Presidenza di Thomas Jefferson

3ª presidenza degli Stati Uniti d'America (1801-1809)

La presidenza di Thomas Jefferson ebbe inizio il 4 marzo del 1801 con l'inaugurazione e relativo insediamento del presidente degli Stati Uniti d'America e terminò il 4 marzo del 1809. Jefferson assunse l'incarico di presidente degli Stati Uniti d'America dopo essere riuscito a battere il presidente John Adams suo predecessore alle elezioni presidenziali del 1800.

Presidenza Thomas Jefferson
Il presidente Jefferson in un dipinto di Thomas Sully
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Capo del governoThomas Jefferson
(Partito Democratico-Repubblicano)
Giuramento4 marzo 1801
Governo successivo4 marzo 1809
«Se per entrare in paradiso dovessi essere costretto ad appartenere a un partito politico, rinuncerei ad entrarvi... Sebbene la volontà della maggioranza debba sempre imporsi, questa volontà dev'essere ragionevole per potersi considerare giusta. Ogni divergenza di opinioni non è una diversità di princìpi.»

In questa competizione elettorale il Partito Democratico-Repubblicano spazzò via il Partito Federalista avversario, inaugurando così una generazione di predominio nella politica americana. Dopo aver servito per due mandati consecutivi a Jefferson succederà il Segretario di Stato James Madison, anch'egli affiliato ai Democratici-Repubblicani.

Elezioni presidenziali del 1800

 
La bandiera degli Stati Uniti d'America a 15 stelle.
«Siamo tutti Federalisti, siamo tutti Repubblicani»

Inaugurazione

Amministrazione

«T. Jefferson: un gentiluomo in grado di calcolare un'eclissi, valutare una proprietà, legare un'arteria, progettare un edificio, dibattere una causa in aula, domare un cavallo, ballare un minuetto e suonare il violino»

Gli avvenimenti salienti della presidenza Jefferson saranno i seguenti:

1801
 
Gli Stati Uniti fino al 1802.
1802
1803
1804
 
Gli Stati Uniti nel 1805.
1805
1806
1807
1808
1809

Gabinetto ministeriale

Partiti politici

  Democratico-Repubblicano   Federalista   Indipendente

Dipartimento Incarico Ritratto Nome Mandato
Inizio Termine
  Presidente  
 
Thomas Jefferson 4 marzo 1801 4 marzo 1809
  Vicepresidente  
 
Aaron Burr 4 marzo 1801 4 marzo 1805
 
 
George Clinton 4 marzo 1805 4 marzo 1809
  Segretario di Stato     Levi Lincoln Senior 5 marzo 1801 1° maggio 1801
    James Madison 2 maggio 1801 3 marzo 1809
  Segretario al Tesoro  
 
Samuel Dexter 4 marzo 1801 13 maggio 1801
 
 
Albert Gallatin 14 maggio 1801 4 marzo 1809
  Segretario alla Guerra  
 
Henry Dearborn 5 marzo 1801 4 marzo 1809
  Procuratore generale  
 
Levi Lincoln Senior 5 marzo 1801 3 marzo 1805
 
 
John Breckinridge 7 agosto 1805 14 dicembre 1806
 
 
Caesar Augustus Rodney 20 gennaio 1807 4 marzo 1809
  Direttore generale delle poste  
 
Joseph Habersham 4 marzo 1801 28 novembre 1801
 
 
Gideon Granger 28 novembre 1801 4 marzo 1809
  Segretario alla Marina  
 
Benjamin Stoddert 4 marzo 1801 31 marzo 1801
 
 
Robert Smith 27 luglio 1801 4 marzo 1809

Nomine giuridiche

Fonti:[4][5]

# Nome Seggio Stato Succeduto a Nomina Conferma Inizio
servizio attivo
Termine
servizio attivo
1 William Johnson   Carolina del Sud Alfred Moore 22 marzo 1804 24 marzo 1804 26 marzo 1804 4 agosto 1834
2 Henry Brockholst Livingston   New York William Paterson 13 dicembre 1806 17 dicembre 1806 10 novembre 1806[6] 18 marzo 1823
3 Thomas Todd   Virginia Carica istituita 28 febbraio 1807 2 marzo 1807 3 marzo 1807 7 febbraio 1826
 
Il giudice associato della Corte suprema William Johnson ebbe una filosofia giudiziaria ferocemente indipendente.
 
