Yu Jian

Yu Jian 于坚 (Ziyang, 8 agosto 1954) è un poeta, critico letterario e regista cinese. È considerato uno dei maggiori poeti della terza generazione (disandai, 第 三 代), ovvero di quel gruppo che iniziò a scrivere intorno alla metà degli anni ‘50 del XX secolo e che viene contrapposto alla precedente seconda generazione (dierdai, 第二代), della quale i maggiori esponenti furono i poeti cosiddetti oscuri (menglong, 朦胧)[1]. Le sue prime pubblicazioni furono nelle riviste non ufficiali, come quella di Nanjing dal titolo Tamen (他们, 1985-1995), edita dall'amico Han Dong 韩东(1961), altro importante poeta contemporaneo[2]. Solo in seguito le sue poesie furono pubblicare in riviste ufficiali e in forma di raccolte poetiche[3]. È inoltre professore universitario e critico molto impegnato, saggista ed editore; promotore in poesia di una lingua colloquiale (kouyu shi 口语诗) e di uno stile dimesso contro i canoni tradizionali[4]. È anche novellista e regista di documentari, famoso soprattutto per Jade Green Station (碧色车站) (2003)[5], nominato per il Silver Wolf Award dell’Amsterdam International Documentary Filmmaking Festival[6] e per Hometown (故乡)(2010), al quale collaborò con l’antropologo Zhu Xiaoyang 朱晓阳[7].

Biografia

Vita e Carriera

Yu Jian (于坚) è nato l’8 agosto 1954 a Ziyang, nella provincia del Sichuan, ma si trasferì a pochi anni di vita a Kunming con la famiglia, dove vive tuttora[8]. All’età di due anni contrasse una seria polmonite e in seguito alla cura con streptomicina fu affetto da ipoacusia ad un orecchio. Questo difetto fisico lo segnò molto. Come ha dichiarato lui stesso, ha dovuto lottare per essere rispettato dagli altri e questo ha affinato la sua sensibilità, portandolo a sviluppare un forte spirito critico nell'osservare il mondo[9].

Nel 1966, allo scoppio della Rivoluzione Culturale, fu costretto ad interrompere gli studi, mentre i genitori, entrambi intellettuali, vennero mandati nei campi di rieducazione. All'età di sedici anni iniziò a lavorare come operaio ribattitore e saldatore in una fabbrica a nord della città[10].

Dal padre ereditò un forte interesse per la poesia, in particolare per la poesia classica. Lesse anche letteratura straniera e il primo poeta ad impressionarlo fu Walt Whitman. A vent'anni scrisse le sue prime poesie, utilizzando il verso libero[9]. Altri scrittori stranieri che lo segnarono molto furono Henry Wadsworth Longfellow e Robert Frost[11].

Tra gli anni ’70 e ’80 continuò a pubblicare poesie nelle riviste non ufficiali di Kunming, facendo pure delle letture pubbliche[8].

Nel 1980 iniziò a frequentare la Yunnan University, studiando al dipartimento di lingua e letteratura cinese. Nel corso dei suoi studi continuò a scrivere poesia e fu attivo anche nell'organizzazione di alcuni club letterari, nonché nella redazione di alcune pubblicazioni in seno all'università[12].

Nel 1983 conobbe Han Dong, il quale, a partire dal 1985, pubblicò molte delle poesie di Yu Jian nella sua rivista Them (他们 Tamen), rivista non ufficiale pubblicata a intermittenza fino a metà degli anni ’90[2].

