Albert Caraco

filosofo e scrittore francese
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Albert Caraco (Istanbul, 8 luglio 1919Parigi, 7 settembre 1971) è stato un filosofo e scrittore francese.

File:Caraco albert.gif

Biografia

Nato da una ricca famiglia ebraica, passò l'infanzia tra Vienna, Praga e Berlino, conseguentemente agli spostamenti lavorativi che il padre José, procuratore di banca, dovette effettuare. La famiglia abbandonò la Germania negli anni trenta e si stabilì in Francia, per un certo periodo, nella città di Parigi, dove Albert frequenta l'École des Hautes Études Commerciales. Parla già spagnolo e tedesco.

Prima della seconda guerra mondiale la famiglia acquista la cittadinanza dell'Honduras e si trasferisce in Sud America: Argentina e Uruguay. In questo periodo si converte per opportunità sociale al cattolicesimo, ma Albert si converte sinceramente e scrive poesie religiose.

Riceve per le sue opere premi e onorificenze. La famiglia si stabilisce nuovamente a Parigi dopo il 1946, ed è nel 1949 che il giovane Albert viene premiato con il premio Edgar Poe per l'opera "Le livre des combats de l'âme".[1] Questo, tuttavia, sarà l'unico riconoscimento ufficiale che egli riceverà in Francia.

Misconosciuto dalla critica e dagli editori del tempo, i numerosi libri da lui pubblicati in vita non ebbero alcuna eco, forse per la violenza delle sue provocazioni, rivolte contro tradizionali convinzioni politiche e religiose. Le opere di Caraco vennero pubblicate principalmente in Svizzera per le edizioni "A la Baconnière" di Neuchâtel, e successivamente all'incontro con Vladimir Dimitrijevic, presso le edizioni "L'Age d'Homme" di Losanna.

Ebbe un'infanzia assai difficile, per via dei continui spostamenti e dunque dell'assenza di un'identità nazionale e religiosa, benché profondamente legato ai suoi genitori. Visse in completa solitudine, facendosi una cultura completa, che si riflette nel taglio classico della sua prosa vibrante e lucida. Morì suicida nel settembre del 1971, il giorno dopo la morte del padre, tagliandosi la gola dopo aver assunto dei barbiturici. Tale decisione è premeditata e non frutto di una momentanea disperazione; più volte nei suoi diari Caraco esprime la volontà di uccidersi,[2] e tuttavia questo gesto sarà compiuto, "per cortesia", dopo la morte dei suoi genitori.[3]

Tematiche

«Noi, che non ci contentiamo di parole, acconsentiamo a scomparire...»

Rappresentante di un "Nichilismo oscuro" imperniato sulla caducità, tragicità e caoticità in cui vive l'uomo moderno, Caraco descrive in toni 'profetici' un mondo in piena decadenza, ove gli uomini per sopravvivere distruggono il loro pianeta e si sterminano a vicenda. È la morte il tema principale, da cui dipartono tutte le sue tesi. Tra le influenze che caratterizzano il pensiero di Caraco va annoverato certamente lo gnosticismo, che infonde nell'autore una visione del mondo come decadenza, perdizione e caduta. Importante per l'autore è anche la lettura della manualistica seicentesca, come ad esempio il più volte citato Baltasar Gracián,[4] dal quale Caraco prende in prestito l'attitudine prudente e cortese, la necessità di vivere appartato e di dissimulare. Per un certo verso, Caraco si può anche definire un dandy, vista la sua volontà di distinguersi e di creare, attraverso la ricercatezza linguistica, l'uso di arcaismi e la volontà di non "mischiarsi" al resto degli uomini, una propria dimensione indipendente e autosufficiente. Numerose sono anche le influenze stoiche che si trovano nella filosofia di Caraco, a partire dall'ideale del saggio come entità indipendente e come esempio di virtù ascetica e casta (l'idea di castità e continenza viene infatti ribadita a più riprese da Caraco, convinto che il mondo sia già eccessivamente popolato, e che dunque procreare sia dannoso e inutile).[5] Caraco può essere paragonato a Louis-Ferdinand Céline o ad Emil Cioran, per la violenza compressa che scaturisce nell'eleganza provocatoria dei suoi scritti, di cui solamente quattro hanno avuto una traduzione italiana: Post-Mortem e Breviario del Caos pubblicati dalla casa editrice Adelphi, Supplemento alla psychopathia sexualis pubblicato da ES e L'uomo di mondo pubblicato da Guida.