William Cranch divenne uno dei giudici federali più longevi della storia statunitense, servendo ininterrottamente per quasi 50 anni.
# Nome Circuito Nomina Conferma Inizio servizio
attivo
Termine servizio
attivo
1 William Kilty   Distretto di Columbia 6 gennaio 1802 26 gennaio 1802 23 marzo 1801[7][8] 27 gennaio 1806
2 Henry Potter 6 gennaio 1802 26 gennaio 1802 9 maggio 1801[7][9] 7 aprile 1802
3 Dominic Augustin Hall 6 gennaio 1802 26 gennaio 1802 1º luglio 1801[7][8] 1º luglio 1802[10]
4 Edward Harris 27 aprile 1802 29 aprile 1802 3 maggio 1802[9] 1º luglio 1802[10]
5 Nicholas Battalle Fitzhugh   Distretto di Columbia 21 novembre 1803 25 novembre 1803 25 novembre 1803[9] 31 dicembre 1814
6 William Cranch   Distretto di Columbia 21 febbraio 1806 24 febbraio 1806 24 febbraio 1806[11] 1º settembre 1855
7 Allen Bowie Duckett   Distretto di Columbia 28 febbraio 1806 3 marzo 1806 17 marzo 1806[9] 19 luglio 1809
# Nome Corte Nomina Conferma Inizio servizio
attivo
Termine servizio
attivo
1 David Leonard Barnes   Rhode Island 6 gennaio 1802 26 gennaio 1802 30 aprile 1801[7] 3 novembre 1812
2 William Stephens   Georgia 6 gennaio 1802 26 gennaio 1802 22 ottobre 1801[7] 13 ottobre 1818
3 Henry Potter   Carolina del Nord 6 aprile 1802 7 aprile 1802 7 aprile 1802 20 dicembre 1857
4 Charles Willing Byrd   Ohio 1º marzo 1803 3 marzo 1803 3 marzo 1803 25 agosto 1828
5 John Samuel Sherburne   New Hampshire 22 marzo 1804 24 marzo 1804 26 marzo 1804 2 agosto 1830
6 Dominic Augustin Hall Distretto del territorio di Orleans 30 novembre 1804 30 novembre 1804 11 dicembre 1804 30 aprile 1812
7 Matthias Burnett Tallmadge   New York 20 dicembre 1805 23 dicembre 1805 12 giugno 1805[12] 9 aprile 1814[13]
8 Pierpont Edwards   Connecticut 21 febbraio 1806 24 febbraio 1806 24 febbraio 1806 5 aprile 1826
9 James Houston   Maryland 19 aprile 1806 21 aprile 1806 21 aprile 1806 8 giugno 1819

Emendamenti costituzionali

In risposta al legame intercorrente del Collegio elettorale degli Stati Uniti d'America che si era venuto a creare tra lo stesso Jefferson e Burr in occasione delle elezioni presidenziali del 1800 il Congresso decise di far approvare un emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d'America il quale previde una procedura rinnovata per l'elezione del Presdente e del suo Vicepresidente sottoponendolo alle legislature statali per la ratifica di rito a partire dal dicembre del 1803[14].

Il XII emendamento venne così ratificato dal numero richiesto di Stati federati (cioè 13) entrando in tal modo far parte della Carta costituzionale nel giugno seguente[14].

 
Il nuovo stato dell'Ohio.

Nuovi Stati ammessi nell'Unione

Un nuovo Stato, l'Ohio, venne ammesso nell'Unione mentre Jefferson si trovava in carica. La data esatta rimane incerta; il 30 aprile del 1802 il 7º Congresso approvò un atto "che autorizzava gli abitanti dell'Ohio a formare una Costituzione e un governo statale per la sua successiva ammissione nell'Unione". Il 19 febbraio successivo fu invece promulgato un atto ulteriore "che prevedeva l'esecuzione delle leggi degli Stati Uniti nello Stato dell'Ohio".

Non pare tuttavia che sia mai stata fissata una data formale per l'avvio della sovranità; la data ufficiale non sarà stabilita fino al 1953, quando l'83º Congresso approvò una risoluzione congiunta che designò il 1° marzo del 1803 come il termine ultimo di ammissione[15]. Si trattò del primo Stato creato a partire dal Territorio del nord-ovest.

Affari interni

Democrazia jeffersoniana

Politica fiscale

Controversia Yazoo

All'inizio del XIX secolo gran parte della "frontiera americana" (quel vasto spazio di territorio che verrà di lì a poco conosciuto come il West) rimaneva soggetta alla rivendicazioni concorrenti dei coloni, degli speculatori terrieri e dei Nativi americani degli Stati Uniti d'America. Le terre Yazoo (Yazoo lands) della Georgia occidentale non fecero eccezione a questo stato di cose ed anzi giunsero ad emergere puntualmente come una delle questioni di maggior attrito durante l'Amministrazione in corso[16].

In quello che divenne noto come "lo scandalo della terra Yazoo" lo Stato federato georgiano si era impegnato in una massiccia truffa immobiliare vendendo autonomamente ampi tratti di terra; questo prima di far approvare retroattivamente una legislazione la quale invalidò la totalità delle sovvenzioni concesse[17].

Con il patto siglato nel 1802 il Governo federale acquistò la Georgia occidentale (le odierne unità statali dell'Alabama e del Mississippi), accettò quindi di far estinguere tutte le pregresse rivendicazioni dei Nativi presenti da sempre nella regione ed infine anche di risolvere tutte le richieste di coloro che si erano ritrovati defraudati nello scandalo[18].

 
Il giovane piantatore sudista John Randolph in un ritratto di Gilbert Stuart.

A partire dal 1804 il presidente tentò di risarcire equanimemente i truffati concedendo alcune delle terre acquisite attraverso l'accordo, ma il membro del Congresso John Randolph riuscì a mobilitare l'opposizione alla proposta, criticandola come "un esplicito omaggio alla speculazione"[19].

L'incidente segnò l'avvio di una faziosità localistica tutta interna al Partito Democratico-Repubblicano e che sarebbe risultata assai problematica sia per Jefferson che per la successiva Presidenza di James Madison, in quanto il gruppo denominato "tertium quids" di Randholp non si astenne dal criticare ferocemente ed in una maniera assai "libera" i presidenti del loro stesso partito politico[20].

