Tabula rasa (saggio)

saggio di Steven Pinker
Lo stesso argomento in dettaglio: Tabula rasa.

Tabula rasa: Perché non è vero che gli uomini nascono tutti uguali (in inglese: The Blank Slate: The Modern Denial of Human Nature) è un bestseller dello psicologo e divulgatore scientifico Steven Pinker pubblicato nel 2002. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel 2006.

Tabula rasa
Titolo originaleThe Blank Slate: The Modern Denial of Human Nature
AutoreSteven Pinker
1ª ed. originale2002
1ª ed. italiana2006
Generesaggio
Lingua originaleinglese

Nel libro l'autore dà un giudizio critico nei confronti dei modelli di tabula rasa applicati nelle scienze sociali, sostenendo che il comportamento umano è sostanzialmente modellato dagli adattamenti psicologici evolutivi. Il libro è stato nominato per i Premi Aventis del 2003 ed è stato finalista per il Premio Pulitzer.

Contenuto

Pinker sostiene che la scienza moderna, con le sue attuali conoscenze sull'evoluzione e sulla genetica, ha sfidato e smantellato tre «dogmi collegati [tra loro]» che costituiscono la visione dominante della natura umana nella vita intellettuale:

  • la tabula rasa (empirismo): l'assunto secondo cui la mente non abbia tratti innati, in altre parole l'idea che il cervello sia una lavagna bianca su cui ci può scrivere tutto (e dunque i geni non avrebbero nessuna influenza nel cervello e nella mente umana);
  • il buon selvaggio (romanticismo): l'assunto secondo cui le persone nascono buone e che vengano poi corrotte dalla società, di conseguenza le società a basso livello tecnologico diventano modelli virtuosi di etica e pacifismo;
  • lo spettro della macchina: l'assunto secondo cui ognuno di noi ha un'anima/spirito che fa scelte totalmente libere e indipendenti dal proprio assetto biologico.[1]

Gran parte del libro è dedicato all'esame delle paure delle conseguenze sociali e politiche dovute allo smantellamento di tali visioni della natura umana, motivo per cui in molti continuano a rifiutarle nonostante la mole di evidenze scientifiche:

Pinker sostiene che queste paure sono dei non sequitur logici, e afferma che la visione della natura umana come tabula rasa sarebbe in realtà una minaccia ancora maggiore se fosse vera. Ad esempio, Pinker afferma che l'uguaglianza politica non richiede il fatto che tutte le persone siano a priori identiche, ma che richiede essenzialmente politiche che trattino le persone solo come individui con dei diritti; allo stesso modo il progresso morale non richiede che la mente umana debba essere libera da motivi egoistici, ma solo che ha altri motivi per contrastarli. Anche la responsabilità non richiede che il comportamento sia non motivato, ma solo che risponda ad elogi e biasimo; e che il significato nella vita non richiede che il processo che ha dato forma al cervello debba avere una teleologia (uno scopo), ma solo che il cervello stesso debba avere scopi. Sostiene inoltre che fondare i valori morali su affermazioni basate sulla tabula rasa apre alla possibilità che questi valori siano rovesciati da future scoperte empiriche. Egli sostiene inoltre che la tabula rasa sia in realtà incoerente con l'opposizione a molti mali sociali, dal momento che se la mente fosse una "lavagna vuota" potrebbe essere condizionata anche ad essere oppressiva o moralmente degradante.

