazionale spagnola attraversò un periodo buio. Con la partenza di Villalonga la Spagna entrò in un quindicennio che vide gli iberici assenti da tutte le competizioni internazionali, a eccezione del campionato d'Europa 1968, quando l'eliminazione arrivò ai quarti di finale contro l'Inghilterra.

Al campionato d'Europa 1976 la Spagna, dopo aver sconfitto Romania, Scozia e Danimarca, fu eliminata ai quarti di finale. Ad Argentina '78 tornò a disputare la fase finale di un Mondiale dopo dodici anni. La squadra iberica si era qualificata alla fase finale grazie al primo posto nel girone con Jugoslavia e Romania, ottenuto vincendo a Siviglia contro gli jugoslavi e battendo in trasferta entrambe le avversarie, rendendo ininfluente la sconfitta patita a Bucarest. In Argentina fu sorteggiata nel girone C con Brasile, Austria e Svezia. Persa la partita con gli austriaci (1-2), pareggiò per 0-0 la partita con i verdeoro, ricordata per un incredibile errore a porta vuota di Julio Cardeñosa. Nell'ultimo match contro la Svezia vinse per 1-0, ma il successo non bastò per superare il turno.

Anche il campionato d'Europa 1980 in Italia fu avaro di soddisfazioni per gli iberici, che si erano qualificati alla fase finale superando Romania, Jugoslavia e Cipro. La Spagna si rivelò la formazione più debole del suo girone: furono fatali le sconfitte contro Inghilterra e Belgio e il pareggio contro l'Italia. Il Mondiale 1982 si giocò in Spagna e per la prima volta nella storia del torneo vide la partecipazione di 24 squadre. Malgrado le grandi aspettative riposte sulla nazionale di casa, le Furie Rosse guidate da José Santamaría non riuscirono a lasciare il segno. Superata a fatica la prima fase a gironi (un pari, una vittoria e una sconfitta: 1-1 con l'Honduras, 2-1 con la Jugoslavia e 0-1 con l'Irlanda del Nord, la Spagna fu inserita nel gruppo B della seconda fase insieme a Germania Ovest e Inghilterra. Fu eliminata dopo la sconfitta (1-2) contro i tedeschi occidentali e il pareggio a reti inviolate contro l'Inghilterra. Santamaría fu esonerato al termine del Mondiale. Dopo la Coppa del mondo del 1982 disputata in casa, sulla panchina della Nazionale tornò dopo tredici anni Miguel Muñoz. La qualificazione alla fase finale del campionato d'Europa 1984 in Francia fu ottenuta in modo rocambolesco. Inserita in un girone di qualificazione con Paesi Bassi, Irlanda, Islanda e Malta, nell'ultima partita la Spagna aveva bisogno di vincere contro Malta con 11 gol di scarto, unica situazione che le avrebbe consentito di superare nel computo della differenza reti i Paesi Bassi, che avevano già terminato i propri impegni. Il primo tempo si concluse sul punteggio di 3-1 e le speranze spagnole parvero svanire, ma nella ripresa gli iberici misero a segno i nove gol che servivano per qualificarsi. Santillana e Hipólito Rincón realizzarono quattro gol a testa, due marcature furono di Antonio Maceda, una di Sarabia e l'ultima, decisiva, di Señor all'83º minuto di gioco.

 
Miguel Muñoz, allenatore della Roja dal 1984 al 1988.

Nel gruppo B della fase conclusiva del torneo la Spagna sfidò Germania, Portogallo e Romania. Ai pareggi per 1-1 contro Romania e Portogallo seguì la sorprendente vittoria per 1-0 contro la favorita Germania, successo che riscattò la sconfitta patita due anni prima. In semifinale se la vide con la Danimarca e la sconfisse ai rigori per 5-4 dopo che i supplementari si erano conclusi sull'1-1. In finale ad attendere le Furie Rosse c'era la Francia di Platini padrona di casa. I francesi vinsero per 2-0, ma per gli spagnoli fu comunque il secondo miglior risultato di tutti i tempi.[14] Muñoz guidò la Spagna anche alla qualificazione per il campionato del mondo 1986, superando facilmente Scozia, Galles e Islanda. La giovane formazione iberica fu sorteggiata nel girone con Brasile, Irlanda del Nord e Algeria. Sconfitta all'esordio contro i verdeoro (1-0) anche se aveva segnato con Michel un gol regolare non concesso dall'arbitro australiano Joseph Bambridge[15], batté per 3-1 l'Irlanda del Nord e per 3-0 l'Algeria. Agli ottavi travolse per 5-1 la Danimarca con quattro gol di Emilio Butragueño e ai quarti fu sconfitta ai rigori dal Belgio. Rimasta sotto la guida di Muñoz, la Spagna si qualificò senza patemi per il campionato d'Europa 1988 avendo la meglio su Austria, Romania e Albania. Nella fase finale fu inserita nel girone A insieme con Germania Ovest, Italia e Danimarca. Vinse per 3-2 al debutto contro i danesi, ma poi uscì sconfitta dalle partite contro italiani (1-0) e tedeschi occidentali (2-0).