Le polemiche scatenatisi sulle terre Yazoo sarebbero proseguite fino al 1814, quando l'Assemblea congressuale accoglierà alla fine la richiesta di cominciare a risarcire i ricorrenti in giudizio[21].

Spedizioni esplorative

Ancor prima dell'acquisto della Louisiana avvenuto nel 1803 la presidenza aveva cominciato a pianificare una spedizione esplorativa che avrebbe dovuto toccare i territori ad Ovest del fiume Mississippi[22]. Jefferson considerò sempre molto importante per i nuovi Stati Uniti stabilire una "rivendicazione di scoperta" nell'Oregon Country documentando e stabilendovi una presenza colonica prima che gli europei (nello specifico l'impero britannico e l'impero russo) potessero affermarvi a loro volta un qualche forte diritto d'insediamento[23].

 
Il Passaggio a nord-ovest.

Il presidente sperò anche che la prevista spedizione avrebbe finito con lo scoprire il tanto ricercato Passaggio a nord-ovest in direzione dell'Oceano Pacifico, il che avrebbe notevolmente promosso gli affari e i trattati commerciali a favore della nazione[24].

Nel 1804 nominò quindi il proprio segretario personale Meriwether Lewis, affiancato da William Clark, in qualità di leader di una spedizione da dirigersi risolutamente a Occidente e che prese collettivamente il nome di Corps of Discovery[25][26].

 
La rotta della spedizione di Lewis e Clark.

Jefferson scelse Lewis come capo della spedizione piuttosto che qualcuno in possesso di migliori credenziali scientifiche a causa della sua riconosciuta esperienza militare nelle zone boschive oltre che della "familiarità con i modi e il carattere indiani"[27].

Il presidente possedette inoltre la più vasta collezione di libri al mondo - per quel tempo - sui temi della geografia e della storia naturale del continente dell'America settentrionale e ancor prima della messa a punto organizzativa della spedizione non mancò d'insegnare a Lewis le scienze della mappatura, della botanica, della storia naturale, della mineralogia, dell'astronomia e dell'arte della navigazione[28].

Finalmente nel maggio del 1804 il "Corpo di scoperta" composto da circa 40 uomini poté mettersi in marcia partendo da Saint Louis viaggiando lungo il corso del fiume Missouri[29]. Guidati provvidenzialmente da Sacajawea e da diverse tribù native incontrate lungo il percorso la spedizione, seguendo il fiume Columbia, giunse alla vista della costa oceanica nel novembre del 1805.

Dopo aver atteso per tutti i mesi invernali il disgelo primaverile diede il via al viaggio di ritorno il giorno 22 marzo del 1806 per far quindi ritorno alla base di partenza il 23 di settembre, portando seco una ricchezza di conoscenza scientifica e geografica del vasto territorio del West fino ad allora del tutto sconosciuto ed aggiungendovi inoltre informazioni preziose inerenti alle molte tribù indiane con cui venne in contatto[30].

Due mesi dopo il presidente rilasciò la sua prima dichiarazione pubblica di fronte al'Assemblea congressuale riassumendo in un'unica frase il pieno successo ottenuto prima di affermare la piena giustificazione delle spese sostenute[24]. l'American Philosophical Society divenne infine il deposito di molte delle nuove scoperte, inclusi fossili, semi e piante assieme a specie del tutto nuove[31].

 
Localizzazione dell'odierna Astoria, all'estremità settentrionale dell'Oregon.

Nel 1808 l'uomo d'affari John Jacob Astor I fondò una compagnia di compravendita transcontinentale per il commercio delle pellicce e tre anni più tardi contribuì alla fondazione di Fort Astoria (l'odierna Astoria (Oregon), il primo insediamento statunitense sulla West Coast[32]. Oltre al "Corps of Discovery" Jefferson organizzerà personalmente anche altre spedizioni dirette a Occidente, alcune delle quali si trovarono a viaggiare anche attraverso il territorio del Vicereame della Nuova Spagna[33].

Williiam Dunbar e George Hunter guideranno una spedizione sul fiume Ouachita, Thomas Freeman e Peter Custis dirigeranno verso il Red River (Mississippi) (la spedizione del Red River), Zebulon Pike comanderà la spedizione Pike che porta il suo nome arrivando nelle Montagne Rocciose e di qui negli Stati Uniti sud-occidentali[34]. Tutte le spedizioni esplorative inviate durante la presidenza Jefferson produssero una ricca messe d'informazioni relative alla "Frontiera americana"[34].

Ebbe quindi così il suo inizio la grande epopea del West, la "Frontiera".

 
I cadetti di West Point mentre prestano giuramento (2009).

National Military Academy

Il presidente sentì fortemente la necessità d'istituire un'università militare nazionale in grado di formare un corpo ingegneristico ufficiale e competente (il futuro Genio militare) il quale non avrebbe perciò più dovuto affidarsi a fonti straniere per ottenere scienziati d'ingegneria di alto livello[35].

Un'accademia ad hoc avrebbe anche aiutato a sostituire molti degli ufficiali federali che Jefferson non aveva esitato a licenziare non appena entrato nel pieno delle proprie funzioni[36]. Il presidente quindi controfirmò la legislazione apposita del Military Peace Establishment Act il 16 marzo del 1802, fondando in tal modo la United States Military Academy di West Point (New York).

