Partito Operaio Socialdemocratico Russo

partito politico dell'Impero russo (1898-1918)
Versione del 19 lug 2007 alle 13:44 di Marcel Bergeret (discussione | contributi) (tradotto paragrafo)

Il Partito Operaio Socialdemocratico Russo, o POSDR (Российская Социал-Демократическая Рабочая Партия, РС-ДР), chiamato anche Partito socialdemocratico dei Lavoratori di Russia o Partito socialdemocratico di Russia, era una organizzazione politica marxista rivoluzionaria russa fondata nel marzo 1898 con un congresso clandestino riunitosi a Minsk, per unificare le diverse organizzazioni rivoluzionarie . Il congresso elesse un Comitato Centrale, ma non adottò né un programma né uno statuto.

Il POSDR si divise più tardi in due fazioni : i bolscevichi e i menscevichi. Il partito bolscevico divenne in seguito il Partito Comunista dell'Unione Sovietica.

Tra i gruppi marxisti che anticiparono la nascita del POSDR ci fu il Gruppo per l'Emancipazione del Lavoro, formatosi nel 1883.

Al termine del primo congresso del POSDR tutti i nove delegati che vi partecipavano furono arrestati dalle autorità zariste. Il POSDR fu creato in opposizione al narodnichestvo (наро́дничество), il populismo rivoluzionario, cioè il programma dei socialdemocratici, che in seguito confluirono nel Partito Socialista Rivoluzionario (эсе́ры). Il programma del POSDR era basato sulle teorie di Karl Marx e Friedrich Engels, secondo cui, nonostante l'arretratezza economica e la natura agricola della Russia, il vero potenziale rivoluzionario risiedeva nella classe operaia.

Prima del secondo congresso aderì al partito un giovane intellettuale, Vladimir Il'ič Ul'janov (Влади́мир Ильи́ч Улья́нов), meglio conosciuto con lo pseudonimo di Lenin (Ле́нин). Nel 1902 pubblicò Che fare?, in cui tracciava le sue idee sullo scopo del partito e sulla sua strategia: per costituire 'l'avanguardia del proletariato' serviva un partito disciplinato e centralizzato di attivisti a tempo pieno.

Nel 1903 il secondo congresso del partito si tenne in Belgio, come un tentativo di creare una forza unita. Al congresso, tuttavia, il partito si separò in due fazioni inconciliabili il 17 novembre: i bolscevichi (большеви́к; da Bolshinstvo - "maggioranza" in russo), capeggiati da Lenin, e i menscevichi (меньшеви́к; dal russo Menshinstvo, "minoranza"), guidati da Julius Martov. Contraddittoriamente, i menscevichi erano in realtà la fazione maggioritaria, tuttavia i nomi menscevico e bolscevico facevano riferimento al voto tenutosi in quel congresso del 1903 per decidere il comitato di redazione del giornale di partito, Iskra ("Scintilla"), dove i bolscevichi ottennero la maggioranza sui menscevichi. Questi nomi furono usati durante il resto delle discussioni congressuali e continuarono a essere usati anche dopo la rottura, anche se la fazione di Lenin si rivelò meno consistente della menscevica e lo rimase fino alla rivoluzione russa.

Furono le posizioni di Lenin riguardo il centralismo democratico e sull'irrigidimento delle condizioni per l'iscrizione al partito che causarono la scissione. Lenin sosteneva che per condurre una rivoluzione vittoriosa fosse necessario che al partito aderissero solo rivoluzionari professionisti a tempo pieno; al contrario i menscevichi erano a favore di adesioni più vaste. Molti storici pensano che la scissione sia dovuta anche in parte a differenze ideologiche. I bolscevichi sono spesso considerati come marxisti "rivoluzionari" mentre i menscevichi possono essere descritti come marxisti "storici". I bolscevichi spingevano per una quasi immediata rivoluzione "proletaria". I menscevichi, invece, credevano che la Russia fosse ancora a uno stadio della sua storia troppo prematuro per una rivoluzione operaia. Seguendo gli scritti di Marx in maniera più letterale, credevano che una rivoluzione "borghese" dovesse precedere la conseguente rivoluzione "proletaria". Nonostante diversi tentativi di riunificazione, la scissione si rivelò definitiva.

Il quinto congresso del partito si tenne a Londra nel 1907; consolidò la supremazia della fazione bolscevica e discusse la strategia della rivoluzione comunista in Russia.