Gli anni novanta cominciarono con Luis Suárez come CT. L'ex bandiera dell'Inter chamò in squadra molti giovani, da Manuel Jiménez Jiménez a Genar Andrinua a Martín Vázquez. Qualificatasi con facilità al campionato del mondo 1990 vincendo il girone con Irlanda, Ungheria, Irlanda del Nord e Malta, in Italia fu messa di fronte a Belgio, Uruguay e Corea del Sud nel gruppo E. Pareggiò a reti bianche contro gli uruguaiani e poi vinse sia contro gli asiatici (3-1) sia contro i belgi (2-1), che l'avevano sconfitta quattro anni prima in Messico. Agli ottavi di finale, però, fu eliminata dalla Jugoslavia (2-1), non riuscendo quantomeno a ripetere il piazzamento del 1986. Con il nuovo CT Vicente Miera la Spagna mancò la qualificazione al campionato d'Europa 1992, arrivando terza dietro Francia e Cecoslovacchia nelle qualificazioni. Miera in seguito guidò anche la Nazionale olimpica che, nello stesso anno, conquistò la Medaglia d'oro ai Giochi olimpici di Barcellona. Con la nomina del nuovo commissario tecnico Javier Clemente furono subito chiari i propositi di successo della federazione spagnola. La qualificazione al campionato del mondo 1994 fu conseguita in modo autorevole: in 12 partite gli iberici guadagnarono ben 19 punti. Nella fase finale, organizzata dagli Stati Uniti, gli spagnoli se la videro con Germania, Bolivia e Corea del Sud nel gruppo C. Nonostante i favori del pronostico, non andarono oltre il pari contro i sudcoreani (2-2, dopo aver sprecato due gol di vantaggio) e nella sfida contro la Germania pareggiarono per 1-1. Si qualificarono grazie alla vittoria per 3-1 contro la Bolivia. Eliminata la Svizzera agli ottavi (3-0), ai quarti di finale furono sconfitti per 2-1 dall'Italia in una partita segnata da un controverso episodio in area di rigore spagnola, dove Mauro Tassotti ruppe il naso a Luis Enrique con una gomitata, ma non fu punito dal direttore di gara[16]. Poco prima Roberto Baggio aveva siglato il gol decisivo per gli azzurri. Qualificatasi per il campionato d'Europa 1996 dopo aver affrontato Danimarca, Belgio, Cipro, Macedonia del Nord e Germania, in Inghilterra la squadra di Clemente fu messa di fronte a Francia, Romania e Bulgaria. Al pareggio per 1-1 contro i bulgari seguì un identico pari contro la Francia, ottenuto negli ultimi minuti. Vincendo per 2-1 contro la Romania, la Spagna si garantì l'accesso ai quarti, dove cadde contro l'Inghilterra padrona di casa ai rigori. Guidata dal talento di Raúl e Fernando Morientes, la compagine iberica si qualificò per il campionato del mondo 1998 senza difficoltà. Nel girone di qualificazione prevalse su Jugoslavia e Rep. Ceca, le avversarie più agguerrite, e diventò una delle 14 squadre europee che parteciparono alla prima edizione del Mondiale a 32 squadre. Nel gruppo D la Spagna esordì male. Andò al riposo contro la Nigeria in vantaggio per 2-1, ma nella ripresa subì due gol, complice anche un errore del portiere Andoni Zubizarreta, e perse per 3-2. Con il Paraguay pareggiò per 0-0 e nell'ultima gara, malgrado il largo successo (6-1) contro la Bulgaria, non superò il turno, perché la Nigeria perse per 3-1 contro i paraguaiani. Per la Spagna fu il peggior Mondiale della sua storia.

Sorteggiata in un girone abbordabile con Israele, Cipro , Austria e San Marino nel gruppo 6 delle qualificazioni europee al campionato d'Europa 2000, la Spagna perse clamorosamente all'esordio contro Cipro (3-2) a Larnaca. Clemente lasciò l'incarico "per il bene dei giocatori e del calcio spagnolo" e fu sostituito da José Antonio Camacho, che debuttò con una vittoria in rimonta per 2-1 contro Israele. A Valencia, nella partita successiva, la Spagna travolse per 9-0 l'Austria e si ripeté contro i sammarinesi (6-0 e 9-0). Dopo un'altra vittoria (3-1) in casa degli austriaci, gli spagnoli vendicarono la sconfitta di Larnaca con un roboante 8-0 contro i ciprioti a Badajoz. La vittoria finale contro Israele (3-0) concluse un girone giocato alla grande dagli iberici. Incentrata su calciatori del calibro di Raúl, Fernando Morientes e Juan Carlos Valerón, in Belgio e Paesi Bassi la Spagna fu inserita nel gruppo C. Perse per 1-0 contro la Norvegia anche per via di un errore del portiere Molina, che lasciò il posto di titolare a Cañizares. Poi vinse per 2-1 contro la Slovenia e per 4-3 contro la Jugoslavia (rimontando il 2-3 tra il quarto e il quinto minuto di recupero), vincendo il girone e accedendo ai quarti. Qui fu eliminata dalla Francia, che la batté per 2-1. Raúl fallì un rigore negli ultimi minuti del match.

 
Fernando Hierro, colonna della difesa e del centrocampo della Spagna dal 1989 al 2002.

Austria, Israele, Bosnia ed Erzegovina e Liechtenstein non rappresentarono ostacoli insormontabili per gli spagnoli, che si qualificarono molto facilmente per il campionato del mondo 2002 vincendo tutte le partite tranne due (pareggi esterni con austriaci e israeliani). Il gruppo B vide la Spagna fronteggiare Slovenia, Paraguay e Sudafrica. La squadra di Camacho cominciò per il verso giusto, battendo per 3-1 Slovenia e Paraguay e confermandosi nell'ultima partita contro il Sudafrica (3-2). Vinto il girone con nove punti, agli ottavi di finale affrontò l'Irlanda in una partita emozionante e combattuta[17]. Gli irlandesi riuscirono a pareggiare negli ultimi minuti il gol in avvio di Morientes e portarono la sfida ai supplementari, ma il risultato non si sbloccò prima dei rigori. Dal dischetto la sfida si confermò serrata: per decretare il vincitore si dovette attendere il decimo tiro, quello di Gaizka Mendieta, che siglò il decisivo 3-2. Anche il giovane portiere iberico Iker Casillas fu decisivo, parando due dei tre rigori falliti dagli avversari e proiettando la Spagna ai quarti. Contro i padroni di casa della Corea del Sud allenati dall'esperto Guus Hiddink, che agli ottavi avevano eliminato l'Italia con un golden goal, la Spagna fu eliminata ai rigori dopo lo 0-0 dei 120 minuti di gioco. Tuttavia non mancarono gli episodi in cui la Corea del Sud parve favorita dall'arbitro, tra cui due gol regolari annullati agli spagnoli. Gli errori furono ammessi dalla FIFA[18]. La stampa iberica fu particolarmente dura al riguardo, parlando di "furto" (AS) e "mani in alto" (Mundo Deportivo). Nel 2002 toccò all'allenatore della Spagna Under-21, Iñaki Sáez, prendere il timone della Nazionale maggiore. Oltre a guidare la Spagna alla medaglia d'argento alle Olimpiadi di Sydney, Sáez aveva vinto un Europeo Under-21, un Mondiale Under-20 e un Europeo Under-19. Arrivata seconda alle spalle della Grecia nelle qualificazioni al campionato d'Europa 2004, la Spagna sconfisse la Norvegia ai play-off e volò in Portogallo, dove era tra le favorite per la vittoria finale. Finita nel Gruppo A con i padroni di casa del Portogallo, la Russia e la Grecia, era pronosticata come vincitrice del girone. Il 12 giugno le Furie Rosse esordirono contro la Russia e vinsero prevedibilmente per 1-0, ma quattro giorni dopo incapparono in un pareggio (1-1) a posteriori fatale contro la Grecia (che avrebbe vinto a sorpresa la competizione), contro la quale la Spagna sfiorò più volte il raddoppio e venne punita dall'unico tiro in porta degli ellenici. Nell'ultima giornata del girone gli spagnoli persero per 1-0 contro il Portogallo, che si portò in testa al girone, mentre una sconfitta per 2-1 con la Russia premiava comunque la Grecia che, a parità di punti e differenza reti, passava per il maggior numero di reti segnate. Il risultato fu un'amara eliminazione al primo turno.