Secondo Pinker, le argomentazioni sulle ineguaglianze di origine evolutiva e genetica non supportano necessariamente politiche di destra. Pinker scrive che se tutti fossero uguali per quanto riguarda le abilità, si potrebbe sostenere che è necessario dare a tutti pari opportunità. D'altra parte, se alcune persone avessero più capacità innate in determinati ambiti, non per colpa loro, allora questo può essere preso come supporto per politiche di ridistribuzione a coloro che hanno meno capacità innate. Inoltre, il laissez-faire economico si basa sull'assunto deggli "attori razionali" (ovvero individui che razionalmente elaborano strategie utili esclusivamente a massimizzare il profitto), mentre la psicologia evoluzionista suggerisce che le persone hanno molti obiettivi e comportamenti diversi che non si adattano alla teoria dell'attore razionale. L'aumento degli standard di vita, anche per i poveri, è spesso usato come argomento secondo cui la disuguaglianza non deve essere ridotta, mentre la psicologia evoluzionista può suggerire che lo status basso, a parte considerazioni materiali, è altamente stressante psicologicamente e può causare comportamenti pericolosi e disperati, sostenendo una società che riduca le disuguaglianze. Infine, le spiegazioni evolutive possono anche aiutare la sinistra a creare politiche con maggiore sostegno pubblico, suggerendo che il senso di equità delle persone (causato da meccanismi come l'altruismo reciproco) piuttosto che l'avidità è una causa primaria di opposizione al benessere, se c'è non una distinzione nelle proposte tra ciò che è percepito come meritevole e immeritevole.

Pinker offre anche diversi esempi dei danni e delle storture causate dalla credenza in una tabula rasa della natura umana:

  • ingegneria sociale totalitaria: se la mente umana fosse una lavagna vuota completamente formata dall'ambiente e dal contesto sociale, allora il controllo spietato e totale di ogni aspetto dell'ambiente e del contesto sociale creerebbe menti perfette;
  • Inappropriata o eccessiva colpevolizzazione dei genitori, in quanto se i figli fossero problematici, si potrebbe presumere che ciò sia interamente causato dall'ambiente esterno e dunque soprattutto a causa del comportamento dei genitori;
  • Il rilascio di pericolosi psicopatici che tornano rapidamente a commettere nuovi crimini;
  • Costruzione di complessi e squallidi caseggiati in base alla presunzione che le preferenze abitative e ambientali delle persone siano superficiali e causate solo culturalmente;
  • La persecuzione e persino l'omicidio di massa delle persone di successo che si presume abbiano acquisito ingiustamente bei confronti degli altri (in quanto motivazioni innate per spiegare tale successo non sarebbero giudicate realistiche). Ciò include non solo gli individui ma interi gruppi di successo che si presume abbiano avuto successo ingiustamente e/o sfruttando altri gruppi. Esempi includono gli ebrei nella Germania nazista durante l'Olocausto; i kulak nell'Unione Sovietica; gli insegnanti e i contadini "ricchi" nella rivoluzione culturale in Cina; gli abitanti delle città e gli intellettuali sotto il Khmer Rouge.

Recensioni

Lo psicologo David Buss dichiarò: «Questo potrebbe essere il libro più importante finora pubblicato nel 21° secolo».[2] Inoltre, lo psicologo David P. Barash scrisse: «Il pensiero e la scrittura di Pinker sono di prim'ordine [...] forse anche meglio di così».[3]

Il biologo evoluzionista Richard Dawkins affermò: «Tabula rasa è [...] un lavoro elegante, non dirò che è meglio di The Language Instinct o How the Mind Works, ma è certamente altrettanto buono, il che è un complimento di per sé molto elevato».[4]

Il filosofo Daniel Dennett scrisse: «[Pinker] guada risolutamente nella rassicurante oscurità che circonda questi argomenti non del tutto proibiti e in modo calmo, lucidamente, ordina i fatti per fondare le sue affermazioni darwiniane "sovversive" – sovversive non delle cose che riteniamo opportune, ma relativamente agli strati di falsa protezione della disinformazione che li circonda».[4]

Fonti

  1. ^ Steven Pinker, Steven Pinker - Books - The Blank Slate, su pinker.wjh.harvard.edu. URL consultato il 19 gennaio 2011.
  2. ^ Dr. David M. Buss, Book Review - The Nature of Human Nature: The Blank Slate: The Modern Denial of Human Nature (PDF), in Pathways: The Novartis Journal, January–March 2003.
  3. ^ {{cite web|url=http://pinker.wjh.harvard.edu/books/tbs/media_reviews/2002_humannaturereview.pdf |title=Turning the Tables on the Tabula Rasa |author=David P. Barash |work=Human Nature Review |year=2002
  4. ^ a b Steven Pinker, Steven Pinker - Books - The Blank Slate - Review Excerpts, su pinker.wjh.harvard.edu. URL consultato il 19 gennaio 2011.