Pierre Pascal

poeta, scrittore e iranista francese
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Pierre Pascal (Lilla, 16 aprile 1909Roma, 13 gennaio 1990[1]) è stato un poeta, saggista, iranista e traduttore francese.

Biografia

Discendente del marchese Alexandre Gonsse de Rougeville e figlio del chimico Paul Pascal, si appassionò alla poesia giapponese dopo aver trascorso, adolescente, un anno in Giappone al seguito del padre.

Studiò inizialmente da notaio, quindi letteratura e storia alla Sorbonne. Frequentò in seguito l'École des Langues Orientales e si dedicò alle arti marziali.

Intraprese la carriera militare come ufficiale nella Legione straniera[2]; nel 1927 incontrò Charles Maurras, del quale divenne sostenitore e discepolo «à la vie à la mort».[3]

Intorno alla metà degli anni trenta fondò e diresse la casa editrice Éditions du Trident, le cui pubblicazioni iniziarono a Parigi e proseguirono nel dopoguerra a La Spezia. Nel 1934 fondò la rivista Eurydice (Cahiers de poesie et d'humanisme), con un programma orientato verso «une poésie qui se veut critique et, qui, en tout cas est régulière», che mise le sue pagine a disposizione della «Poesia sana e vigorosa, eloquente e nutrita di Bello e di Bene, quindi di Vero»[4]. Alla rivista collaborarono anche Paul Valéry, Charles Maurras, Pierre de Nolhac, Henri de Régnier‪ e Xavier de Magallon.[5]

Scrisse una quindicina di opere tra raccolte di poesie epiche, come Ode alla terza Roma del 1935, in cui esprimeva il proprio favore verso il fascismo, e lavori su Maurras e André Chénier. Collaborò con Dante (rivista italiana pubblicata a Parigi), L’Âge Nouveau e La Phalange.

Nel 1935 Maurras suggerì al ministro degli esteri francese, Pierre Laval, il nome di Pascal, che aveva il vantaggio di parlare fluentemente italiano, per tentare un'azione diplomatica che ebbe quale risultato l'accordo Mussolini-Laval.[6][7]

Nell'aprile 1936, accolse l'invito del ministro Giuseppe Bottai rivolto a lui, a Philippe de Zara e a Daniel-Rops, quali «rappresentanti delle varie tendenze delle giovani generazioni», a tenere conferenze in Italia; all'Istituto fascista di cultura di Roma tenne la conferenza "L'esprit au service de la Cité".[8] Nel 1937 vinse un premio dell'Académie française per alcuni suoi versi che furono anche fissati in placche di bronzo sulle torrette della corazzata Dunkerque.[9]

Aderì al governo di Vichy, durante il quale fu segretario del Matin, poi redattore capo de La Voix de la France e controllore generale alla radio di Vichy. Caduto il governo, riparò in Italia, una volta lasciato il Castello di Sigmaringen, nuova sede del governo di Pétain.

Fuga in Italia

Nell'aprile 1945 trovò rifugio nella Repubblica di Salò e, grazie a Mussolini (del quale raccolse l'ultima intervista[10]‬), a Gardone Riviera presso il Vittoriale degli italiani. Grande ammiratore di Gabriele D'Annunzio, mise in salvo le lettere d'amore del poeta italiano all'amante e traduttrice, nonché amica di Pascal, Nathalie de Goloubeff. Una parte della corrispondenza fu pubblicata, con la curatela di Pascal, nel volume Le livre secret de Gabriele D'Annunzio et de Donatella Cross, di cui si occuparono, fra gli altri, Antonio Barolini, Arrigo Cajumi, Gualtieri di San Lazzaro, Luigi Emery, Attilio Momigliano.[11] Nel 1947 la giustizia francese lo condannò in contumacia all'ergastolo per "collaborazione con il nemico".[1] Trasferitosi a Roma, trovò ospitalità nella Villa Gangalandi del principe Lancellotti.

