Mura romane di Milano
Le mura romane di Milano erano un'antica struttura che ebbe differenti fasi di costruzione. Una prima fase avvenne in epoca cesariana (attorno al 49 a.C.) ed una seconda al tempo dell'Augusto Massimiano (dopo il 291 circa) quando fece di Mediolanum la propria capitale dell'Impero romano d'Occidente. Sono state demolite nel XII secolo, contestualmente alla costruzione delle mura medievali di Milano.
Mura romane di Milano | |
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Civiltà | antica Roma |
Stile | architettura romana |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Milano |
Visitabile | Si |
Sito web | milanoarcheologia.beniculturali.it/?page_id=3861 |
Mappa di localizzazione | |
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Storia
Milano cominciò a dotarsi, forse a partire dal 49 a.C. di primi edifici pubblici in muratura come la stessa cerchia muraria ed il teatro romano (il più antico edificio scoperto attualmente, sempre che non sia di età augustea), in un'epoca in cui Mediolanum contava all'incirca 25.000 abitanti. Le mura sembra quindi che siano state costruite in età cesariana a delimitazione di un agglomerato di non grandi dimensioni, che alcuni studiosi ipotizzano fosse di 1,23 km².[1]
Con l'instaurazione del governo tetrarchico voluto da Diocleziano, a partire dal 291 circa, l'Augusto per l'Occidente, Massimiano ne ampliò notevolmente la cerchia (sempre che non sia stata già potenziata al tempo dell'imperatore Gallieno nel 260 o dell'usurpatore Aureolo nel 267/268), sia ad ovest sia ad est (delimitata dalle attuali vie dell'Orso, Monte di Pietà, Montenapoleone, Durini e Verziere[2]) dell'antico abitato dopo il 291. Tra le azioni di guerra che subirono, degno di nota fu l'assedio di Milano del 538-539, che comportò la distruzione della città.
La cinta muraria fu più volte rinforzata ed ampliata dopo Massimiano, e prima della sua definitiva distruzione operata da Federico Barbarossa dopo l'assedio del 1162. Si ricordano infatti le riparazioni volute da Narsete tra il 556 ed il 568 o quelle dell'arcivescovo di Milano, Ansperto dell'868/881.[3]
Sono state demolite nel XII secolo contestualmente alla costruzione delle mura medievali di Milano.
Il fossato difensivo
Dato che l'antica Mediolanum era cresciuta e serviva nuova acqua per i più svariati usi (per gli artigiani nonché per gli usi pubblici, domestici e difensivi) gli antichi Romani deviarono parte delle acque del fiume Seveso, che scorreva lungo il perimetro orientale dell'abitato, verso il torrente Nirone, che transitava poco più a ovest[4].
Furono scavati due canali artificiali che avevano origine da due punti precisi dell'alveo naturale del Seveso, uno all'altezza dell'incrocio tra le moderne vie Borgonuovo e monte di Pietà, e l'altro più a sud all'altezza della futura Porta Romana medievale: entrambi vennero scavati verso ovest per intercettare il corso del Nirone[4]. Anche il corso del Nirone venne modificato, con lo spostamento del suo alveo ancora più a ovest grazie alla costruzione di un canale artificiale che era la naturale prosecuzione verso occidente del canale che intercettava il Nirone all'altezza delle moderne vie Borgonuovo e monte di Pietà: questo canale diventò il nuovo alveo del Nirone[4].
Con la costruzione di questi canali, si creò un anello d'acqua che circondava il centro abitato di Milano. Al tratto occidentale di questo anello d'acqua (ovvero il nuovo alveo artificiale del Nirone) fu dato il nome di Piccolo Sevese (l'antico toponimo però non scomparve completamente, visto che il Piccolo Sevese è conosciuto ancora oggi anche con il nome di "Nirone"), mentre alla restante parte dell'anello d'acqua, quella che circondava Milano a nord, a est e a sud (ovvero il corso d'acqua costituito dal letto naturale del Seveso e dai due canali artificiali realizzati per intercettare le acque del Nirone) fu dato il nome di Grande Sevese[4].
Il Grande Sevese e il Piccolo Sevese si allargavano costeggiando il perimetro esterno di Milano per poi convergere e sfociare entrambi nel già citato canale Vetra (da cui il nome della moderna piazza), che raccoglieva le acque di scolo della città e che fungeva da scaricatore dell'anello d'acqua costituito dal Grande Sevese e dal Piccolo Sevese[5].