Una prima svolta decisiva nella sua carriera fu nel 1986, quando venne pubblicata la sua poesia “Via Shangyi, n°6” (Shangyi jie liuhao, 尚义街六号) nella rivista ufficiale Poetry Monthly (Shikan, 诗刊).  Una poesia che rappresenta, invece, una svolta nella sua produzione e maturità creativa è “Fascicolo 0” (Ling dang’an, 零档案), poesia controversa scritta nel 1994. Un’altra composizione degna di nota è il poema “Volo” (飞行 Feixing), che iniziò a scrivere nel 1996 e che concluse, dopo lunghe revisioni, nel 2000, lungo ben 10.000 caratteri.[9] Il poema, diviso in 49 sezioni, ha come filo conduttore un viaggio in aereo; immagine che assume, però, vari significati nel corso della poesia, come ad esempio quello più letterale di mezzo simbolo del progresso tecnico, o quello più allegorico di metafora della scrittura e della poesia stessa. La poesia può essere vista come una fuga paradossale dall'alienazione che caratterizza il mondo odierno e il progresso tecnologico[10]. Numerose, in essa, le citazioni, in particolare da "The Waste Land" di T.S. Eliot[9].

Scrisse anche in prosa: un esempio è il “Note dal mondo degli uomini” (renjian biji, 人间笔记  ), una raccolta di note ed impressioni dai suoi viaggi e da scene di vita quotidiana, pubblicata nel 1999[13].Tra i suoi saggi critici, invece, un esempio è "Refusing Metaphor" (jujue yinyu, 拒绝隐喻 )[14].  

Tra i suoi documentari, ancora, i più importanti sono Turquoise Bus Stop (2003), nominato per il Silver Wolf Award dell’ Amsterdam International Documentary Filmmaking Festival, e Hometown (故乡)(2010), al quale collaborò con l’antropologo Zhu Xiaoyang 朱晓阳[7].

Come si è detto, Yu Jian ha iniziato a pubblicare le sue opere attraverso canali non ufficiali, ma in seguito le sue opere sono state pubblicate in varie raccolte[15]. Tra quelle più significative "The Poetry of Yu Jian" (Yujian de shi, 于坚的诗), pubblicata nel Dicembre del 2000 e parte della serie "Blue Star Poetry Treasure House series" (蓝星诗库), People’s Literature Press (人民文学), progetto in pubblicazione fin dalla metà degli anni '90.

Yu Jian ha scritto pure delle sceneggiature teatrali, messe in scena dal regista Mou Sen 牟森. Si tratta di "Riguardo l'AIDS"(yu aizi youguan, 与艾滋有关) , "Riguardo una conversazione serale" (guanyu yi ge yewan de tanhua, 关于一个夜晚的谈话) e "Una discussione sulla "sponda lontana" dei caratteri cinesi" (guanyu "bi'ian" de yici hanyu cixing taolun, 关于“彼岸”的一次汉语词性讨论).

Yu Jian è uno scrittore molto prolifico e il suo lavoro, comprese le interviste, non solo vengono continuamente antologizzate, ma vengono spesso anche citate in altri lavori, a confermare la sua importante posizione nel panorama della letteratura cinese. Da notare, però, come dietro questa grande produzione vi sia una tendenza a ripetersi e perfino a riutilizzare i suoi vecchi scritti, non sempre mettendo la cosa in chiaro. Un esempio è dato dal quinto e ultimo volume della raccolta dei suoi scritti "Refuse Metaphor: Palm Bark Records Criticisms Interviews" del 2004, la cui prima ottantina di pagine costituisce una ripetizione, a volte perfino letterale, di precedenti lavori e questo non viene per nulla indicato. Si nota come pezzi scritti in anni differenti vengano uniti senza distinzione, se non a volte uno spazio bianco e in alcuni casi vengono apportate pure delle piccole variazioni, come la modifica del commento che Yu Jian fa sulla lingua cinese, che viene definita una tra le lingue più poetiche del mondo e non più la lingua più poetica del mondo[11].

Il suo pensiero e scrittura

La sua poetica

Yu Jian ha scritto molti saggi e tenuto numerosi discorsi circa la sua poetica. In “Resurrect the Spirit of Poetry” (1989) scrisse che era nata una nuova era per la poesia e che essa dovesse essere oggettiva, ma allo stesso tempo intima e ordinaria, dovendo essa riflettere esperienze concrete di vita, a prescindere se basse, opprimenti e volgari[2]. Proprio a partire dal 1990, il suo sguardo si allontana sempre di più dalla sua soggettività interna, per concentrarsi su situazioni ed oggetti ordinari: tappi di bottiglie di birra, barili abbandonati lungo la ferrovia, un animale illuminato dal passaggio di un’auto su una strada; momenti transitori che assumono il ruolo di materiale grezzo per le sue poesie, nel suo intento di radicarsi nella contemporaneità e non più sulle illusioni del passato[1].