Nel dopoguerra venne nominato Cancelliere dell'Ambasciata Imperiale dell'Iran presso la Santa Sede, dove rimase circa dieci anni. Nel 1958 fondò a Roma, nella sede dell'Agenzia Italia di Umberto Ortolani, la casa editrice Éditions du Cœur Fidèle (emanazione di una «Legio Fidelis», che ebbe quali membri Pascal, Moretti e Yvon De Begnac[6]).

Pascal scrisse haiku disciplinati dalla metrica nipponica e dall'uso tradizionale delle rime. Per questo motivo, fu ammesso, unico europeo, nella "Foresta dei Pennelli".[12] Sotto il titolo Nettare del Drago riunì mille e più haiku, tanka e kōan, preceduti da un saggio dedicato a L'Arte di scrivere senza scrivere. Per questo saggio, Henry de Montherlant aveva mandato a Pierre Pascal un progetto di proemio, ma che non fu mai ripreso e concluso.[13] Nel 1950 pubblicò una raccolta di 55 haïkaïs e tankas, In morte di un Samurai, in ricordo del generale Tōjō, il quale fu giustiziato per impiccagione a Tokyo il 23 dicembre 1948. L'opera fu musicata da Maurice Delage, per baritono e orchestra da camera.[14]

Fu discepolo di René Guénon ed ebbe rapporti epistolari con Yukio Mishima[15] (scrisse inoltre la prefazione alla prima traduzione italiana del saggio Sole e acciaio dello scrittore giapponese[16]). Incontrò più volte Padre Pio da Pietrelcina e ne riassunse la vita nella seguente affermazione: «un miracolo di obbedienza».[17]

Collaborò con Nouvelle École, Lecture et tradition, La Destra, Arthos, Cahiers de l'herméneutique, Labrys.

L'opera di traduttore

 
Le livre de Job, Roma, 1967

A Roma fu anche bibliotecario del Pontificio Seminario Francese e si dedicò all'attività di traduttore. Entrò in contatto con Julius Evola, del quale divenne amico e traduttore per il francese.[6] Esperto di cultura classica e orientale, in modo particolare, giapponese‪[18], tradusse in francese e in italiano La via dell'Eternità di Shinshô Hanayama[19], libro che racconta come seppero morire i criminali di guerra giapponesi ma, in patria, infelici eroi ai quali fu dedicato il santuario buddhista di Kanazawa.[13] Per questa traduzione e per il commento che ne fece, l'imperatore del Giappone gli offrì una sepoltura nel santuario in cui furono sepolti i criminali di guerra.[20]

A Pascal si deve una duplice traduzione, francese e italiana (quest'ultima nella collana della Boringhieri Enciclopedia di autori classici, diretta da Giorgio Colli) delle Quartine del poeta persiano ʿUmar Khayyām‪; un lavoro di ricostruzione filologica[21], molto più fedele all'originale rispetto alla classica traduzione di Edward FitzGerald[22] (il più noto traduttore di Khayyām). L'edizione si basa principalmente su un manoscritto conservato nella biblioteca dell'Università di Cambridge, insieme al Chester Beatty di Dublino (il codex kahyyamien di Mohammad Ali Foroughi) e a due manoscritti (Suppléments Persans nn. 1777 e 1417[23]) conservati presso la Bibliothèque National di Parigi.[24] Nel 1967 pubblicò una parafrasi in versi del Libro di Giobbe, preceduta da uno studio inedito di Chesterton, scritto nel 1932 appositamente per Pascal.[25] Tradusse, inoltre, i poeti persiani Baba Taher (Les Robâ 'iyyât) e Abu Saʿīd ibn Abi l-Khayr; e, anonimamente, due saggi di Enrico Castelli: Il Tempo esaurito e Il significato della casistica, quest'ultimo sulla rivista Dieu vivant di Jean Daniélou.[26]

