Presidenza di John Adams

2ª presidenza degli Stati Uniti d'America (1797-1801)

La presidenza di John Adams ebbe inizio il 4 marzo del 1797 con la cerimonia d'inaugurazione e relativo insediamento del presidente degli Stati Uniti d'America e si concluse il 4 marzo del 1801. Adams, che aveva servito in qualità di Vicepresidente nel corso della presidenza di George Washington, assunse l'incarico di Presidente degli Stati Uniti d'America dopo aver vinto le elezioni presidenziali del 1796.

Presidenza John Adams
Il presidente J. Adams in un ritratto di John Singleton Copley.
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Capo del governoJohn Adams
(Partito Federalista)
Giuramento4 marzo 1797
Governo successivo4 marzo 1801
«Abilissimo nel manovrare, acutissimo nell'intuire, Adams appariva troppo al di sopra della massa per non rendersi sgradito. Divenne presidente mentre stava insorgendo una gravissima crisi con la Prima Repubblica francese[1]

Unico membro del Partito Federalista ad aver assunto l'alto incarico, la sua amministrazione si concluderà dopo un solo mandato a causa della sconfitta subita alle successive elezioni presidenziali del 1800. Gli succederà il Vice Thomas Jefferson, esponente di punta del Partito Democratico-Repubblicano.

Quando Adams entrò in carica le guerre rivoluzionarie francesi stavano causando gravi difficoltà ai mercanti americani in alto mare suscitando al contempo un'intensa partecipazione partigiana tra i contendenti delle diverse correnti politiche a livello nazionale. Il suo mandato fu caratterizzato da uno stato di "quasi-guerra", una belligeranza non dichiarata contro la Prima Repubblica francese combattuta principalmente nel teatro costituito dall'Arcipelago dei Caraibi.

Il conflitto nascerà principalmente dal cosiddetto "affare XYZ", una vicenda politico-diplomatica scaturita durante il primo anno dell'Amministrazione che avrà le sue radici nello stato turbolento delle relazioni franco-americane dopo lo scoppio della Rivoluzione francese nel 1789. Nel 1798, a seguito delle ripetute aggressioni compiute contro le spedizioni mercantili navali statunitensi la possibilità di un'entrata in guerra degli Stati Uniti d'America contro i rivoluzionari francesi crebbe proporzionalmente.

Adams diresse personalmente un'espansione della United States Navy e la creazione susseguente del Dipartimento della Marina per potere gestirla. Le sempre più crescenti spese connesse con queste azioni richiesero un aumento del gettito federale e il Congresso degli Stati Uniti d'America approverà in tal senso la Direct Tax of 1798, la 1ª forma di tassazione correlata al Governo federale. Tali misure contribuiranno a provocare il malcontento economico del ceto medio e l'esplosione di disordini interni, quali gli incidenti denominati "Fries Rebellion" avvenuti nella Pennsylvania.

Elezioni presidenziali del 1796

Inaugurazione

  Lo stesso argomento in dettaglio: Insediamento del presidente degli Stati Uniti d'America.
Partiti politici

  Federalista   Democratico-Repubblicano   Indipendente

Dipartimento /
Funzione
Foto Nome Data
Presidente  
 
John Adams 1797 - 1801
Vicepresidente  
 
Thomas Jefferson 1797 - 1801
Segretario di Stato  
 
Timothy Pickering 1797 - 1800
 
 
Charles Lee 1800
 
 
John Marshall 1800 - 1801
Segretario al Tesoro  
 
Oliver Wolcott jr. 1797 - 1800
 
 
Samuel Dexter 1801
Segretario alla Guerra  
 
James McHenry 1797 - 1800
 
 
Samuel Dexter 1800 - 1801
Procuratore generale  
 
Charles Lee 1797 - 1801
Direttore generale delle poste  
 
Joseph Habersham 1797 - 1801
Segretario alla Marina  
 
Benjamin Stoddert 1798 - 1801

Amministrazione

Gli avvenimenti salienti della presidenza J. Adams sono i seguenti:

1797
1798
1799
1800
1801

Gabinetto

Vicepresidenza

  Lo stesso argomento in dettaglio: Vicepresidente degli Stati Uniti d'America.

