Utente:Lele giannoni/Sandbox 2
Nel 1825 fondò un ufficio di traduzione delle informazioni provenienti dall'estero per i giornali francesi. L’interesse crescente per le notizie dall'estero lo portò a trasformare nel 1835 l'ufficio nell'Agence Havas[1], che forniva anche le notizie della Francia ai giornali stranieri.
Fra i suoi collaboratori ci furono Paul Julius Reuter, che nel 1851 fondò a Londra l'agenzia Reuters, e Bernhard Wolff, che nel 1849 costituì a Berlino il Wolffs Telegraphisches Bureau, precursore dell'agenzia Continentalen e della DPA.
Dopo il suo ritiro dagli affari, nel 1852, i supi eredi, Auguste e Charles-Guillaume Havas, in cinque anni riuscirono ad assicurarsi il monopolio della pubblicità con la Société générale des annonces, trasformatasi in Havas nel 1945.
I primi anni: commerciante internazionale
Charles-Louis Havas proveniva da una famiglia borghese di Rouen, in Normandia. Il padre aveva interessi nel commercio internazionale del cotone e nei comptoirs d’escomptes (banchi di sconto) di Rouen e di Lione[2].
Nel 1805, ventiduenne, Charles-Louis accettò l'invito di un amico di famiglia, il prestigioso commerciante Gabriel-Julien Ouvrard, di andare a lavorare a Nantes come fornitore dell'esercito imperiale. Qui imparò i meccanismi del commercio internazionale, comprando e rivendendo cereali, cotone e prodotti coloniali (zucchero, caffè e cacao).
Il 21 novembre 1806 entrò in vigore il blocco continentale: un decreto di Napoleone proibiva l'attracco sul continenete europeo alle navi che avessero in precedenza toccato un porto inglese. Il Portogallo, paese neutrale, servì da rimedio per l'economia francese, permettendole di approviggionarsi di materie prime. Il commercio del cotone brasiliano, che passava dal Portogallo o dalla Spagna, attirò vari commercianti francesi in queste nazioni[3]. Charles-Louis Havas fu mandato a Lisbona a lavorare per un corrispondente di Ouvrard, Durand-Guillaume de Roure, che si era stabilito in Portogallo da 25 anni.
Meno di un anno dopo, tuttavia, la diplomazia britannica iniziò un'opera di convinzione per attirare il Portogallo nella propria sfera d'influenza. Bonaparte non poteva permetterlo e mandò in Portogallo una parte della Grande Armée al comando del generale Junot con l'ordine di prendere in ostaggio la famiglia reale portoghese.
I commercianti di Lisbona intuirono che ci sarebbe stata penuria di cotone: in particolare Havas, grazie alle conoscenze di Ouvrard, sapeva che il generale Junot stava marciando su Lisbona. Il giovane commerciante decise un'operazione audace: comprare molti carichi di cotone brasiliano per rivenderlo a prezzo d'oro qualche settimana dopo alle filature francesi. Il viaggio di andata e ritorno furono fatte a credito, dal momento che erano 3.000 tonnellate di cotone, un terzo del fabbisogno annuo francese. Havas le rivendette con un enorme plusvalenza a Rouen[4]. le sue navi attraversarono l'Atlantico per toccare il Brasile e caricare la preziosa materia prima del trasferimento della corte portoghese in Brasile.
Infatti, il generale Junot arrivò troppo tardi a Lisbona, il 30 novembre, solo per vedere da lontano le navi che stavano portando in Brasile la famiglia reale portoghese, la quale protestò formalmente contro l'invasione francese del Portogallo. In Brasile, il re del Portogallo ordinò ai commercianti locali di non esportare il cotone in Francia. Questo scatenò l'impennata del prezzo del cotone in Francia, in quanto il Brasile rappresentava nel 1807 più di un terzo del cotone importato in Francia, quanto quello proveniente dagli Stati Uniti[5]. Il cotone della colonia francese di Saint-Domingue era già scomparso a causa della rivoluzione haitiana.
Charles-Louis Havas, ormai ricco e stimato, divenne socio di Durand-Guillaume de Roure e ne sposò la figlia Jeanne, nel 1808 a Lisbona[6].
