Maria Tescanu Rosetti

principessa romena
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Maria Rosetti-Tescanu, più tardi conosciuta come Maruca Cantacuzino (Bereşti-Tazlău, 18 luglio 1879Ginevra, 23 dicembre 1968), è stata una principessa rumena, nota per le sue drammatiche storie d'amore con Nae Ionescu e George Enescu, di cui diventerà in seguito la moglie.

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Maruca Cantacuzino nel 1900

Biografia

La madre Alice (nata Jora, figlia di Al. Jora e Smarandei Rosetti-Pribeşti e studi a Stuttgart) e il papà Dumitru (figlio di Costache Rosetti Tescanu con un dottorat in diritto e una laurea in filosofia)[1], entrambi discendenti di vecchie famiglie di boiardi, guidarono i primi passi della figlia nella vita, ma furono anche la fonte di delusioni in una serie di eventi negativi che seguirono ed in seguito ai quali si convine di far parte di una famiglia dannata. Suo padre, un uomo che aveva ottenuto due lauree a Parigi, si suicidò all'età di 45 anni, senza dare alcuna spiegazione del motivo di questo gesto disperato. Anche il fratello Costantino, inspiegabilmente, mise fine ai suoi giorni, mentre la sorella minore, Nellie, morì pazza, esattamente come Eufrosina, la nonna in linea paterna[2].

Vita personale

 
George Enescu e Maruca Cantacuzino

All'età di 18 anni divenne principessa in seguito al matrimonio con il principe Mihail G. "Mişu" Cantacuzino, ministro di giustizia nel 1910 nei governi di Petre Carp, Titu Maiorescu e poi tra il 1916-1918 nel governo di Ionel I.C. Bratianu[3]). Non fu un matrimonio felice, dopo anni di matrimonio e due figli (il pilota Constantin "Bâzu" Cantacuzino morto nel 1958 e Alice[4]), Maruca chiese il divorzio in seguito alla scoperta del tradimento del marito con la sorella Nellie. La copia rimase comunque insieme sullo stesso tetto per amore dei figli[5], e Maruca trovo sollievo nell'amore di George Enescu, conosciuto quando aveva 20 anni[3]. Conobbe George Enescu in una seara di marzo del 1898, all'Ateneo rumeno, quando Enescu, sostenuto davanti alla regina Elisabetta da Elena Bibescu[6], fece il suo debutto a 18 anni suonando il "Poema Rumeno". Si incontrarono di nuovo nel 1907 nel parcul del Castello di Peleș ed il loro amore sbocciò sette anni più tardi, nel 1914[7]. Enescu fu ospite nelle sue case di Bucarest in qualità di "cantante di corte"[6], dove suovana spesso nelle serate musicali che la principessa organizzava. Qui partecipò a manifestazioni organizzate dalle signore dell'alta società con il patrocinio della regina Maria per protestare contro le misure adottate dal governo del generale Averescu[8]. George Enescu regalò a Maruca la villa "Luminiş" a Sinaia, luogo dove il compositore compose l'opera Oedip, dedicata alla principessa.

Nel agosto 1928, il marito perse la vita in un incidente con la sua automobile nel viaggio da Calimanesti a Manastirea Cornetu. Fu il momento in cui Enescu pensò di ufficializzare il suo legame con Maruca. Ma, complice anche la lontananza del compositore, sempre più spesso in tournée all'estero, nella vita di Maruca entrò il filosofo Nae Ionescu. Più giovane di lei di 12 anni, separato dalla moglie Elena Margareta Fotino e padre di due figli, ma non divorziato, si presentò spesso come fidanzato ufficiale nel salotto del palazzo Cantacuzino su Calea Victoriei durante le esibizioni di Enescu organizzate dalla padrona di casa[4]. Per il carattere di Ionescu, Maruca Cantacuzino fu però l'occasione per entrare a far parte dell'alta società, come sempre desiderato, e un trofeo da esibire con orgoglio[2][4]. Abbandonata dall'amato dopo un amore durato sette anni[9] (Ionescu la lasciò nel 1933 per Lucia Popovici-Lupa, relazione che si concluse nel 1938, una volta uscito dal carcere di Miercurea-Ciuc, mandato dal re Carlo II insieme ai simpatizzanti legionari), Maruca tentò il suicidio il 5 luglio 1933 buttandosi acido sul viso [10]. Rimase con una cicatrice sulla guancia destra, motivo per il quale indossò un cappello con veletta fino alla fine della sua vita. La notizia arrivò anche alle orecchie di Enescu, che abbandonò i suoi concerti all'estero e tornò vicino a lei[11].

 

Caduta in depressione, si riprese dopo due anni, nel 1935, grazie alla vicinanza affettuosa di George Enescu che sposò il 5 dicembre 1937, matrimonio al quale l'amica Cella Delavrancea fece da damigella d'onore. Enescu e Maruca lasciano la Romania nel 1936 per ritornare per poco tempo dopo la seconda guerra mondiale[11] e andare via definitivamente il 6 settembre 1946, con la nave "Ardealul", che li porterà a New York. Dopo si trasferirono a Parigi e, dopo trent'anni di vita amorosa tumultuosa, si parlò di un amore di Maruca per il giovane Dinu Lipatti e di quello di Enescu per Claudia Rogulski[11]. Nella notte tra 4 maggio e 5 maggio 1955, indebolito e mezzo paralizzato, ma lucido fino all'ultimo, il compositore morì presso l' Hotel Atala, dove viveva con al moglie. Maruca si spense 13 anni più tardi in Svizzera, ma sono sepolti insieme nella tomba al cimitero Père Lachaise di Parigi, l'unico posto dove Maruca rinunciò al titolo di principessa: l'iscrizione riporta la scritta Marie Enesco neé Rosetti-Tescanu 18-7-1879 23-12-1968[2].

Eredità

Figura eccentrica, attratta dallo spiritismo dalla magia, Maria Cantacuzino rimase nella storia come la principessa infelice, incompresa ed emotivamente instabile, che tradì e fu tradita e nella vita della quale l'unico punto fermo rimase l'amore di George Enescu[7]. Ilie Kogălniceanu la descrisse così:

(romeno)
«Bizară, cu toane, extravagantă. Avea stări depresive sau de exuberanţă ca şi încercări de sinucidere. Credea în fantome, în spiritism»
(italiano)
«Bizzarra, capriciosa, stravagante. Aveva stati depressioni o di esuberanza e anche tentativi di suicidio. Credeva nei fantasmi, nello spiritismo»

Memorie

  • Umbre si lumini Amintirile unei printese moldave (Ombre e luci), memorie, edizione bilingue francese-rumeno, Editura Aristarc, în editie bilingvă, traduzione si Elena Bulai[12]

Note

Bibliografia

  • Umbre și lumini: amintirile unei prințese moldave, Maria Cantacuzino-Enescu, traducere din limba franceză de Elena Botez, Editura Aristarc, Onești, 2005 - [1]
  • Al. Săndulescu, Întoarcere în timp: memorialiști români, Editura Muzeul Național al Literaturii Române, 2008, pp. 127-139.

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