Insigne collegiata parrocchiale di Santa Maria Maggiore
La insigne collegiata di Santa Maria Maggiore in Guglionesi è una chiesa cattolica di Guglionesi, in provincia di Campobasso.
Insigne collegiata parrocchiale di Santa Maria Maggiore | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Località | Guglionesi |
Coordinate | 41°54′42.97″N 14°54′45.36″E |
Religione | cristiana cattolica di rito romano |
Diocesi | Termoli-Larino |
Storia
La chiesa fu fondata in epoca normanna in stile romanico e fu ricostruita, invertendone l'orientamento, nel 1746 in stile barocco[1].
Dagli studi e dai documenti è affermabile che la chiesa fu realizzata nell'XI secolo dopo che i Normanni conquistatori ebbero fatto voto alla Madonna, sotto il comando di Goffredo d'Altavilla, durante la presa di Guglionesi. Il castello fu fortificato e venne eretta una chiesa, inizialmente dedicata a San Pietro. Un atto notarile del 1313 fa pensare che la chiesa vera e proprie fu costruita un secolo dopo la presa della città; tale atto riguardava l'accordo preso tra gli abitanti e il clero, in base a cui questi ultimi ottenevano dai cittadini il diritto di eleggere i capitolari, il Primicerio e l'Arciprete. La Collegiata venne accomunata all'altra chiesa di San Nicola, di epoca precedente.
Immediatamente nella chiesa vi venne venerato Sant'Adamo da Petacciato (XI secolo), vescovo della zona, che predicò a Guglionesi nel 1020 circa, e le cui reliquie furono traslate nella Collegiata il 3 giugno 1102.
Le sue reliquie nel 1567 furono trasferite in un luogo ignoto, date le varie scorrerie ottomane nella costa di Guglionesi.
La chiesa, proprio a causa di intemperie, terremoti e devastazioni dell'uomo, subì dei restauri nel 1187, poi nel 1195 dalla regina Costanza Chiaramonte di Napoli che le concesse lo "juspatronato", e infine nel 1746, con il corposo restauro della facciata e degli interni, durato fino alla consacrazione nel 1796.
Descrizione
Aspetto esterno e interno
La collegiata inizialmente dedicata a San Pietro, presenta l'esterno della facciata in stile barocco, l'impianto medievale originale (a croce latina), anche se alterato con i restauri settecenteschi, e la parte posteriore originale, con tre absidi in pietra semicircolari. La facciata è tripartita da paraste a sezione mistilinea, con portali e frontoni spezzati, corrispondenti alle navate interne (tre), mentre la parte superiore è stata realizzata nel 1954, in stile falso antico.
Il portale principale presenta una lunetta con bassorilievo raffigurante un leone e un grifone in lotta, del XIII secolo; i portali laterali portano in alto una finestra quadrilobata, quella centrale è più ampia, presentando un elegante disegno di stile barocco, nelle linee ondulate della nicchia e dello stemma della città.
Il campanile è una torre a pianta quadrangolare, che dopo il promo blocco maggiore, si suddivide in altri ordini più snelli, di matrice barocca, con un tamburo per sostenere la cuspide finale a cono.
L'interno è a tre navate, ristrutturato nel Settecento, con una cupola a calotta con tamburo presso il presbiterio, all'incrocio dei bracci del transetto. La divisione in arcate dell'ordine delle navate è scandita da campate con robusti pilastri, con lesene e capitelli d'ordine composito.
Le varie opere di pregio sono il trittico di Michele Greco di Savenola, poi l'altare maggiore in legno con vari intarsi, e la tavola della Madonna Assunta (1753), un secondo altare con la tavola dell'Ultima Cena (1795) di Ferdinando Castiglia, e l'altare di Sant'Adamo con la tela di Pietro Bardellino (1786), un coro ligneo e un pulpito in legno di noce, scolpiti nel XVIII secolo, un'ancòna in legno del Cinquecento della Madonna col Bambino, la statua di Sant'Adamo, e un'icona dell'Assunta del 1505, racchiusa in cornice argentata.
Cripta di Sant'Adamo
Dell'edificio più antico si conserva una cripta sostenuta da arcate a tutto sesto su colonne[2]. La cripta è l'elemento più antico e interessante della Collegiata, situata all'altezza delle tre absidi esterne, risalente al XII secolo: è suddivisa in piccola campate da colonnine circolari, e sulle volte si trovano degli affreschi cinquecenteschi con scene dell'Antico Testamento (Diluvio, Arca di Noè, Torre di Babele), mentre in un locale adiacente ci sono scene dal Libro della Genesi. La cripta è accessibile dalla navata di destra, conserva le reliquie di Sant'Adamo, protettore di Guglionesi, e la sua vita è raffigurata in un ciclo di affreschi del 1587, di stampo manierista. Vi è una pala d'altare del 1740, in legno dorato, raffigurante l' "Estasi di Sant'Adamo" sullo sfondo di una Guglionesi medievale, mentre presso l'altare si trova la statua argentea del santo.
Note
- ^ Provincia di Campobasso: Breve e non esaustivo profilo storico dei centri abitati della provincia, p.78 del documento in .pdf.
- ^ Il Rocchia la descrive così[senza fonte]: Vi si accedeva da due porte, la più grande verso oriente, avente a sinistra il battistero di legno di noce ben lavorato. La Chiesa aveva anche tre navate con grandi colonne di pietre marmoree e lavorate. Si saliva all'altare maggiore, coro e sagristia per quindici gradini di pietre lavorate. L'Altare Maggiore era di legno dorato, come pure il Capo-Altare con quattro colonne riccamente decoratee molto antiche aventi in mezzo il Quadro grande dell'Assunta. Sul Pergamo di gesso era scolpita l'arme dell'Università (comune). A destra dell'Altare Maggiore vi era il coro di legno di noce con sedici stalli pe' canonici. Facendo i Vescovi di Termoli quasi sempre la loro residenza in Guglionesi, vi era anche la Sedia Pontificale con Baldacchino tutto di noce e lavorato come il coro. Fino al 1746 dalla volta della chiesa soprastante il presbiterio pendevano ancora i cappelli di nove vescovi morti in Guglionesi. In mezzo al coro aprivasi la Porta della Sagristia, che ne aveva un'altra inferiore detta Sagristia del fuoco perché nell'inverno vi si andava a riscaldare. Vi era un armadio grande per l'argenteria e gli arredi sacri della Chiesa. A sinistra dell'Altare maggiore vi era un organo a nove registri, ed un'altra Sagristia detta dell'acqua per la grandissima cisterna che vi era, e che attesta pure l'antichità e l'importanza della Chiesa Maggiore, infatti nei primi secoli cristiani si usava avere dell'acqua davanti alle chiese perché i fedeli si purificassero prima di entrarvi, come l'acqua benedetta di adesso. Scendendosi dal Presbiterio al basso della Chiesa di incontravano a destra le seguenti Cappelle: 1. Di S. Biase, della famiglia Sementelli; 2. Del SS. Corpo di Cristo, con Platea a parte; 3. Di S. Catarina, della Mensa Vescovile; 4. Di S. Antonio da Padova, della famiglia Romanelli. A sinistra, invece, le seguenti Cappelle: 1. Dei Ss. Lucia, Leonardo e Lorenzo della famiglia de Finis; 2. Del SS. Nome di Gesù, fam Tedeschi. Si accedeva al Succorpo per due Porte poste a destra e sinistra della gradinata del presbiterio.