Cosimo Burali-Forti

compositore e pittore amatoriale italiano

Cosimo Burali-Forti (Arezzo, 3 novembre 1834Arezzo, 2 gennaio 1905[1]) è stato un compositore e pittore italiano, padre del matematico Cesare Burali-Forti.

Cenni biografici

Figlio di una ricca famiglia di possidenti aretini, si laureò in giurisprudenza a Siena[2] e, secondo le cronache coeve[3], rifiutò grandi incarichi pur di rimanere nella natia Arezzo.[4][5] Rimase tutta la vita impiegato della pubblica amministrazione aretina (era sottosegretario della prefettura[6]) e fu rettore della Fraternita dei Laici dal 1900 fino alla morte.[6] I concittadini lo descrissero come uomo pio, ma grande sostenitore della laicità dello stato nonché fervente patriota durante il Risorgimento.[3] Si dilettò di pittura, soprattutto di ritrattistica[7], e si dedicò ampiamente alla musica anche se sempre a livello dilettantistico.[8]

Musica

Scrisse dodici opere serie, tre scherzi melodrammatici, una farsa, una messa di requiem, ben 50 messe con orchestra, 10 per coro a cappella, 2 sinfonie, un quartetto, un concerto per pianoforte, varia musica da camera (soprattutto per fiati e archi), canzoni, pezzi corali, opere sacre non liturgiche, inni patriottici, e musiche di scena per numerosi drammi amatoriali.[9] Collaborò con tutte le realtà musicali, professionali e non, di Arezzo, ed ebbe un rapporto speciale con le società filo-drammatiche, per le quali amava scrivere spettacoli musicali comici.[10] I suoi lavori teatrali, salutati da un grande successo locale, hanno una felice verve melodica e quelli sacri dimostrano un non comune talento armonico, che gli valse il diploma ad honorem dell'Istituto musicale di Firenze nel 1892 (due anni dopo l'istituto lo volle anche assumere come ingegnante).[11] Arezzo lo amò per le sue trame scacciapensieri, il suo anti-wagnerismo (mentre imperversava la dicotomia Verdi-Wagner, dagli anni '80 dell'800, Burali-Forti fu un grande peroratore delle cause verdiane)[12], e la sua calda cantabilità italiana (derivata dall'imitazione di stilemi di Mercadante, Donizetti, Bellini e l'adorato Verdi, e importante nel pensiero nazionalistico susseguente l'Unità)[13], benché siano evidenti anche esperimenti tragici (spesso in opere non gratificate da successo, per esempio Marchesella), e anche qualche modello straniero (è provato che rimase affascinato dal Faust di Gounod).[14] Fu un fervente protagonista degli eventi musicali aretini ottocenteschi: le onoranze per Bartolomeo Cristofori nel 1876, e, soprattutto, l'inaugurazione del monumento a Guido Monaco nel 1882.[15][16] Organizzò e gestì in prima persona questi eventi, componendo musiche, arrangiando quelle di altri (per l'evento su Cristofori rielaborò le ouvertures di Betly di Donizetti e di Semiramide di Rossini per sette pianoforti a 28 mani)[17], e partecipando come maestro del coro (fu maestro sostituto della compagine corale durante l'esecuzione del Mefistofele di Boito diretto da Luigi Mancinelli al Teatro Petrarca nel 1882).[18][19]

Fonti

Data la natura dilettantesca della sua attività musicale, raramente Burali-Forti si è affidato a copisti per la redazione di parti e spartiti, per cui spesso sono di sua mano tutti i manoscritti musicali che possediamo, non solo le partiture complete. Una vasta raccolta di autografi conservata principalmente in tre istituzioni aretine: la Fraternita dei Laici, la Biblioteca Città di Arezzo, e la Donazione Sparapani all'Archivio storico comunale.

Fraternita dei Laici

Burali-Forti fu rettore della Fraternita, alla quale è rimasto l'intero suo archivio, comprese carte amministrative e lettere.[6][20] È qui che è conservato il maggior numero di suoi autografi.

