Antonio Curri

architetto, decoratore e pittore italiano

Antonio Curri (Alberobello, 9 ottobre 1848Napoli, ore 6:10 giovedi 16 novembre 1916) è stato un architetto, decoratore e pittore italiano.

Memoria di Antonio Curri nella Galleria Umberto I di Napoli realizzato da Antonio Cifariello contribuito dal pronipote di Antonio Curri Giulio Stefanile inaugurato il giorno sabato 26 maggio del 1956 dal comune di Napoli .

Personalità rilevante dell'architettura a Napoli nell'Ottocento[1][2], numerose sono le sue opere sia in Alberobello suo paese nativo che a Napoli sua città di lavoro.

Biografia

Antonio Curri di carattere vivace nasce in Alberobello nel piccolo palazzetto a cummersa del 1831 (come segna sopra la porta di ingresso della casa) tra Piazza del Popolo (ex Piazza della Vittoria) e la Piazza 27 maggio (ex Piazza delle Erbe) da sua madre alberobellese Porzia Greco di Alberobello , e da suo padre Tommaso Curri, capomastro di talento di Alberobello realizzò ad Alberobello, nato 1817 e morto all'età di 75 anni nel 1892. I suoi genitori si sposarono il giorno 11 settembre 1844, secondo di 8 figli.

I suoi fratelli furono: (1°) Barbara Maria Angelica Curri; (3°) Domenico Curri; (4°) Caterina Curri; (5°) Giustino Curri; (6°) Giovanni Battista Curri; (7°) Clorinda Curri; (8°) Alberico Curri.

Fu scolaro ribelle e non interessato neanche essere ministrante nelle messe da monsignore don Domenico Morea arciprete parroco di Alberobello ai Santi Medici dal marzo 1868 al 1898, fu inviato da giovane a Martina Franca e prende lezioni di disegno e sente il richiamo delle camicie garibaldine.

Grazie all'interessamento di Vincenzo Lauro di Fasano e residente in Napoli frequentò la scuola partenopea di architettura.

L'iniziazione all'arte del Curri avvenne nella città partenopea, dove si trasferì nel 1865 per frequentare l'Accademia di Belle Arti. Nel 1869 ne uscì diplomato e tornò ad Alberobello, dove realizzò il Palazzo Perta[3]. Due anni dopo, però, fece ritorno a Napoli, dove si stabilì definitivamente ed incominciò a lavorare ed insegnare all'Accademia. Nel 1916, pochi mesi prima della morte (alle ore 6:10 di sabato 16 dicembre 1916 all'età di 68 anni 1 mese e 7 giorni), gli sarebbe stata assegnata la cattedra di architettura decorativa presso l'Istituto Artistico-Industriale.

Antonio Curri si sposò a Napoli (ma non si sa nulla della data di nozze) con la signora Maria Giovanna Rongo ma non ebbero figli.

Fra le sue prime opere vi sono la decorazione della facciata del Duomo dell'Assunta (1874), le decorazioni della Galleria Umberto I (1887-1891, in collaborazione con Ernesto di Mauro e su progetto di Emmanuele Rocco), il restauro delle decorazioni del Teatro San Carlo (con Eduardo Dalbono). In questo periodo presentò anche una serie di progetti, alcuni dei quali premiati; in particolare quello per il restauro della facciata del Duomo, all'Esposizione nazionale di belle arti a Napoli nel 1877 (non gradito però alla critica contemporanea[4]). Decorò poi le sale del più antico caffè di Napoli tuttora in attività, il celebre Gambrinus[5], opera che resta la più famosa in quest'ambito.

Fra le opere del Curri architetto si segnalano il restauro della cupola e dell'interno di San Domenico Soriano, la cappella dei fratelli Palizzi al Cimitero di Poggioreale, il progetto e la realizzazione di alcune dimore signorili fra cui Palazzo Crispi e Villa La Santarella. Fuori città, decorò a Sarno il prospetto di palazzo Bouchy e rifece la decorazione del municipio, mentre a Santa Maria Capua Vetere realizzò il Teatro Garibaldi ispirandosi all'Opéra Garnier di Parigi. Il Curri lavorò anche a Roma, nella chiesa dell'Immacolata e al padiglione della Campania, Basilicata e Calabria per l'Esposizione internazionale d'arte del 1911. Per quest'ultimo lavoro diresse un gruppo comprendente, fra gli altri, l'architetto Alfonso Guerra, i pittori Paolo Vetri, Vincenzo Volpe e Giuseppe De Sanctis e lo scultore Francesco Jerace.

Del Curri pittore si ricordano in particolar modo il disegno della culla offerta dal Comune di Napoli all'allora principe ereditario Vittorio Emanuele, un ciborio in argento per la chiesa matrice di Torre Annunziata e numerosi quadri. Tra di essi spicca un dipinto realizzato in occasione del giubileo papale, raffigurante lo svolgimento dell'arte cristiana dalle catacombe a San Pietro.