Nomine giuridiche

Politica estera

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della politica estera statunitense.

Relazioni con la Prima Repubblica francese

  Lo stesso argomento in dettaglio: Guerre rivoluzionarie francesi.

Il mandato presidenziale venne caratterizzato dalle dispute sul ruolo da dare alla nuova nazione - e, se nel caso, dalla parte con cui schierarsi - nell'ambito del conflitto che si stava sempre più espandendo in Europa, laddove Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda e Prima Repubblica francese si trovavano oramai in una situazione di guerra generalizzata; mentre Thomas Jefferson e tutto il Partito Democratico-Repubblicano premevano per favorire apertamente la causa francese John Adams e il Partito Federalista dimostrarono invece molta più vicinanza agli interessi dell'impero britannico[2].

L'intensa battaglia politica scaturita dalla ratifica del Trattato di Jay del 1794 aveva già precedentemente polarizzato i sostenitori delle due parti in campo e alla fine alienato con rapidità quella filo-francese[3]. Esso aveva difatti portato a risoluzione alcune delle principali rimostranze e lamentele statunitensi contro gli inglesi, incluso il reclutamento forzoso dei marinai americani nella Royal Navy; venne considerato come la soluzione migliore per evitare un altro scontro bellico contro gli inglesi[4].

I francesi rimasero per lo più indignati tanto che cominciarono attivamente a porre sotto sequestro e a impadronirsi delle navi mercantili americane le quali proseguivano i loro traffici e scambi commerciali con gli inglesi. Alla scadenza rappresentata delle elezioni presidenziali del 1796 i francesi sostennero apertamente la candidatura di Jefferson alla carica di presidente e, dopo la sua sconfitta, accentuarono di fatto la situazione di belligeranza[5].

Quando tuttavia Adams assunse la carica il sentimento filo-francese tra la maggioranza dell'opinione pubblica negli Stati Uniti continuò a rimanere assai forte, innanzi tutto a causa della sostanziale assistenza ricevuta durante la guerra d'indipendenza americana[6][7].

 
Ritratto di Elbridge Gerry.

Affare XYZ

Il neo-presidente sperò di poter mantenere nonostante tutto delle relazioni amichevoli con il governo rivoluzionario francese e inviò senza por tempo in mezzo una delegazione oltreoceano composta da John Marshall, Charles Cotesworth Pinckney ed Elbridge Gerry per reclamare un risarcimento dopo gli attacchi francesi alle spedizioni navali mercantili statunitensi.

Quando gli inviati giunsero a ottobre del 1797 vennero costretti a fare anticamera per versi giorni e alla fine fu concesso loro solamente un incontro di 15 minuti con il ministro degli esteri Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord.

A seguire i tre diplomatici cominciarono le riunioni con i subordinati del potente politico francese; ciascuno rifiutò categoricamente di incominciare a condurre trattative a meno che gli Stati Uniti non acconsentissero a pagare delle cospicue tangenti in denaro, una a Talleyrand personalmente e un'altra alla "Repubblica" nel suo inseme[8]. Gli americani a questo punto si rifiutarono di continuare a negoziare a partire da tali termini[9]: Marshall e Pinckney se ne tornarono quindi in patria, mentre Gerry rimase[10].

In un discorso pronunciato davanti al Congresso riunitosi nell'aprile del 1798 il presidente rivelò pubblicamente le macchinazioni messe in atto da Talleyrand, compreso il suo tentativo di concussione, con il risultato di scatenare l'indignazione pubblica nei confronti dei francesi[11].

 
Una vignetta politica britannica che descrive la vicenda: gli Stati Uniti sono rappresentati dalla donna che viene saccheggiata da cinque francesi, tra cui un personaggio che indossa il berretto frigio - una rappresentazione della Francia rivoluzionaria e repubblicana - mentre John Bull (allegoria) siede ridendo sulle scogliere di Dover raffigurate come una collina.

I Democratici-Repubblicani palesarono invece un certo scetticismo sul resoconto dato dall'Amministrazione di ciò che divenne noto come "affare XYZ". Molti dei sostenitori di Jefferson si opposero fermamente agli sforzi del presidente atti a difendersi dai francesi, finendo così con l'indebolire sistematicamente l'autorità dello stesso Adams[12].