La nuova legge definì in 29 sezioni tutto un insieme di regolamentazioni e limiti per i militari[37].

Politica estera

 
Mappa illustrativa della costa del Nordafrica in cui furono attivi gli Stati barbareschi.

Prima guerra barbaresca

  Lo stesso argomento in dettaglio: Prima guerra barbaresca.
«Jefferson reagì drasticamente ai ripetuti atti di pirateria compiuti dagli Stati barbareschi i quali danneggiavano i traffici marittimi e nel 1805 inviò una squadra sulle coste libiche, costringendo così i pirati a rispettare le imbarcazioni mercantili statunitensi[38]

Per decenni prima dell'entrata in carica di Jefferson i pirati della costa barbaresca del Nordafrica affacciata sul Mar Mediterraneo (nelle odierne Algeria, Tunisia e Libia) continuarono ad andare all'abbordaggio contro le navi della marina mercantile provenienti dall'America, catturando le imbarcazioni, conducendo al saccheggio i carichi di valore, riducendo i membri degli equipaggi in uno stato di schiavitù e chiedendo infine enormi riscatti per la loro liberazione[39].

Prima della guerra d'indipendenza americana le navi mercantili americane vennero in un certo qual modo protette dai pirati barbareschi grazie all'influenza militare della Royal Navy e diplomatica dell'impero britannico, la una tal protezione ebbe termine una volta che le Tredici colonie acquisirono una propria autonomia[40].

 
La Naval Act che provvide ad armare la United States Navy.

Nel 1794, in risposta agli attacchi e alle aggressioni divenute sempre più frequenti, il Congresso aveva già fatto approvare una disposizione legislativa la quale autorizzava la concessione del pagamento di un tributo agli Stati barbareschi. Allo stesso tempo l'Assemblea parlamentare promulgò la legge Naval Act del 1794 la quale diede il via alla costruzione di sei fregate, che divennero rapidamente la base su cui si fonderà l'United States Navy (le sei fregate originali della US Navy).

Verso la fine degli anni 1790 la neonata repubblica degli Stati Uniti d'America aveva oramai stipulato dei trattati bilaterali praticamente con tutti gli Stati barbareschi, ma proprio alcune settimane prima che s'insediasse la nuova amministrazione Jefferson partendo da Tripoli si cominciò ad assaltare le navi statunitensi di passaggio nel Golfo della Sirte con l'intento di strappare con la forza e la minaccia delle armi un ulteriore esigente tributo[41].

Il presidente fu dapprincipio riluttante a lasciarsi coinvolgere in un qualsiasi tipo di conflitto internazionale, ma ad un certo punto credette che una "dimostrazione muscolare" avrebbe potuto alla fine dare come risultato quello di scoraggiare gli "Stati dei barbari" dal chiedere eventuali riscatti a ripetizione. Diede quindi ordine alla nuova marina militare nazionale di far rotta in direzione del Mar Mediterraneo, entrarvi attraversando lo Stretto di Gibilterra e da qui avviarvi un'operazione di difesa contro la pirateria, dando così inizio alla prima guerra barbaresca[42].

 
Ritratto del tenente Stephen Decatur.

Gli sforzi iniziali messi in campo dall'amministrazione risulteranno essere in gran parte inefficaci tanto che nel 1803 la fregata USS Philadelphia (1799) venne sequestrata con tutto il carico e gli uomini a bordo per essere trasferita al porto di Tripoli e da qui nei mercati (compresi quelli degli schiavi)[43].

Nella notte del 16 febbraio dell'anno seguente il tenente Stephen Decatur guidò con pieno successo un distaccamento degli United States Marine Corps in un'incursione al porto tripolitano; a bordo della Checchia tripartita catturato in precedenza e ribattezzato USS Intrepid (1798) ingannarono le guardie del Philadelphia riuscendo ad avvicinarsi abbastanza vicino da poter salire a bordo[44].

 
L'incendio della USS Philadelphia (1799) in un dipinto di Edward Moran.

Gli uomini di Decatur presero d'assalto la nave sopraffacendo con facilità i marinai tripolitani. Con il supporto del fuoco delle navi da guerra americane diedero quindi alla fiamme la nave impedendo in tal maniera il suo uttilizzo da parte del nemico. Il militare venne trasformando in un sol colpo in un eroe ed assurse ad una fama nazionale[45].

«Il bombardamento di Tripoli del 1804 rappresentò il primo intervento militare americano al di fuori del territorio nazionale[46]

Conseguentemente Tunisi e Algeri si ritrovarono costrette a rompere le loro alleanze con Tripoli se non volevano subire la stessa sorte. Il presidente ordinerà anche cinque distinti bombardamenti navali su Tripoli i quali come diretta conseguenza giunsero a ristabilire per un certo periodo la sicurezza delle rotte mediterranee[47]; questo sebbene il Governo federale continuasse a pagare gli altri Stati barbareschi almeno per tutto il tempo rimanente dell'amministrazione Jefferson[48].

Acquisto della Louisiana

  Lo stesso argomento in dettaglio: Acquisto della Louisiana.

