Il circuit bending è l'arte, inventata da Reed Ghazala nel 1960, di creare cortocircuiti di basso voltaggio in strumenti elettronici alimentati a pile, come giocattoli, tastiere, batterie elettroniche e effetti per chitarra, allo scopo di creare nuovi strumenti musicali e generatori di suono.

Tale processo consente di sperimentare nuove sonorità caratterizzate da causalità e spontaneità dei suoni. Generalmente è un processo che si associa alla musica elettronica sperimentale e a musicisti alla ricerca di nuove sperimentazioni sui suoni e di nuove strumentazioni aleatorie.

Il circuit bending è nato e si è sviluppato grazie alla necessità di sperimentare su strumenti di seconda mano e preferibilmente databili anni '80 (come lo Speak&Spell della TI o l'italiano Grillo Parlante by Clementoni), spesso di natura musicale al fine di ottenere risultati sempre più interessanti e imprevedibili. All'interno di ogni strumento troviamo componenti di ogni genere, ogni cosa ha una sua logica, un suo flusso, una corrente. Ma il circuit bending va oltre tali teorie scientifiche ed elettroniche: esso va a stravolgere l'intero circuito, mandando la corrente da una parte del circuito ad un'altra. Sconvolgendo il legame tra componenti quindi si avrà l'effetto di creare un suono improponibile, dalla ripetibilità improbabile ma che sicuramente sarà nuovo per il nostro orecchio.

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Simbolo mancante (man)