Radio Audizioni Italiane

Alla fine della seconda guerra mondiale erano rimaste solo 12 stazioni a onde medie e due a onde corte. Le stazioni dell'Italia settentrionale furono poste sotto il controllo del Comitato di Liberazione Nazionale[1]. Nel dicembre 1945 il sistema radiofonico italiano fu riunificato e nel 1946 i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti[1]: le stazioni dell'Italia centromeridionale, già gestite dal PWB e dal governo, vennero costituite nella rete azzurra; mentre le stazioni dell'Italia settentrionale, prima gestite dal CLN, diventarono la rete rossa[2].

Durante gli anni della Ricostruzione, vennero rifatti anche gli impianti radiofonici, così nel 1948 fu completata la nuova rete nazionale di 28 trasmettitori. Le due reti si espansero fino a coprire tutto il territorio nazionale e nel 1951 ripresero i nomi tradizionali[1] di Programma Nazionale (generalista) e Secondo programma (intrattenimento leggero), cui si aggiunse il Terzo programma (culturale)[2].

Nel 1949 entrò in funzione il nuovo impianto di Prato Smeraldo[1] per le trasmissioni all'estero in italiano (per l'Europa, per le Americhe, per l'Australia e Nuova Zelanda, per l'Africa Orientale e il Vicino Oriente), in inglese (per l'Europa, per l'Australia e Nuova Zelanda, per il Medio-Estremo Oriente, per il Sudafrica, per il Nordamerica), in francese

Nascita dei programmi in tedesco e sloveno

In questo periodo la Rai aveva vari complessi artistici stabili. Per la musica classica le tre orchestre e cori delle sedi regionali di Torino, Milano e Roma (cui nel 1957 si aggiungerà l' Orchestra da Camera "Alessandro Scarlatti" di Napoli). Per il teatro le compagnie di prosa di Firenze e Torino, nonché la "Compagnia del Teatro Comico Musicale di Roma" e la "Compagnia di rivista di Milano".

Nel 1949 fu fondata la ERI[1], che si aggiungeva alle conosciate storiche Sipra e Fonit-Cetra.

Televisione

Negli anni cinquanta la Rai costruì la serie di grandi trasmettitori televisivi: Monte Penice, Monte di Portofino, Monte Peglia e Monte Serra nel 1953, Monte Venda nel 1954, Monte Faito nel 1955; nel 1956 la rete venne completata con gli impianti di Monte Argentario, Monte Conero, Monte Nerone, Monte Vergine, Monte Caccia, Monte Sambuco, Monte Scuro, Gambarie, Monte Pellegrino, Monte Soro, Monte Limbara e Punta Badde Urbara[1].

via Teulada

Nascita filodiffusione

abbonamenti

Note

  1. ^ a b c d e f Annuario RAI 1988 1989, Torino, Nuova ERI, 1989
  2. ^ a b RAI - Radiotelevisione Italiana sul sito Vivit

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Note


Bibliografia

  • Rudolf Stöber, Deutsche Pressegeschichte. Von den Anfängen bis zur Gegenwart, 2^ ed. ampliata, Costanza, UVK-Verlags-Gesellschaft, 2005, ISBN 3-8252-2716-2.

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sito ufficiale

Bibliografia

  • (PT) José António Madeira, O primeiro centenário do Observatório Astronómico de Lisboa, 1861-1961, 1962.
  • (PT) Observatorio Astronomico de Lisboa, n. 135, Arquitectura, 1° ottobre 1974.
  • (PT) DREL, Observatório Astronómico de Lisboa, in Monumentos, n. 14, DGEMN, 1° marzo 2001, p. 143.

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