 
Luis Aragonés, allenatore dal 2004 al 2008, ha aperto il ciclo vincente della Roja.

Sáez fu esonerato e sostituito con Luis Aragonés, che esordì vincendo per 3-2 contro il Venezuela in un'amichevole giocata a Las Palmas, alle Isole Canarie, il 18 agosto 2004. Qualificatasi ai Mondiali di Germania 2006 vincendo lo spareggio contro la Slovacchia e dopo essere arrivata seconda nel girone vinto dalla Serbia e Montenegro, la Spagna di Aragonés fu inserita nel gruppo H con Ucraina, Arabia Saudita e Tunisia. Dopo aver disputato un ottimo primo turno (9 punti su 9 disponibili), fu eliminata negli ottavi di finale dalla Francia (1-3 il risultato finale), confermatasi bestia nera degli iberici nelle manifestazioni ufficiali. Al campionato d'Europa 2008, sospinta dai gol di David Villa, la formazione allenata da Aragonés vinse il proprio raggruppamento davanti a Russia, Svezia e Grecia con tre vittorie (rispettivamente 4-1, 2-1, 2-1), qualificandosi per i quarti di finale, dove batté l'Italia dopo i tiri di rigore (0-0 dopo i tempi supplementari). In semifinale ebbe la meglio ancora contro i russi, battuti nettamente per 3-0. Nella sua prima finale dopo 24 anni affrontò la Germania e vinse per 1-0 grazie al gol di Fernando Torres,tornò a vincere il torneo dopo 44 anni di attesa. Il centrocampista Xavi fu eletto miglior giocatore del torneo e l'attaccante David Villa fu capocannoniere con 4 gol. La vittoria in campo europeo issò la Spagna al primo posto della Classifica mondiale della FIFA del luglio 2008. Si trattava della prima volta in vetta per le Furie Rosse dall'introduzione del sistema di classificazione per le Nazionali di calcio nel 1993. In un solo colpo La Roja superò l'Italia, l'Argentina e il Brasile[19].

 
Festeggiamenti per la vittoria del campionato del mondo 2010

Dopo il trionfo europeo, Aragonés lasciò il suo posto a Vicente Del Bosque per allenare il club turco del Fenerbahçe. Nel giugno 2009 la Spagna partecipa da campione d'Europa alla Confederations Cup: superato un girone con Nuova Zelanda, Iraq e Sudafrica senza reti al passivo, in semifinale subisce un'inaspettata sconfitta (2-0) per mano degli Stati Uniti che rappresenta il primo stop dopo 35 risultati utili di fila e 15 vittorie consecutive (13 delle quali sotto la nuova gestione)[20]. La vittoria ai supplementari contro il Sudafrica, nella finale di consolazione, valse la conquista del bronzo.

La selezione spagnola si confermò ai vertici vincendo il campionato del mondo 2010, il primo messo in bacheca dalla Spagna. La finale contro i Paesi Bassi fu decisa da una rete di Andrés Iniesta, a pochi minuti dalla fine dei supplementari. In precedenza, la Roja (qualificatasi con largo anticipo alla rassegna sudafricana) aveva perso all'esordio contro la Svizzera battendo poi tutte le altre avversarie (nell'ordine: Honduras, Cile, Portogallo, Paraguay e Germania). Diventa così la prima nazionale europea a trionfare ad un mondiale in un altro continente.

Due anni dopo le Furie Rosse guidate da Iniesta, eletto miglior giocatore del torneo, e dal capocannoniere del torneo Torres, bissarono il titolo europeo, aggiudicandosi il campionato d'Europa 2012 e divenendo in tal modo la prima nazionale capace di vincere due edizioni consecutive del torneo. L'esordio della squadra di Del Bosque, contro l'Italia, si risolse in un pari (1-1). Gli azzurri si portarono in vantaggio con un gol di Antonio Di Natale e rimase quella l'unica rete subita da Casillas in 570 minuti giocati all'Europeo. Dopo il pareggio contro l'Italia, la Spagna travolse l'Irlanda (4-0) e batté la Croazia (1-0), eliminandola dal torneo. Nei quarti di finale si impose sulla Francia con una doppietta di Xabi Alonso e in semifinale eliminò il Portogallo vincendo per 4-2 ai tiri di rigore, a seguito dello 0-0 dopo 120 minuti. Nella finale di Kiev, contro un'Italia di Prandelli allo stremo dopo la faticosa semifinale vinta contro la Germania appena tre giorni prima, gli spagnoli vinsero nettamente (4-0) e si aggiudicarono l'alloro europeo per la terza volta nella loro storia. Fernando Torres fu il primo calciatore a segnare in due finali consecutive dell'Europeo.

In qualità di campione del mondo in carica la Spagna partecipò alla Confederations Cup 2013 in Brasile. Dopo aver vinto il proprio girone battendo Uruguay (2-1), Tahiti (10-0) e Nigeria (3-0), in semifinale al Castelão di Fortaleza eliminò l'Italia ai tiri di rigore per 7-6, dopo il pareggio a reti bianche alla fine dei tempi supplementari. In finale, al Maracanã di Rio de Janeiro contro il Brasile padrone di casa, perse per 3-0. Per la Spagna fu la prima sconfitta dopo ventinove partite.

