Urbanistica di Ferrara
Con urbanistica di Ferrara si fa riferimento alla trasformazione architettonica, viabilistica e territoriale della città estense attraverso le diverse epoche storiche. Sin dalla sua antica fondazione a Voghenza, passando all'età medievale, ovvero il periodo di maggiore splendore storico e artistico della città, passando per il Rinascimento, il Settecento, l'Ottocento e infine l'età contemporanea la struttura urbana di Ferrara ha subito numerose modifiche e cambiamenti, in particolare dal 1492 in poi, anno in cui si fa ricondurre l'Addizione Erculea, ovvero la maggiore opera urbanistica che coinvolse la nuova Ferrara operata dall'architetto Biagio Rossetti.
Nel territorio urbano della città delimitato dalle antiche mura difensive si possono ancora oggi riconoscere evidenti caratteristiche strutturali che ne valsero nel tempo la qualifica di prima città moderna d'Europa celebrata nel 1995 dall'UNESCO che inserì Ferrara fra i Patrimoni dell'umanità.
La città muraria può essere quindi suddivisa in due parti principali le quali sono definite, oltre che dalla fascia muraria, dall'asse viario di Corso della Giovecca:
- a sud si può riconoscere l'antica città medioevale caratterizzata dal Castello Estense, dalla Cattedrale di San Giorgio, Piazza Trento e Trieste, Via delle Volte, l'antico Borgo San Giorgio con la Basilica di San Giorgio fuori le mura oltre al paese di Voghenza ovvero il primo insediamento abitato di Ferrara;
- a nord è invece presente la città rinascimentale individuabile nella zona dell'Addizione Erculea e di tutti i monumenti ad essa correlati quali il Palazzo dei Diamanti, il Palazzo Prosperi-Sacrati, il Palazzo Turchi di Bagno, la Piazza Ariostea e la Chiesa di San Cristoforo alla Certosa.
Con la fine del primo conflitto mondiale, durante il periodo fascista, si realizzo un'opera di ricostruzione urbanistica che venne chiamata Addizione Novecentista. Tra i suoi principali ispiratori vi fu l'architetto Carlo Savonuzzi che seppe dare ad alcune zone della città un volto nuovo e più moderno.
Età romana e paleocristiana
La storia urbana di Ferrara la si fa ricondurre all'attuale abitato di Voghenza che fu il primo insediamento della futura Ferrara. Voghenza in epoca romana era una piccola cittadina situata sul ramo principale dell'Eridano (il fiume che sarà chiamato Po) e costituiva una ristretta realtà legata all'agricoltura, alla coltivazione e allo sfruttamento delle acque fluviali. Successivamente vi furono numerosi risanamenti nel territorio padano che strapparono così alcune località dalle acque: tali territori vennero occupati da canali di scolo e da ampie strade consolari, alcune delle quali transitanti a pochi chilometri da Voghenza come la Via Popilia, la Via Annia e la Via Emilia.
Il 313 d.C. è la data della fondazione della prima diocesi ferrarese dell'età cristiana anche se fra l'VIII e il IX secolo Voghenza fu devastata dalle Invasioni barbariche che costrinsero quindi l'abbandono della cittadina e della diocesi.
Il castrum di San Giorgio
Successivamente alle invasioni barbariche la popolazione da Voghenza si trasferì in un piccolo castrum bizantino situato sull'isola formata dai due rami del Po, il Volano e il Primaro. Su quest'isola vi fu il primo insediamento di Ferrariola in quello che sarà chiamato Borgo San Giorgio e dove verrà trasferita la nuova sede vescovile nella Basilica di San Giorgio fuori le mura. La struttura urbanistica del castrum vedeva le principali vie di comunicazione costeggiare le rive del Po dove sulle sponde opposte si estendeva un vasto territorio pianeggiante.
Essendo il territorio dell'isola di San Giorgio piuttosto limitato la popolazione decise di stabilirsi definitivamente sulle sponde del Po. Qui si hanno le prime costruzioni significative della città come l'ospedale San Maurelio e la Porta Romana. Il corso del fiume si trovava dove poi sono nate via Ripagrande e via Carlo Mayr mentre via delle Volte era esattamente di fianco alle rive del Po. Nei pressi di Via delle Volte era presente la via dei Sabbioni, individuabile nella recente via Mazzini, che collegava il castrum al nuovo insediamento.
