Le radici della cultura di Israele si svilupparono molto prima della dichiarazione d'indipendenza israeliana la quale diede vita allo Stato di Israele nel 1948, traendo essa le sue origini dalla storia dell'antico Israele (risalente all'incirca al 1000 Avanti Era volgare).

L'interno del "santuario del libro" che ospita i manoscritti del Mar Morto.

Propriamente si trova a riflettere le componenti maggiormente essenziali della cultura ebraica, della storia degli ebrei nel corso della diaspora ebraica, dell'ideologia stessa del movimento che si svilupperà verso la fine del XIX secolo con il nome di sionismo, così come della storia e delle forme tradizionali appartenenti alla popolazione dei cittadini arabi di Israele e delle minoranze etniche che continuano a convivere all'interno della nazione contemporanea, tra cui i Drusi, i Circassi, gli Armeni e numerosi altri ancora.

I due maggiori centri urbani rappresentati da Tel Aviv e da Gerusalemme vengono considerati nel contempo anche i principali centri culturali di Israele. The New York Times ha descritto Tel Aviv come "la capitale più alla moda della regione affacciata sul Mar Mediterraneo", la Lonely Planet l'ha classificata tra le dieci migliori città per quanto riguarda la vita notturna, ed infine la National Geographic Society l'ha definita una delle dieci migliori spiagge mediterannee[1].

Con la presenza stabile di oltre 200 musei Israele ha il più alto numero di istituzioni museali pro capite al mondo, con milioni di visitatori all'anno[2]; i principali musei d'arte operano oltre che a Tel Aviv e Gerusalemme, anche ad Haifa e ad Herzliya, così come in molti piccoli centri e Kibbutz. L'Orchestra filarmonica d'Israele suona in tutto il paese e viaggia molto spesso all'estero e quasi ogni città ha la propria orchestra, con molti dei suoi musicisti che provengono dall'ex Unione Sovietica.

La danza folk è assai popolare e le compagnie di danza moderna israeliane, tra cui la Batsheva Dance Company sono molto acclamate nel mondo degli appassionati; il teatro Habimah nazionale venne fondato già nel 1917, mentre il cinema di Israele con svariati cineasti[3] ed attori[4] ha vinto premi nei festival internazionali degli ultimi decenni[5].

A partire dagli anni 1980 la letteratura israeliana è stata ampiamente tradotta e diversi scrittori sono riusciti ad ottenere importanti riconoscimenti internazionali[6].

Storia

Approccio Melting pot

 
Lezione di lingua ebraica in un campo per immigrati nel 1940.

Lingua

Mentre la lingua ebraica e la lingua araba sono a pari grado le lingue ufficiali dello Stato di Israele, oltre 83 altri linguaggi differenti vengono parlati nel paese[7].

Quando cominciarono a giungere sempre più nuovi immigrati, l'istruzione in lingua ebraica si fece vieppiù importante. L'esperto di lessicografia Eliezer Ben Yehuda, che fondò l'Accademia della lingua ebraica, ebbe modo di coniare migliaia di nuove parole e concetti basandosi principalmente sule fonti costituite dalla Bibbia, dal 'Talmud - ma non solo quelle - per far fronte ai bisogni e alle esigenze della vita quotidiana del XX secolo.

 
Cartello quadrilingue: in lingua ebraica, lingua araba, lingua inglese e lingua russa.

L'apprendimento dell'ebraico divenne quindi un obiettivo nazionale e fu utilizzato lo slogan "Yehudi, daber Ivrit" ("ebreo - parla ebraico").

Le scuole speciali per l'apprendimento della lingua ebraica, le Ulpan, sono state create nel corso degli anni in tutte le grandi e piccole città[8].

L'ebraico dei nomi di famiglia era già un fatto comune nel periodo pre-statale e diventò ancora più diffuso nel corso degli anni 1950; entro questo primo decennio sarà pubblicato un opuscolo per aiutare a scegliere correttamente un nome ebraico. Il primo ministro, David Ben Gurion, esorterà chiunque avesse dovuto rappresentare ufficialmente il nuovo Stato ad adottare formalmente un cognome ebraico[9].

 
L'edificio della facoltà d'informatica dell'istituto di tecnologia Technion.