Banchiere
L'anno dopo, la campagna napoleonica di Spagna comportò l'occupazione del Portogallo da parte degli Inglesi. Espulsa da Lisbona manu militari, la famiglia de Roure-Havas dovette rifugiarsi a Rouen. Charles-Louis tornò a fare il commerciante. Nascono i figli Jeanne Caroline, Charles-Guillaume e Auguste, rispettivamente nel 1809, 1811 e 1814.
La famiglia si trasferì a Parigi nel 1811. Banchiere giovane e benestante, Charles-Louis Havas si specializzò nelle operazioni sui titoli del debito pubblico. Infatti, le guerre napoleoniche svuotavano le casse dello stato[4]. Charles-Louis conosceva bene questo mercato che il suo amico Ouvrard aveva innovato cinque anni prima, inventando un sistema in cui i buoni del Tesoro erano sostituiti, in certo modo, da un prestito occulto e permanente[7].

La caduta del Primo Impero dopo la Battaglia di Waterloo portò con sè il declino del debito pubblico francese.
Informatore finanziario
Il suo amico Gabriel-Julien Ouvrard fu nuovamente rovinato quando un bando di gara organizzato a Baiona nel 1825 per equipaggiare l'esercito francese in occasione della spedizione di Spagna, sfociò nello scandalo dei mercati spagnoli. La crisi di borsa del 1825 completò la rovina di Charles Havas.
Al suo rilascio dalla prigione nel 1825[8] Ouvrard si lanciò di nuovo nella speculazione finanziaria e aveva bisogno di qualcuno che gli trasmettesse le ultime notizie: qualcuno capace di tradurgli e riassumergli il contenuto dei principali giornali del mondo, con rapidità e affidabilità. Charles Havas parlava inglese e tedesco, sua moglie, nata a Lisbona, padroneggiava lo spagnolo e il portoghese: la coppia si trovò negli anni venti dell'Ottocento a capo di un ufficio di informazioni economiche e finanziarie al servizio esclusivo del banchiere Gabriel-Julien Ouvrard[9]. Il loro compito consisteva nel leggere tutto quello che riguardava l'attività delle banche concorrenti: le guerre, i commerci, i corsi delle materie prime, i naufragi delle navi. Siamo nell'epoca in cui i battelli a vapore iniziavano a trasportare il cotone sul Mississippi, e poi si avventuravano anche in mare aperto, mentre l'impero coloniale spagnolo in America esplodeva e nascevano le nuove repubbliche.
Il Bureau de traduction des journaux étrangers
La censura napoleonica, reintroducendo l'autorizzazione preventiva di pubblicazione con decreto 17 gennaio 1800, aveva decimato la stampa. Nel 1818 non c'erano che duecentocinquanta giornali in tutta la Francia: se ne conteranno seicento nel 1835.
Havas costituì nel 1832 il Bureau de traduction des journaux étrangers, che diventerà successivamente il Bureau de nouvelles. Aveva sede all'Hôtel Bullion, proprio di fianco all'Hôtel des ventes, Havas doveva solo attraversare la strada ogni mattina per andare a ritirare lettere e giornali all'Hôtel des Postes, la futura posta centrale di Parigi.
Parlando il tedesco, Havas collaborava anche alla Correspondance Garnier, che nel 1831 aveva sostituito il Bureau Bornsteïn, fondato nel 1811 da un esule tedesco. La pubblicazione aveva una clientela di alcune centinaia di lettori oltre Reno[10]: Havas la rilevò nel 1832, così come rilevò altre due agenzie concorrenti.
Un viaggio attraverso l'Europa gli permise di reclutare dei corrispondenti che si integrarono nell'Agence des Feuilles Politiques-Correspondance Générale, fondata nel 1835 e dal 1838 inviata per posta anche nei Paesi Bassi, in Belgio, in Gran Bretagna, in Germania. Questa nuova attività, che aveva per diettore J. Delaire[11], completava il Bureau de traduction. La nuova Agence Delaire-Havas comunicava con i suoi corrispondenti mediante telegrafo ottico[12], che nel 1844 era costituito da 534 torri che tappezzavano il territorio francese; nello stesso tempo aveva ottenuto un privilegio di trasmissione accelerata dei messaggi inviati per posta[13][14].