Il presidente ritenne che l'espansione verso il West potesse giocare un ruolo assai importante nel promuovere la sua personale visione di una repubblica composta da agricoltori yeoman. Nel momento in cui Jefferson assunse la carica i pionieri avevano già iniziato ad insediarsi ad Ovest del fiume Mississippi, sebbene ancora vaste aree di territorio rimasero libere e abitate solamente dai nativi americani degli Stati Uniti d'America[49].

 
Le aree (in verde scuro) della Louisiana spagnola intorno al 1803. Ad Ovest di essa vi era la Comanderia generale delle province interne del Vicereame della Nuova Spagna, a Nord-ovest il contestato (tra impero britannico, impero spagnolo e impero russo) Oregon Country ed infine nella parte Sud-orientale la Florida spagnola.

Molti autorevoli dirigenti nazionali, in particolare negli Stati Uniti nord-occidentali, favorirono un'ulteriore espansione territoriale con la speranza di poter arrivare nel breve periodo all'annessione della Louisiana spagnola[50]. Jefferson ritenne che la debolezza dimostrata dall'impero spagnolo nel tenere sotto il proprio controllo la regione rendesse l'acquisizione statunitense solamente una questione di tempo, sempre che l'impero britannico non se ne impadronisse a sua volta per primo[51].

Le speranze espansionistiche furono temporaneamente infrante quando l'imperatore dei francesi Napoleone Bonaparte fece pressioni sugli spagnoli per far trasferire l'intera provincia oltremare al primo Impero francese; questo a seguito del Trattato di Aranjuez (1801) firmato nel 1801[50]. Sebbene le forti pressioni subite abbiano certamente avuto un loro ruolo nella conclusione del trattato internazionale, gli spagnoli credettero anche che il controllo francese sulla vasta regione della Louisiana avrebbe aiutato a proteggere il Vicereame della Nuova Spagna dalle mire statunitensi[51].

I sogni napoleonici sul ristabilimento di un impero coloniale nell'America del Nord minacciarono di riaccendere le tensioni della "Quasi-guerra" recentemente conclusasi, ma la situazione di continua insurrezione presente a Saint-Domingue con la rivoluzione haitiana in pieno svolgimento e le rinnovate ostilità tra francesi e inglesi nel continente europeo alla fine convinsero l'imperatore a rinunciare ai propri piani colonialistici oltreoceano[50].

Nel 1802 il presidente invierà i suoi rappresentanti di fiducia James Monroe e l'avvocato Robert Livingston nella capitale francese con la speranza di riuscire ad acquistare la città di New Orleans e le aree costiere adiacenti. Con somma sorpresa della delegazione statunitense Napoleone rese invece subito disponibile l'intero Territorio ad un prezzo totale di 15 milioni di dollari statunitensi; la maggior parte dei contemporanei pensò che si trattasse di un'opportunità eccezionale, mettendo pertanto da parte quasiasi riserva costituzionale[52].

Il Segretario di Stato James Madison diede le sue personali rassicurazioni sul fatto che l'acquisto s'inserisse perfettamente all'interno anche della più severa interpretazione costituzionale a riguardo; il Senato concesse quindi rapidamente la propria ratifica e la Camera dei Rappresentanti autorizzò immediatamente il relativo finanziamento[53].

 
L'acquisto della Louisiana nel 1803 ammontò a 827.987 miglia quadrate (2.144.480 km quadrati), raddoppiando di fatto le dimensioni degli Stati Uniti d'America; è possibile vedere gli attuali Stati federati che la ricoprivano.

L'acquisto, conclusosi positivamente nel dicembre del 1803, segnò la fine delle ambizioni francesi nell'America settentrionale ed assicurò il controllo statunitense fino al corso del "Grande fiume" Mississippi[54]; con questa acquisizione le dimensioni dei nuovi Stati Uniti d'America quasi raddoppiarono ed il Segretario al Tesoro Albert Gallatin si vide costretto a chiedere prestiti alle banche straniere per poter finanziare il pagamento a Napoleone[55].

Sebbene l'acquisto della Louisiana si rivelasse essere molto popolare, alcuni esponenti del Partito Federalista non mancarono di criticarlo; il deputato Fisher Ames sosterrà l'opinione secondo cui: "dobbiamo spendere il poco denaro che abbiamo per una quantità di terra di cui ne abbiamo già fin troppa"[56][57].

Cospirazione Burr

Non più considerato per la riconferma nella carica di Vicepresidente alle prossime elezioni presidenziali del 1804 Aaron Burr corse per ottenere l'incarico di Governatore di New York già nel mese di aprile. In seguito alla sua sconfitta in quella competizione sfidò il leader del Partito Federalista Alexander Hamilton a battersi in un duello contro di lui, dopo averlo accusato apertamente di aver espresso commenti altamente diffamatori nei suoi riguardi[58].

 
Targa alla memoria apposta nel sito ove si svolse il duello tra i due uomini politici.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Duello Burr-Hamilton.

L'11 di luglio seguente quindi Burr ferirà mortalmente l'avversario a Weehawken nel New Jersey)[59]. Hamilton si era rivelato essere uno dei maggiori fattori chiave nella perdita di Burr della corsa governatoriale[59], facendo delle osservazioni alquanto insensibili e pungenti; credendo che il proprio "senso dell'onore" fosse stato gravemente offeso il Vicepresidente incumbent non aveva esitato a sfidare l'avversario nel duello che risulterà poi mortale all'ex Segretario al Tesoro della Presidenza di George Washington.

