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Biografia
Elena Emilia Aiello, terzogenita degli otto figli di Pasquale Aiello e Teresa Paglilla, crebbe in un ambiente esemplarmente cristiano. Rimasta orfana di madre nel 1905, maturò in seguito la decisone di abbracciare la vita religiosa, facendo il suo ingresso, il 18 agosto 1920, nell'istituto delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue a Nocera dei Pagani, in provincia di Salerno[1]. Ma gravi malanni fisici, tra i quali interventi chirurgici e anche un tumore allo stomaco, la costrinsero a lasciare il monastero. Contro ogni aspettativa giunse però la guarigione, che attribuì a santa Rita, e il 2 marzo 1923, secondo quanto riferisconi i suoi biografi, Elena ricevette le stigmate, che si ripetevano ogni Venerdì santo, scomparendo il sabato santo[2].
Trasferitasi a Cosenza insieme a un'amica, Luigia Mazza, anch'essa desiderosa di farsi religiosa, fondò con lei l'Istituto delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Nella regola indicò come riferimenti spirituali la Passione di Gesù e la carità testimoniata da san Francesco da Paola[3]. Elena Aiello, conosciuta come la "Monaca Santa", dedicò la sua vita all'accoglienza, in particolare dei bambini abbandonati, istituendo per gli orfani alcuni istituti e aprendo un Istituto Magistrale per le ragazze che uscivano dall'orfanotrofio.
Recatasi a Roma per l'apertura di un nuovo istituto, vi morì il 19 giugno 1961. Le sue spoglie sono custodite nella Cappella della Casa Madre a Cosenza. Da allora risultano testimonianze di conversioni e guarigioni miracolose, attribuite alla sua intercessione.
La profezia dei "Tre giorni di buio"
Con riferimento alla profezia dei "Tre giorni di buio", la cui origine viene attribuita alla beata Anna Maria Taigi, Elena Aiello scrisse nel suo diario:
Culto
Papa Giovanni Paolo II la dichiarò Venerabile il 22 gennaio 1991. Papa Benedetto XVI promulgò la sua beatificazione, che avvenne il 14 settembre 2011 a Cosenza.
- ^ Articolo di don Marcello Stanzione su "Riscossa Cristiana"
- ^ Da www.santiebeati.it
- ^ Da "Agenzia S.I.R. (Servizio Informazione Religiosa)"
- ^ Citato da: Saverio Gaeta, Le veggenti, Salani Editore, 2018, p.154