L'appoggio del Ministero degli Interni

Nel 1838 l'agenzia Delaire-Havas persuase il Ministro degli Interni Camille de Montalivet ad affidarle un'importante pubblicazione ufficiale destinata alla stampa di provincia e fondata dal rivale di Havas, Jacques Bresson[13], la Correspondance des journaux ministériels des départements, chiamata anche Correspondance Lejollivet[15] e redatta da Léon Vidal, consigliere del ministro per la stampa, che lavorerà a partire dal 1838 per Havas.
Perciò, intorno al 1840 Havas e Delaire pubblicavano quattro bollettini: une Correspondance politique destinée aux préfets et aux sous-préfets, et sa déclinaison pour la presse départementale gouvernementale (La Correspondance politique privée), ainsi que le Petit Bulletin universel aux membres du gouvernement, résumant les nouvelles de la veille et de la nuit. Pour les banquiers et hommes d'affaires, la Petite Feuille[13], synthétique, résume des extraits de journaux, quelques faits boursiers et la cote des obligations. Ils ont rapidement comme clients environ 70 « feuilles départementales[16] ».
Delaire reçoit alors deux subventions, dont une qui varie de 1 100 à Template:Unité, versée tous les trimestres. Au total, sur la période 1840-1841, l'agence Delaire-Havas aurait reçu Template:Unité de l'État[17].
Soutenu par le banquier Jacques Laffite, Havas obtient le droit d'utiliser le télégraphe électrique dès 1845, cinq ans avant que la loi de 1850 ne l'autorise aussi à ses concurrents, sous des conditions très strictes[13].
Questo stretto legame con il Ministero degli Interni spiega perché Balzac chiamasse Havas "il prestanome del ministero"; lo scrittore sosteneva che Havas ricevesse dal ministero 6.000 franchi al mese contro « Template:Unité des journaux », dénonce-t-il[18]. Résultat « les journaux à leur insu, n'ont que ce que le premier ministre leur laisse publier », martèle-t-il[19].
Gli imitatori
La répression qui suit, en 1848, la Révolution de Mars en Allemagne lui permet de recruter trois des meilleurs journalistes de la nouvelle génération : Bernhard Wolff, Paul Julius Reuter et Sigismund Englander (1823-1902). Le premier revient, peu après, à Berlin pour fonder le Wolff’s Telegraphisches Bureau ; les deux autres créent Reuters, après avoir travaillé ensemble dans le même journal politique à Berlin avant 1848. Paul Julius Reuter et Bernhard Wolff se sont aussi connus à Berlin[20], émigrant ensemble à Paris.
En France, la Révolution de 1848 se traduit par la liberté de la presse et celle de réunion. L'adoption du suffrage universel, réservé cependant aux hommes, fait de chacun un électeur, appelé à s'informer. Les journaux se multiplient : deux cents créations en quatre mois, mille pour les trois années suivantes. Leur prix diminue. La Liberté, nouveau quotidien lancé par Armand Dutacq se vend à un sou, soit seulement Template:Unité. Il préfigure le futur raz-de-marée de la petite presse, populaire, accessible, agréablement écrite, illustrée et informée, qui fera peu à peu une forte consommation de nouvelles, y compris de l'étranger.
Il Bulletin de Paris e l'ingresso nella pubblicità
Le 2 novembre 1852, Charles-Louis Havas prend sa retraite. Juste avant, il réalise un dernier coup de génie : l'entrée dans l'activité publicitaire, par une prise de participation au capital du remuant Bulletin de Paris[21], fondé en 1845 par Charles Duveyrier (1803-1866)[22] pour servir La Presse d'Émile de Girardin. Repris dès 1850 par Mathieu Laffite, ce dernier invente la régie publicitaire, donnant aux journaux de province à petit budget l'accès à des publicités nationales. Très souvent, le Bulletin de Paris cède ses abonnements aux nouvelles en échange d'espace publicitaire standard sur la quatrième et dernière page des abonnés.
Ses deux fils, Auguste Havas et Charles-Guillaume Havas[23], pourront offrir aux clients une offre à deux pattes : dépêches d'actualité et gestion de leurs annonces. C'est la clé du succès, concrétisé par le lancement dès 1853, d'une nouvelle rubrique « dépêches télégraphique » dans les quotidiens français, qui permet de gagner de nouveaux abonnés. En seulement cinq ans, de 1852 à 1857, les deux héritiers vont bâtir un monopole dans la publicité française, à coups d'acquisitions et d'alliances, par la constitution de la Société générale des annonces. Cet empire repose sur les mêmes fondement que celui assemblé par leur père entre 1831 et 1838 dans l'information. Il s'exposera aux mêmes critiques, parfois devant les tribunaux, comme lors de l'action menée en 1866 par Jules Jaluzot, qui a fondé le Printemps Haussmann l'année précédente.