Opere principali

  • Le livre des combats de l'âme (1949)
  • L'école des intransigeants. Rébellion pour l'ordre (1952)
  • Le désirable et le sublime. Phénoménologie de l'Apocalypse (1953)
  • Foi, valeur et besoin, Paris 1957;
  • Apologie d'Israël, vol. 1: Plaidoyer pour les indéfendables (1957), vol. 2: La marche à travers les ruines (1957)
  • Huit essais sur le mal (1963,1979)
  • Le tombeau de l'histoire (1966,1976)
  • Les races et les classes (1967)
  • Post mortem (1968), (Post mortem, trad. it. di Tea Turolla, Adelphi, Milano 1984)
  • Le galant homme. Un livre de civilité (1967) (L'uomo di mondo, trad. di Pippo Vitiello, Guida, Napoli 1993)
  • La luxure et la mort: relations de l'ordre et de la sexualité (1968);
  • L'ordre et le sexe (1970);
  • Obéissance ou servitude? (1974)
  • Ma confession, Lausanne (1975)
  • L'homme de lettres: un art d'écrire (1975) (L'uomo di lettere, a cura di Anita Tatone, Guida, Napoli 1999)
  • Bréviaire du chaos (1982) (Breviario del caos, trad. di Tea Turolla, Adelphi, Milano 1998)
  • Supplément à la «Psychopathia sexualis» (1983) (Supplemento alla Psychopathia sexualis, a cura di Anita Tatone Marino, Guida, Napoli 1991; trad. di Giulia Alfieri, ES, Milano 2005)
  • Ecrits sur la religion (1984)
  • Semainier de l'incertitude (1994)

Note

  1. ^ Cfr. F. Volpi, Il nichilismo, Laterza, Roma.Bari, 2004, p. 130.
  2. ^ "Scrivo davanti al mio tavolo e ho qui vicino a me l'armadio in cui si ammassano i numerosi manoscritti, mi domando appena cosa diventeranno e il signor padre dorme, come per imparare a morire, nella stanza a fianco, è l'ultimo legame che mi tiene attaccato a questo mondo e se un bel mattino non si svegliasse più, lo seguirei di buona grazia" (A. Caraco, Ma confession, L'Age d'Homme, Lausanne, 1075, p. 16).
  3. ^ V. Dimitijevic, Nota, in A. Caraco, Post mortem, Adelphi, Milano, 2009, p. 128.
  4. ^ Cfr. A. Caraco, Le semainier de l'agonie, L'Age d'Homme, Lausanne, 1985, pp.250-251.
  5. ^ "L'illusione rinasce a ogni generazione e gli amplessi la perpetuano, da secoli e millenni il solo rimedio è la continenza" (A. Caraco, Post mortem, cit., p. 85).

Bibliografia

  • Anita Tatone Marino, L'arco dell'esilio. Saggio su Albert Caraco, Università degli studi di Napoli L'Orientale, Napoli, 2003.
  • Corrado Badocco, Albert Caraco, in Virgilio Melchiorre (a cura di), Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano, 2006, vol. 2.
  • Vladimir Dimitijevic, Nota, in Albert Caraco, Post Mortem, Adelphi, Milano, 1984, pp. 121–130.
  • Franco Volpi, Il Nichilismo, Laterza, Roma-Bari, 2004, pp. 129–132.

Collegamenti esterni

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