Coriza[2][3][4][5][6] o anche Corizza[7] in albanese Korça o Korçë (Горица/Gorica in macedone; Κορυτσά in greco) è un comune albanese, capoluogo dell'omonima prefettura. Si trova nell'Albania centro-meridionale, non lontana dai confini con Grecia e Macedonia.

Coriza
comune
(SQ) Korça o Korçë
Coriza – Stemma
Coriza – Bandiera
Coriza – Veduta
Coriza – Veduta
Vista sulla cattedrale della Resurrezione nel centro di Coriza
Localizzazione
StatoAlbania (bandiera) Albania
Prefettura Coriza
Amministrazione
SindacoSotiraq Filo (PS)
Territorio
Coordinate40°37′N 20°46′E
Altitudine850 m s.l.m.
Superficie6,61 km²
Abitanti75 994[1] (cens. 2011)
Densità11 496,82 ab./km²
Altre informazioni
LingueAlbanese
Cod. postale7001-7004
Prefisso082
Fuso orarioUTC+1
TargaKO fino al 16/02/2011
Nome abitantiKorçarë
Cartografia
Mappa di localizzazione: Albania
Coriza
Coriza
Sito istituzionale

In seguito alla riforma amministrativa del 2015, a Coriza sono stati accorpati i comuni di Drenovë, Lekas, Mollaj, Qendër Bulgarec, Vithkuq, Voskop e Voskopoja, portando la popolazione complessiva a 75.994 abitanti (dati censimento 2011).

È la sesta città più grande dell’Albania. Si trova su un altopiano a circa 850 m sopra il livello del mare, circondato dalle montagne della Morava.

Etimologia

Coriza è chiamata diversamente in altre lingue: aromeno: Curceaua o Corceao; bulgaro: Горица, Goritsa; greco: Κορυτσά, Korytsa; macedone: Горица, Goritsa; turco: Görice. La parola gorica ​​significa collina[8] nelle lingue slave meridionali, ed è un toponimo molto comune in Albania e nei paesi slavi (ad esempio Podgorica in Montenegro, Gorizia, Dolna Gorica nel comune di Pustec e così via). È diminutivo del toponimo slavo "gora", che significa montagna, che si trova anche nei toponimi in tutti i paesi slavi e in paesi non slavi come l'Albania, la Grecia e l'Italia.

Storia

Medioevo e dominazione Ottomana

 
La Moschea Iljaz Mirahori costruita nel 1494

Dal XIII secolo Coriza si trattava di un piccolo insediamento chiamato Episkopi (greco: Επισκοπή, vescovado)[9]. La città moderna risale al 1480, quando Iljaz Bey Mirahor, durante il regno del sultano ottomano Bayezid II, sviluppò la città dopo essere diventato amministratore e costruì una moschea che tutt’oggi porta il suo nome.[9][10][11] Coriza era un sangiaccato del Vilayet di Monastir nell'impero ottomano conosciuto con il nome turco Görice.[12].

La città iniziò a prosperare quando la vicina città di Moscopoli fu attaccata dalle truppe musulmane albanesi di Alì Pascià di Tepeleni nel 1788[13] [14]. Coriza crebbe come parte della sua popolazione che proveniva dalla vicina Moscopoli[15]. Le fonti greche (Liakos e Aravandinos) hanno annotato le origini delle popolazioni aromaniche di Coriza, di cui la maggioranza proveniente da Moscopoli, altre provenivano dai villaggi di Shalës e Kolonjë che stabilirono il distretto del mercato della città noto come Varosh[16] . Gli aromani del sottogruppo Arvanitovlach che all'inizio del XIX secolo giunsero nell'area giocarono un ruolo significativo nello stabilire la classe urbana cristiana di Coriza[16]. Nell'opera dell’autore greco Psalidas, la Geografia del 1830, scrisse che nel distretto di Varosh a Korçë vivevano 100 famiglie aromane[16] .