Istruzione

Nel 2012 Israele è stato eletto come il 2° Paese più istruito al mondo, questo secondo il rapporto fatto pubblicare dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico; esso ha rilevato che il 78% del denaro investito nell'istruzione proviene da fondi pubblici e almeno il 45% della popolazione ha un diploma universitario o di college[10].

Filosofia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Filosofia ebraica.

Antico Israele

 
Un ebreo recita i Salmi davanti al Muro Occidentale (detto "del pianto").

Le antiche idee filosofiche e l'approccio israeliano ad esse possono essere rinvenute direttamente nella Bibbia[11].

I Salmi contengono inviti ad ammirare la suprema saggezza di Dio attraverso le sue opere; da ciò alcuni studiosi suggeriscono che l'ebraismo ospiti in sé una profonda e duratura corrente filosofica risalente perlomeno alla Storia antica e poggiante sui testi sacri[12].

 
Qoelet, attribuito a Salomone, rimane celebre soprattutto per il suo incipit: Vanitas vanitatum et omnia vanitas.

Qoelet viene spesso considerato come l'unica vera e propria opera con un forte contenuto filosofico presente all'interno dei diversi libri biblici (la Tanakh); il suo autore - rimasto per sempre completamente anonimo - cerca difatti di comprendere quale possa essere il posto più adatto degli esseri umani nel vasto mondo e l'intrinseco significato della vita sul pianeta Terra[13].

Qoelet e il Libro di Giobbe furono tra le opere di studio preferite della filosofia medievale, presi nella loro qualità di soggetti di riflessione per le discussioni filosofiche e non necessariamente dipendenti dalla rivelazione storica[14].

In altri testi canonici, come il Libro dei Proverbi e il Siracide, oltre che il Libro della Sapienza facente parte degli apocrifi dell'Antico Testamento, vi sono svariati riferimenti e lodi rivolti al concetto di "saggezza" il quale avrebbe avuto un significato primordiale per il successivo pensiero speculativo ebraico[14].

Moderno Israele

 
Ex libris. Il piatto è adornato con le mura di Gerusalemme nella forma di una Stella di David vista dall'alto; l'iscrizione afferma: "Das Ist Mein Land" (Quella è la mia nazione).

Martin Buber è un autore meglio conosciuto per la sua filosofia del dialogo, una forma di esistenzialismo incentrato sulla distinzione tra la relazione Io-Tu e tra quella Io-Se stesso[15]; proprio in Io e Tu il pensatore introduce e presenta la sua tesi sull'esistenza umana: Ich-Du è una relazione che sottolinea l'esistere reciproco di due esseri in una forma assimilabile all'olismo.

Raffigura un autentico "incontro concreto", poiché tali esseri s'incontrano l'un l'altro nella loro reciproca esistenza incentrata sull'autenticità, senza alcuna oggettivazione o qualificazione reciproca; neppure l'immaginazione e le forme ideali non vengono più a giocare alcun ruolo entro questa relazione primordiale. In un incontro primari tra Io e Tu il senso d'Infinito e l'universalità vengono pertanto resi reali, piuttosto che rimanere dei semplici concetti astratti[16].

La relazione di Ich-Es è invero quasi l'opposto di quella tra Ich-Du[16]; mentre in questa seconda i due esseri s'incontrano l'un l'altro, nella prima forma di relazione essi non s'incontrano realmente. Invece l'Io qualifica e confronta un'idea, o concettualizzazione, dell'essere nella sua presenza e considera quello stesso essere come un mero oggetto. La totalità di queste oggettivazioni vengono considerate soltanto come delle rappresentazioni mentali, create e sostenute dalla mente individuale.

 
Yeshayahu Leibowitz con gli studenti della "Hebrew University High School" di Gerusalemme nel 1947.

Yeshayahu Leibowitz fu un esponente dell'ebraismo ortodosso il quale presentò idee controverse nei riguardi del tema della Halakhah o "legge ebraica". Scrisse che l'unico scopo dei Dieci comandamenti e delle 613 Mitzvot era quello di obbedire a Dio, senza pertanto doversi attendere di ricevere alcun tipo di ricompensa né in questo mondo né tanto meno i quello a venire.