Al Mondiale 2014 la Spagna fu inserita nel girone B con Paesi Bassi, Cile e Australia. Perse sonoramente (5-1) contro gli olandesi, poi subì una nuova sconfitta, questa volta contro il Cile, per 2-0. Ne conseguì una matematica eliminazione dal mondiale già al primo turno. Ininfluente fu la vittoria per 3-0 all'ultima gara contro l'Australia. La nazionale spagnola entrò così nella poco onorevole lista degli eliminati al primo turno da campioni del mondo uscenti con Italia (campione nel 2006 ed eliminata nel primo turno nel 2010) e Francia (campione nel 1998 ed eliminata nel primo turno nel 2002).

Al campionato d'Europa 2016 la Spagna ha superato la fase a gironi grazie al secondo posto nel suo raggruppamento, frutto di due vittorie contro Rep. Ceca (1-0) e Turchia (3-0) e della sconfitta contro la Croazia (2-1) all'ultima giornata. Negli ottavi di finale la squadra di Del Bosque è stata battuta per 2-0 ed eliminata dall'Italia di Antonio Conte.

Del Bosque, CT più vincente nella storia della Spagna, ha lasciato l'incarico dopo otto anni. Il 21 luglio 2016 la federazione calcistica spagnola ha nominato commissario tecnico Julen Lopetegui[21], già selezionatore dell'Under-19, dell'Under-20 e dell'Under-21 spagnola.

Colori e simboli

  Lo stesso argomento in dettaglio: Colori e simboli della Nazionale di calcio della Spagna.

Colori

 
La classica prima divisa della Spagna, con maglia e calzettoni rossi e pantaloncini blu.

I colori e lo stemma vennero scelti nel 1920 dall'allora presidente del Comitato Olimpico Spagnolo Gonzalo de Figueroa y Torres Marchese di Villamejor per i futuri Giochi Olimpici invernali che si sarebbero disputati ad Anversa; per stemma un leone rampante giallo e per il colore della maglia quello predominante sulla bandiera spagnola, il rosso. Il leone venne scelto in luogo dello stemma nazionale (tale a quello presente sulla bandiera) perché i giochi si sarebbero disputati appunto ad Anversa, nell'antico Ducato di Brabante, che in passato era stato un possedimento della Spagna, dal cui vessillo si riprese questo emblema. Tale araldica, presente anche nello stemma personale del re Alfonso XIII, avrebbe accompagnato gli sportivi spagnoli in quell'Olimpiade. Avrebbero completato la divisa calzoncini bianchi e calzettoni neri.

La divisa subì cambiamenti significativi dovuti alla Guerra Civile Spagnola. La situazione del paese, diviso tra il bando repubblicano ed il bando nazionale, fece in modo che si abbandonasse il colore rosso per motivi politici. La Spagna vestì il colore bianco nella zona nazionale, unica zona in cui erano permessi incontri calcistici. Con questi colori giocò contro la nazionale portoghese in vari incontri e con lo stemma del giogo e delle frecce del bando nazionale. Alla fine della Guerra Civile, nella quale risultarono vittoriosi i nazionalisti, la maglia diventò di colore blu, perché il rosso era il colore che identificava lo sconfitto campo repubblicano.

Nel 1947 il Generale Moscardó, l'allora Delegato Nazionale dello Sport, ripristinò la primigenia maglia rossa che avrebbe relegato il blu alla maglia da trasferta. Entrambi i colori, si sarebbero mantenuti, salvo piccole variazioni (come la maglia del 1994 ornata da losanghe gialloblu o quella del 1998 con lo scollo e la parte inferiore delle maniche blu notte, il numero delle maglie era tradizionalmente bianco, da Euro 2000 i numeri divennero gialli, ecc.), fino ad oggi. Lo scudetto, subì evoluzioni per lo stesso motivo, fino a che, a partire dal 1981, fu usato lo stemma d'armi della corona borbonica come araldica. Il fornitore ufficiale è dal 1992 Adidas, sostituendo Le Coq Sportif che a sua volta aveva preso il posto della casa tedesca per un breve periodo negli anni '80.

La maglia della Roja subisce una svolta nel novembre 2013: la nuova divisa della nazionale spagnola per i Mondiali 2014 è interamente rossa, compresi i pantaloncini, con righe dorate. Frontalmente il rosso della maglia viene segnato da linee verticali declinate tono su tono che si rimpiccioliscono dall'esterno verso l'interno. Sul petto campeggiano ricamati in oro, oltre allo sponsor tecnico al centro, la patch FIFA che identifica gli spagnoli come campioni uscenti sulla destra e lo stemma nazionale sulla sinistra sovrastato dalla stella del Palmarès mondiale. Per quanto riguarda quest'ultimo dettaglio, il lancio della nuova maglia è stata l'occasione per correggere l'errore delle maglie precedenti che aveva destato tanto scalpore. Il dettaglio in sé era minuscolo ma allo stesso tempo significativo perché rappresenta la discendenza della Spagna dal ramo esatto della famiglia Borbone e non rispecchiava lo scudo presente sulla bandiera nazionale.

Divise storiche

1920-21
1921-22
1922-24
1924 1
1924-31
1931-34
1934
1934-36
1936-39 2
1939-45
1945-47
1947-59
1959-79
1979-81
1981-83
1983-85
1985-87
1987-91
1991-92
1992-93
1994-95
1995-97
1997-99
1999-01
2001-03
2003-05
2005-07
2007-09
2009
2009-10
2010-11
2011-12
2012-13
2013-15
2015-17

Nota1: Durante la guerra civile, la nazionale spagnola giocò solo alcune amichevoli. Dopo la divisione del territorio in zona repubblicana e zona nazionale, era solo in quest'ultima che veniva permessa la disputa di partite. Questi incontri amichevoli furono giocati in maglia bianca, rigettando il colore rosso per rifarsi al bando repubblicano.
Nota2: Dopo la vittoria del bando nazionale guidato da Francisco Franco, questi decretò che la nazionale giocasse in maglia blu, per le stesse precedenti ragioni.

Simbolo

 
Lo stemma del Regno di Spagna.

La nazionale spagnola porta sul petto soltanto lo stemma nazionale spagnolo e non quello della propria federazione calcistica. Questo perché la nazionale, sin dalla sua Costituzione, non è stata mai vista come una selezione della Federazione ma come squadra che rappresentasse l'intera nazione a tutti gli effetti, come fosse una cosa pubblica. Nelle ultime e nell'attuale divisa lo stemma è stato inserito in uno scudo più grande color blu notte corredato da altre decorazioni come un pallone e un'iscrizione.