L'anello d'acqua formato dal Grande Sevese e dal Piccolo Sevese diventò poi il fossato delle mura romane di Milano, che vennero costruite in posizione poco più interna rispetto a questo sistema idraulico circolare[5]. In particolare il Grande Sevese costituiva il lato settentrionale, meridionale e orientale del fossato, mentre il Piccolo Sevese ne formava il suo ramo occidentale[5]. Il Grande Sevese e il Piccolo Sevese esistono ancora e sono i canali più antichi di Milano, dato che risalgono all'età romana repubblicana[5].
Anche l'Olona fu deviato verso Milano, sempre in epoca romana, per lo stesso motivo: il fabbisogno d'acqua della popolazione della città, diventata molto numerosa con il passare dei secoli. Il modesto regime idrico di Seveso e Merlata non era infatti più sufficiente a soddisfare le necessità di Milano. L'Olona, che garantiva una quantità d'acqua di gran lunga superiore a quella di Seveso e Merlata, venne deviato a Lucernate, frazione di Rho, verso Milano, tra la fine dell'era repubblicana e i primi decenni dell'età imperiale. Come destinazione finale del nuovo percorso dell'Olona fu scelto il fossato delle mura romane di Milano. In particolare l'Olona riversava le sue acque alla confluenza tra il Piccolo Sevese e il canale Vetra[5].
Descrizione
Mura medievali di Milano | |
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Localizzazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Lombardia |
Città | Milano |
Indirizzo | Via San Vito, 26-28 e Via San Vito, 26, 28 |
Informazioni generali | |
Tipo | mura con porte e torri |
Stile | romano |
Costruzione | 49 a.C. circa-dopo il 291 |
Demolizione | durante l'assedio di Milano del 1162 |
Condizione attuale | non più esistenti |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Repubblica romana Impero romano |
Funzione strategica | difesa della città di Mediolanum |
Azioni di guerra | |
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Il percorso delle mura di epoca repubblicana era di forma quadrangolare (circa 700 m per lato) orientata da nord-est a sud-ovest con un lato smussato nella parte occidentale. Alle estremità del cardo e del decumano si aprivano le porte dette in seguito:
- (1) Porta Giovia (lat. Porta Jovia): situata dove ora sono presenti i moderni Teatro Dal Verme e la demolita chiesa di San Giovanni sul Muro.
- (2) Porta Vercellina (lat. Porta Vercellina): situata dove ora è presente la chiesa di Santa Maria alla Porta.
- (3) Porta Ticinese (lat. Porta Ticinesis): situata dove ora è presente il moderno Carrobbio.
- (4) Porta Romana (lat. Porta Romana): situata dove ora è presente il moderno corso di Porta Romana, nei pressi della Cripta di San Giovanni in Conca.
- (5) Porta Orientale (lat. Porta Orientalis): situata dove ora è presente la moderna piazza della Scala.
- (6) Porta Comasina (lat. Porta Comacina, Porta Cumana o Porta Cumensis): situata dove ora è presente il moderno incrocio tra via Broletto e via Dell'Orso.
- (7) Porta Aurea (lat. Porta Aurea o Porta Nova): situata dove ora è presente l'incrocio tra le moderne via Manzoni e via Monte Napoleone.
- (8) Porta Argentea (lat. Porta Argentea o Porta Orientalis): situata dove ora è presente l'incrocio tra le moderne piazza San Babila e corso Vittorio Emanuele II.
- (9) Porta Herculea (lat. Porta Herculea): situata dove ora è presente il moderno largo Augusto, nei pressi dell'odierno Verziere.
Fin dal primo insediamento romano, i numerosi corsi di fiumi che gravitavano attorno all'abitato dell'antica Mediolanum (come l'Olona, il Seveso, l'Acqualunga ed il Lambro) furono deviati e portati intorno alle mura ed all'interno della città per il necessario approvvigionamento idrico e per smaltire i rifiuti organici.
Le dimensioni del fossatum attorno alla città, documentato ad esempio in via Croce Rossa (esistente fin dal I secolo a.C.), era largo 3 metri e profondo 1,5 metri.[7]
Le acque del fossato formato da Grande Sevese e Piccolo Sevese confluivano poi a sud nel canale Vetra, che a sua volta scaricava le sue acque nella Vettabbia, entrambi larghi fino a 4 metri, e quindi navigabili, come riscontrato nei pressi di San Vincenzo in Prato.[8]
Massimiano (III secolo), espanse la cinta muraria inglobando un vasto territorio a est comprendendo anche le terme Erculee (tra le attuali piazza San Babila, corso Europa e piazza Fontana), nella parte occidentale invece le mura vennero ampliate per racchiudere anche la zona del circo.