Sostenne difatti che le ragioni dei comandamenti religiosi si situavano e si mantenevano ben al di là della misera comprensione che l'uomo poteva sperare di assumere su di essi, quindi anche oltre ogni tentativo di darne una qualche rilevanza terrena: qualsiasi ricerca volta ad attribuire un qualche significato emotivo all'esecuzione delle mitzvot è in ultima analisi fuorviante e del tutto simile all'idolatria.

L'essenza della visione religiosa di Leibowitz è che la fede-fiducia di una persona è costituita dal suo proprio impegno ad obbedire a Dio, cioè ai suoi comandi; ma questo non ha nulla a che vedere con l'immagine che una persona si fa di Dio. Tale dev'essere in quanto Dio non può venire in alcuna maniera descritto, che la comprensione divina non è equivalente a quella umana e, quindi, tutte le domande poste su/da Dio rimangono del tutto fuori luogo[17].

Uno dei risultati di quest'approccio è che la fede, un impegno preso personalmente a obbedire a Dio, non può venire sfidata dalla solita questione filosofica inerente il problema del male e della sua esistenza o dagli eventi storici i quali paiono contraddire l'assidua presenza divina: se una persona smette di credere dopo un evento terribile dimostra solo di aver obbedito - fino a quel momento - a Dio perché pensava di aver compreso il Suo piano/progetto, o perché si attendeva di ricevere una qualche forma di compensazione. L'obbedienza non può né deve pertanto venire giustificata dalle conseguenze che essa produce,

Ma, per Leibowitz, la credenza religiosa non costituisce - né deve farlo - una spiegazione della vita, della natura o della storia e neppure la promessa di un futuro in questo mondo o in un altro, bensì si tratta di una richiesta pura e semplice che il divino pone davanti all'uomo.

 
Il giudice della Corte suprema d'Irlanda Adrian Hardiman (secondo da sinistra) assieme a Joseph Raz (terzo da sinistra) all'"University College Dublin Law Society".

Joseph Raz è uno studioso di filosofia politica, etica e filosofia del diritto. Il suo primo libro intitolato Il concetto di sistema giuridico si basò sulla propria tesi di dottorato; uno dei successivi, The Morality of Freedom sviluppa invece una concezione del "liberalismo perfezionista"[18].

Raz sostiene una comprensione distintiva dei comandi legali come "motivi di azione escludenti" e per una "concezione del servizio" da parte dell'autorità costituita, secondo la quale chi è soggetto ad una tale autorità "può trarre beneficio dalle sue decisioni solo se può stabilire la propria esistenza e il proprio contenuto in modalità e modi"[18].

Questo concetto sostiene a sua volta l'argomentazione rivolta al positivismo giuridico, in particolar modo la "tesi delle fonti": l'idea che un test adeguato per l'esistenza e il contenuto della legge si deve fondare esclusivamente su dei "fatti sociali" e non su argomentazioni nate dalla propria concezione morale[18].

Raz viene riconosciuto dai suoi contemporanei come uno dei più importanti filosofi del diritto viventi; ha scritto e pubblicato 11 volumi: The Concept of a Legal System, Practical Reason and Norms, The Authority of Law, The Morality of Freedom, Authority, Ethics in the Public Domain , Engaging Reason, Value, Respect and Attachment, The Practice of Value, Between Authority and Interpretation e From Normativity to Responsibility.

Nel campo della teoria morale Raz difende il pluralismo dei valori e l'idea che i vari valori espressi dalla comunità umana siano di per se stessi eticamente incommensurabili. Altri filosofi degni di nota includono Avishai Margalit, Hugo Bergmann, Yehoshua Bar-Hillel, Pinchas Lapide, Israel Eldad e Judea Pearl.

Aaron David Gordon
(1856-1922)
Martin Buber
(1878-1965)
Hugo Bergmann
(1883-1975)
Yeshayahu Leibowitz
(1903-1994)
Pinchas Lapide
(1922-1997)
Judea Peal
(1936-)
Joseph Raz
(1939-)
Avishai Margalit
(1939-)
 

 

 

 

 

 

 

 

Poesia e narrativa

 
Alcuni dei rotoli che compongono la Tanakh.

Antico Israele

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bibbia e Manoscritti del Mar Morto.

La più antica iscrizione finora conosciuta in lingua ebraica è l'iscrizione di Khirbet Qeiyafa risalente all'XI-X secolo aev[19]; essa può essere effettivamente considerata come un primo stadio dell'ebraico. Di gran lunga il corpus letterario più vario, esteso oltre che storicamente significativo scritto nel vecchio linguaggio ebraico classico è rappresentato dal canone biblico.