 
Statua dedicata ad Alexander Hamilton nella Rotonda del Campidoglio.

Burr venne perciò incriminato di omicidio sia nello Stato di New York che nel New Jersey (ove il duello era proibito), costringendolo pertanto a fuggirsene fino in Georgia, seppur continuerà a presiedere il Senato durante tutto il processo di impeachment stabilito contro uno dei giudici associati della Corte Suprema, Samuel Chase (il quale si risolverà in un nulla di fatto). Le due incriminazioni vennero pertanto "lasciate tranquillamente cadere"[59].

A seguito della sua caduta in disgrazia le ambizioni presidenziali risultarono essere definitivamente concluse; ma fu prontamente segnalato dall'ambasciatore britannico che egli aveva invero tutta l'intenzione di "effettuare una separazione della parte più occidentale degli Stati Uniti" (all'altezza dei Monti Appalachi).

Il presidente vi credette talmente tanto che nel novembre del 1806 le voci che Burr stesse tramando in vari modi con alcuni degli Stati federati più Occidentali con lo scopo di creare un "impero indipendente" si erano oramai fatte sempre più insistenti. Si dichiarò che propugnasse l'idea di dare il via ad una sollevazione popolare o ad atti di pirateria volti alla conquista di ampie porzioni del territorio sotto l'influenza dell'impero spagnolo e quindi alla penetrazione armata nel Vicereame della Nuova Spagna.

Vi furono inoltre numerose segnalazioni inerenti uomini che procedevano a tappe forzate al reclutamento di una sorta di esercito personale di Burr, oltre che alla raccolta di armamenti sia difensivi che offensivi e alla costruzione d'imbarcazioni atte alla traversata del Golfo del Messico.

 
James Wilkinson, il 1° Governatore della Louisiana, in un ritratto di John Wesley Jarvis.

La città meridionale di New Orleans parve inizialmente trovarsi in una situazione di particolare vulnerabilità, ma ad un certo punto il generale statunitense presente in loco, James Wilkinson - un agente segreto che faceva il doppio gioco a favore degli spagnoli - decise di scoprire tutte la carte di Burr, catturandolo e facendolo mettere velocemente ai ferri.

Il presidente intanto emise un avviso di proclama secondo cui alcuni cittadini statunitensi avrebbero - del tutto illegalmente - complottato con l'intento d'impossessarsi delle proprietà spagnole. Sebbene Burr fosse stato oramai del tutto screditato a livello nazionale, Jefferson temette fortemente per l'unità nazionale stessa. In un rapporto indirizzato al Congresso del gennaio 1807 il presidente dichiarò la colpevolezza di Burr in tutta la faccenda essere "al di là di ogni possibile dubbio".

A marzo il supposto cospiratore venne fatto arrestare in quel di New Orleans e di lì a poco processato per Alto tradimento dall'Alta corte di Richmond (Virginia) la quale in tal occasione venne diretta dal Presidente della Corte Suprema John Marshall. Il 13 di giugno successivo il presidente venne direttamente citato in giudizio dall'accusato per fargli rilasciare dei documenti che ne favorissero la difesa[60].

Jefferson affermò quindi di non provare alcun senso di lealtà nei confronti di Burr e concesso il rilascio di ben pochi documenti tra quelli che ne erano stati richiesti, invocando il proprio "privilegio esecutivo"[60]. Il presidente si rifiuterà categoricamente anche di apparire nell'aula del procedimento giudiziario in corso[60].

Il caso, fin dall'inizio dimostratosi assai debole per quanto riguardava le tesi dell'accusa governativa, si concluderà con l'assoluzione del sospettato. Il tutto condusse però alla completa rovina della reputazione di Burr, non permettendogli mai più di organizzare un'altra avventura sovversiva[61].

L'ex Vice di Jefferson in seguito morirà nella sua residenza privata di Staten Island nell'ottobre del 1836[62].

 
Il deputato haitiano Jean-Baptiste Belley del Consiglio dei Cinquecento in un dipinto di Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson.

Florida e Haiti: spagnoli e francesi

All'inizio del 1802, quando apprese che l'imperatore dei francesi Napoleone Bonaparte intendeva riconquistare un punto d'appoggio a Saint-Domingue e nella Louisiana francese, il presidente proclamò solennemente la neutralità statunitense in relazione alla rivoluzione haitiana; venne permesso comunque - almeno inizialmente - al contrabbando di guerra di "continuare a fluire verso gli ex schiavi negri ribelli attraverso i soliti canali mercantili e l'amministrazione avrebbe ripetutamente rifiutato tutte le richieste francesi di assistenza, crediti o prestiti"[63].

Quando le preoccupazioni di Jefferson cominciarono a riguardare più da vicino gli equilibri di potere nei Caraibi "le implicazioni commerciali e di geopolitica" attivate dai piani napoleonici ben presto accrebbero di gran lunga tutte le sue paure davanti all'ipotesi di una nuova nazione guidata dagli schiavi in rivolta[64].

Dopo che venne proclamata, da parte della neonata repubblica haitiana, la totale indipendenza dal Primo Impero francese nel 1804 il presidente rifiuterà però di riconoscere Haiti in qualità di seconda repubblica indipendente dell'America[65]; in parte sperò in tal maniera di poter ottenere il sostegno di Napoleone per l'acquisizione della Florida spagnola[66].