Secondo il diplomatico francese François Pouqueville, nel 1805 vivevano in città 1.300 famiglie, due terzi cristiane[17]. La città passò dall'avere una popolazione di 8.200 (1875) a 18.000 (1905) abitanti e tra questi 14.000 erano classificati come greci e il resto come albanesi[15]. Probabilmente furono considerati greci poiché aderivano al cristianesimo ortodosso, ma Michael Palairet sostenne che la maggior parte erano aromani (Vlachs)[15]. Altre fonti hanno tuttavia caratterizzato la popolazione come principalmente albanese all'inizio del ventesimo secolo,[18] mentre altri come greca.[17] Il greco era la lingua dell'élite e la maggior parte della popolazione aromena impegnata nel commercio, nell'artigianato e nel commercio internazionale divenne una delle comunità più ricche dell'Epiro e della Macedonia.[15] Gli albanesi invece si impegnavano principalmente nell'allevamento, l'agricoltura ed erano per lo più poveri[15]. Gli abitanti della città parlavano albanese e greco[17].

L'isolamento culturale di Coriza fu ridotto grazie alle scuole greche, la prima fondata in città nel 1724.[19][20] Successivamente, gli intellettuali rivoluzionari musulmani albanesi della città emersero negli anni intorno al 1840 con l’intento di preservare l'Albania musulmana all'interno di uno stato ottomano riformato[20]. A causa della crescente ellenizzazione degli anni Settanta dell'Ottocento, quei sentimenti furono sostituiti dal concetto di una nazione albanese basata su fattori linguistici e culturali attraverso la lotta contro un Impero ottomano in rovina[20]. Durante la tarda epoca ottomana, gli albanesi ortodossi coinvolti nel risveglio nazionale albanese provenivano principalmente da Coriza e dalle aree circostanti[21]. D'altra parte, il consiglio comunale della città, noto come demogerontia (in greco: Δημογεροντία), e il vescovado della città, che si riconoscevano come greci, inviarono un memorandum segreto al dipartimento degli uffici esteri della Grecia, suggerendo vari modi per affrontare le attività degli albanesi nazionalisti[22]. Nel 1885, Jovan Cico Kosturi divenne il fondatore di un comitato chiamato Società Culturale Albanese, insieme a Thimi Marko e Orhan Pojani, ma l'organizzazione fu soppressa dalle autorità ottomane e dalla Chiesa ortodossa, ma continuò ad operare clandestinamente e proseguì le sue attività come Comitato segreto di Coriza (Komiteti i Fshehtë i Korçës),[23] e due anni dopo, nel marzo 1887, con l'aiuto dei fratelli Frashëri, il Comitato segreto istituì la prima scuola albanese[24].

Nel tardo periodo ottomano, gli abitanti di Coriza e delle aree circostanti emigrarono all'estero per maggiori opportunità economiche, andando in paesi ortodossi come Romania, Grecia e Bulgaria, mentre i musulmani andarono a Istanbul eseguendo principalmente lavori di manodopera umile.[25] La migrazione dei coriziani della fine del diciannovesimo secolo fu prevalentemente verso gli Stati Uniti, dove andarono a lavorare lì, risparmiando denaro e con l'intento di tornare a casa.[26]

Era moderna

Fu uno dei perni del fronte durante la Campagna italiana di Grecia nel 1940-1941.

Economia

Coriza è ai margini dell'ex palude di Maliqi, i cui lavori di bonificazione furono iniziati durante l'occupazione italiana dell'Albania ed è ora un centro di lavorazioni dei prodotti agricoli: cereali, zucchero, latticini, birra.

Nei dintorni di Coriza si hanno giacimenti di carbone.

Società

Religione

La popolazione, in maggioranza, professa la religione cristiana ortodossa, essendo la città da sempre un importante centro della Chiesa ortodossa albanese e dal 1670 sede vescovile metropolitana[27]. Sono presenti diverse chiese, prima fra tutte la Cattedrale della Resurrezione di Cristo ricostruita interamente nel 1992 e situata nella piazza centrale cittadina. Anche una consistente comunità islamica sunnita è presente in città e nei dintorni con la moschea Iljaz Mirahori del 1494 (una delle più antiche dell'Albania), come pure la comunità bektashi con la tekke Turan.

Cultura

Università

Coriza è sede di una università intitolata dal 1994 al patriota albanese Fan Stilian Noli che fu anche politico, religioso, traduttore, scrittore e critico di musica e che nel 1924 fu per premier dopo la vittoria della Rivoluzione Democratica.

L'Università venne fondata il 7 gennaio 1992, ereditando l'esperienza dell'Istituto Agrario di Korçe fondato nel 1971. Oggi l'Università ha tre Facoltà: Agraria, Scienze della formazione ed Economia. Nel 1994 è stata istituita anche l'Alta scuola di infermeria.