Nel farlo adottò una lingua molto colloquiale, in opposizione a quella elevata che in genere caratterizzava la produzione poetica in Cina[16], compresa quella a lui contemporanea. In effetti, per quanto le sue prime poesie fossero affini alla poesia oscura[3], ben presto si dichiarò contro a tutta la poesia precedente, da quella repubblicana a quella maoista, includendo anche le avanguardie più recenti[2]. Tutte correnti che agli occhi di Yu Jian erano obsolete[2]. Ci si accorge di questa evoluzione confrontando i suoi primi componimenti, quali "Non credere..." (Bu yao xiangxin..., 不要相信....) del 1979 e una poesia senza titolo del 1981, con i successivi. Nelle due poesie appena citate si nota un uso figurato della lingua e un arrangiamento in brevi strofe che rimandano ai poeti oscuri. In una poesia del 1982, "Luo Jiasheng" (罗家生), si possono individuare i primi segnali di cambiamento, quali lo stile basso, i versi brevi, la quotidianità e l'ordinarietà del soggetto trattato e la narrazione distaccata di un evento che sembra ispirato dalla vita personale del poeta. Altra poesia emblematica in questo processo verso la maturità è "un muro" (qiang, 墙), del 1983. Qui si ha un esempio di altri tratti caratteristici della poetica di Yu Jian: l'indagine su un singolo termine o cosa e una forte componente umoristica, in pieno contrasto con la poesia solenne dei poeti oscuri[3]. Da sottolineare come l'ironia sia una delle caratteristiche più significative della poesia cinese odierna e in questo senso Yu Jian è uno tra i primi, insieme ad altri poeti quali Xi Chuan, ad aver intrapreso questa via che si è poi rafforzata negli anni '90[15]. Riguardo l'uso reiterato di alcune parole, invece, da notare come alcuni componimenti siano raggruppati in serie proprio per la presenza nel titolo di una parola comune, che viene specificata in seguito nelle varie poesie della serie stessa. Un esempio è dato dalla serie in cui la parola comune è "evento" (shijian, 事件), nella quale la specificazione è circa l'evento considerato; o ancora quella della parola "Opera" (zuopin, 作品), seguita invece da un numero, non in ordine progressivo[3].

Altro elemento degno di nota nelle sue poesie è l’aspetto tipografico. Per quanto una tipografia marcata sia un aspetto piuttosto comune a tutta la poesia moderna – dove l’intervento sulla normale lineatura di un verso rappresenta uno degli espedienti più comuni -  Yu Jian, oltre ad usare l’inarcatura (o enjambement), ricorre in molte poesie all'inserimento di spazi vuoti nel mezzo dei versi stessi; operazione che definisce “versificazione lunga-breve” (changduan ju, 长短句 )[1]. Nei suoi primi componimenti la presenza di questi spazi è sporadica e caratterizzata da una certa lontananza tra di essi, con un effetto non lontano da quello della variazione dei rientri che già si aveva nelle poesie dei poeti canonici dell'epoca Maoista, quali Guo Xiaochuan e He Jingzhi, e che si ritrovava anche nelle poesie delle prime avanguardie. Uso che si è poi intensificato nella sua produzione successiva[3]. In questo modo va oltre la punteggiatura canonica, con una valenza che include anche la creazione di un effetto di discontinuità ancora più forte che obbliga il lettore a ricercare in tutto il testo i collegamenti a più livelli tra le frasi e le immagini[1]. Ancora, altro elemento degno di nota nel lavoro di Yu Jian è la lunghezza dei versi, aumentata tendenzialmente nel tempo. Se nei primi componimenti si hanno versi fino a 20 caratteri, come in "Una canzone per le persone del nostro tempo" (chang gei tong shidairen de ge, 唱给同时代人的歌) del 1981, in seguito si hanno componimenti anche di 38 caratteri per ogni verso[3].