La divise recano inoltre quasi sempre piccola bandiera civile nazionale, nelle ultime versione finita sui pantaloncini: la bandiera ha spesso decorato la divisa anche in altre parti come le maniche o lo scollo, mentre in alcune divise come quelle antiche erano presenti sui calzettoni tre strisce con i colori della bandiera.

Nel 2012 un professore spagnolo di araldica affermò pubblicamente che lo stemma ricamato sulle maglie della Roja presentava un errore: lo scudetto blu con tre gigli gialli posto al centro dell'emblema rappresenta infatti il simbolo del ramo francese della famiglia Borbone, mentre il ramo spagnolo adotta la medesima blasonatura, ma uno scudo ovale blu bordato di rosso. A partire dai quarti di finale degli europei di calcio del 2012 lo stemma impresso sulle maglie è stato rettificato. L'Adidas, sponsor tecnico della selezione, rese noto che tale errore risalirebbe agli europei di calcio del 1996.[22][23]

Stile di gioco

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tiki-taka.
 
I giocatori della Spagna sconsolati dopo la netta sconfitta nella finale di Confederations Cup 2013 contro il Brasile

Lo stile adottato negli anni recenti dalla nazionale iberica (e dal Barcellona di Josep Guardiola) è il Tiki-taka. Questo stile di gioco è caratterizzato da ragnatele di passaggi rasoterra svolti con estrema calma in modo da imporre il proprio possesso di palla per la maggior parte della durata della partita. Il Tiki-taka è stato la base per i successi della Spagna campione del Mondo e più volte d'Europa allenata da Luis Aragonés e Vicente del Bosque.

Lo scopo è diminuire le chance e il tempo a disposizione dell'avversario per fare azioni, mentre si costringe quest'ultimo a inseguire la sfera e a stancarsi.[24] Per questo motivo in tale schema di gioco il possesso palla è mantenuto con molta pazienza principalmente per vie orizzontali, mentre le verticalizzazioni sono limitate soltanto ai momenti in cui capita di riuscire a trovare nitidi spazi tra le linee; questi ultimi sono facilitati poiché l'avversario che subisce il tiki-taka è obbligato a rimanere in fase difensiva e di attesa per un lasso di tempo molto più lungo del solito, quindi ha statisticamente più possibilità di commettere un errore o semplicemente di distrarsi.

Il telecronista spagnolo Andrés Montes è famoso per avere coniato l'espressione tiki-taka durante il suo commento sulla televisione LaSexta per il campionato del mondo 2006[25], anche se il termine era già utilizzato in maniera colloquiale nel calcio spagnolo per indicare il gioco dell'FC Barcellona.[26] Secondo Raphael Honigstein, il tiki-taka è "un'importante evoluzione del calcio totale ma se ne differenzia principalmente perché si concentra sui continui movimenti rasoterra del pallone piuttosto che dei giocatori. Controllare la palla con calma per lungo tempo significa infatti controllare anche l'avversario, poiché quest'ultimo è impossibilitato a giocare."[27]

Stadio

La Spagna non ha un vero e proprio stadio nazionale designato, però le più importanti partite di qualificazione sono di solito giocate al Santiago Bernabéu di Madrid, impianto che ospita gli incontri casalinghi del Real Madrid. Altri stadi importanti in cui la Spagna ha disputato le amichevoli internazionali, sono il Vicente Calderón (anch'esso a Madrid), il Mestalla di Valencia e il Ramón Sánchez Pizjuán di Siviglia. La Spagna è imbattuta in partite ufficiali giocate al Calderón.

Nelle partite amichevoli, così come gare nelle gare di qualificazione contro avversari modesti, vengono disputate in stadi provinciali. Le gare di qualificazione per la Coppa del Mondo 2014 si sono disputate al El Molinón di Gijón[28], al Iberostar Estadi di Palma[29], e all'Estadio Carlos Belmonte ad Albacete.[30]

Palmarès

Sudafrica 2010
Spagna 1964, Austria-Svizzera 2008, Polonia-Ucraina 2012

Partecipazioni ai tornei internazionali

Campionato del mondo
Edizione Risultato
1930 Non partecipante
1934 Quarti di finale
1938 Non partecipante
1950 Quarto posto
1954 Non qualificata
1958 Non qualificata
1962 Primo turno
1966 Primo turno
1970 Non qualificata
1974 Non qualificata
1978 Primo turno
1982 Secondo turno
1986 Quarti di finale
1990 Ottavi di finale
1994 Quarti di finale
1998 Primo turno
2002 Quarti di finale
2006 Ottavi di finale
2010 Campione  
2014 Primo turno
2018 Qualificata
Campionato europeo
Edizione Risultato
1960 Ritirata[31]
1964 Campione  
1968 Non qualificata
1972 Non qualificata
1976 Non qualificata
1980 Primo turno
1984 Secondo posto  
1988 Primo turno
1992 Non qualificata
1996 Quarti di finale
2000 Quarti di finale
2004 Primo turno
2008 Campione  
2012 Campione  
2016 Ottavi di finale
Giochi olimpici[32]
Edizione Risultato
1920 Argento  
1924 Turno di qualificazione
1928 Quarti di finale
1936 Non partecipante
1948 Non partecipante
Confederations Cup
Edizione Risultato
1992 Non invitata
1995 Non invitata
1997 Non qualificata
1999 Non qualificata
2001 Non qualificata
2003 Non qualificata
2005 Non qualificata
2009 Terzo posto  [33]
2013 Secondo posto  [34]