Per le edizioni del Mercure de France, tradusse lo scritto autobiografico di Benito Mussolini Parlo con Bruno (dedicato al figlio aviatore deceduto in un incidente aereo), le poesie di Emily Brontë e i poemi di Edgar Allan Poe; del quale approntò anche una traduzione della poesia Il corvo, pubblicata a Roma, nel 1970, con un apparato di note e interpretazioni[27]. Nel 1970 fece rappresentare a Parigi, al Théâtre de la Ville, con lo pseudonimo di Pierre de Rougeville, un suo adattamento teatrale del Cantico dei Cantici. Nel 1983 il compositore Yvon Bourrel mise in musica due suoi lavori: per canto e piano, una traduzione in francese, Sancta Maria, del poema Hymn contenuto nel racconto Morella di Poe; per solo, coro e piccola orchestra, una parafrasi in versi francesi del Cantico delle Creature.[28]

È sepolto al Cimitero del Verano nella cappella dei Caetani Lovatelli. Sulla lapide è scritto: «Poeta e scrittore in esilio».[29]

Poetica

Poeta di ascendenza maurrassiana, forte e nutrito, fu l'autore, fra l'altro, d'una Ode trionphale en l'honneur de la troisiènne Rome et du Duce, protecteur des moissons, dei cités et des Arts Latins e anche di un poema epico: Eloge perpétuel de la Sibylle d'Erythrée et de César Auguste fondateur de l'Empire, risposta di un francese al messaggio che Gabriele D'Annunzio indirizzò il 27 agosto 1935 a «tous les bons chevaliers de France et d'Italie» per onorare il bimillenario di Augusto, per commemorare la conquista di Abissinia e la creazione del nuovo impero d'Italia.[4]

Una delle maggiori ambizioni di Pierre Pascal fu di rinnovare nella sua poesia la tradizione dei poeti civici (Pindaro, Orazio, Ronsard, Malherbe, Chénier, Lamartine, Hugo) distanziandosi da quei poeti che possono vivere – sull'esempio della Pléiade e dei Symbolistes – anche nel mezzo delle guerre di religione e dei più violenti dibattimenti, unicamente occupati dai loro rosai e dai loro amori. Pascal non ha temuto l'attualità politica.

Nonostante ciò – l'osservazione è di Xavier de Magallon – «mai la sua poesia è scesa al livello degli avvenimenti da cui è scaturita». Ciò che ha cantato, con una foga sincera e sapiente, e che è valso alla sua Sibylle d’Erythrée di apparire allo stesso tempo in lingua originale e in traduzione italiana, è la necessità dell'unione latina e l'amore nei confronti di una patria che, come affermava d'Annunzio, «va dalle Fiandre francesi al mare di Sicilia».

La poesia di Pascal è di una ricchezza sorprendente per vocabolario, immagini, apostrofi, invocazioni, prosopopee. Le sue strofe ricordano spesso le Odes di Ronsard, per la prodigalità e il groviglio dei ricordi e talvolta per l'oscurità dell'erudizione mitologica.[30]

Premi

Opere

Poesia

  • Pierre Pascal, Ode Philippique à la gloire des morts du six février MCMXXXIV, in Eurydice: cahiers de poésie et d'humanisme, maggio-giugno 1934.
  • Pierre Pascal, Ode triomphale en l'honneur de la troisieme Rome et du Duce, protecteur des moissons, des cites et des arts latins, preambule de Xavier de Magallon, Parigi, Éditions du Trident, 1934.
  • Pierre Pascal, Pean naval pour celebrer la naissance du croiseur-cuirasse Dunkerque et son augural bapteme, Parigi, Éditions du Trident, 1935.
  • Pierre Pascal, Ode liturgique a Paris citadelle des justes arche de paix capitale du royaume, frontespice de Maxime Real del Sarte; à l'auteur: Charles Maurras, Xavier de Magallon, Ariel, Nicolas Beauduin, Henry Courmont, Henri-Philippe Livet, Arthur Nicolet, Noël de la Houssaye, Pasquale Piazzolla, Joseph Rouault, Parigi, Éditions du Trident, 1937.
  • Pierre Pascal, Eloge perpetuel de la Sybylle D'Erythree et de Cesar Auguste, fondateur de l'Empire : precede du Tombeau seculaire de Pierre de Nolhac, traduction de Mario Ronchetti; preambule de Xavier de Magallon, poemes liminaires d'un italien et de Joseph Rouault; Le chant millenaire de Jacques Vinour, Parigi, Éditions du Trident, 1938.
  • Pierre Pascal, Chant funèbre pour les cadets de l'Alcazar, Clermont-Ferrand, F. Sorlot, 1941.
  • Pierre Pascal, In morte di un Samurai ; seguito da l'Apologia per un fiore di Camelia bianca, Roma, Diamante, 1950.