Gli studi sono suddivisi in due tipi: a tempo pieno e part time e l'insegnamento si basa sul Processo di Bologna. Dal 2008 si studiano 16 programmi di studio. Alla facoltà di Scienze della formazione viene conseguita la laurea di primo livello in lingua e letteratura, lingua Inglese, filosofia e sociologia, matematica e informatica, matematica e fisica, pedagogia. Alla facoltà di economia viene conseguita la laurea di primo livello in finanza, management, marketing e turismo. Alla facoltà agraria viene conseguita la laurea in agroalimentare, agrobusiness e orticultura. Alla'Alta Scuola di infermeria viene conseguita la laurea in infermeria generale e ostetrica. Nell'ottobre 2009, alla inaugurazione dell'anno accademico 2009-2010, l'Università e precisamente la Facoltà di Economia ha istituito la sua filiale, ramo di turismo, a Pogradec, una città a 40 km circa da Coriza. La città di Pogradec è famosa per il suo straordinario lago che porta il nome di Ocrida e per i nomi di grandi poeti e scrittori albanesi, quali Lasgush Poradeci e Mitrush Kuteli.

Sport

Il KS Skënderbeu è la società calcistica con sede in città.

Amministrazione

Gemellaggi

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ (EN) Population and housing Census 2011 (PDF), su instat.gov.al. URL consultato il 15 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  2. ^ Atlante Zanichelli, p.19
  3. ^ Cfr. "Coriza" nell'enciclopedia Treccani.
  4. ^ Cfr. "Coriza (città)" nell'enciclopedia Sapere.
  5. ^ Atlante Zanichelli 2009, Zanichelli, Torino e Bologna, 2009, p. 53.
  6. ^ Cfr. "Coriza" in Sandro Toniolo, Principali esonimi italiani di elementi geografici europei, in L'universo, anno LXXXI (2001), n. 2, Istituto geografico militare, Firenze, p. 10.
  7. ^ Cfr. a p. 385 in Enciclopedia Universale. Garzanti, 1979.
  8. ^ Law, Gwilim (2010). Administrative Subdivisions of Countries. Page 22
  9. ^ a b Handbook of Central and East Europe: 1932–33, Zürich, Central European Times Publishing Company, 1932, p. 21.
    «"It was an unimportant little village, named Episkopi until in 1487, when the Albanian Kodja Mirahor Ilias Bey became its administrator and founded the mosque called after him»
  10. ^ Korçë, su britannica.com, Encyclopædia Britannica. URL consultato il 15 January 2016.
  11. ^ Muhammad Masud, Dispensing justice in Islam: Qadis and their judgements, BRILL, 2006, p. 283, ISBN 90-04-14067-0.
  12. ^ Muhammad Masud, Dispensing justice in Islam: Qadis and their judgements, BRILL, 2006, p. 283, ISBN 90-04-14067-0.
  13. ^ Princeton University. Dept. of Near Eastern Studies. Princeton papers: interdisciplinary journal of Middle Eastern studies. Markus Wiener Publishers, 2002. ISSN 1084-5666, p. 100.
  14. ^ Fleming Katherine Elizabeth. The Bonaparte: diplomacy and orientalism in Ali Pasha's Greece. Princeton University Press, 1999. ISBN 978-0-691-00194-4, p. 36: "...Moschopolis, destroyed by resentful Muslim Albanians in 1788"
  15. ^ a b c d e Michael Palairet, Macedonia: A Voyage through History (Vol. 2, From the Fifteenth Century to the Present), Cambridge, Cambridge Scholars Publishing, 2016, pp. 114–115, ISBN 9781443888493.
  16. ^ a b c Asterios Koukoudis, The Vlachs: Metropolis and Diaspora, Thessaloniki, Zitros Publications, 2003, ISBN 9789607760869. pp. 297-298. "Regarding the origins of the urban Vlachs of Korçë, Liakos notes that, according to a written source dating to 1867, apart from the Moschopolitans, there were also Vlachs from the village of Shalës in Kolonjë, which he describes as a former Arvanitovlach settlement. Aravandinos reports that the people from Shalës and many from Moschopolis probably settled in Korçë in an organised way, when the area was fairly calm after 1834. These settlers established the market district in Korçë known as Varossi. If we bear in mind that the Arvanitovlachs who arrived in the Korçë area in the early nineteenth century played a considerable part in establishing the Christian urban class in Korçë, then we may, rather cautiously perhaps, suppose that one of the places from which they came was Shalës."; p. 361. "Indeed, according to Psalidas's Geography, in around 1830, after the Greek War of Independence and a period of renewed insecurity,... And in the same period, 100 Vlach families were living in the Varossi district of Korçë."