L'estensione dell'area murata superava i 100 ettari ed il perimetro delle mura si aggirava sui 4,5 km, seguendo le seguenti ed attuali vie: San Giovanni sul Muro, Cusani, dell'Orso, Monte di Pietà, Montenapoleone, Durini, Verziere, delle Ore, Pecorari, Paolo da Cannobio, Disciplini, San Vito, largo Carrobbio, Medici, Nirone e corso Magenta.[2]
Con l'ampliamento delle mura vennero aperte altre due porte: la Nuova nell'attuale via Manzoni all'altezza di via Montenapoleone e la Tonsa al Verziere. Le fondazioni delle mura erano mediamente spesse sui 3,5-4 metri, costruite in conglomerato di ciottoli e frammenti di laterizi legati da malta molto dura.[2]
Cosa rimane
Qui sotto andiamo invece ad elencare tutti i tratti delle antiche mura romane ancora visibili:[2]
- Nel lato settentrionale di via Carrobbio, parzialmente inglobata negli edifici, c'è una porzione della torre della porta Ticinensis (chiamata "Torraccia" o "Torre dei Malsani") risalente alle prime mura del I secolo. La torre è alta 6 metri, ha una base ottagona ed è visibile nel cortile di uno dei palazzi dell'area.[2]
- Nei seminterrati di alcuni edifici in via San Vito corre un lungo tratto di mura repubblicane di cui è ben visibile la tecnica di costruzione, (mattone su base in pietra).
- Nel giardino di un edificio tra via Medici 3 e via Torchio 4, si trova una torre e un piccolo tratto di mura massimiane in via Medici 11.[2]
- Nel cortile del museo Archeologico in corso Magenta si trova una torre poligonale (24 lati) parte del tratto occidentale delle mura massimiane.
- Tratti di mura massimiane si trovano negli scantinati di alcuni edifici in via Montenapoleone.
- Nel chiostro del monastero di San Vittore (divenuto sede del Museo della scienza e della tecnologia) si trovano tracce di un edificio a pianta ottagonale con due torri in corrispondenza dell'ingresso (Mausoleo imperiale di San Vittore al Corpo).
- Nel piano interrato del Grand Hotel et de Milan è stato rinvenuto e restaurato un tratto di fondazione della cerchia muraria di età massiminianea (1991).
Note
- ^ Maria Pia Rossignani, Milano (Mediolanum): l'organizzazione urbanistica, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.91; U.Tocchetti Pollini, La prima cerchia di Mura, schede dell'A.L.A., Milano 1983.
- ^ a b c d e f Anna Ceresa Mori, Milano (Mediolanum): le mura, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.98.
- ^ Maria Pia Rossignani, Milano (Mediolanum): l'organizzazione urbanistica, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.91.
- ^ a b c d Milano – I Fiumi nascosti di Milano, su blog.urbanfile.org. URL consultato il 31 marzo 2018.
- ^ a b c d e I canali di Milano (1ª parte), su vecchiamilano.wordpress.com. URL consultato il 15 dicembre 2017.
- ^ Vedere i testi citati in bibliografia.
- ^ Donatella Caporusso, Milano (Mediolanum): la situazione idrografica di Milano romana, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.94.
- ^ Donatella Caporusso, Milano (Mediolanum): la situazione idrografica di Milano romana, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.95.
Bibliografia
- Ermanno Arslan, Cenni sullo sviluppo urbanistico di Milano nell'antichità, in Le Civiche Raccolte Archeologiche di Milano, Milano 1979.
- Aristide Calderini, Storia di Milano, I, 1953.
- Aristide Calderini, Milano romana, Milano 1965.
- AA.VV, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990.
- Anna Struffolino Albricci, Lombardia romana. Le città, Milano 1976.
- Umberto Tocchetti Pollini, La prima cerchia di Mura, schede dell'A.L.A., Milano 1983.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulle Mura romane di Milano
Collegamenti esterni
- Portale web Milano Archeologia, su milanoarcheologia.beniculturali.it.
- Sito web della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, su architettonicimilano.lombardia.beniculturali.it.
- Mediolanum, su romanoimpero.com.
- Mediolanum augustea, su storiadimilano.it.
- Le torri romane, su storiadimilano.it.