Legenda: Grassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni


Statistiche dettagliate sui tornei internazionali

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1930   Uruguay Non partecipante - - - -
1934   Italia Quarti di finale 1 1 1 4:3
1938   Francia Non partecipante - - - -
1950   Brasile Quarto posto 3 1 2 10:12
1954   Svizzera Non qualificata - - - -
1958   Svezia Non qualificata - - - -
1962   Cile Primo turno 1 0 2 2:3
1966   Inghilterra Primo turno 1 0 2 4:5
1970   Messico Non qualificata - - - -
1974   Germania Ovest Non qualificata - - - -
1978   Argentina Primo turno 1 1 1 2:2
1982   Spagna Secondo turno 1 2 2 4:5
1986   Messico Quarti di finale 3 1 1 11:4
1990   Italia Ottavi di finale 2 1 1 6:4
1994   Stati Uniti Quarti di finale 2 2 1 10:6
1998   Francia Primo turno 1 1 1 8:4
2002   Corea del Sud /   Giappone Quarti di finale 3 2 0 10:5
2006   Germania Ottavi di finale 3 0 1 9:4
2010   Sudafrica Campione  6 0 1 8:2
2014   Brasile Primo turno 1 0 2 4:7
2018   Russia Qualificata 0 0 0 0:0
Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1960   Francia Ritirata[31] - - - -
1964   Spagna Campione   2 0 0 4:2
1968   Italia Non qualificata - - - -
1972   Belgio Non qualificata - - - -
1976   Jugoslavia Non qualificata - - - -
1980   Italia Primo turno 0 1 2 2:4
1984   Francia Secondo posto 1 3 1 4:5
1988   Germania Ovest Primo turno 1 0 2 3:5
1992   Svezia Non qualificata - - - -
1996   Inghilterra Quarti di finale 1 3 0 4:3
2000   Belgio /   Paesi Bassi Quarti di finale 2 0 2 7:7
2004   Portogallo Primo turno 1 1 1 2:2
2008   Austria /   Svizzera Campione   5 1 0 12:3
2012   Polonia /   Ucraina Campione   4 2 0 12:1
2016   Francia Ottavi di finale 2 0 2 5:4
Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1992   Arabia Saudita Non invitata - - - -
1995   Arabia Saudita Non invitata - - - -
1997   Arabia Saudita Non qualificata - - - -
1999   Messico Non qualificata - - - -
2001   Corea del Sud /   Giappone Non qualificata - - - -
2003   Francia Non qualificata - - - -
2005   Germania Non qualificata - - - -
2009   Sudafrica Terzo posto 4 0 1 11:4
2013   Brasile Secondo posto 3 1 1 15:4
2017   Russia Non qualificata - - - -
Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1920 Anversa Argento   1 0 1 2:3
1924 Parigi Turno di qualificazione 0 0 1 0:1
1928 Amsterdam Quarti di finale 1 1 1 9:9
1936 Berlino Non partecipante - - - -
1948 Londra Non partecipante - - - -

Tutte le rose

Template:Nazionale spagnola mondiali 1934 Template:Nazionale spagnola mondiali 1950 Template:Nazionale spagnola mondiali 1962 Template:Nazionale spagnola mondiali 1966 Template:Nazionale spagnola mondiali 1978 Template:Nazionale spagnola mondiali 1982 Template:Nazionale spagnola mondiali 1986 Template:Nazionale spagnola mondiali 1990 Template:Nazionale spagnola mondiali 1994 Template:Nazionale spagnola mondiali 1998 Template:Nazionale spagnola mondiali 2002 Template:Nazionale spagnola mondiali 2006 Template:Nazionale spagnola mondiali 2010 Template:Nazionale spagnola mondiali 2014

Template:Nazionale spagnola europei 1964 Template:Nazionale spagnola europei 1980 Template:Nazionale spagnola europei 1984 Template:Nazionale spagnola europei 1988 Template:Nazionale spagnola europei 1996 Template:Nazionale spagnola europei 2000 Template:Nazionale spagnola europei 2004 Template:Nazionale spagnola europei 2008 Template:Nazionale spagnola europei 2012 Template:Nazionale spagnola europei 2016

Template:Nazionale spagnola confederations cup 2009 Template:Nazionale spagnola confederations cup 2013

Template:Nazionale spagnola Olimpiadi 1920 Template:Nazionale spagnola Olimpiadi 1924 Template:Nazionale spagnola Olimpiadi 1928

NOTA: Per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica.

Rosa attuale

Lista dei 25 giocatori convocati da Julen Lopetegui per le partite amichevoli contro Costarica e Russia in programma l'11 e il 14 Novembre 2017.

Presenze e reti aggiornate al 14 novembre 2017.

N. Pos. Giocatore Data nascita (età) Pres. Reti Squadra
P Pepe Reina 31 agosto 1982 (43 anni) 36 0
P David de Gea 7 novembre 1990 (34 anni) 25 0
P Kepa Arrizabalaga 3 ottobre 1994 (31 anni) 1 0
D Sergio Ramos 30 marzo 1986 (39 anni) 149 13
D Gerard Piqué 2 febbraio 1987 (38 anni) 94 5
D Jordi Alba 21 marzo 1989 (36 anni) 58 8
D Marc Bartra 15 gennaio 1991 (34 anni) 13 0
D Nacho 18 gennaio 1990 (35 anni) 14 0
D Alberto Moreno 5 luglio 1992 (33 anni) 4 0
D Álvaro Odriozola 14 dicembre 1995 (29 anni) 2 0
C Andrés Iniesta 11 maggio 1984 (41 anni) 123 14
C David Silva 8 gennaio 1986 (39 anni) 118 35
C Sergio Busquets 16 luglio 1988 (37 anni) 102 2
C Isco 21 aprile 1992 (33 anni) 25 7
C Thiago 11 aprile 1991 (34 anni) 25 1
C Marco Asensio 21 gennaio 1996 (29 anni) 8 0
C Saúl Ñíguez 21 novembre 1994 (30 anni) 7 0
C Asier Illarramendi 8 marzo 1990 (35 anni) 3 1
C Luis Alberto 28 settembre 1992 (33 anni) 1 0
C Suso 19 novembre 1993 (31 anni) 1 0
A Álvaro Morata 23 ottobre 1992 (32 anni) 23 13
A Vitolo 2 novembre 1989 (35 anni) 12 4
A Iago Aspas 1º agosto 1987 (38 anni) 7 3
A José Maria Callejon 11 febbraio 1987 (38 anni) 5 0
A Rodrigo 6 marzo 1991 (34 anni) 3 1

Record individuali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Giocatori della Nazionale di calcio della Spagna.

Seguono le classifiche relative al maggior numero di presenze e al maggior numero di gol segnati di sempre per la Spagna, aggiornate al 14 novembre 2017.

In grassetto i giocatori in attività.