Loro timore principale fu che una guerra aperta contro i francesi avrebbe condotto automaticamente a un'alleanza con i britannici, il che a sua volta avrebbe permesso al "presunto monarchico" Adams di portare avanti senza troppi ostacoli il proprio programma interno[13].

Da parte loro la maggioranza dei Federalisti, in particolar modo i conservatori "ultra-federalisti", temettero profondamente l'influenza che la rivoluzione francese avrebbe potuto avere anche all'interno della società americana tramite il radicalismo[14].

Anche la questione economica guidò l'approfondirsi del divario tra le due forze partitiche in quanto i Federalisti cercarono d'instaurare legami commerciali con i britannici, mentre la gran parte dei Democratico-Repubblicani paventarono di gran lunga l'influenza dei creditori inglesi[15].

Quasi guerra

Il presidente non intravide personalmente alcun vantaggio nell'aderire apertamente all'alleanza guidata dai britannici contro i rivoluzionari francesi, perseguì pertanto una strategia in base alla quale le imbarcazioni statunitensi avrebbero "molestato" quelle francesi in uno sforzo sufficiente per arginarne gli assalti contro gli interessi americani, dando così inizio a una guerra navale non dichiarata nota come Quasi-guerra[3].

Alla luce della minaccia d'invasione da parte delle più potenti forze francesi Adams richiese all'Assemblea congressuale di autorizzare una vasta espansione dell'United States Navy, oltre che la creazione di un esercito di almeno 25.000 effettivi; vennero infine concessi 10.000 uomini per rafforzare l'United States Army e un moderato potenziamento della marina militare la quale all'epoca consisteva in un'unica imbarcazione e oltretutto non ancora pienamente armata[16][17].

L'ex presidente George Washington fu incaricato quale Comandante generale dell'esercito statunitense e Adams accettò con riluttanza la sua richiesta che Alexander Hamilton fungesse da secondo in comando[18]; divenne però ben presto evidente che quest'ultimo era colui che effettivamente stava in carica, a causa dell'età oramai avanzata di Washington. Il presidente irritato osservò: "So che Hamilton è uno Spirito orgoglioso e presuntuoso, un ambizioso Mortale che fa sempre finta di essere invece altamente Morale", scrisse, ma "con un'etica corrotta come quella del vecchio Benjamin Franklin, che è il suo modello più di chiunque altro io conosca"[3].

Grazie al suo sostegno dato all'espansione marittima e la creazione del Dipartimento della Marina Adams viene spesso definito come il padre della marina statunitense[19].

 
Scena raffigurante l'USS Constellation contro L'Insurgente.
  Lo stesso argomento in dettaglio: USS Constellation contro L'Insurgente.

Sotto la forte guida del Segretario alla Marina Benjamin Stoddert l'apparato navale ottenne numerosi successi nella "Quasi-guerra", compresa la cattura de L'Insurgente nel febbraio del 1799, una potente unità militare navale francese. Si aprirono anche i rapporti commerciali con Saint-Domingue la quale, a seguito della rivoluzione haitiana scatenata dagli schiavi, era divenuta un'ex colonia francese in stato di ribellione nel Mare Caraibico[20].

Andando oltre l'opposizione di molti all'interno del suo stesso partito politico, il presidente resistette comunque a un'"escalation" in direzione del conflitto armato. Il continuo sostegno presidenziale concesso a Elbridge Gerry, un esponente Democratico-Repubblicano mandato in Francia all'inizio del mandato di Adams e che continuò a perseverare nel ricercare una pace accettabile con i francesi, diede motivi di particolare frustrazione a molti Federalisti[21].

La decisiva influenza di Hamilton al Dipartimento della Guerra contribuirà anche ad allargare la spaccatura tra i sostenitori Federalisti del presidente e dello stesso Hamilton. Allo stesso tempo la creazione di una grande forza armata permanente sollevò l'allarme popolare e agì a favore delle prese di posizione dei Democratici-Repubblicani di Jefferson filo-francesi[22].