Dal Medioevo al Rinascimento
La città medioevale
Con lo spostamento dell'abitato verso nord, e con l'abbandono del Borgo San Giorgio, vi fu l'esigenza di dotare la nuova cittadina di una cattedrale di maggiori dimensioni rispetto alla Basilica di San Giorgio del castrum. A partire dal XII secolo la chiesa inizia ad essere costruita per essere poi consacrata nel 1135. Nel frattempo andava formarsi quella che diverrà il cuore della città ovvero Piazza Trento e Trieste, chiamata Piazza delle Erbe in onore dell'omonimo mercato che ospitava.
Nel 1245 vi è la costruzione del Palazzo Municipale, prima sede dei duchi d'Este. Attraverso l'edificazione del Palazzo Arcivescovile, che costeggiava il Duomo lungo l'attuale Via degli Adelardi, si andava creando uno dei viali più importanti della città ovvero Corso Martiri della Libertà.
Nel XIII secolo esisteva a nord della Cattedrale la Torre dei Leoni che rappresentava una piccola fortezza difensiva che andava ad unificare le primordiali mura cittadine poste lungo il perimetro dell'area abitata. Con l'erezione del Castello Estense avvenuta nel 1385 le mura di cinta furono abbattute e la Torre dei Leoni venne inserita nel complesso militare del Castello formato da altre tre torri e da mura difensive circondate da un fossato.
Dopo l'insediamento degli Este, avvenuto nel 1332, Niccolò II d'Este volle attuare un primo ampliamento della città individuabile oggi lungo le vie Voltapaletto e Savonarola, ovvero la prosecuzione di Via degli Adelardi che fiancheggiava il Duomo. Lungo tali strade sono oggi riconoscibili alcuni monumenti come la Casa Romei o il Palazzo Renata di Francia, sede dell'Università.
I borghi
Nel 1438 la Ferrara medioevale era costituita da diversi agglomerati abitati, alcuni presenti all'interno delle mura altri invece situati nelle immediate periferie. Esistevano quattro borghi collocati fuori la cinta muraria i cui confini erano segnati dalle strade che li delimitavano. A nord-ovest esisteva la Porta San Biagio dalla quale dipartiva una strada che portava sino a Mizzana la quale, proseguendo a nord, arrivava sino a Santa Maria del Pino e a Pontelagoscuro: si creava così il Borgo Superiore.
Dal termine a nord di Via Borgo dei Leoni, così chiamata perché prospiciente l'antica Torre dei Leoni del Castello Estense, si dislocavano tre strade: la prima delimitava il Borgo San Biagio che andava da Santa Maria del Pino, a San Barnaba e a Pontelagoscuro. La seconda strada, detta Spazzarusco, collegava Via dei Piopponi a Santa Maria degli Angeli e alle delizie ducali di Belfiore e del Barchetto. La terza via, partendo da Via Borgo dei Leoni, collegava la città a Francolino passando per San Leonardo e Santa Lucia Vecchia. Il Borgo della Pioppa era ad est della città, delimitato dalla prosecuzione di Via Borgo dei Leoni e dal Borgo di San Guglielmo di cui condivideva i confini.
L'Addizione Erculea nel Rinascimento
La città medioevale era quindi costituita da un agglomerato urbano che si dislocava lungo le sponde del Po che allora transitava in Pianura padana scorrendo all'interno di conche e canali di grandi proporzioni, prima che il suo corso venisse deviato lungo l'attuale tracciato.
Il sistema viabilistico era perciò caratterizzato da piazze primordiali, che ancora non avevano assunto il ruolo di “centri” nevralgici della città, e da vie di comunicazione limitate al territorio circondato dalle mura, insieme alle vie di comunicazione indispensabili per raggiungere i borghi situati nelle periferie. Erano inoltre presenti ampi spazi verdi a nord delle mura che gli Este utilizzavano come riserva di caccia detto il Barco come era conosciuto allora e da cui deriva il nome dell'omonimo quartiere ancora oggi esistente.
Il duca di Ferrara Ercole I d'Este manifestò quindi la propria volontà nel voler difendere l'ampia zona del Barco, sempre più esposta ai rischi delle invasioni da parte dei Veneziani, e il desiderio di fortificare militarmente la città a nord e quindi in tutto il restante territorio cittadino con il conseguente ampliamento di tutta la cinta muraria. All'interno della città si sarebbero quindi creati nuovi spazi utili alla costruzione di una porzione di città che si sarebbe quindi espansa a nord.