Biblioteca Città di Arezzo

La Biblioteca nacque per interecessione della stessa Fraternita, che vi trasferì una parte delle sue collezioni. I libri appartenuti a Burali-Forti (riguardanti il diritto e la pittura) e a suo figlio Cesare (matematico) vennero accolti dalla nuova istituzione e tra essi anche alcuni libretti dei lavori teatrali di Burali-Forti stampati ad Arezzo (di Marchesella, Una testa di gesso, Tutti dicono così e Carmela) e 13 autografi: la partitura completa e due spartiti canto e pianoforte dell'Esther, le parti per oboe della Carmela, la parte di armonium di due scene del finale II di Marchesella, le partiture di 6 messe (due complete anche di parti), 2 Tantum ergo completi in partitura e parti, un Requiem nella riduzione per canto e pianoforte, un De Profundis in riduzione per voci e organo e orchestrato per piccola orchestra (in una partitura completa di parti), un Quemadmodum completo in partitura e parti, e un Credo in partitura vocale con parti (per le voci, gli archi, l'oboe e i timpani).

Donazione Sparapani

  • fai lista sacro
  • lista bandistico?
  • controlla inventario di Sparapano: 229 (sinfonia orch pf), 347 (parti corali manoscritte per i Campanili ???), 464 (partitura e 10 parti di I due metastasiani ???), 508 (Inno caduti nelle battaglie d'indipendenza d'Italia), 565 (Messa corale), 616 (duetto cl sib, 2 vl, vc), 617 (quart cl sib, fl, vc, pf), 674 (preghiera sera, quint arch, armonium, pf: 28 aprile 1881, teatro petrarca, beneficio banda musicale Guido Monaco)
  • occhio a tutti, Sparapano passa da 509 a 560

Lista delle opere teatrali

Titolo Data e luogo di rappresentazione (se noto) Librettista Note di conservazione Edizione del libretto (se esistente)
Esther 1871 (non fu mai rappresentata)[21] Burali-Forti e Giuseppe Bandi (non si sa in che misura Bandi abbia partecipato al libretto: nei frontespizi degli autografi il suo nome è ancora leggibile ma è stato eraso) Partitura autografa, riduzione canto e pianoforte autografa, parti parzialmente autografe alla Biblioteca Città di Arezzo. Una partitura autografa incompleta è anche alla Fraternita dei Laici
Imilda 1872 (non risulta sia stata rappresentata)[22] Burali-Forti, basata su una novella di Cesare Balbo Autografi (di partitura, canto e pianoforte e parti) alla Fraternita dei Laici
Piccarda Donati 1874, Teatro Petrarca Burali-Forti Autografi (di partitura, canto e pianoforte e parti) alla Fraternita dei Laici
Marchesella 1875 Burali-Forti, dai Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori Autografi (di partitura, canto e pianoforte e parti) alla Fraternita dei Laici. Le parti di armonium di un paio di scene del finale II (forse autografe) sono alla Biblioteca Città di Arezzo Arezzo, Bellotti, 1876 (una copia è alla Biblioteca Città di Arezzo)
I Cilni 1875 Burali-Forti Autografi (di partitura, canto e pianoforte e parti) alla Fraternita dei Laici
Montanini e Salimbeni 1876 Burali-Forti Autografi (di partitura, canto e pianoforte e parti) alla Fraternita dei Laici
Testa di gesso 1877 Burali-Forti Santori considera l'autografo integrale perduto, ma segnala l'esistenza dell'autografo della riduzione canto e pianoforte (datato 1893) in una biblioteca privata.[23] Partitura e parti manoscritte si trovano nella Donazione Sparapani, con applicata la data «8 maggio 1924», che potrebbe però riferirsi alla data d'archiviazione[24] Arezzo, Bellotti, 1877 (una copia è alla Biblioteca Città di Arezzo, e due sono nella Donazione Sparapani[25])
La strage dei Tondinelli 1878 Burali-Forti Autografi (di partitura, canto e pianoforte e parti) alla Fraternita dei Laici
Carmela 1880, Teatro Petrarca Burali-Forti, da un lavoro di Edmondo De Amicis Autografi (di partitura, canto e pianoforte e parti) alla Fraternita dei Laici. Alcune parti manoscritte, parzialmente autografe, sono alla Biblioteca Città di Arezzo. Santori indica che la riduzione canto e pianoforte autografa è in una biblioteca privata.[26] Un carteggio relativo alla gestazione dell'opera è nella Donazione Sparapani[27] Arezzo, Bellotti, 1880 (una copia è alla Biblioteca Città di Arezzo)
Luisa 1881 (non fu rappresentata)[28] Burali-Forti Una partitura incompleta, e spartiti canto e pianoforte di alcune scene sono alla Fraternita dei Laici: Santori non li considera autografi[29]
L'Erede 1883 Burali-Forti Autografo perduto
Il piatto azzurro 1886[30] Pilade Cavallini, da una fiaba cinese Santori considera l'opera perduta[31], ma alla Fraternita dei Laici c'è una partitura «per piccola orchestra» corrispondente a quel titolo, datata 1886
La sposa del Diavolo 1888[32] Pilade Cavallini Autografi (di partitura, canto e pianoforte e parti) alla Fraternita dei Laici
L'essere sta nel parere 1888 Burali-Forti Autografo perduto
Tutti dicon così 1889 Burali-Forti Autografi (di partitura, canto e pianoforte e parti) alla Fraternita dei Laici Arezzo, Bellotti, 1893 (una copia è alla Biblioteca Città di Arezzo, un'altra nella Donazione Sparapani[33])
Mignoné-Fanfan 1900 non firmato Autografo perduto