 
William Vans Murray in un ritratto di Mather Brown.

Nel febbraio del 1799 Adams sorprenderà i più annunziando che avrebbe mandato l'esperto di diplomazia William Vans Murray in una nuova missione di pace oltreoceano. Il presidente rinviò l'invio di una delegazione mentre attendeva il completamento della costruzione di diverse navi da guerra, fatto questo che sperava avrebbe modificato gli equilibri di potere nei Caraibi. Con estremo dispiacere di Hamilton e di altri arci-Federalisti la delegazione venne finalmente fatta partire a novembre[23] .

La decisione presa dal presidente provocò un'aspra frattura interna ai Federalisti, con alcuni dei suoi leader che cominciarono a cercare un'alternativa ad Adams per le elezioni presidenziali del 1800[24].

Le prospettive di una pacificazione tra Stati Uniti e Francia furono sostenute dalla rapida ascesa di Napoleone Bonaparte proprio alla fine del 1799 (con il Colpo di Stato del 18 brumaio), in quanto egli considerò lo scontro con gli americani niente più che una distrazione dalla guerra in corso in Europa (vedi Seconda coalizione). Nella primavera del 1800 la delegazione presidenziale diede inizio ai negoziati con la controparte guidata da Giuseppe Bonaparte[25].

La "Quasi-guerra" poté così concludersi ufficialmente a settembre quando venne firmata la Convenzione del 1800, sebbene i francesi si rifiutarono di riconoscere lo stralcio del Trattato di alleanza del 1778, che aveva a suo tempo creato un blocco franco-americano in funzione anti-britannica[26].

Gli Stati Uniti ottennero alla fine ben poco dall'avvenuta sospensione delle ostilità con i francesi, ma i tempi dell'accordo si dimostrarono fortunati poiché di lì a poco si sarebbe giunti alla temporanea pacificazione anglo-francese attraverso il Trattato di Amiens (1802)[27].

La notizia della firma non giunse oltreoceano fino a dopo le elezioni. Superando la netta opposizione di alcuni Federalisti Adams riuscì a ottenere la ratifica da parte del Senato nel febbraio del 1801[28]; subito dopo questa conclusione positiva il presidente smobilitò anche l'"esercito di emergenza"[29].

Relazioni con l'impero spagnolo

I nuovi Stati Uniti avevano firmato con l'impero spagnolo il Trattato di San Lorenzo (o di "Pinckney") nel 1795, stabilendo in tal modo il confine con la Louisiana (Nuova Spagna). Con l'incombente rischio di un conflitto aperto con la Prima Repubblica francese tuttavia gli spagnoli si dimostreranno assai lenti nell'attuarne i termini i quali comprendevano la cessione delle "terre Yazoo" e il disarmo delle fortezze ancora presenti lungo il fiume Mississippi[30].

Poco dopo l'insediamento di Adams i piani del senatore William Blount per far uscire gli spagnoli sia dalla Louisiana che dalla Florida spagnola divennero pubblici, causando un rapido deterioramento delle relazioni bilaterali tra i due paesi; anche Francisco de Miranda, un patriota venezuelano, tentò di assicurarsi il sostegno statunitense per un intervento militare anti-spagnolo e possibilmente utilizzando anche l'aiuto degli inglesi[31].

Rifiutando recisamente le ambizioni di Alexander Hamilton volte alla conquista dell'intero territorio spagnolo nordamericano il presidente non accolse neppure le richieste di Miranda e gli negò un incontro chiarificatore; la trama fu in tal maniera spazzata via. Essendo alfine riuscito ad evitare una guerra aperta sia con la Spagna che con la Francia l'Amministrazione Adams supervisionò l'attuazione definitiva del Trattato di San Lorenzo[32].

Affari interni

 
Mappa animata sull'evoluzione territoriale di Washington.

Trasferimento a Washington

Nel 1790 il Congresso, tramite la legislazione detta Residence Act, aveva stabilito il sito su cui avrebbe dovuto sorgere la capitale federale permanente: sulle rive del fiume Potomac al confine tra Virginia e Maryland. Fu quindi fissato il dicembre del 1800 come termine ultimo per il completamento degli edifici governativi alla nuova città; prese il suo nome dal primo ex presidente da poco deceduto e divenne così Washington[33].

