Ekaterina Abrikosova

linguista e religiosa russa

Ekaterina Abrikosova al secolo Anna Ivanovna Abrikosova (in russo Анна Ивановна Абрикосова?), conosciuta come Madre Ekaterina Sienskaya[1] (Mosca, 23 dicembre 1882Mosca, 23 luglio 1936) è stata una linguista e religiosa russa terziaria della Fraternità laica di San Domenico Chiesa greco-cattolica russa, fondatrice della comunità femminile delle sorelle dell’Ordine di S. Domenico, vittima delle persecuzione sovietiche contro la chiesa.

Ekaterina Abrikosova

Biografia

Nacque a Mosca da una famiglia di ricchi commercianti, proprietari di fabbriche a Mosca e Simferopol e di vari negozi in diverse città del paese[2] (fornitori ufficiali di cioccolata della corte imperiale), appartenenti tradizionalmente alla Chiesa ortodossa russa. Suo nonno era l'industriale Aleksei Ivanovič Abrikosov e suo padre, Ivan Alexeevič Abrikosov, che avrebbe dovuto subentrare nell'azienda di famiglia, morì prematuramente per tubercolosi. Ebbe quattro fratelli tra i quali il diplomatico zarista Dmitrii Abrikosov e il medico che imbalsamò Vladimir Lenin, Alexei Ivanovič Abrikosov[3].

Rimasta orfana presto - la madre morì di parto[3][4](alcuni parlano invece di suicidio[5]) e a pochi giorni perse anche il padre per tubercolosi - venne cresciuta dallo zio paterno Nikolaji Alexeevič Abrikosov[5]. Ottenne l'istruzione al primo ginnasio femminile aperto a Mosca ed nel 1899 ricevette una borsa di studio a Londra alla Girton College, Università di Cambridge dove si specializzò in lingue, acquisendo un'eccellente conoscenza del francese, inglese, tedesco e italiano e una considerevole conoscenza di latino e greco[6]. Ritornata in Russia nel 1903, sposò suo cugino Vladimir Abrikosov e con lui nel 1905 viaggiò per l'Europa. Il 20 febbraio 1908, a Parigi, passò dalla Chiesa ortodossa russa al cattolicesimo. Nel 1910 tornò a Mosca e nel 1913 entrò nel noviziato del Terzo ordine di S. Domenico con il nome di Ekaterina, in onore di santa Caterina da Siena. Nel 1917 fondò della comunità delle sorelle del Terzo Ordine[7].

Dopo l'ordinazione sacerdotale del marito, avvenuta il 19 marzo 1921, nell'appartamento della famiglia Abrikosov venne fondata la comunità femminile delle sorelle terziarie dell'Ordine di S. Domenico. Nel 1923, dopo che il marito era stato espulso dalla Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, prevedendo il suo prossimo arresto, scrisse al marito che si trovava a Roma:

«Oggi Cristo in Russia vuole soltanto alcune vittime disposte ad ogni abnegazione, sul tipo delle monache. A me sembra che oggi non sia il tempo di adottare alcune misure ; oggi è il tempo della magnanimità e della santità, e in particolare dello spirito di sacrificio e di umiltà… L’obbedienza fino alla morte di Croce e l’umiltà; sono le due virtù che predico alle sorelle[8]»

Nel 1923 venne arrestata assieme ad un gruppo di cattolici di Mosca. Nell'atto di accusa l'Abrikosova fu presentata come “dirigente di un gruppo moscovita controrivoluzionario che tiene contatti con il Soviet Supremo monarchico all'estero”. Il 19 maggio 1924 venne condannata a 10 anni di gulag. Nel maggio 1932 fu trasportata dal campo di lavoro all'ospedale della prigione Butyrka di Mosca per essere operata per un cancro al seno[7]. Dimessa il 9 agosto 1932 dall'ospedale per motivi di salute, trovò una sistemazione a Kostroma, raggiungendo di quando in quando Mosca per le visite mediche. Così ebbe l'occasione di frequentare la chiesa cattolica di S. Luigi[9]. Il 5 agosto 1933 Abrikosova venne arrestata a Kostroma e trasportata a Mosca per essere processata. Il 19 febbraio 1934 fu condannata a 8 anni di lager. Passò i primi due anni nella prigione di rigore riservata ai prigionieri politici. A gennaio e febbraio 1936 Pie Eugène Neveu, Amministratore apostolico di Mosca informò il Vaticano e il Papa Pio XII della situazione del clero catolico nel paese[10] e del martirio vivente di Ekaterina[10].

A giugno 1936 fu trasferita all'ospedale della prigione Butyrka dove morì il 23 luglio 1936. Il suo corpo venne cremato quattro giorni dopo, il 27 luglio 1936[7].

Eredità

Nel 2003 la Santa Sede concesse il nihil obstat all'apertura dell'inchiesta diocesana per la causa di beatificazione[11].

La sua vita ha ispirato il libro To Courageously Know and Follow After Truth: The Life and Work of Mother Catherine Abrikosova (scritto da Suor Maria del Sacro Cuore, monaca domenicana di clausura che vive nel monastero di St. Jude a Marbury, in Alabama) e il film del 2007 Il destino di Anna Abrikosova. I voto di sacrificio, produzione Russia[12], presentato al IV Festival internazionale del cinema cristiano "Nevsky Blagovest"[13].

Note

Bibliografia

  • (EN) Veronica Shapovalov, Remembering the Darkness: Women in Soviet Prisons, Rowman & Littlefield Publishers, 24 agosto 2001, ISBN 9781461615385, 364 pagine
  • Giovanna Parravicini, Libri dello spirito cristiano, BUR 31 maggio 2011, ISBN 9788858605424, 164 pagine
  • (EN) Dennis J. Dunn, The Catholic Church and Soviet Russia, 1917-39, Routledge, 18 novembre 2016, Social Science, 142 pagine

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Collegamenti esterni

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