La Bibbia non costituisce una singola letteratura monolitica in quanto ciascuna della tre sezioni in cui è composta (Torah, Neviìm e Ketuvim) a sua volta contiene testi scritti in epoche diverse da autori differenti[20] il cui scarto temporale va da almeno l'VIII fino al II secolo aev. Essa è la fonte primaria dell'antica mitologia, della letteratura, della filosofia e finanche della poesia israelitica.

I libri inseriti nel Canone della Bibbia non sono tutti di natura strettamente religiosa; per fare solo un esempio il Cantico dei cantici è un poema amoroso e, insieme al Libro di Ester, non menziona mai esplicitamente Dio[21]. La sezione dei Ketuvim è una raccolta di letteratura filosofico-artistica la quale si ritiene possa essere stata scritta sotto l'influenza di Ruach haQodesh (il soffio divino).

 
La porzione di territorio interessato dalla rivolta dei Maccabei, descritta nei vari Libri dei Maccabei.

Alcuni dei suoi contenuti riflettono degli eventi storici accaduti nell'Antico Israele, nel Regno di Israele e nel Regno di Giuda, ma anche l'assedio di Gerusalemme del 587 aev., l'esilio babilonese ed infine anche la Rivolta dei Maccabei.

I Manoscritti del Mar Morto sono migliaia di frammenti derivanti da rotoli manoscritti per la maggior parte redatti in ebraico, datati dal III secolo aev al I secolo ev.[22] Tali testimonianze hanno un grande significato storico, religioso e linguistico poiché includono il 2° più antico manoscritto sopravvissuto di opere più tardi incluse nel Canone, insieme a manoscritti confluenti nei Libri deuterocanonici ed extra-biblici che conservano le prove della diversità e ricchezza del pensiero religioso-filosofico nel tardo periodo del Secondo Tempio[23].

Gli archeologi hanno a lungo associato i rotoli rinvenuti con l'antica setta ebraica degli Esseni, anche se alcune delle più recenti interpretazioni hanno sfidato una tale connessione, sostenendo l'ipotesi alternativa che siano in realtà stati parte dell'opera appartenente alla classe sacerdotale di Gerusalemme, gli Zadokiti, o di altri gruppi rimasti per lo più del tutto sconosciuti[24].

Giudea romana

  Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura rabbinica e Nuovo Testamento.

Gli scritti ebraici post-biblici includono le prime opere rabbiniche del Midrash e della Mishnah; quest'ultima è la prima fondamentale redazione scritta delle tradizioni orali ebraiche note come "Torah orale", ed è anche il primo grande lavoro della letteratura rabbinica scritto in larga parte in centri religiosi come Yavneh (vedi Concilio di Jamnia), Lod e Bnei Brak, all'epoca sottoposte all'occupazione romana della regione[25][26].

Contiene gran parte della tradizione orale appartenente ai Farisei dell'ultimo periodo del secondo Tempio, in particolare del periodo dei Tannaim. La maggio parte della Mishnah è scritta nel cosiddetto "ebraico mishnaico", mentre alcune parti sono in Lingua aramaica.

Il movimento del Giudeo-cristianesimo (la Chiesa di Gerusalemme si formò nella Terra di Israele all'inizio del I secolo. I libri del Nuovo Testamento furono tutti o quasi scritti da ebrei-cristiani, ossia discepoli ebrei di Gesù, durante il I e l'inizio del II secolo[27].

Luca evangelista, che secondo la tradizione tramandata avrebbe scritto il Vangelo secondo Luca e gli Atti degli Apostoli, viene spesso considerato come l'unica eccezione essendo egli stato un cittadino romano pagano (collaboratore di Paolo di Tarso e probabilmente un medico); gli studiosi rimangono divisi sul fatto che Luca fosse un Gentile o invero parte del Giudaismo ellenistico[28].

I 4 vangeli divenuti successivamente i soli considerati canonici sarebbero stati scritti tra il 68 e il 110[29][30][31][32], gli Atti tra il 95 e il 110[33], le Lettere di Paolo e le Lettere cattoliche tra il 51 e il 110 ed infine l'Apocalisse di Giovanni attorno all'anno 95[34].