Il distretto federale che la doveva circondare venne invece denominato "Columbia (personificazione)", termine poetico per indicare gli Stati Uniti d'America in uso in quel momento. La stessa legge trasferì anche la capitale temporanea da New York a Filadelfia nel 1791[33].

L'Assemblea congressuale aggiornò il suo ultimo incontro in quest'ultima città il 15 maggio del 1800, cessando ufficialmente di essere la sede del Governo federale a partire dall'11 di giugno seguente[34].

 
Il piano architettonico della Casa Bianca.

In quello stesso mese il presidente compì la sua prima visita a Washington: nel bel mezzo di un paesaggio urbano "grezzo ed incompiuto" Adams trovò gli edifici pubblici "completati più rapidamente del previsto".

L'Ala Nord (sede del Senato) del Campidoglio (Washington) era quasi realizzata, così come la "Pesidential House" (quella che sarà conosciuta successivamente come Casa Bianca).[35].

Il presidente vi si poté trasferire il 1° di novembre e la First lady Abigail Adams lo raggiunse poche settimane più tardi; al suo arrivo il marito le scrisse: "Prima di concludere la mia lettera, prego che il Cielo conceda il meglio delle benedizioni su questa casa e su tutti coloro che in futuro vi abiteranno. Possano essere nient'altro che uomini onesti e saggi a governare sotto questo tetto"[36][37].

 
Il Campidoglio (Washington) nel 1800.

L'Aula senatoriale del 6° Congresso si riunì quindi per la prima volta nel Campidoglio il 17 novembre del 1800. Il 22 seguente il presidente pronuncerà il suo 4° discorso sullo Stato dell'Unione ad una sessione congiunta del parlamento all'"Old Supreme Court Chamber")[38].

Cominciò il proprio discorso innanzi tutto congratulandosi con i membri riuniti per la loro nuova sede legislativa e ponendo l'accento "sulla prospettiva di una residenza da non cambiare"; aggiunse inoltre ottimisticamente che ""anche se vi è un qualche motivo per comprendere che le sistemazioni non sono ora così complete come si potrebbe desiderare, pure ci sono ottime ragioni per credere che questo inconveniente cesserà nel corso della presente sessione"[39].

Si sarebbe trattato dell'ultimo messaggio annuale che un presidente consegnò personalmente al Congresso per i prossimi 113 anni (sino alla presidenza di Thomas Woodrow Wilson). Nel febbraio successivo fu promulgata la District of Columbia Organic Act la quale organizzò ufficialmente il distretto federale: in conformità con la Costituzione l'Assemblea Congressuale divenne l'autorità governativa del distretto in cui sorgeva la capitale[33].

Alien and Sedition Acts

Misure fiscali e ribellione Fries

Per poter pagare l'accumulo delle spese militari derivanti dalla Quasi-guerra il presidente e i suoi alleati Federalisti fecero promulgare la Direct Tax nel 1798. Una qualsivoglia tassazione diretta da parte del Governo federale era già ampiamente popolare tanto che le entrate sotto la Presidenza di George Washington provennero per lo più dalle accise e dalle tariffe doganali[40].

Sebbene Washington avesse mantenuto un bilancio dello Stato rigorosamente in pareggio, aiutato in ciò da una spinta economica in crescita, l'incremento sostanziale delle spese militari minacciò presto di causare maggiori deficit di bilancio; Hamilton, il Segretario al Tesoro Oliver Wolcott Jr. e Adams svilupparono quindi un piano fiscale atto a soddisfare le crescenti necessità di entrate governative[41].

 
La taverna di Quakertown, sede originaria della "ribellione Fries".

La Direct Tax istituì una progressività tributaria e un'imposta sul valore fondiario fino all'1° del valore di un immobile; i contribuenti della regione orientale della Pennsylvania resistettero sempre più attivamente agli esattori federali fino a che nel marzo del 1799 esplose la "ribellione Fries"[42].

