Utente:Clubi/sandbox3

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Clubi/sandbox3
Esterno della chiesa di san Luigi Gonzaga
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
LocalitàFile:Clusone-Stemma.pngClusone
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Inizio costruzione1785
Completamento1790

La chiesa di san Luigi Gonzaga si trova a Clusone, in Val Seriana in provincia di Bergamo. La chiesa, di origine settecentesca, si affaccia sul sagrato della Basilica di Santa Maria Assunta, ed è posta di fianco all'Oratorio dei Disciplini di Clusone.

Storia

La costruzione della chiese avvenne tra il 1785 e il 1790 e fu destinata come luogo di riunione della Congregazione Giovanile Cristiana, un gruppo di giovani riuniti per la catechesi. La chiesa venne intitolata a san Luigi Gonzaga, in quanto patrono e protettore dei giovani e degli studenti.[1]

Descrizione

Esterno

La facciata è ripartita da quattro lesene, due agli estremi e due più centrali, che la dividono in tre settori verticali; le due laterali sono leggermente arretrate rispetto a quelle centrali e ospitano due finestre in contorno di muratura con inferriate. Il settore centrale ospita il portale d'ingresso con contorno in pietra e, sopra di esso, in alto, si nota una finestra ad arco che contribuisce ad illuminare l'interno della chiesa.
La facciata è conclusa da un cornicione dalle linee settecentesche che segue l'andamento della facciata con un piccolo accenno a timpano arcuato al centro.

Interno

L'edificio presenta una pianta rettangolare e all’interno vi sono un’unica navata e campata. Sulla parete di fondo si apre una piccola cappella, con volta a botte, in cui è posizionato l'altare maggiore. La pavimentazione interna è in cotto, a piastrelle quadrate e disposte diagonalmente rispetto all'asse della chiesa perché, trattandosi di uno spazio abbastanza ristretto, permettono di avere la percezione ottica di un ambiente più ampio. La soffittatura è a padiglione, intonacata e con al centro un affresco, attribuito al pittore clusonese Giovanni Brighenti raffigurante il passo evangelico in cui Gesù dice lasciate che i fanciulli vengano a me; al centro si trova infatti, il Salvatore attorniato dai suoi discepoli e da bambini.

La cacciata dei profanatori dal tempio

L'opera è una pittura su tela del clusonese Lattanzio Querena dipinta nel 1813 a Venezia. Per le sue dimensioni (5,40mt. X 3,30mt.), è una delle più grandi tele nella bergamasca, seconda solo a quella che si trova nel Palazzo Fogaccia di Clusone. L’opera rappresenta Gesù mentre caccia dei mercanti dal tempio perché colpevoli di svolgere l’attività del commercio e lo scambio di valute, attività che erano vietate sia perché praticate in un luogo sacro sia perché arricchivano i sacerdoti del tempo. Una curiosità di questo quadro è rappresentata dalla figura dell’anziano, posta in basso, il quale sta cercando disperatamente e avidamente di raccogliere più monete possibili. Nel corso del tempo, questo dipinto ha subito diversi spostamenti, anche se tutti avvenuti nella stessa cittadina: inizialmente si trovava nella Chiesa del Paradiso, successivamente sulla controfacciata della Basilica e infine collocato all’interno chiesa di san Luigi. Nel 2003 la tela è stata oggetto di un restauro. [2] [3]

Pala dell’altare

Inizialmente attribuita a Lattanzio Querena, durante il restauro ha rilevato una firma appena accennata, quella di Vincenzo Angelo Orelli. Nella parte alta della tela è rappresentata la Vergine Immacolata con la falce lunare e il serpente calpestato sopra il Mondo (riferimenti chiari al libro della Genesi e quello dell’Apocalisse). Sulla sinistra in basso, invece, si può notare la Raffigurazione del patrono della chiesa, San Luigi Gonzaga, colto nell’atto di offrire alla Vergine un giglio, simbolo di purezza. Accanto a lui sono presenti dei giovani della congregazione cristiana in preghiera e uno di loro tiene in mano un testo utilizzato nella catechesi. In alto a destra è raffigurato San Francesco di Sales con il vestito episcopale e il pastorale.

Discesa dello Spirito Santo

Entrando nella chiesa, sulla parete sinistra, si nota la tela attribuita a Domenico Carpinoni risalente al 1640-1645. Rappresenta la Pentecoste ed è caratterizzata da tonalità di colore molto scure e tetre. L’ opera è stata commissionata dalla famiglia Gadaldini come si rileva grazie allo stemma apposto sulla tela.

Pala del Sacro Cuore

Accanto alla tela del Carpinoni è possibile ammirare la pala di Ponziano Loverini, celebre artista del XIX secolo, nonché direttore dell’Accademia Carrara di Bergamo di quel tempo. L’opera, risalente alla fine dell’Ottocento, fu commissionata dalla parrocchia di Clusone per essere sovrapposta a quella presente attualmente sull’altare maggiore durante il mese di Giugno, mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù.

Trono processionale di San Luigi Gonzaga

Nell’angolo di sinistra è possibile notare il trono processionale di San Luigi Gonzaga del 1891, utilizzato durante le processioni dedicate al patrono della chiesa; la processione, fino al 1960, è stata considerata dagli abitanti di Clusone un evento religioso di rilevante importanza e significato. Il trono è collocato sulla propria base originale, caratterizzata da particolari in oro raffiguranti il santo.

Trono processionale della Madonna del Rosario

Nell’angolo opposto è collocato il trono della Madonna del Rosario; la statua della Vergine non è quella originale che è stata, infatti, sostituita da un’altra, di dimensioni minori, raffigurante la Madonna Addolorata. Il trono è stato prodotto da una bottega di intagliatori in legno di Clusone, la bottega dei Rossi. Attorno alla statua della Madonna è possibile ammirare dei putti fantoniani.

Note

  1. ^ Chiesa san Luigi, su artesacraclusone.it, Arte Sacra Clusone. URL consultato il 23 aprile 2018.
  2. ^ Luigi Olmo, Memorie storiche di Clusone e della Valle Seriana Superiore, 1906, p. 138.
  3. ^ Giovanna Brambilla Ranise e Paolo Plebani (a cura di), Lattanzio Querena e l'autunno del Neoclassicismo, Comune di Clusone, 2004.

Bibliografia

  • Luigi Olmo, Memorie storiche di Clusone e della Valle Seriana Superiore, 1906.
  • Giovanna Brambilla Ranise e Paolo Plebani (a cura di), Lattanzio Querena e l'autunno del Neoclassicismo, Comune di Clusone, 2004.