VIAF: https://viaf.org/viaf/147144647641553917586/#Burali-Forti,_Cosimo_1834-1905 DNB

Note

  1. ^ Santori, p. 206
  2. ^ Santori, p. 207
  3. ^ a b Necrologio di Burali-Forti redatto da Angelico Failli in «La provincia di Arezzo» del 4 gennaio 1905».
  4. ^ Santori, p. 208
  5. ^ Claudio Santori, Un compositore aretino dell'Ottocento: Cosimo Burali-Forti, in «Archivi e Memorie dell'Accademia Petrarca (AMAP)», XLII (1976-78), Arezzo, Palmini, 1981, pp. 323-355.
  6. ^ a b c Bio di Burali-Forti, su Fraternita dei laici.
  7. ^ Alessia Massaini, Le notevoli doti artistiche di Cosimo Burali-Forti (1834-1905): disegnatore, pittore e scenografo, in «Brigata Aretina degli Amici dei Monumenti. Bollettino d'informazione», 76 (2003), Arezzo, sn, 2003, pp. 37-47.
  8. ^ Armandi, p. 255
  9. ^ Santori, p. 210
  10. ^ Armandi, p. 256
  11. ^ Santori, pp. 213, 235
  12. ^ Santori, pp. 215, 218-221
  13. ^ Santori, pp. 222, 232
  14. ^ Santori, pp. 218, 233
  15. ^ Santori, p. 235-236
  16. ^ Armandi, pp. 161-173
  17. ^ Santori, p. 236
  18. ^ Santori, p. 240
  19. ^ Sull'inaugurazione del monumento a Guido Monaco vedi anche Bianca Maria Antolini, La musica in Toscana nell'Ottocento, in Paradiso, pp. 7-24:24.
  20. ^ Scheda del fondo Burali-Forti, su Fraternita dei Laici.
  21. ^ Santori, p. 213
  22. ^ Santori, p. 222
  23. ^ Santori, p. 211
  24. ^ Donazione Sparapani, documenti 509, 560-564
  25. ^ Donazione Sparapani, documenti 2381, 2620
  26. ^ Santori, p. 210
  27. ^ Donazione Sparapani, p. 31
  28. ^ Santori, p. 234
  29. ^ Santori, p. 210
  30. ^ Santori, p. 211, la data al 1894
  31. ^ Santori, p. 211
  32. ^ Santori, p. 210, la data al 1892
  33. ^ Donazione Sparapani, documento 2623

Bibliografia

  • Chiara Bardazzi e Alessandra Lombardi (a cura di), Società Filarmonica Aretina (1832-1976). Inventario degli archivi della Società Filarmonica Aretina, Società Filodrammatica dei Risorti di Arezzo, Società Filarmonico Drammatica Aretina ovvero della Provincia di Arezzo poi Società Filodrammatica «T. Sgricci», Dopolavoro Filarmonico-Drammatico «T. Sgricci», Società Filarmonico Drammatica «T. Sgricci», Società Filarmonica Aretina, Orchestra Stabile Aretina, Arezzo, Comune di Arezzo/Archivio Storico, 2000. Vedi pdf del 2014, consultabile sul Sito dell'Archivio Storico di Arezzo.
  • Claudio Santori, Cinque secoli di musica ad Arezzo, Arezzo, Helicon, 2012.
  • Luigi e Lorenzo Armandi, Musicisti e musicanti, bandieri e cantanti nella città di Guido Monaco. L'attività filarmonico-bandistica dal 1809 al 2009, Arezzo, Letizia, 2009.
  • Claudio Paradiso (a cura di), Teodulo Mabellini. Maestro dell'Ottocento musicale fiorentino, Società Editrice di Musicologia (SEdM), Roma, 2017.