Studi dannunziani

  • Ébauches érotiques pour le musée secret de Gabriele d'Annunzio découvertes par Pierre Pascal, Parigi, Jacques Haumont, 1944.
  • Le livre secret de Gabriele D'Annunzio et de Donatella Cross : sauve de la destruction et commente par Pierre Pascal, Padova, Il Pellicano, 1947.
  • Le livre secret de G. D'A. et de D. C. : sauvé de la destruction et commenté par Pierre Pascal. Tome prémier, Padova, Ed. Le Tre Venezie, 1948.

Vari

  • Pierre Pascal, Mussolini alla vigilia della sua morte e l'Europa : colloquio con il poeta francese Pierre Pascal (2 aprile 1945), traduzione di Emilio Bodrero, Roma, L'arnia, 1948.
  • Pierre Pascal, Discours sur les abominations de la Nouvelle Église, prefazione di József Mindszenty, Bruxelles, Editions du Baucens, 1976.
  • Pierre Pascal, Gouttes de rosée sur un sabre nu, Braine-le-Comte, Lettera Amorosa, 1976.
  • Pierre Pascal, Risoluzione aritmetica del Memento mori cifrato di santa Teresa d'Avila. Insieme alla primissima Cantio sanctae Teresiae, La Spezia, Edizioni del Tridente, 1978.
  • Pierre Pascal, Maurras: Honori et Vindictae Sacrum, Chiré en Montreuil, Éditions de Chiré, 1986.