 
Il portiere Iker Casillas è il recordman di presenze di tutti i tempi con la maglia della Roja con 167 gare e 94 gol subiti, con cui ha esordito il 3 giugno 2000.[11]
 
L'attaccante David Villa, è il miglior marcatore di sempre della storia della Spagna con 59 reti in 98 gare. Villa ha esordito il 9 febbraio 2005.[12]

Record di presenze

# Giocatore Periodo Presenze Reti
1 Iker Casillas 2000-2016 167 94 (subiti)
2 Sergio Ramos 2005-oggi 150 13
3 Xavi 2000-2014 133 13
4 Andoni Zubizarreta 1985-1998 126 99 (subiti)
5 Andrés Iniesta 2006-oggi 124 13
6 David Silva 2006-oggi 119 35
7 Xabi Alonso 2003-2014 114 16
8 Fernando Torres 2003-2014 110 38
= Cesc Fàbregas 2006-oggi 110 15
10 Raúl 1996-2006 102 44

Record di gol

# Giocatore Periodo Reti Presenze
1 David Villa 2005-oggi 59 98
2 Raúl 1996-2006 44 102
3 Fernando Torres 2003-2014 38 110
4 David Silva 2006-oggi 35 118
5 Fernando Hierro 1989-2002 29 89
6 Fernando Morientes 1998-2007 27 47
7 Emilio Butragueño 1984-1992 26 69
8 Alfredo Di Stéfano 1957-1961 23 31
9 Julio Salinas 1986-1996 22 56
10 Míchel 1985-1992 21 66

Commissari tecnici

 
Francisco Bru è stato il primo allenatore della Spagna, per una sola annata. Nel 1920 la Federazione spagnola gli affidò la Nazionale spagnola in occasione delle Olimpiadi di Anversa. Al torneo olimpico, la Spagna ottenne la medaglia d'argento riuscendo a sconfiggere squadre come Svezia, Italia e l'Paesi Bassi.
 
Il madrileno Miguel Muñoz è stato commissario tecnico della Spagna in due diverse occasioni: la prima nel 1969, per un totale di quattro partite, la seconda tra il 1982 e il 1989, conducendo la squadra in finale agli Europei del 1984 (perdendo poi contro la Francia) e ai quarti di finale dei Mondiali del 1986.
 
Vicente del Bosque, dal 2008 al 2016 sulla panchina della Roja, è l'allenatore più vincente di sempre della Spagna con un titolo mondiale nel 2010 e un europeo nel 2012. È stato eletto Commissario tecnico dell'anno IFFHS nel 2009, nel 2010 e nel 2012. Nel 2012 conquista il FIFA World Coach of the Year tra gli allenatori di calcio maschile, dopo il secondo posto del 2010.[35][36]
Commissario tecnico Periodo G. V. P. S. GF GS % V.
Francisco Bru 1920 5 4 0 1 9 5 80%
Julián Ruete 1921-1922 4 4 0 0 11 2 100%
José Angel Berraondo 1921-1928 6 2 3 1 14 12 33.33%
Manuel Castro González 1921-1927 10 9 0 1 21 7 90%
José María Mateos 1922-1933 23 16 3 4 64 24 69.56%
Salvador Díaz Iraola 1922 1 1 0 0 4 0 100%
Luis Argüello Brage 1923 2 1 0 1 3 1 50%
Pedro Parages 1923-1924 3 1 1 1 3 1 33.33%
José García Cernuda 1923-1924 2 1 1 0 3 0 50%
Luis Colina Alvarez 1924 1 1 0 0 2 1 50%
José Rosich Rubiera 1924 1 1 0 0 2 1 50%
Julián Olave Videa 1924 1 1 0 0 2 1 50%
Fernando Gutiérrez Alzaga 1925 3 3 0 0 6 0 100%
Ricardo Cabot Montalt 1925 2 2 0 0 2 0 100%
Ezequiel Montero Román 1926-1927 4 3 0 1 9 5 75%
Amadeo García Salazar 1934-1936 12 6 2 4 30 15 50%
Eduardo Teus López 1941-1942 6 3 2 1 15 10 50%
Jacinto Quincoces 1945 2 1 1 0 6 4 50%
Luis Casas Pasarín 1946 1 0 0 1 0 1 0%
Pablo Hernández Coronado 1947-1962 6 2 0 4 9 10 33.33%
Guillermo Eizaguirre 1948-1956 19 8 6 5 40 33 42.10%
Félix Quesada 1951 3 1 2 0 9 6 33.33%
Luis Iceta 1951 3 1 2 0 9 6 33.33%
Paulino Alcántara 1951 3 1 2 0 9 6 50%
Ricardo Zamora 1952 2 1 1 0 6 0 50%
Pedro Escartín Morán 1952-1961 12 7 3 2 18 10 58.33%
Luis Iribarren Cavanilles 1953-1954 4 1 2 1 8 6 25%
Ramón Melcón Bartolomé 1955 2 0 1 1 2 3 0%
José Luis del Valle 1955 1 1 0 0 3 0 100%
Emilio Jiménez Millas 1955 1 1 0 0 3 0 75%
Juan Touzón Jurjo 1955 1 1 0 0 3 0 100%
Manuel Meana 1957-1959 12 7 3 2 35 16 58.33%
José Luis Costa 1959-1960 12 8 0 4 35 21 66.66%
José Luis Lasplazas 1959-1960 12 8 0 4 35 21 66.66%
Ramón Gabilondo 1959-1960 12 8 0 4 35 21 66.66%
José Villalonga 1962-1966 22 9 5 8 35 28 40.90%
Domènec Balmanya 1966-1968 11 4 3 4 11 9 36.36%
Eduardo Toba 1968-1969 4 1 2 1 5 4 25%
Luis Molowny 1969 4 2 1 1 3 3 50%
Salvador Artigas 1969 4 2 1 1 3 3 50%
Miguel Muñoz 1969, 1982-1988 63 32 16 15 104 60 50.79%
László Kubala 1969-1980 68 30 22 16 - - 44.11%
José Santamaría 1980-1982 24 10 8 6 - - 41.66%
Luis Suárez 1988-1991 27 15 4 8 - - 55.55%
Vicente Miera 1991-1992 8 4 2 2 - - 50%
Javier Clemente 1992-1998 62 36 20 6 - - 58.06%
José Antonio Camacho 1998-2002 44 28 9 7 - - 63.63%
Iñaki Sáez 2002-2004 23 15 6 2 - - 65.21%
Luis Aragonés 2004-2008 54 38 12 4 101 31 70.37%
Vicente del Bosque 2008-2016 52 44 1 7 124 39 87.23%
Julen Lopetegui 2016-in carica 0 0 0 0 0 0 0%