Opere

Ad Alberobello:

  • i 3 progetti di Antonio Curri. La Chiesa Madre dei Santi Medici, il nuovo Cimitero Monumentale e il Piano Regolatore del 1883 con Giacomo Ventrella, furono per volontà del capriccio dell'allora sindaco numero 28 Nicola Agrusti del partito liberale di Francesco Giolitti, l'opposizione del partito sinistra di Giovanni Crisi del Turi Angelo che fu successivo sindaco numero 29 era contrario.
  • Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, la piazza antistante all'edificio prende il suo nome questa opera non rispecchia la tipologia a trullo, Chiesa Madre di Alberobello, Parrocchia negli anni 1665-1670 concessa dal vescovo Giuseppe Palermo e dal giovedì 16 marzo e mercoledì 19 aprile 1814 indipendente dalla Parrocchia di Noci , Santuario dal lunedì 12 settembre del 1938 e Basilica minore Pontificia dal venerdì 18 febbraio del 2000 da Papa Giovanni Paolo II e dal vescovo Domenico Padovano e incompleta nella mancanza delle 5 cupole , 1 centrale e le altre 4 laterali piccole , già l'onorevole Aldo Romeo Luigi Moro nelle sue 3 visite ufficiali ad Alberobello giovedì 24 maggio 1956-1966-giugno 1975 dispose denaro ma tutto invano, la cupola fu affidata dal parroco pro tempore don Giuseppe detto Peppino Contento stando dalle testimonianze segrete la cupola non fu fatta per una contrarietà dal parroco Contento e 4 architetti 2 napoletani e 2 americani che il Contento voleva tenersi i soldi e un giorno per far pace il Contento offri loro un caffè dal bar la tangende ma non lo hanno bevuto e da lì tutto si fermò. La facciata unica per i 2 campanili con base quadrangolare e punta triangolare opera sua fu inaugurata e benedetta nella domenica 20 settembre del 1885 festa parrocchiale dell'Addolorata con la banda Città di Ostuni, fu scoperta l'epigrafe e la prima pietra fu posta la domenica 12 novembre del 1882, il progetto fu deciso nel maertedì 15 novembre del 1881 nel Consiglio Comunale l'opposizione del Turi successivo sindaco era contrario e voleva solamente un ampliamento e in succesivi C.C. il preventivo da 16000 lire fu portato a 32700 lire.
  • Cimitero, dall'alto è a forma di sarcofago, benedetta la prima pietra il 2 febbraio del 1887 e inaugurata la domenica 1 gennaio del 1905 incompleto, realizzato a metà, situato in periferia. È monumentale, è il terzo della serie di Cimiteri che ebbe Alberobello, il precedente Cimitero era nell'attuale Parco Della Rimembranza di Alberobello dal 25 settembre 1840 al sabato 4 gennaio 1905, e eliminato nel giorno della inaugurazione del Parco della Rimembranza il martedì 27 maggio 1924 nel compleanno di Alberobello.
    • Obelisco dedicato ad Alberobello, situato in Piazza del Popolo (ex piazza della Vittoria e Vittorio Emanuele II detta anche V.E.) nel martedì 27 luglio del 1896 da Napoli per far ricordare il giovedì 27 maggio del 1897 con sindaco numero 29 della serie Angelo Turiil Primo Centenario della Liberazione e affrancamento al selvaggio feudale alla istituzione di comune, ma non fu fatto per motivi economici, ma sul Municipio venne realizzato una grande epigrafe dal , fu deciso di farlo la serata del sabato 21 agosto 1915 da 66 uomini appartenenti al "Circolo del Popolo" quando lessero lettere di dolore degli alberobellesi sulla Prima Guerra Mondiale (IV Guerra D'INDIPENDENZA) e fu comunicato pubblicamente a tutti in Alberobello il giovedì 26 agosto 1915, a partire dal 16 gennaio 1921 si incominciò la questua in casa per casa per la raccolta di denaro; il progetto costò in tutto 80 mila lire e i soldi furono presi dal bilancio del Comune del 1921-1922. La inaugurazione fu decisa nel dicembre 1924 e fu programmata la domenica 28 gennaio 1923 ma per la immensa precipitazione della neve del lunedì 22-martedì 23 gennaio 1923 fu rinviata poi la domenica mattina 27 maggio del 1923 con i comuni limitrofi invitati tra cui Montrone (1 delle 2 comuni che costituiscono Adelfia) nel 166 compleanno di Alberobello con alla facciata la seguente frase espressa e voluta dal sindaco 34 della serie dal 1920 al 1925 primo sindaco socialista Pietro Campione originario di Bari: "AI / PRODI SUOI FIGLI / MORTI PER LA PATRIA ITALIANA / E PER LA PATRIA ITALIANA / E PER LA LIBERTA' DELLE GENTI / IL POPOLO DI ALBEROBELLO / VOLLE CONSACRATO QUESTO RICORDO / DI GRATITUDINE E DI GLORIA" dedicandolo ai caduti della prima guerra mondiale e vi stanno i 127 di cui 1 ufficiale Agrusti Costantino fu Angelo, 2 segretari, 3 sottoufficiali e 122 soldati giovani tra cui 100 morto o dispersi, 5 morti di prigionia 1 morto per postumo di ferro Girolamo Giovanni fu Giuseppe Domenico e 18 morti per ferite provocate e 3 morti in Francia militi dell'esercito americano e dopo anche dedicato della seconda guerra mondiale con 89 persone tra cui 54 morti e 35 dispersi. Il giorno lunedì 4 novembre 1968 per il 50 anniversario venne imposto una piccola epigrafe fatta dalla amministrazione del sindaco 41 della serie Vitantonio (Antonio) Colucci sindaco dal lunedì 28 dicembre 1964 al 1970 e morto improvvisamente in un incidente stradale nel 1973.
  • Il Palazzo Agrusti costruito dell'anno 1880 dallas famiglia benestante e politica Agrusti, situato nel Corso principale Vittorio Emmanuele II (ex Corso Nazionale) e in piazzetta Giuseppe Di Vagno.
  • Il Municipio (non si sa perché era ancora adolescente) progettato nella seconda metà dell'Ottocento da suo padre Tommaso Curri inaugurato nell'anno 1863 dal sindaco 25 il medico nativo di Monopoli Giacomo Giove nato a Monopoli il 15 marzo 1826 , a 30 anni nel 1856 si trasferì a Alberobello come medico e muori all'età di 58 anni 7 mesi il 3 novembre 1884 e fu il primo sindaco a essere eletto a suffragio realizzato in maniera differente, senza le 2 torri, ma con un grande torre centrale con la meridiana eliminato nel 1894 e donato.
  • Al Municipio (secondo della serie) in Piazza Del Popoli (ex piazza della Vittoria) vi stanno 2 stele fatte da Antonio Curri in una a sinistra dedicata a Re Vittorio Emmanuele II Re d'Italia e l'altra a destra dedicata a Giuseppe Garibaldi inaugurate entrambe la domenica 20 settembre del 1885 dal sindaco numero 28 Nicola Agrusti dopo aver inaugurata la nuova elegante facciata della Chiesa Dei Santi Medici con la banda città di Ostuni.
  • Anche il Corso lo stradone centrale nome originale Corzo Nazionale ma nella metà del '900 fu rinominato corso Vittorio Emanuele III re d'Italia, già presente nel '700 costellato di trulli , fu rifatto e lineato nel 1870 con decisione del sindaco 26 Giulio Ernesto Acquaviva originario di Napoli.
  • Nell'anno 1883 sempre per richiesta del 28 sindaco liberale di Francesco Giolitti dottor cavalier Nicola Agrusti 1880-1889, gli fu chiesto insieme al napoletano amico geometra Gaetano Ventrella un piano regolatore di ampliamento e preveniva una strada extramurale e la sistemazione di vie interne e delle vie di accesso. Anche questo il consenso non è unanime.
  • La Villa-Casino Curri di fine ottocento, situata in periferia del centro abitato, vicino al moderno Cinema-Teatro dei Trulli del dicembre del 2010.