  17. ^ a b c Adela Ismyrliadou, Educational and Economic Activities in the Greek Community of Koritsa during the Second Half of the Nineteenth Century, in Balkan Studies, vol. 1, n. 37, 1996, p. 235.
  18. ^ Muin Çami. Shqiptarët dhe francezët në Korçë (1916 – 1920). Dituria: Tirana 1999. Page 132: "....ushtarakët francezë që qëndruan në Korçë dhe që mundën kështu të njiheshin me karakterin etnik shqiptar të popullsisë dhe me aspiratat e vërteta kombëtare të shumicës dërrmuese të kësaj popullsie. Lajmi i largimit të trupave franceze dhe i zëvendësimit të tyre me ato greke e vuri qeverinë shqiptare dhe veçanërisht rrethet patriotike në trevën e Korçës, përpara një sprove të rëndë."
  19. ^ (Greek) Evis Qaja, {{{title}}}, su invenio.lib.auth.gr, University of Thessaloniki, 2006, 118–121. URL consultato il 6 February 2013. Lingua sconosciuta: Greek (aiuto)
  20. ^ a b c David Turnock, The economy of East Central Europe, 1815-1989: Stages of transformation in a peripheral region, London, Routledge, 2004, p. 52, ISBN 9781134678761.
  21. ^ Arshi Pipa, The politics of language in socialist Albania, Boulder, East European Monographs, 1989, p. 196, ISBN 9780880331685. "Most of the Tosk Orthodox patriots came from Korçë and its regions."
  22. ^ (Greek) The Relations between the Greeks and the Albanians during the 19th Century: Political Aspirations and Visions (1875 - 1897), in didaktorika.gr, University of Ioannina, pp. 252–253, DOI:10.12681/eadd/12856. URL consultato il 24 June 2017. Lingua sconosciuta: Greek (aiuto)
  23. ^ Frashëri, Kristo. Rilindja Kombetare Shqiptare. Page 41: "1885, at Korça there was formed a secret committee headed by Jovan Cico Kosturi with co-members Thimi Marko and Orhan Pojani, which assumed the mission to organize in the interior of Albania an Albanian Cultural Society. But due to the Ottoman reaction and phanariot church persecutions, the said society could not be founded. Nevertheless, the Secret Committee of Korça continued its activity for a long time in a clandestine and illegal way".
  24. ^ Frashëri, Kristo. Rilindja Kombetare Shqiptare. Page 43: "the Secret Committee of Korça, with the help of Naim Frashëri and Sami Frashëri, set up in the city of Korça, on 7th of March 1887, the first Albanian National School. The first teachers of this sçhool were Pandeli Sotiri (during the first year) and later Petro N. Luarasi and Nuchi Nachi."
  25. ^ Eckehard Pistrick, Performing nostalgia: Migration culture and creativity in south Albania, Farnham, Ashgate Publishing, 2015, p. 54, ISBN 9781472449535.
  26. ^ Introducing and theorising Albanian migration, in The New Albanian Migration, Brighton-Portland, Sussex Academic, 2005, p. 8. "Albanian emigration to the US started in the late nineteenth century, as noted above. Most migrants came from Korçë and other parts of rural southern Albania (figure 1.1). They were predominantly Orthodox young men who intended to return home after they had made some money (Lucas 2002: 14; Nagi 1988: 32—33).... the migration to Australia during 1925—6 of Albanians who had returned from the United States but who could not go back to the US because of that country’s quota laws set in place in 1922—4.... Chain migration was a fundamental driving force behind this migration; once again the Korçë area was the dominant district of origin. Korçë migrants settled above all in Shepperton (Victoria) and Moora (Western Australia), specialising in various farming and agriculture-related jobs."
  27. ^ Hrsg. von Oliver-Jens Schmitt. Red.: Andreas Rathberger, Religion und Kultur im albanischsprachigen Südosteuropa, 1., Aufl., Frankfurt am Main, Lang, 2010, pp. 79, ISBN 978-3-631-60295-9.

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