Note

  1. ^ a b Francia è morto lo scrittore Pierre Pascal, su agi.it, 18 gennaio 1990 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2016).
  2. ^ Y. Chiron, p. 431.
  3. ^ Alessandro Campi, L'ombra lunga di Napoleone: da Mussolini a Berlusconi, Venezia, Marsilio, 2007, p. 89.
  4. ^ a b Carmine Starace, p. 362.
  5. ^ Arthur Nicolet, Du haut de ma potence‬: ‪dessins de Paul Bovée, ‬Delémont‪, Éditions du Jura Libre‬, 1961, p. 69.
  6. ^ a b c Maria Rita Intrieri, Moretti editore: indizi per una rilettura dell'opere architettonica, in Corrado Bozzoni, Daniela Fonti e Alessandra Muntoni (a cura di), Luigi Moretti Architetto del Novecento, Roma, Gangemi Editore, 2015, pp. 180-183.
  7. ^ Georges-Paul Wagner‬, ‪Maurras en justice, Etampes, Éditions Clovis, 2002, p. 62.
  8. ^ Francesca Petrocchi D'Auria, Tra nazionalismo e cosmopolitismo: "Dante" (1932-1940) : una rivista italiana di poesia a Parigi, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2000, p. 25.
  9. ^ Gianfranco de Turris (a cura di), Pierre Pascal: Lux evoliana, in Testimonianze su Evola, Roma, Edizioni Mediterranee, 1985, p. 165.
  10. ^ Giovanni Artieri, Incontro con il poeta francese Pierre Pascal, in ‪Mussolini e l'avventura repubblicana, Milano, A. Mondadori, 1981, p. 590.
  11. ^ Pietro Solari, Cinquecento lettere inedite di D'Annunzio a Donatella, in Corriere della Sera, 7 luglio 1942. Antonio Barolini, Lettere d'amore di Gabriele D'Annunzio, in Stampa Sera, 28 gennaio 1948, p. 3. Arrigo Cajumi, Amori dannunziani, in La Stampa, 24 aprile 1948, p. 3.
  12. ^ Y. Chiron, p. 432; Aldo La Fata, In memoria del poeta-soldato Pierre Pascal (1909-1990), su Corriere Metapolitico, 27 settembre 2010.
  13. ^ a b Quarantuno haiku e cinque tanka di Pierre Pascal, in Labrys, n. 2, Perugia, 1980, p. 96.
  14. ^ (FR) Philippe Rodriguez, Maurice Delage : La solitude de l'artisan, Genève, Éditions Papillon, 2001, p. 130.
  15. ^ (FR) Dominique Venner, Histoire de la Collaboration, Paris, Éd. Pygmalion/Gérard Watelet, 2000, p. 59.
  16. ^ Ferdinando Castelli, Yukio Mishima, il suicidio come protesta e spettacolo, in La Civiltà cattolica, n. 2991, 1º febbraio 1975, p. 234.
  17. ^ Elena Bergadano, Padre Pio: il profumo dell'amore, Milano, Paoline, 1999, p. 101.
  18. ^ Alain de Benoist, Vu de droite‬: ‪anthologie critique des idées contemporaines, Paris, ‬Éditions Copernic, 1979, p. 564.
  19. ^ Armel Guerne e Emil Cioran, Lettres de Guerne à Cioran, a cura di Sylvia Massias, Lectoure, Éd. le Capucin, 2001, p. 307.
  20. ^ Michel Bulteau, Pierre Pascal, un poète tragique, in Nouvelle Revue de Paris, n. 8, décembre 1986, p. 183.
  21. ^ Mario Praz, Immobilità dell'Oriente, in Cronache letterarie anglosassoni, IV, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1966, p. 179.
  22. ^ Mario Praz, Storia della letteratura inglese, Firenze, Sansoni, 1960, p. 589.
  23. ^ Pierre Pascal, Omar Khâyyâm redivivo..., in Iran: pubblicazione dell'Ufficio Culturale dell'Ambasciata Imperiale dell'Iran, n. 2, marzo 1960.
  24. ^ Francesco Gabrieli, Omar Khayyàm e i suoi interpreti, in Saggi orientali, Caltanissetta, Salvatore Sciascia‬ Editore, 1960, p. 179. (EN) Ali Dashti, Pascal's Roba'iyyat, in In Search of Omar Khayyam, traduzione di L. P. Elwell-Sutton, London-New York, Routledge, 2011, p. 182-184.
  25. ^ Pierre Pascal, Una parafrasi del «Libro di Giobbe», in L'Osservatore Romano, n. 284, 12 dicembre 1962, p. 5. Agnoldomenico Pica, Luigi Moretti, un architetto al di là del cantiere, in Civiltà delle macchine, XXII, nº 1-2, 1974, p. 59.
  26. ^ Enrico Castelli Gattinara di Zubiena, Diari: 1949-1955, Padova, CEDAM, 1998, pp. 238; 542.
  27. ^ L'edizione di Pascal è segnalata da Mario Praz nel volume: Edgar Allan Poe, Il corvo, introduzione e traduzione di Mario Praz, Milano, Rizzoli, 1974, pp. 19-20.
  28. ^ Jean-Paul Roudeau, Souvenirs sur Pierre Pascal, in Lecture et tradition, n° 161-162, 1990.
  29. ^ Marcello Veneziani, Il poeta devoto che confessò in extremis il Duce, in Il Giornale, 2 febbraio 2014.
  30. ^ a b André Bellessort, Séance annuelle du jeudi 19 décembre 1940: Rapport sur les concours littéraires de M. André Bellessort, Secrétaire perpétuel, su Académie française.
  31. ^ Un'ode al Duce che ottiene il «Premio Verlaine», in La Stampa, 18 maggio 1935, p. 10.
  32. ^ Pierre Pascal, su Académie française.

Bibliografia

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