Guidati dal veterano della guerra d'indipendenza americana John Fries i contadini rurali di lingua tedesca protestarono veementemente contro le libertà repubblicane e le loro istituzioni[43] tanto da far sorgere lo spettro di un'imminente guerra di classe: Hamilton condusse rapidamente l'esercito nell'area con l'intento di reprimere la rivolta la quale si concluse senza spargimenti di sangue[44].

Il successivo processo a carico di Fries seppe catturare l'attenzione nazionale, ed il presidente finì col perdonarlo insieme ad altri due cospiratori dopo essere stati condannati alla pena di morte per tradimento (reato). La ribellione, il dispiegamento delle forze armate e i risultati delle prove processuali giunsero ad alienare molti in vari Stati federati dal Partito Federalista, danneggiando seriamente le speranze di rielezione del presidente[45].

Giudici di mezzanotte

Sin dall'inizio della sua presidenza Adams aveva sostenuto fortemente la creazione di nuovi giudici federali, ma la proposta aveva finito con l'essere respinta dal Congresso.

Dopo che i Federalisti persero il controllo di entrambe le Camere e della stessa presidenza a seguito delle elezioni presidenziali del 1800, molti di coloro che si erano precedente schierati contro si misero a sostenere il progetto in quanto l'espansione dei tribunali avrebbe consentito la nomina di numerosi Federalisti a posizioni di governo tenute a vita[46].

La sessione "anatra zoppa" (lame-duck session) del 6° Congresso approvò infine la Midnight Judges Act all'inizio del 1801, il che creò tutta una serie di corti d'appello federali a metà strada tra i tribunali distrettuali e la Corte Suprema. Ciò ridusse anche le dimensioni stesse della massima Corte passando da 6 a 5 seggi, da far entrare in vigore al momento delle prossime nomine. Il tutto venne compiuto per negare a Thomas Jefferson l'opportunità di scegliere dei giudici a lui vicini fino a quando non si fossero venuti a scoprire due posti vacanti[47].

Mentre Adams ricopriva queste nuove posizioni durante gli ultimi giorni della sua presidenza i giornali e i politici dell'opposizione iniziarono presto a riferirsi agli incaricati col nomignolo ironico di "giudici di mezzanotte". La maggior parte di loro perse però il proprio seggio quando il 7° Congresso dominato dal Partito Democratico-Repubblicano approvò la legislazione detta Judiciary Act nel 1802, abolendo i tribunali di nuova creazione e restituendo il potere giudiziario federale alla sua precedente struttura[48].

 
Il Presidente della Corte Suprema John Marshall in un dipinto di Rembrandt Peale.

Dopo essere stati spazzati via dall'esercizio del potere alla fine del 1800 i Federalisti concentrarono le loro speranze sulla sopravvivenza della repubblica fondata sul sistema giudiziario federale[49]. Nel corso dei 34 anni di John Marshall in qualità di Presidente della Corte Suprema la "Corte Marshall" svolse un ruolo decisivo nell'incrementare il potere del Governo federale e nello stabilire il sistema giudiziario come una branca paritetica rispetto al potere esecutivo ed allineandolo anche al ramo del potere legislativo nazionale[50].

Più tardi Adams avrà modo di riflettere: ""Il mio regalo, dare John Marshall al popolo degli Stati Uniti, è stato l'atto più orgoglioso della mia vita"[51].