Confronti con altre Nazionali

Tra gli avversari nazionali contro cui sono stati disputati almeno 10 incontri, la Spagna presenta i seguenti saldi:

Saldo positivo

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
  Portogallo 38 17 13 8 75 44 +31 29 giugno 2010 27 giugno 2012 17 novembre 2010
  Francia 34 16 7 11 63 36 +27 28 marzo 2017 16 ottobre 2012 4 settembre 2014
  Irlanda 25 14 7 4 52 18 +34 14 giugno 2012 16 giugno 2002 26 aprile 1989
  Belgio 23 12 6 5 46 22 +24 1º settembre 2016 29 marzo 1995 15 giugno 1980
  Svizzera 19 15 3 1 45 16 +29 2 luglio 1994 5 giugno 1988 16 giugno 2010
  Irlanda del Nord 18 11 5 2 38 11 +27 21 novembre 2007 11 giugno 2003 6 settembre 2006
  Danimarca 17 12 3 2 34 15 +19 20 agosto 2008 11 ottobre 1995 31 marzo 1993
  Austria 16 9 3 4 42 21 +21 18 novembre 2009 11 ottobre 2000 28 marzo 1990
  Jugoslavia 16 7 4 5 16 14 +2 26 maggio 1990 21 ottobre 1973 26 giugno 1990
  Svezia 13 6 4 3 21 15 +6 10 giugno 2008 3 giugno 2000 7 ottobre 2006
  Ungheria 13 5 5 3 21 18 +3 15 novembre 1989 21 agosto 2002 27 marzo 1991
  Turchia 12 7 4 1 18 5 +18 17 giugno 2016 17 ottobre 1973 14 marzo 1954
  Scozia 12 5 4 3 20 19 +1 12 ottobre 2010 3 settembre 2004 14 novembre 1984
  Polonia 10 8 1 1 27 8 +19 8 giugno 2010 9 febbraio 1994 12 novembre 1980

Saldo neutro

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
  Romania 16 5 6 5 21 18 +3 18 giugno 1996 27 marzo 2016 15 novembre 2006
  Italia 34 11 13 11 40 43 -3 2 settembre 2017 6 ottobre 2016 27 giugno 2016

Saldo negativo

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
  Inghilterra 25 9 4 12 28 42 –14 13 novembre 2015 15 novembre 2016 12 novembre 2011
  Germania 22 7 6 9 23 27 –6 7 luglio 2010 22 febbraio 1995 18 novembre 2014
  Argentina 13 5 2 6 13 17 –6 14 novembre 2009 12 ottobre 1988 7 settembre 2010
  Cecoslovacchia 12 4 1 7 11 15 –4 13 novembre 1991 16 aprile 1980 14 novembre 1990
  Paesi Bassi 12 5 1 6 17 18 -1 11 luglio 2010 21 gennaio 1987 31 marzo 2015

NB: Come da regolamento FIFA le gare terminate ai rigori contro Danimarca (24 giugno 1984, vinta), Belgio (22 giugno 1986, persa), Inghilterra (22 giugno 1996, persa), Irlanda (16 giugno 2002, vinta), Corea del Sud (22 giugno 2002, persa), Italia (22 giugno 2008, vinta e 27 giugno 2013, vinta) e Portogallo (27 giugno 2012, vinta) sono considerate partite pareggiate.

Onorificenze

Note

  1. ^ a b Spagna campione del mondo gazzetta.it
  2. ^ Jack Pitt-Brooke, The greatest team of all time: Brazil 1970 v Spain 2012, in The Independent, London, The Independent, 3 luglio 2012. URL consultato il 1º luglio 2013.
  3. ^ Euro 2012: Are Spain the best team of all time?, su BBC Sport, BBC. URL consultato il 14 luglio 2012.
  4. ^ Jurgen Klinsmann, Klinsmann: Spain win over Italy would make them team of century, su bbc.co.uk, BBC. URL consultato il 14 luglio 2012.
  5. ^ Jeff Carlisle, Why this Spain side is all-time best, su espnfc.com, ESPN. URL consultato il 14 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2012).
  6. ^ Bleacher Report, Spain vs. Italy: Euro 2012 Final Not Enough to Crown Spain Best Ever, su bleacherreport.com, Bleacher Report. URL consultato il 30 giugno 2013.
  7. ^ FIFA Team Of The Year rsssf.com
  8. ^ Anche il Brasile rimase imbattuto per 35 partite fra il 16 dicembre 1993 e il 21 gennaio 1996: la striscia fu interrotta dalla sconfitta nella Gold Cup 1996 a cui fu invitata la squadra, che però schierò la formazione Under-23. Considerando la nazionale maggiore, la striscia durò per ben 45 partite fino alla sconfitta in amichevole per 4-2 contro la Norvegia il 30 maggio 1997.
  9. ^ La red social de aficionados de la Selección Española, su juegalaroja.com. URL consultato il 24 giugno 2012.
  10. ^ (ES) Otro junio de ilusión: todos con la Roja, su notasdefutbol.com, Notas de fútbol, 8 giugno 2009. URL consultato il 4 gennaio 2012.
  11. ^ a b (EN) Spain - Record International Players
  12. ^ a b Il record - Spagna, David Villa diventa il miglior marcatore della storia della Nazionale | Sport.it Archiviato il 15 luglio 2014 in Internet Archive.
  13. ^ Italia 1934: una rapina a mano disarmata - il sito contiene informazioni da controllare, molte delle quali palesemente false
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  31. ^ a b Ritirata durante le qualificazioni.
  32. ^ Come da regolamento FIFA vengono considerate le sole edizioni comprese tra il 1908 ed il 1948 in quanto sono le uniche ad essere state disputate dalle Nazionali maggiori. Per maggiori informazioni si invita a visionare questa pagina.
  33. ^ Qualificata come vincitrice del Campionato europeo di calcio 2008
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  35. ^ Pallone d'Oro: tra gli allenatori vince Mourinho, su inter.it, 10 gennaio 2011. URL consultato il 26 marzo 2015.
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