Guernica (Picasso)
«No, l'avete fatto voi con la Luftwaffe»
Guernica è il nome di un famoso dipinto (tempera su tela; 351 x 782 cm) del 1937 di Pablo Picasso, che rappresenta il bombardamento aereo da parte della Luftwaffe (Legione Condor) il 26 aprile, 1937, durante la guerra civile spagnola.
L'opera è diventata emblema e denuncia contro la guerra per l'immediatezza con cui raffigura persone, animali, ed edifici straziati dalla violenza e dal caos del bombardamento a tappeto, dando efficacemente il senso della disumanità, brutalità e disperazione della guerra, e la crudeltà del bombardamento di civili.
Creazione e storia
Per incarico del governo repubblicano spagnolo il quadro cubista era destinato a decorare il padiglione spagnolo durante l'Esposizione Mondiale di Parigi, del 1937. Dopo l'esposizione, quando il governo repubblicano era caduto, Picasso non permise che questo dipinto, uno dei suoi più famosi, venisse esposto in Spagna, perdurando il Regime Franchista. Venne quindi ospitato per molti anni al Museo di Arte Moderna di New York, e tornò in patria soltanto dopo la morte del generale Franco.
Durante gli anni '70 fu un simbolo per gli spagnoli sia della fine del regime franchista che del nazionalismo basco, così come lo era stato prima, per tutta l'Europa, della resistenza al nazi-fascismo.
In effetti l'opera inizialmente non rappresentava il bombardamento della cittadina spagnola, era nata per commemorare la morte di un famoso torero dell'epoca e si intitolava En muerte del torero Joselito. In seguito il governo spagnolo commissionò a Picasso un'opera che potesse rappresentare la Spagna all'Esposizione Mondiale e che fosse in grado di attirare l'attenzione dell'Europa sulla guerra civile in atto. Picasso dunque, apportate alcune modifiche, scelse di consegnare Guernica che venne risemantizzata in modo da esprimere l'orrore di una nazione e di un popolo di fronte alla strage di Guernica e più in generale della guerra. Picasso prese spunto in modo particolare dall'articolo di John Steer apparso sul "Times" in cui il giornalista descrisse la brutalità dell'evento, evidenziando, anche attraverso una fotografia, che la città era stata completamente rasa al suolo e che non esisteva più il concetto di spazio interno e spazio esterno. Questo elemento Picasso lo fa risaltare in modo particolare con il cavallo: infatti in esso non si riesce a notare quale sia il verso giusto ed alcuni elementi interni emergono al'esterno.
Il dipinto è attualmente esposto al Moma di New York. L'esatta collocazione fu al centro di controversie in Spagna. Picasso dichiarò che doveva essere esposto nel Museo del Prado. Comunque, alla fine del 1900 il Prado spostò tutte le sue collezioni d'arte successive all'inizio del XIX secolo, in alcuni palazzi circostanti, per ragioni di spazio. Il Reina Sofía, che ospita la collezione nazionale della capitale di arte del XX secolo, sembrò la sede appropriata per il dipinto. Una galleria speciale venne costruita per esporre al meglio il capolavoro. I nazionalisti baschi sostennero che dovesse essere portato nei Paesi Baschi, specialmente dopo la costruzione dei Guggenheim Museum di Bilbao.
Interpretazione
Rispettando le linee generali del Cubismo, l’artista spagnolo esprime in Guernica la sua opposizione ai regimi totalitari che si diffusero in Europa nel corso del XX secolo, e lo fa mediante la rappresentazione di un terribile evento bellico: la distruzione, durante la guerra civile spagnola (1936-1939), dell’omonima cittadina basca ad opera di aerei tedeschi. Picasso leva alta la sua voce contro l’eccidio e si schiera dalla parte degli oppressi. L’opera non è però una documentazione oggettiva del fatto: non ci sono elementi che richiamino al luogo e al tempo; niente ci indica che si tratti di un bombardamento. È piuttosto una protesta contro la violenza, la distruzione, la guerra in generale: come nel frontone di un tempio greco, il significato assume un valore assoluto, universale. Ecco allora l’interpretazione che si può dare al toro che appare nella parte sinistra del quadro: esso rappresenta il Minotauro, figura mitica e simbolo di bestialità, che contribuisce proprio ad universalizzare il significato del quadro. La lampada ad olio posta al centro dell’opera indica la ragione che non comprende il bombardamento e la distruzione, mentre il cavallo agonizzante simboleggia il popolo spagnolo degenerato. La violenza e la sofferenza traspaiono esplicitamente guardando, sulla sinistra dell’opera, la madre che grida al cielo, disperata, con il figlio senza vita tra le braccia. In basso nel dipinto c'è un cadavere, egli ha una stigmata sulla mano sinistra come simbolo di innocenza verso la crudeltà nazi-fascista e nella mano destra reca un pallido fiore, simbolo di speranza per il futuro. L’alto senso drammatico nasce dalle deformazioni dei corpi, dalle linee che si tagliano vicendevolmente, dalle lingue aguzze che fanno pensare a urli disperati e laceranti, dall’alternarsi di campi bianchi, grigi, neri, che accentuano la dinamica delle forme contorte e sottolineano l'assenza di vita a Guernica. Ma esso nasce anche dalle grandi dimensioni del quadro (3,5x7.82 metri), che impongono i contenuti con evidenza immediata. Enormi dimensioni che furono scelte perché questo quadro doveva anche rappresentare una sorta di manifesto che "esponesse" al mondo la crudeltà e l'ingiustizia della guerra, qualunque essa fosse.
Curiosità
- Nel corridoio che sta davanti alla sala del Consiglio di Sicurezza dell'ONU si trova un arazzo che riporta il famoso quadro di Picasso, che viene riprodotta alle spalle dei relatori (Kofi Annan, ambasciatori, etc..). Quindi, ogni qual volta escono a fare dichiarazioni per la stampa l'arazzo viene inquadrato in secondo piano. Ma nei mesi in cui si discuteva di un eventuale guerra "preventiva" in Iraq, i vertici ONU hanno ritenuto che non fosse poi così opportuno farsi riprendere con un tale manifesto dello scempio della guerra. Fatto sta che l'arazzo è stato coperto da un drappo blu. La risposta di Fred Eckhard (portavoce ONU) in merito è stata che il misto di bianchi, neri e grigi dell'arazzo producevano un effetto di confusione visiva...[1]
Note
- ^ Gijs van Hensbergen, "Guernica. Biografia di un icona del novecento", Il Saggiatore, Milano 2006, pagg.382
Collegamenti esterni
- (ES) L'opera nel sito ufficiale del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid.
- La forza dirompente dell'astrazione La storia del capolavori di Picasso, la sua importanza storica, artistica e politica su Sindromedsitendhal.com per La Lente.net