Flavio Giuseppe fu uno studioso, storico e agiografo nato verso il 37 a Gerusalemme; registrò la storia degli ebrei riservando una particolare attenzione e rilievo al I secolo e alla Prima guerra giudaica (svoltasi dal 66 al 70), incluso l'assedio romano di Masada. Le opere più importanti attribuitegli sono la Guerra giudaica (75 circa ), le Antichità giudaiche (94 circa) e il Contro Apione[35].

Il primo di questi testi racconta con dovizia di particolari delle rivolta ebraica contro l'occupazione romana; il secondo la storia del mondo partendo da una prospettiva ebraica rivolgendosi ad un pubblico apparentemente romano. Tali opere forniscono preziose informazioni sul giudaismo del I secolo e sullo sfondo delle origini del cristianesimo[36].

Insediamenti diasporici

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cabala ebraica e Piyyut.

Moderno Israele

  Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura israeliana.

Le prime opere di letteratura ebraica in Israele sono state scritte da autori immigrati radicati nel mondo e nelle tradizioni dell'ebraismo europeo. Yosef Haim Brenner (1881-1921) e Shmuel Yosef Agnon (1888-1970) sono considerati da molti i padri della moderna letteratura ebraica[6].

Brenner, combattuto tra speranza e disperazione, ha lottato con la realtà dell'impresa sionista nella Terra di Israele. Agnon, contemporaneo di Brenner, ha fuso la sua conoscenza dell'eredità ebraica con l'influenza della letteratura europea del XIX e degli inizi del XX secolo. Ha prodotto finzione che si occupava della disintegrazione dei modi di vita tradizionali, della perdita della fede e della successiva perdita di identità. Nel 1966, Agnon fu co-destinatario del Premio Nobel per la letteratura[6].

Gli scrittori nativi che hanno iniziato a pubblicare i loro lavori nel corso degli anni 1940 e 1950, spesso chiamati "la generazione della guerra di indipendenza israeliana", hanno portato una mentalità e una cultura "sabra" (pre-1948) nella loro scrittura.

S. Yizhar, Moshe Shamir, Hanoch Bartov e Benjamin Tammuz vacillarono tra l'individualismo e l'impegno verso la società civile e lo Stato di nuova formazione. Nei primi anni 1960 Abraham Yehoshua, Amos Oz e Yaakov Shabtai si staccarono dalle ideologie predominanti per concentrarsi invece sul mondo della quotidianità individuale, sperimentando forme narrative e stili di scrittura come il realismo psicologico, l'allegoria e il simbolismo.

A partire dagli anni 1980 e dai primi anni 1990 la letteratura israeliana è stata ampiamente tradotta e diversi suoi scrittori hanno ricevuto svariati riconoscimenti internazionali[6].

Haim Nachman Bialik
(1873–1934)
Saul Cernichovskij
(1875-1943)
Shmuel Yosef Agnon
(1888-1970)
Rachel Bluwstein
(1890-1931)
Lea Goldberg
(1911-1970)
Abraham Yehoshua
(1936–)
Amos Oz
(1939–)
David Grossman
(1954–)
 

 

File:Agnon.jpg

 

 

 

 

 

Scienza e tecnologia

Antico Israele

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cosmologia biblica.

Moderno Israele

Gli scienziati israeliani hanno contribuito con molte invenzioni e scoperte in un'ampia varietà di campi:

Tra le invenzioni maggiormente degne di nota si possono includere il ReWalk, la "Given Imaging" nella tecnologia sanitaria, la "notazione del movimento Eshkol-Wachman", la "Taliglucerase alfa" nel campo del farmaco biologico, l'unità flash-Chiave USB nel campo della memoria di massa, il CPU Intel 8088, la tastiera laser, il "TDMoIP" nel campo delle telecomunicazioni della rete di computer, il "Mobileye" nel campo dell'automobilistica telecomandata, il Waze, Wix.com, Gett, Viber nel campo della messaggistica istantanea, l'IMI Uzi, la Cupola di Ferro, l'Arrow (missile), il "Super -iron battery", l'epilatore elettrico.