Références
Voir aussi
Bibliographie
- Xavier Baron, Le Monde en direct, La Découverte, 2014.
- Pierre Frédérix, Un siècle de chasse aux nouvelles, Flammarion, 1954.
- Antoine Lefébure, Havas, Bernard Grasset, 1992, ISBN 2-246-41991-3.
- Michael Palmer, Des petits journaux aux grandes agences. Naissance du journalisme moderne, Aubier Montaigne, 1983.
Note
- ^ Carole Bibily, 22 octobre 1835 : création de l’agence Havas, future AFP, su blogs.lesechos.fr, 22 ottobre 2011. URL consultato il 21 maggio 2017.
- ^ « Le Comptoir d'escompte à Rouen », inchiesta su documenti d'archivio
- ^ Les Dirigeants de la Banque de France sous le Consulat et l’Empire
- ^ a b Deanna Spingola, The Ruling Elite : A Study in Imperialism, Genocide and Emancipation, p. 122
- ^ André Thépot, L'Industrie du coton
- ^ Albero genealogico della famiglia Havas
- ^ Jacques Wolff, Le Financier Ouvrard: l'argent et la politique, 1992, p. 318
- ^ Antoine, Havas. Les arcanes du pouvoir, Bernard Grasset, 1992, p. 53, ISBN 2-246-41991-3.
- ^ Tristan Gaston-Breton, « Havas et la communication », Les Échos 11 agosto 2003, p. 35.
- ^ Terhi Rantanen, When news was new, p. 30
- ^ Michael B. Palmer, Des petits journaux aux grandes agences, 1983, p. 343
- ^ Serge Bénard, Les mots de la presse écrite, Éditions Belin, 2002
- ^ a b c d Sébastien Laurent, Politiques de l'ombre: l'État et le renseignement en France, Parigi, Fayard, 2009
- ^ Marc Martin, Médias et Journalistes de la République, p. 110
- ^ Actes du Congrès national des sociétés savantes: section d'histoire moderne et contemporaine, vol. 93, numéro 2. Comité des travaux historiques et scientifiques. Section d'histoire moderne et contemporaine, 1968
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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- ^ Pierre Albert, Gilles Feyel, et Jean-François Picard, Documents pour l'histoire de la presse nationale aux Template:S2-, 1977.
- ^ Honoré de Balzac, Revue parisienne, Template:Vol., Template:Numéros, p. 247.
- ^ Bernard Vassor, [http://www.paperblog.fr/1304831/la-presse-au-19-siecle-un-precurseur-charles-louis-havas/ La presse au 19 siècle : un précurseur, Charles Louis Havas] 14 novembre 2008.
- ^ Michael Beaussenat Palmer et Aurélie Aubert, L'information mondialisée, Paris, Éditions L'Harmattan, 2008, p. 239.
- ^ Raymond Manevy, Histoire de la presse, 1914 à 1939, Éditions Corréa & Cie, 1945, p. 138.
- ^ Gérard Lagneau, La Société Générale des annonces (1845-1865).
- ^ Pierre Frédérix, Un siècle de chasse aux nouvelles : de l'Agence d'information Havas à l'Agence France-presse (1835-1957), Paris, Flammarion, 1959, p. 61.
Bibliografia
- Rudolf Stöber, Deutsche Pressegeschichte. Von den Anfängen bis zur Gegenwart, 2^ ed. ampliata, Costanza, UVK-Verlags-Gesellschaft, 2005, ISBN 3-8252-2716-2.
Voci collegate
Note
Collegamenti esterni
Bibliografia
- (PT) José António Madeira, O primeiro centenário do Observatório Astronómico de Lisboa, 1861-1961, 1962.
- (PT) Observatorio Astronomico de Lisboa, n. 135, Arquitectura, 1° ottobre 1974.
- (PT) DREL, Observatório Astronómico de Lisboa, in Monumentos, n. 14, DGEMN, 1° marzo 2001, p. 143.
Voci collegate
Collegamenti esterni
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