Elezioni presidenziali del 1800

Reputazione storica

Note

  1. ^ Mario Francini Storia dei presidenti americani Tascabili Newton 1996, pag. 16
  2. ^ Wood, 2009
  3. ^ a b c Ferling, 1992, cap. 17
  4. ^ Brown, 1975, pp. 36-37
  5. ^ Herring, 2008, pag. 82
  6. ^ Kurtz, 1957, cap. 13
  7. ^ Miller, 1960, cap. 12
  8. ^ McCullough, 2001, pag. 495
  9. ^ McCullough, 2001, pp. 495–496
  10. ^ McCullough, 2001, pag. 502
  11. ^ Diggins, 2003, pp. 96-99
  12. ^ Diggins, 2003, pag. 104
  13. ^ Diggins, 2003, pp. 104-105
  14. ^ Diggins, 2003, pag. 106
  15. ^ Diggins, 2003, pp. 106-107
  16. ^ Diggins, 2003, pp. 105-106
  17. ^ Brown, 1975, pp. 22-23
  18. ^ Elkins-McKitrick, 1993, pp. 714-719
  19. ^ John Adams I (Frigate) 1799–1867, su history.navy.mil, Washington, D.C., Naval History and Heritage Command, U.S. Navy. URL consultato il 22 agosto 2015.
  20. ^ Diggins, 2003, pp. 141-143
  21. ^ Diggins, 2003, pp. 118-119
  22. ^ Kurtz, 1957, pag. 331
  23. ^ Brown, 1975, pp. 112-113, 162
  24. ^ Brown, 1975, pag. 175
  25. ^ Brown, 1975, pp. 162-164
  26. ^ Brown, 1975, pp. 165-166
  27. ^ Diggins, 2003, 145-146
  28. ^ Brown, 1975, pp. 173-174
  29. ^ Ferling, 1992, cap. 18
  30. ^ Brown, 1975, pp. 138-140
  31. ^ Brown, 1975, pp. 141-144
  32. ^ Brown, 1975, pp. 145-148
  33. ^ a b c Crew-Webb-Wooldridge, 1892, pp. 101-103
  34. ^ May 15, 1800: President John Adams orders federal government to Washington, D.C., in This Day In History, A&E Networks. URL consultato il July 14, 2017.
  35. ^ Smith, 1962, pag. 1036
  36. ^ Smith, 1962, pag. 1049
  37. ^ John Adams, su whitehouse.gov, The White House. URL consultato il August 14, 2017.
  38. ^ Smith, 1962, pag. 1050
  39. ^ Scheda storica
  40. ^ Elkins-McKitrick, 1993, pp. 696-697.
  41. ^ Elkins-McKitrick, 1993, pp. 698-699.
  42. ^ Elkins-McKitrick, 1993, pp. 699-700.
  43. ^ Elkins-McKitrick, 1993, pag. 700
  44. ^ Diggins, 2003, pp. 129-131
  45. ^ Diggins, 2003, pp. 132-137
  46. ^ Brown, 1975, pp. 198-199
  47. ^ Brown, 1975, pp. 199-200
  48. ^ Ferling, 1992, cap. 19
  49. ^ Harold H. Burton, The Cornerstone of Constitutional Law: The Extraordinary Case of Marbury v. Madison, vol. 36, n. 10, American Bar Association, October 1950, pp. 805–08, 881–83. URL consultato il August 25, 2017.
  50. ^ Life & Legacy, su johnmarshallfoundation.org, The John Marshall Foundation. URL consultato il August 26, 2017.
  51. ^ Harlow Giles Unger, Why Naming John Marshall Chief Justice Was John Adams's "Greatest Gift" to the Nation, su historynewsnetwork.org, History News Network, November 16, 2014. URL consultato il February 8, 2017.

Bibliografia

Altre letture

  • Akers, Charles W. (2002). "John Adams" in Graff, Henry, ed. The Presidents: A Reference History (3rd ed.). New York, New York: Charles Scribner's Sons. ISBN 0684312263. online.
  • Brinkley, Alan, and Davis Dyer, eds. (2004). The American Presidency. Boston: Houghton Mifflin. ISBN 0-618-38273-9.
  • Freeman, Joanne B. (2001). Affairs of Honor: National Politics in the New Republic. New Haven, Connecticut: Yale University Press. ISBN  0-300-09755-7.
  • Grant, James D. (2005). John Adams: Party of One. New York, New York: Farrar, Straus and Giroux. ISBN 0-374-11314-9.
  • Howe, John R. Jr. (1966). The Changing Political Thought of John Adams. Princeton, New Jersey: Princeton University Press. LCCN 66-10272.
  • Sharp, James Roger (1993). American Politics in the Early Republic: The New Nation in Crisis. New Haven, Connecticut: Yale University Press. ISBN 0-300-06519-1.
  • White, Leonard D. (1948). The Federalists: A Study in Administrative History. New York, New York: Macmillan.

Voci correlate

Collegamenti esterni