I proprietari di schiavi sudisti si spaventarono fino al terrore di fronte alle notizie di avvenuti massacri di bianchi della classe dei piantatori europei perpetrati dai neri, sia durante che dopo l'esplosione della ribellione; il Congresso dominato dai rappresentanti schiavisti del profondo Sud rimase perciò decisamente ostile alle aspirazioni libertarie degli haitiani[67].

Temettero fortemente che il successo della rivoluzione nell'isola non avrebbe fatto altro che incoraggiare una sommossa degli schiavi del tutto simile nell'intera America meridionale spagnolo. Lo storico Tim Matthewson fa notare che Jefferson alla fine "accettò supinamente la politica del Sud, l'embargo del commercio isolano e il non riconoscimento del nuovo Stato, l'attiva difesa dello schiavismo internamente e la denigrazione radicale di Haiti all'estero"[68].

Secondo lo storico George Herring invece "la diplomazia della Florida rivela Jefferson al suo livello peggiore; la sua brama di conquistare nuovi territori ha prevalso sulla sua preoccupazione nei riguardi del principio di Libertà"[69]. Il rifiuto di riconoscere ufficialmente Haiti contribuì altresì ben poco per portare avanti l'obiettivo dichiarato del presidente di acquisire sia la Florida orientale che la Florida occidentale le quali continuarono a rimanere sotto il diretto controllo spagnolo.

 
Localizzazione del fiume Perdido al confine tra la Florida e l'Alabama.

Jefferson sostenne che l'acquisto della Louisiana si era esteso in direzione Ovest fino a raggiungere il fiume Rio Grande ed aveva - come sua diretta conseguenza - incluso anche la Florida occidentale fino al'estremità del fiume Perdido. Sperò di utilizzare questa affermazione, insieme alla pressione francese, per arrivare a costringere gli spagnoli a vendere l'intera penisola della Florida[70].

Nel 1806 riuscì ad ottenere l'approvazione da parte dell'Assemblea congressuale di un prestito di 2 milioni da usare nelle trattative di compravendita; a questo punto anche i fautori più entusiasti dell'espansionismo pensarono di autorizzare il presidente ad inglobare l'intero territorio canadese sotto la dominazione dell'impero britannico, anche con la forza se necessario[71].

In quest'ultimo caso però, a differenza di quello della Louisiana, le dinamiche della politica europea lavorarono chiaramente contro Jefferson; Napoleone aveva difatti tentato di allearsi con gli USA contro gli spagnoli per vedere cosa avrebbe potuto ottenere in cambio, mentre a partire dal 1805 la Spagna europea era oramai entrata a far parte dell'alleanza filo-francese. Gli spagnoli non desiderarono quindi affatto dover cedere la Florida la quale faceva parte della sua influenza contro gli Stati Uniti in piena espansione.

La rivelazione sul tentativo di corruzione e relativa tangente che il presidente offrì ai francesi per ottenerne l'appoggio alle proprie rivendicazioni provocheranno non poca indignazione, giungendo ad indebolire di fatto l'autorità di Jefferson in questo campo; in seguito si troverà quindi costretto ad abbandonare completamente l'idea di acquistare la Florida[72].

Relazioni con i nativi americani: impero britannico

In linea con il suo pensiero risalente all'Età dei lumi il presidente adottò una politica di assimilazione culturale nei confronti dei Nativi americani degli Stati Uniti d'America la quale diverrà presto nota con la dicitura di "programma di civilizzazione", il che includeva la sicurezza e la pace alla "Frontiera" (il West) dei nuovi Stati Uniti, la stipulazione di alleanze e trattati internazionali oltre che l'incoraggiamento all'agricoltura.

Jefferson sostenne che le tribù indiane dovessero effettuare acquisti federali tramite il credito, trattenendo le loro terre come garanzia per il rimborso. Svariate tribù accettarono, compresi gli Shawnee guidati da "Black Hoof" Catecahassa, il popolo Creek e i Cherokee[73].

Nonostante ciò il presidente continuerà a sognare una nazione transcontinentale tanto che via via diventerà sempre più scettico nei riguardi degli sforzi di assimilazione intrapresi; mentre la sua presidenza proseguiva cominciò a dare sempre più una maggior priorità alla colonizzazione bianca dei territori Occidentali rispetto all'assimilazione pacifica[74].

Quando assunse il potere presidenziale il capo Shawnee Tecumseh e suo fratello Tenskwatawa stavano compiendo una serie di incursioni contro gli insediamenti colonici nella Valle dell'Ohio, utilizzando munizioni fornite dai commercianti britannici canadesi.

Nel tentativo di formare una Confederazione indiana nel Territorio del nord-ovest i due risoluti fratelli sarebbero stati una continua fonte di frustrazione e pericolo per i coloni statunitensi. Le nazioni indiane seguiranno Tenskwatawa (il Profeta Shawnee e suo fratello) il quale aveva una visione di purificazione della sua società da attuarsi attraverso l'espulsione forzosa dei "figli dello Spirito malvagio" (i coloni americani)[75].

