Divisione Nazionale 1926-1927
La Divisione Nazionale 1926-1927 fu la ventisettesima edizione del massimo campionato italiano di calcio. Sul campo il vincitore fu il Torino, ma lo scudetto venne revocato nel corso della stagione successiva perché un membro del consiglio di amministrazione del club fu accusato di aver comprato la vittoria nel derby contro la Juventus, giocato il 5 giugno 1927 e vinto per 2-1 dalla formazione granata.
Divisione Nazionale 1926-1927 | |
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Competizione | Divisione Nazionale |
Sport | ![]() |
Edizione | 27ª |
Organizzatore | Direttorio Divisioni Superiori |
Date | dal 3 ottobre 1926 al 10 luglio 1927 |
Luogo | ![]() |
Partecipanti | 20 |
Formula | 2 gironi + girone finale A/R |
Risultati | |
Vincitore | Torino (titolo revocato) |
Secondo | Bologna |
Terzo | Juventus |
Statistiche | |
Miglior marcatore | ![]() |
Incontri disputati | 218 |
Gol segnati | 739 (3,39 per incontro) |
Cronologia della competizione | |
Questo fu il primo campionato italiano organizzato su base nazionale.
Stagione
La Divisione Nazionale
L'intervento diretto del regime fascista nel mondo del calcio nell'estate del 1926 aveva rivoluzionato l'organizzazione dei campionati italiani: la Carta di Viareggio, per la prima volta, riunì le squadre del Nord e quelle del Sud in un unico torneo, la Divisione Nazionale. Il regime, secondo gli ideali nazionalistici, era infatti interessato a superare la dicotomia che aveva caratterizzato il mondo del calcio fin dalle sue origini in Italia, arrivando a un campionato esteso sull'intero territorio nazionale.
Il nuovo regolamento prevedeva inoltre l'abolizione della finale, un appuntamento che negli ultimi anni si era dimostrato ingestibile sotto il profilo dell'ordine pubblico a causa delle fortissime rivalità che si scatenavano fra le tifoserie avversarie. Lo Scudetto sarebbe stato assegnato invece in un piccolo torneo da sei squadre, che avrebbe avuto inoltre il pregio di abbozzare per la prima volta una classifica, un metro di misura delle rispettive forze delle migliori società a livello nazionale. Per le squadre eliminate dalle finali venne invece introdotto uno specifico trofeo di consolazione: la Coppa CONI.
Formula
Due gironi nazionali da 10 squadre ciascuno, di cui le prime tre classificate accedono alla fase finale, mentre le ultime due vengono retrocesse. Lo scudetto viene assegnato alla vincitrice del raggruppamento finale composto da 6 squadre.
Avvenimenti
Il torneo segnò l'inizio del dominio delle squadre metropolitane sul campionato, e il conseguente declino delle provinciali, limitate dall'insorgere del professionismo sostenuto dai grandi capitali finanziari. Le sei finaliste furono infatti tutte espressione delle quattro più grandi città del Nord. Dopo un lustro di mediocrità, si rifecero vive anche le due milanesi, protagoniste di un percorso finalmente all'altezza del loro blasone.
Molto regolare fu il cammino dei campioni in carica della Juventus, la cui partecipazione alle finali non fu mai in dubbio; non ebbe problemi neppure l'Inter, che anzi ottenne un risultato di prestigio battendo i bianconeri a Milano. Assai faticosa fu invece la qualificazione del Genoa, costretto a rincorrere il Casale e capace di aver ragione dei nerostellati grazie a una netta vittoria nello scontro diretto di Marassi, a cinque gare dal termine.
Speculare l'esito dell'altro raggruppamento. Anche qui la vincitrice fu una torinese, il Torino, inseguita da una milanese, il Milan, che giocò la prima stagione nel nuovo stadio di San Siro, dove si inchinarono gli stessi granata. Più incerta la qualificazione del Bologna, che grazie a un autorevole girone di ritorno seppe tenere a bada l'Alessandria e il Livorno, l'ultimo avversario ad arrendersi.
In zona retrocessione, le tre new entry del Sud ebbero il primo scottante contatto con la realtà del calcio settentrionale, dotato di un tasso tecnico nettamente superiore a quello dell'ex-Lega Sud. L'Alba Audace riuscì invero a compiere un discreto percorso iniziale, ma si perse alla distanza e uscì sconfitta da quattro delle ultime cinque partite, venendo superata sia dal Verona sia dal Brescia, che la relegarono al fatale penultimo posto. Non ebbe invece mai speranze l'altra squadra romana, la Fortitudo, che conobbe nella vittoria casalinga sul Torino l'unico lampo di una stagione oscura. Discorso a parte va fatto per il Napoli, che al suo primo anno di vita fu protagonista di una stagione disastrosa: il solo punto ottenuto fu strappato dai partenopei al Brescia, grazie a un pareggio in casa a reti bianche.
La Federazione non poté che prendere atto dell'inadeguatezza del calcio meridionale in un torneo unificato: fedele comunque al progetto di un campionato nazionale, decise di ripescare la compagine partenopea, avendo ottenuto da una parte precise garanzie di campagna acquisti dal presidente Giorgio Ascarelli, e dall'altra sostenendo la fusione fra Alba, Fortitudo e Roman Football Club, dando così vita alla Roma, la quale venne ammessa in Divisione Nazionale malgrado i tre club fondatori fossero destinati, in teoria, a disputare la Prima Divisione. A permettere il ripescaggio fu la fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese nella Dominante (avvenuta il 2 luglio 1927) che liberò un posto in Divisione Nazionale. Sembrò dunque prospettarsi un torneo di qualificazione tra Napoli, Cremonese e Roma con in palio il posto rimasto vacante in Divisione Nazionale, ma i tre club chiesero e ottennero l'allargamento della massima divisione da venti a ventidue compagini, venendo pertanto riammesse tutte e tre. L'allargamento della Divisione Nazionale da 20 a 22 squadre, con conseguente riammissione di Napoli, Cremonese e Roma, fu stabilito durante l'assemblea federale del 25 agosto 1927.