Abraham Fraenkel Michael Rabin Robert Aumann Daniel Kahneman Dan Shechtman Ada Yonath

 

 

 

 

 

 

Arti

Arte visuale

Musica

Daniel Barenboim Yehoram Gaon Aviv Geffen Shiri Maimon Orphaned Land Noa

 

File:Zochrimyehoramgaon.jpg

 

 

 

 

Teatro

Cinema

Ephraim Kishon Amos Gitai Assi Dayan Eytan Fox

 

 

 

 

Patrimonio museale

Cucina

Antico Israele

Moderno Israele

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina israeliana.

Moda

Sport

Movimenti giovanili

 
Illustrazione del Libro di Giobbe di William Blake (1793).
 
Traduzione in lingua ebraica del Siracide datata 1814.

Note

  1. ^ Absolut bottle dedicated to Tel Aviv
  2. ^ Science & Technology, su israeliconsulatela.org, Consulate General of Israel in Los Angeles. URL consultato il 26 maggio 2007 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2007).
  3. ^ Israeli film wins award in Cannes Film Festival
  4. ^ Israeli wins best actress at Venice Film Festival
  5. ^ Another Israeli film awarded in Berlin
  6. ^ a b c d Focus on Israel: Language and Literature in Israel
  7. ^ Diverse cultures of Israel on screen
  8. ^ Culture in Israel
  9. ^ In the name of Zionism, change your name, Haaretz
  10. ^ Israel ranked second most educated country in the world, study shows
  11. ^ Jewish Philosophy and Philosophies of Judaism at My Jewish Learning
  12. ^ "Medieval Philosophy and the Classical Tradition: In Islam, Judaism and Christianity" by John Inglis, Page 3
  13. ^ "Introduction to Philosophy" by Dr. Tom Kerns
  14. ^ a b Jewish philosophy, Encyclopædia Britannica
  15. ^ Island of freedom..
  16. ^ a b Martin Buber's I and thou: practicing living dialogue, Paulist Press, November 2003, p. 39, ISBN 978-0-8091-4158-6.
  17. ^ Zev Golan, "God, Man and Nietzsche: A Startling Dialogue between Judaism and Modern Philosophers" (New York: iUniverse, 2008), p. 43
  18. ^ a b c Leslie Green, The Stanford Encyclopedia of Philosophy, Metaphysics Research Lab, Stanford University, 1º January 2012. URL consultato il 3 February 2017.
  19. ^ Most ancient Hebrew biblical inscription deciphered, su newmedia-eng.haifa.ac.il (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2011). University of Haifa press release.
  20. ^ John Riches, The Bible: A Very Short Introduction, Oxford, Oxford University Press, 2000, p. 83, ISBN 978-0-19-285343-1.
    «"the biblical texts themselves are the result of a creative dialogue between ancient traditions and different communities through the ages"»
  21. ^ The Book of Esther Doesn't Mention God, Why is It in the Bible?, su discoverymagazine.com.
  22. ^ The Digital Library: Introduction, su deadseascrolls.org.il, Leon Levy Dead Sea Scrolls Digital Library. URL consultato il 13 ottobre 2014.
  23. ^ Ilani Ofri, Scholar: The Essenes, Dead Sea Scroll 'authors,' never existed, in Ha'aretz, 13 March 2009.
  24. ^ Norman Golb, On the Jerusalem Origin of the Dead Sea Scrolls (PDF), su oi.uchicago.edu, University of Chicago Oriental Institute, 5 June 2009.
  25. ^ The list of joyful days known as Megillat Taanit is older, but according to the Talmud it is no longer in force.
  26. ^ Commentary on Tractate Avot with an Introduction (Shemona perakim), su wdl.org, World Digital Library. URL consultato il 19 March 2013.
  27. ^ Powell, 2009, p. 16
  28. ^ Strelan, Rick (2013). Luke the Priest: The Authority of the Author of the Third Gospel. Farnham, ENG: Routledege-Ashgate. pp. 102–105.
  29. ^ Duling, 2010, pp. 298-299
  30. ^ Perkins, 2012, p. 19ff
  31. ^ Charlesworth, 2008, p. unpaginated
  32. ^ Lincoln, 2005, p. 18
  33. ^ Boring, 2012, p. 587
  34. ^ Perkins, 2012, p. 19ff
  35. ^ Harris, 1985
  36. ^ Harris, 1985

Voci correlate

Collegamenti esterni


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