Stefano Munafò

dirigente d'azienda italiano
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Stefano Munafò (Rodì Milici, 6 febbraio 1938) è un dirigente d'azienda e produttore televisivo italiano, già direttore della struttura Rai Fiction dal 1998 al 2002.

Biografia

Laureato in Scienze Politiche alla Università La Sapienza di Roma, è stato assistente universitario di Dottrina dello Stato nella cattedra di Arnaldo Volpicelli. Entrato in Rai nel 1969, collaborò, come programmista interno, al “Socrate” di Roberto Rossellini e subito dopo alle “Storie dell'emigrazione” di Alessandro Blasetti.[1]

Nel 1974 cura il documentario Rai Il Re e i generali sono fuggiti a Brindisi [2]. Dopo il 1975, partecipò alla trasformazione da Secondo Canale a Raidue, come capo servizio ed in particolare come curatore responsabile, per svariati anni, della rubrica culturale “Primo Piano“. Sul finire degli anni ‘80, passò a Raitre [3], dove sotto la direzione di Angelo Guglielmi, divenne capo-struttura per il cinema e si specializzò in particolare nelle coproduzioni cinematografiche di giovani autori. È di quel periodo (tra tante altre opere prime e seconde di cineasti italiani) il successo internazionale di “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, coprodotto con Franco Cristaldi e vincitore dell'Oscar. Ritornato a Raidue, come capo struttura per il cinema e la fiction, co-produsse con Angelo Rizzoli “Il ladro di bambini“ di Gianni Amelio, Gran Premio della Giuria a Cannes e “La Condanna“ di Marco Bellocchio, Orso D'Argento a Berlino. Nel settore specifico della fiction, lanciò, insieme con Enzo Tarquini, varie serie italiane di grande successo, tra cui “Il maresciallo Rocca”, “Amico mio“, “Una donna per amico“.

Quando, sotto l'impulso di Enzo Siciliano e di Liliana Cavani, la Rai decide di creare per tutte e tre le reti una struttura unitaria per il cinema e la fiction (Rai Cinemafiction), diventa vice di Sergio Silva, per succedergli come direttore di Rai Fiction nel 1998.[4]

Appartengono al periodo della sua direzione una serie di primati conseguiti nei principali format della fiction: quello del maggiore ascolto per un “seriale“ in prime time, con le prime edizioni di “Un medico in famiglia”; quello del maggiore ascolto assoluto di una mini serie, “Papa Giovanni“ di Giorgio Capitani e Francesco Scardamaglia, con la performance del 51,44 % di share; quello della “serie all'italiana” con più longevità e maggior ascolto: “Il maresciallo Rocca“ di Laura Toscano e Giorgio Capitani; quello del riconoscimento unanime alla “qualità”, da parte della critica internazionale, per “La meglio gioventù“ di Rulli, Petraglia e Giordana.

Nel luglio del 2002, si dimette dalla Rai in polemica con il direttore generale Agostino Saccà [5] per iniziare una collaborazione giornalistica, in tema di Tv, prima con “Punto-Com” e poi come collaboratore fisso con “Il Riformista” dal 2006 al 2010.

Pubblicazioni

  • Non sono un poeta, Portaparole, 2012

Note