Sei squadre di vaglia del calcio italiano si ritrovarono dunque a contendersi lo scudetto; fra di esse, l'unica a non aver mai vinto il titolo in precedenza era il Torino. La nuova formula del torneo riproponeva, dopo sei anni, i derby fra squadre della stessa città. Le due milanesi, Inter e Milan diedero segni di appagamento, chiudendo sul fondo della graduatoria. Il Torino invece si mise in evidenza, trascinato dal cosiddetto Trio delle Meraviglie composto dall'argentino Julio Libonatti, dal piemontese Adolfo Baloncieri e dal ligure Gino Rossetti. I granata, infatti, ottennero due fondamentali successi casalinghi nel derby il 5 giugno e contro il Bologna il 3 luglio 1927 (quest'ultimo incontro, disputato inizialmente il 15 maggio e vinto sempre dal Torino, venne fatto ripetere in seguito a un controverso errore tecnico arbitrale, ovvero un presunto fuorigioco non segnalato nell'azione del gol, rilevato dalla Federazione nonostante il parere contrario del direttore di gara).[1] Fu così che il Torino poté festeggiare il suo primo storico tricolore.
Fu però una vittoria di Pirro: l'autunno successivo, le conseguenze del caso Allemandi privarono i granata di questo titolo. A far condannare i torinesi fu la succitata vittoria nel derby, che secondo le autorità fu conseguita in maniera truffaldina, sebbene la sentenza di revoca dello scudetto avvenne su base indiziaria e non probatoria.
Qualificazioni pre-campionato
Nel settembre del 1926 venne concesso alle otto società retrocesse a giugno di giocarsi un imprevisto posto di ripescaggio in applicazione della Carta di Viareggio.
Primo turno
Squadra 1 | Risultato | Squadra 2 |
---|---|---|
Alessandria | 6-1 | Pisa |
Legnano | 2-0[2] | Udinese |
Mantova | 7-3[3] | Reggiana |
Novara | 4-0 | Parma |
Secondo turno
Squadra 1 | Risultato | Squadra 2 |
---|---|---|
Alessandria | 4-1 | Legnano |
Mantova | 3-4[4] | Novara |
Terzo turno
Squadra 1 | Risultato | Squadra 2 |
---|---|---|
Alessandria | 2-2[5] | Novara |
Ripetizione
Squadra 1 | Risultato | Squadra 2 |
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Alessandria | 3-1 | Novara |
Verdetto
- Alessandria ammessa alla Divisione Nazionale.
Girone A
Squadre partecipanti
Club | Rosa | Città | Stadio | Stagione 1925-1926 |
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Alba Audace | dettagli | Roma | Campo Velodromo Salario | Finalista nazionale |
Brescia | dettagli | Brescia | Stadium di Viale Piave | 8° nel girone A della Prima Divisione |
Casale | dettagli | Casale Monferrato | Stadio Natale Palli | 6° nel girone A della Prima Divisione |
Genoa | dettagli | Genova | Campo Marassi | 3° nel girone B della Prima Divisione |
Verona | dettagli | Verona | Campo di Piazza Cittadella | 4ª nel girone A della Prima Divisione |
Inter | dettagli | Milano | Campo di via Goldoni | 5ª nel girone A della Prima Divisione |
Juventus | dettagli | Torino | Stadio di Corso Marsiglia | Campione d'Italia |
Modena | dettagli | Modena | Ex Velodromo | 3° nel girone A della Prima Divisione |
Napoli | dettagli | Napoli | Stadio Militare dell'Arenaccia | Finalista di Lega Sud |
Pro Vercelli | dettagli | Vercelli | Foro Boario | 7ª nel girone B della Prima Divisione |
Classifica finale
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR | |
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1. | Juventus | 27 | 18 | 12 | 3 | 3 | 44 | 10 | +34 | |
1. | Inter | 27 | 18 | 12 | 3 | 3 | 49 | 22 | +27 | |
3. | Genoa | 24 | 18 | 10 | 4 | 4 | 37 | 15 | +22 | |
4. | Casale | 21 | 18 | 9 | 3 | 6 | 24 | 22 | +2 | |
5. | Pro Vercelli | 20 | 18 | 7 | 6 | 5 | 27 | 22 | +5 | |
6. | Modena | 18 | 18 | 6 | 6 | 6 | 21 | 27 | -6 | |
7. | Brescia | 15 | 18 | 6 | 3 | 9 | 28 | 35 | -7 | |
7. | Verona | 15 | 18 | 6 | 3 | 9 | 19 | 35 | -16 | |
9. | Alba Audace | 12 | 18 | 5 | 2 | 11 | 25 | 32 | -7 | |
10. | Napoli | 1 | 18 | 0 | 1 | 17 | 7 | 61 | -54 |
Verdetti
- Genoa, Inter e Juventus qualificate per la fase finale.
- Alba Audace retrocessa e fusa a fine stagione con la Fortitudo Pro Roma nella Roma.
- Napoli ripescato dalla FIGC per motivi geografici.
Risultati
Calendario
StatisticheSquadreClassifica in divenire
Girone BSquadre partecipantiClassifica finale
Verdetti
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