A Napoli:

  • ristrutturazione e decorazione del Caffè Gambrinus (a cui diede anche la titolazione)[6][7]; il nome originario era Gran Caffé inaugurata dopo il 1860. Ma si trasformò nel 1890 per volontà di Mariano Vacca proprietario che chiamò l'architetto Antonio Curri.
  • decorazioni della Galleria Umberto I[8]. Costruito dal 1887 al 1891 da Emmanuele Rocco e decora oltre ad Antonio Curri Ernesto di Mauro.
  • Il Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetera, soprannominato il "piccolo San Carlo", realizzato dal 1889 al 1896, e inaugurato il 12 aprile 1896; si provvide a intitolarlo all'eroe vincinte d'Italia Giuseppe Garibaldi.

Note

  1. ^ Erminio Scalera books.google.it.
  2. ^ Pietro Lippolis.
  3. ^ Antonio Curri, Ricordo della Commemorazione del X anniversario della sua morte, a cura di G. Notarnicola, Bari 1927.
  4. ^ C. Abbatecola, Guida e critica dalla grande Esposizione nazionale di belle arti, Napoli 1877, p. 289.
  5. ^ Frommer's The Amalfi Coast with Naples, Capri and Pompei.
  6. ^ Francesco Soletti, Ettore Toscani.
  7. ^ Touring club italiano.
  8. ^ Innovative Strategies for Structural Protection of Built Heritage.

Bibliografia

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