L'opera di urbanizzare la nuova Ferrara fu affidata all'architetto Biagio Rossetti il quale seguì sia le direttive imposte dal duca d'Este sia le direttive del Rinascimento in fatto di aree urbane. Rossetti nell'ideare l'addizione delineò un tracciato della città che avrebbe inglobato al suo interno le già presenti caratteristiche medioevali con le nuove concezioni rinascimentali: le antiche mura sarebbero state abbattute e ingrandite mentre i borghi vi avrebbero gravitato attorno. Le mura, risalenti al XV e XVI secolo, sarebbero state erette lungo il perimetro sud del Barco (dove oggi è presente il Parco Urbano cittadino) e avrebbero unificato le due porte di accesso principali, la Porta a Mare ad est e la Porta a Po ad ovest, andandosi a congiungere a sud con le antiche mura medioevali.
Ma l'opera di maggiore rilievo la si fa ricondurre alla concezione dell'insieme dei palazzi e delle strade che avrebbero composto l'Addizione Erculea. Rossetti progettò un tracciato viabilistico rinascimentale basato sullo schema romano del cardine e del decumano:
- a partire dal Castello Estense fu costruita una via in direzione sud-nord, il Viale degli Angeli, che arrivava sino alla Porta degli Angeli situata in corrispondenza delle mura nord del Barco;
- dalla Porta a Mare sino alla Porta a Po venne delineata una strada in direzione est-ovest che collegasse le due porte principali e che avrebbe tagliato la città in due.
All'incrocio fra il cardo e il decumanus pose il Quadrivio degli Angeli ovvero l'insieme degli angoli dei tre palazzi che vi si affacciavano formati dal Palazzo dei Diamanti, Palazzo Prosperi-Sacrati e Palazzo Turchi di Bagno[1].
Il Rossetti ideò anche aree verdi come la Piazza Nuova, ora Piazza Ariostea, e tre chiese (San Benedetto, San Giovanni e Santa Maria della Consolazione).
Per dividere la città vecchia medioevale con la città nuova rinascimentale Rossetti ideò la Giovecca, una lunga strada che seguiva il tracciato del decumano andando da est ad ovest, oggi chiamato Corso della Giovecca.
Tale opera urbanistica la si fa ricondurre al 1492 a cavallo fra la fine dell'età medioevale e l'inizio del Rinascimento, e che valse a Ferrara la nomina di prima città moderna d'Europa celebrata con l'inserimento fra i Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO nel 1995 e successivamente nel 1999.
Ferrara nell'Ottocento
Dopo decenni di progressiva e lenta decadenza, in seguito alla cacciata degli estensi che avevano dovuto abbandonare la città allo Stato Pontificio, Ferrara riacquistò in parte nuova vitalità grazie al recupero di alcune aree della città. A partire dal 1807 venne realizzato un progetto che prevedeva l'istituzione in città delle cosiddette barriere, ovvero entrate monumentali con la funzione, grazie anche all'utilizzo di grandi cancelli, di un maggior controllo sull'ingresso nel centro abitato, fondendosi con la cinta muraraia preesistente. Il luogo individuato per tale opera fu in corrispondenza della Porta a Po, oramai non più esistente. Le Barriere di Porta Po furono poste al confine con Corso Porta Po e con l'attuale Viale Cavour, ovvero la prosecuzione del Corso della Giovecca. Dalle barriere dipartivano tre vie, la prima, sulla sinistra, costeggiava le mura dall'interno, la seconda proseguiva invece al di fuori di esse mentre la terza andava ad unirsi all'antica via che conduceva in direzione di Modena.
Successivamente fu presentato il progetto di riqualificazione di Porta Paola e della zona di accesso da sud. In tale ambito furono individuate due vie che sarebbero penetrate dalle mura sui due lati di Porta Paola e avrebbero raggiunto Piazza San Crispino (l'attuale Piazza Trento e Trieste) in corrispondenza del Palazzo della Ragione. Entrando da Porta Paola si incontrava un piazzale dal quale le due vie, Porta Reno e Travaglio, sarebbero arrivate sino alla piazza centrale. Tale opera servì anche a riqualificare quella zona della città caratterizzata da caseggiati fatiscenti: oggi tali vie sono diventate Corso Porta Reno, sulla sinistra di Porta Paola, e Via San Romano, sulla destra, mentre il piazzale posto sul retro della porta venne chiamato Piazza del Travaglio, nome che riporta ancora oggi[2].
L'Addizione Novecentista
A partire dagli anni venti del novecento a Ferrara vi fu un nuovo cambiamento urbano atto a riqualificare zone ormai obsolete e disagiate. In epoca fascista si delineavano alcune correnti artistiche, ed in particolare architettoniche, che contraddistinsero quel periodo. Anche a Ferrara, come accadde in numerose altre città italiane, vennero costruiti numerosi edifici e si adattarono intere zone riprendendo i caratteri generali dell'architettura fascista e riconducibili al movimento denominato razionalismo italiano.
