Ritratto di Lady Venetia Digby come allegoria della Prudenza
Il Ritratto di lady Venetia Digby come allegoria della prudenza è il soggetto di un dipinto di Antoon van Dyck custodito nel Palazzo Reale di Milano.
Ritratto di Lady Venetia Digby come allegoria della prudenza | |
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Autore | Antoon van Dyck |
Data | 1633-1634 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 242×155 cm |
Ubicazione | Palazzo Reale, Milano |
Del quadro esiste una seconda versione autografa - in formato molto più piccolo (cm. 81,8 × 74,3) e con qualche variante rispetto alla tela milanese - che si trova presso la National Portrait Gallery di Londra.
Storia
Venetia Santley (dopo il matrimonio Lady Venetia Digby) è ricordata come una delle donne più belle che frequentarono la corte londinese degli Stuart.
Figlia di Lord Edward Stanley crebbe nello Shropshire e prese a frequentare sin da giovanissima l'ambiente di corte dove avviò una relazione adulterina con Richard Sackville, conte di Dorset, dal quale secondo alcune fonti ebbe anche dei figli. A Venetia vennero attribuite anche una liaison con Edward Sackville, fratello del conte Richard, ed altre avvenute sessuali. In breve la Stanley divenne una donna molto chiacchierata tacciata addirittura di essere una cortigiana.
Nonostante questa fama si innamorò perdutamente di lei Kenelm Digby, uno dei personaggi più notevoli della corte di Carlo I Stuart. Filosofo, letterato, alchimista Digby era molto legato alla regina consorte Enrichetta Maria (ne abbracciò anche la fede cattolica), ma era apprezzato anche del re che gli affidò rilevanti incarichi diplomatici e militari.
Digby nonostante il fermo dissenso del sua famiglia d'origine - molto probabilmente causato dalla cattiva fama della ragazza - sposò Venetia Stanley e spese la sua notevole influenza nell'ambiente culturale londinese per riabilitarne la reputazione.
In questo programma fu coinvolto anche Antoon Van Dyck che si trovava a Londra come pittore di corte e del quale Digby era non solo un committente ma molto probabilmente anche un buon amico a causa dei comuni interessi culturali. Digby commissionò infatti al pittore fiammingo più ritratti di sua moglie proprio allo scopo di veicolare un'immagine diversa di lei, opposta a quella di donna dissoluta ormai corrente. Il primo di questi dipinti è un ritratto di famiglia raffigurante Digby, sua moglie e loro due primi figli, tela il cui scopo è quello di dare un'immagine di Venetia quale moglie fedele e madre amorevole.
Nel 1633 Venetia morì improvvisamente e misteriosamente: coricatasi la sera, il mattino seguente venne trovata morta nel suo letto. Molto si vociferò sulle cause del decesso: si ipotizzò il suicidio, si pensò ad un omicidio messo in atto dal marito per gelosia e si disse anche che il Digby , ossessionato dalla bellezza della moglie, avesse perse a somministrarle del veleno di vipera (come detto Digby coltiva interessi nel campo dell'alchimia) credendosi che questa sostanza, nelle dosi adeguate, rallentasse il processo di invecchiamento. Un errore nella dose avrebbe causato la morte di Venetia. Lo scandalo fu tale che sul corpo della donna venne eseguita anche un'autopsia – fatto ai tempi molto raro – che tuttavia non chiarì la causa del suo decesso.
Proprio la dipartita di Venetia fu occasione di un ulteriore, celebre, ritratto di Van Dyck della moglie di Lord Digby che la effigia sul letto di morte così come ella venne ritrovata al mattino. Van Dyck in verità edulcorò la tragedia, effigiando Venetia piuttosto come una donna che dorme serenamente e l'unica allusione che si tratti della raffigurazione di una defunta si limita forse alla rosa cui sono stati strappati i petali che si vede sul lenzuolo del letto di morte. Fiore privato dei petali che poterebbe essere ad un tempo un simbolico riferimento alla morte di una donna ancor giovane (Venetia aveva trentatré anni) e l'ultimo omaggio di un marito innamorato.
Accecato dal dolore per la morte di sua moglie Digby, come egli stesso racconta in una lettera, nei mesi successivi alla morte di Venetia non si separava mai da questo ritratto portandolo con se anche a letto, forse per avere l’illusione che Venetia fosse ancora coricata al suo fianco.
Anche il ritratto allegorico di Venetia in vesti di prudenza - che Van Dyck redasse in due versioni - è da connettersi agli sforzi di Lord Digby per risollevare l'onore di sua moglie e benché non datato è generalmente ritenuto di poco successivo alla morte di lei.
Entrambe le versioni del ritratto allegorico vennero portate da Digby a Parigi dove egli seguì Enrichetta Maria durante la guerra civile inglese. È probabile che entrambi i ritratti (ma per il dipinto milanese questo non è sicuro) siano poi confluiti nelle collezioni del cardinal Mazzarino. Il dipinto milanese è documentato a Palazzo Reale sin dal 1857, ma si ignora in quali circostanze esso dalla Francia sia giunto in questa sede, ove tuttora si trova.