Giancesare Flesca

giornalista italiano
Versione del 17 mag 2018 alle 13:07 di Shivanarayana (discussione | contributi) (Annullate le modifiche di Thewallone (discussione), riportata alla versione precedente di Shivanarayana)

Giancesare Flesca (...) è un giornalista italiano.

Giancesare Flesca

Biografia

Giancesare Flesca è un giornalista professionista nato a Reggio Cal.nel 1945, laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma nel 1967, e da allora dedito all’attività giornalistica che fino al 1974 egli svolge presso Vie Nuove, L'Astrolabio, Paese sera. Per i due settimanali e per il quotidiano copre da inviato avvenimenti internazionali come il golpe dei Colonnelli in Grecia, la Guerra dei Sei Giorni in Israele, l’Offensiva dl Tet in Vietnam, l’intervento sovietico in Cecoslovacchia, il golpe di Pinochet in Cile e avvenimenti interni come le bombe di piazza Fontana a Milano, la rivolta di Reggio Calabria, quella di Avola.

Nel 1974 passa allEspresso come notista politico. Si occupa della battaglia per il divorzio e per l’aborto in cui il giornale è in prima linea, intervista Amintore Fanfani, Enrico Berlinguer, Pietro Nenni, Pietro Ingrao. Nel 1975 diventa capo del servizio interni. Nel 1977 torna a occuparsi di politica internazionale, prima come capo del servizio esteri, poi come inviato. Segue la rivolta di Solidarnosc in Polonia intervistando due volte Lech Walesa. In Iran, poco prima che Khomeiny sbarchi a Teheran per assumere il potere assoluto, un cecchino governativo durante una manifestazione gli spara due colpi, uno al braccio sinistro, l’altro al torace. Le schegge raggiungono il pericardio e la pleura. Operato e ristabilitosi dopo tre settimane di degenza, Ruhollah Khomeyni gli rilascia la prima intervista della sua storia e gli fornisce le credenziali per seguire da vicino la guerra esplosa con l’Iraq. Vede così dagli elicotteri iraniani i killing fields dello Shatt el Arab, migliaia e migliaia di morti arsi dal sole lungo un confine invisibile.

Nello stesso anno segue l’occupazione sovietica dell’Afghanistan e la guerra del Kashmir; si trova insieme con 5 o 6 colleghi al seguito nel viaggio con cui Enrico Berlinguer e Giancarlo Pajetta si recano a Pechino e in seguito a Pyong Yang per ristabilire i rapporti con Deng Xiaoping e con Kim Il-sung. Al ritorno, Berlinguer gli concede un’intervista di commento. Negli anni successivi altri reportage dall’Africa australe, ma soprattutto la copertura da Buenos Aires della Guerra delle Falklands e da Beirut dell’invasione israeliana del Libano.

Dal gennaio del 1985 è corrispondente dell’Espresso dagli Stati Uniti. Nei tre anni successivi la sua attività professionale prosegue, ma una progressiva dipendenza dalla cocaina, facilmente disponibile a New York, dove abita con la famiglia, ne affievolisce le capacità amministrative, fino a portarlo ad una clamorosa rottura con l’amministratore delegato del giornale che nel marzo 88 lo costringe a dimettersi. Di questa terribile esperienza, della natura e della diffusione della cocaina, allora poco conosciuta in Italia, dopo un mese di disintossicazione parla col collega ed amico Valerio Riva. Ne viene fuori un libro,”Polvere, una storia di cocaina”, del quale l’editore Sperling e Kupfer vende novantamila copie in Italia; cede i diritti per un’edizione scolastica patrocinata dal Ministro della Pubblica istruzione che viene pubblicata con la censura, concordata, di otto righe; concede i diritti a 15 case editrici straniere, delle quali 12 lo pubblicheranno in altre lingue.

Dal 1989 al 1991 Flesca è inviato del settimanale Epoca, per conto del quale affronta reportage nell’Europa dll’Est dopo la caduta del Muro, in Medio Oriente, in Namibia, in Argentina. Nel 1991 viene assunto come redattore capo al Tg3 dove terrà una rubrica sui giornali esteri. Dal 1988 in poi ha collaborato all’Unità, al Fatto quotidiano e infine continuativamente, come editorialista, all’Agl, l’Agenzia che raccoglie servizi e commenti per i quotidiani del gruppo Espresso, ora Gedi, fra cui il Tirreno, il Piccolo, la Nuova Sardegna.