Nella città estense numerosi sono i monumenti ancora oggi esistenti che ne caratterizzano alcune parti. Una delle azioni architettoniche più rilevanti fu quella che si riconduce sotto il termine di Addizione Novecentista, attuata a partire dagli anni venti, in particolare dall'architetto Carlo Savonuzzi il quale fu incaricato dal Comune di Ferrara, diretto dal 1926 dal podestà Renzo Ravenna, di urbanizzare secondo questi nuovi criteri alcune zone della città. Ravenna apparteneva all'entourage di Italo Balbo, e in quegli anni si voleva riportare Ferrara agli antichi fasti rinascimentali.
L'opera di maggiore rilievo vide la sua realizzazione nei pressi del Castello Estense dove in antichità era ubicato l'oratorio di Sant'Anna che divenne in seguito sede dell'Arcispedale cittadino. Nel 1927 tale ospedale fu trasferito in una nuova sede in Corso Giovecca e di conseguenza i terreni e gli immobili atti ad ospitare gli ambienti del nosocomio divennero inutili. L'architetto Savonuzzi fece abbattere tali edifici, pur mantenendo intatto l'antico chiostro dell'oratorio, e qui vi edificò numerosi edifici in stile razionalista. Vi sorsero dapprima la Scuola elementare Alda Costa costruita fra il 1932 e il 1933, poi il Museo di storia naturale fra il 1935 e il 1937, in seguito fu eretto il Conservatorio Girolamo Frescobaldi e il Complesso Boldini entrambi fra il 1935 e il 1939.
Lungo l'asse di Viale Cavour sorsero il Palazzo delle Poste, la Casa del Fascio e il Palazzo dell'Aeronautica.
Nel Rione Giardino vennero edificati l'Acquedotto e la Caserma Pastrengo.
Ferrara moderna
Circoscrizioni
Il territorio urbano della Ferrara moderna e contemporanea è fondato sulle suddivisioni amministrative che fanno capo alle circoscrizioni le quali raggruppano i diversi quartieri secondo i quali è composta la città. Attualmente le circoscrizioni che compongono il tessuto urbano sono otto:
- Circoscrizione Centro Cittadino
- Circoscrizione Giardino Arianuova Doro
- Circoscrizione Via Bologna
- Circoscrizione Zona Nord
- Circoscrizione Zona Sud
- Circoscrizione Zona Nord Ovest
- Circoscrizione Zona Est
- Circoscrizione Zona Nord Est
Rioni e borghi
Secondo le antiche direttive del Palio di Ferrara, la città è divisa in otto contrade, quattro delle quali chiamati rioni individuabili all'interno delle mura cittadine, e altri quattro chiamati borghi collocati fuori dalla cinta muraria. Le contrade dei rioni sono:
- Contrada di Rione San Paolo
- Contrada di Rione Santo Spirito
- Contrada di Rione Santa Maria in Vado
- Contrada di Rione San Benedetto
mentre le contrade dei borghi sono:
- Contrada di Borgo San Giacomo
- Contrada di Borgo San Giorgio
- Contrada di Borgo San Luca
- Contrada di Borgo San Giovanni
Frazioni
Ferrara e l'area del suo territorio comunale è formata da molte frazioni che ne delimitano i confini con la provincia. Le più significative fra esse sono Pontelagoscuro, ovvero l'antico porto fluviale della città situato a nord della città, e Pontegradella, anch'essa rappresentante un antico porto fluviale anche se oggi la frazione non dispone più di nessun asse fluviale ed è interamente collocata nella campagna. Le altre frazioni degne di interesse sono:
Note
Bibliografia
- Bruno Zevi, Saper vedere la città. Ferrara di Biagio Rossetti, «la prima città moderna europea», Torino, Biblioteca Einaudi, 2006, ISBN 88-06-18259-5.
- Carlo Bassi, Ferrara rara:Perché Ferrara è bella, Cernobbio, Archivio Cattaneo editore in Cernobbio, 2015, ISBN 978-88-98086-23-8.
- Carlo Bassi, Breve ma veridica storia di Ferrara, Ferrara, 2G Libri, 2015, ISBN 88-89248-06-8.
- Lucio Scardino, Itinerari di Ferrara moderna, Alinea Editrice, 1995,ISBN 8881250314