L'apparente successo conseguito dalle tattiche di guerriglia dei nativi diedero all'impero britannico la speranza di poter giungere a creare una nazione satellite indiana in ampie porzioni del territorio dell'America settentrionale[76] . La prosecuzione serrata di tali incursioni diverranno presto una delle principali cause della successiva guerra anglo-americana scoppiata nel 1812[77].

 
Medaglione ufficiale dell'Anti-Slavery Society, 1795.

Abolizione della tratta degli schiavi

«Poco prima di ritirarsi a vita privata nelle sue terre fece varare una legislazione che proibiva l'importazione degli schiavi africani: si trattava del primo progresso in una questione già altamente controversa[78]

Nel corso del decennio 1790 molti leader antischiavisti erano giunti a credere che l'istituzione dello schiavismo si sarebbe prevedibilmente estinta in tutta la nuova nazione entro un futuro oramai prossimo. Queste speranze si basarono in larga parte sull'onda dell'entusiasmo seguito all'abolizione della schiavitù praticamente in tutti gli Stati federati della Nuova Inghilterra e anche oltre, oltre che sul declino - ritenuto del tutto irreversibile - dell'importazione di schiavi nel profondo Sud[79].

La Costituzione degli Stati Uniti d'America aveva incluso una disposizione attraverso la quale veniva impedito al Congresso di far emanare una qualsiasi legislazione che vietasse l'importazione e l'acquisto di schiavi attraverso la tratta atlantica degli schiavi africani per i 20 anni seguenti, cioè fino al 1808[80].

Nel corso degli anni immediatamente precedenti all'ingresso di Jefferson alla presidenza il timore crescente nei confronti di possibili ribellioni di schiavi portò a far calare di molto l'entusiasmo nei riguardi dell'abolizione in tutto il Sud; molti Stati anzi iniziarono a mettere in atto dei Codici neri progettati espressamente per "regolamentare il comportamento" degli afroamericani liberi[81].

Durante il suo mandato il presidente rimase assai deluso dal fatto che la generazione più giovane non stava facendo più nulla per abolire la schiavitù; ma in gran parte riuscì in qualche modo ad evitare il problema fino al 1806, quando riuscirà a convincere l'Assemblea congressuale a bloccare l'importazione straniera di schiavi nell'intero Territorio dell'acquisto della Louisiana appena inglobato[82].

Vedendo che nel 1808 il divieto costituzionale ventennale di porre fine al commercio schiavista internazionale sarebbe giunto alla sua naturale scadenza già a dicembre del 1806, nel suo rituale messaggio presidenziale di fine anno al Congresso, richiese espressamente l'adozione di una legge che lo vietasse. Non esiterà quindi a denunciare il commercio di schiavi come la perpetrazione di un serie di "violazioni dei diritti umani che sono state così a lungo protratte sugli abitanti inoffensivi dell'Africa e sulle quali la moralità, la reputazione e gli interessi migliori del nostro paese sono stati a lungo desiderosi di proscrivere"[83] .

Il presidente controfirmò la legge ed il commercio internazionale degli schiavi africani divenne illegale a tutti gli effetti a partire dal gennaio del 1808; il commercio legale aveva fino ad allora una media annuale di 14.000 schiavi; il contrabbando illegale al ritmo di circa un migliaio di schiavi all'anno proseguirà ancora per decenni[84].

Secondo l'opinione dello storico contemporaneo del periodo in questione John Chester Miller: "I due principali risultati della presidenza di Jefferson sono stati l'acquisto della Louisiana e l'abolizione della tratta degli schiavi"[85].

Relazioni con le potenze europee e Embargo Act

Scadenze elettorali

Elezioni presidenziali del 1804

Elezioni presidenziali del 1808

Reputazione storica

Note

  1. ^ Citato in Mario Francini Storia dei presidenti americani Tascabili Newton 1996, pp. 18-19
  2. ^ Citato in Robert Dalleck JFK, una vita incompiuta Mondadori 2004, pag. 359
  3. ^ Citato in Robert Dalleck JFK, una vita incompiuta Mondadori 2004, pag. 361.
  4. ^ Judges of the United States Courts, in Biographical Directory of Federal Judges, Federal Judicial Center. URL consultato il 3 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2016).
  5. ^ Federal Judicial Center, su fjc.gov.
  6. ^ Formalmente nominato il 13 dicembre del 1806, confermato dall'Aula del Senato il 17 seguente ed entrato in carica il 16 gennaio del 1807.
  7. ^ a b c d e Formalmente nominato il 6 gennaio del 1802, confermato dall'Aula senatoriale il 26 seguente; entrato in carica quello stesso giorno.
  8. ^ a b Nominato presidente.
  9. ^ a b c d Nominato giudice associato.
  10. ^ a b Carica abolita.
  11. ^ Nominato presidente dopo aver precedentemente prestato servizio come giudice associato dello stesso tribunale.
  12. ^ Formalmente nominato il 20 dicembre 1805, confermato dall'Aula senatoriale il 23 seguente, entrato in carica il 17 gennaio del 1806.
  13. ^ Riassegnato al Distretto Settentrionale di New York a partire dal 9 aprile del 1814.
  14. ^ a b David C. Huckabee, Ratification of Amendments to the U.S. Constitution (PDF), in Congressional Research Service reports, Washington D.C., Congressional Research Service, The Library of Congress, 30 settembre 1997.
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Relazioni estere

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Voci correlate

Collegamenti esterni