Le sue concezioni più importanti riguardano la lingua e il legame tra essa e la figura del poeta.

La figura del poeta

Riguardo la figura del poeta, è interessante una nozione che ha introdotto in una sua pubblicazione nella rivista Poetry Review, come risposta alla Youth Poetry Conference del 1986: quella del “sentire la lingua” (yugan 语感)[17]. Il poeta deve essere in grado di andare oltre a quello che vedono gli altri, deve saper eliminare ogni ostacolo che impedisca di vedere la vera natura del mondo. Capacità e sensibilità queste considerate innate. In “Retreat from Metaphor” (1999), invece, parla di un poeta che non deve essere un’intellettuale (caizi, 才子), quanto piuttosto un artigiano al lavoro; un artigiano in grado di manipolare la lingua[2]

La lingua

Yu Jian usa, come si è detto, una lingua colloquiale, vicina al parlato (kouyu口语), in opposizione a quella elevata e formale (shumianyu书面语)[18] tipica dei poeti oscuri (menglong, 朦胧) o di quelli della “ricerca delle radici” (xungen寻根)[2]. Ancora di più, per Yu Jian la distinzione è anche tra la lingua standard e i dialetti, tra Nord e Sud. Afferma, in questo senso, che per quanto anche a sud il cinese standard sia entrato nell’uso scritto, ciò non è avvenuto nel parlato, creando dei problemi nel momento in cui si vanno a recitare le poesie. In questi ultimi anni si è registrato, tuttavia, un aumento nella produzione e nella lettura di poesia in dialetto. Inoltre, considera la lingua standard di natura dispotica, in grado di controllare il poeta attraverso una rappresentazione della realtà fissata in un uso convenzionale della lingua, frutto di una lunga sedimentazione culturale[19]. Nella sua concezione - per quanto in “Retreat from Metaphor” il suo ricorso a termini linguistici e letterari non sia sempre preciso - la lingua elevata usata in poesia ha determinato un allontanamento ormai inaccettabile tra significante e significato. Pone l’esempio di un uomo che veda per la prima volta il mare (海hai). Il suo stupore lo porterebbe ad usare un’esclamazione quasi omofona come hai 嗨 e non di certo parole complesse come “vasto ed eterno” (yongheng er liaokuo永恒而辽阔)[2]. Allo stesso modo, nella sua poesia "Evento: scrittura" (shijian xiezuo, 事件·写作) un’aquila non è altro che un’aquila, non è un simbolo di elogio al potere come ci si potrebbe aspettare sulla base di un immaginario ormai stereotipato[3].  In questo senso la metafora (intesa come qualsiasi forma di linguaggio figurato o stereotipato della lingua) si oppone al primordiale atto del nominare (mingming命名)[20]. Il poeta non deve essere controllato dalla lingua, ma deve essere lui a controllarla pienamente. La lingua deve essere destrutturata e ristrutturata e la poesia è un gioco di eliminazione della metafora, di rifiuto del discorso dominante; la poesia, in quanto mondo soggettivo ed inventato, offre la possibilità di eliminare ogni traccia di questa egemonia della lingua e il poeta dovrebbe continuamente sottoporla al vaglio del dubbio, limitando il potere che ha su di lui. In questo senso, la poesia di Yu Jian non è di certo orientata al lettore: l’importante è la lingua, non che il lettore possa capire. Infine, la poesia non ha nessun obbligo ad avere un ruolo sociale, anzi, dovrebbe evitarlo.

Anche nel caso di Yu Jian, ad ogni modo, la pratica non riflette totalmente la sua concezione teorica, tant’è che nelle sue poesie vi sono molte immagini ed istanze di quel linguaggio figurato da lui rifiutato, ma la cosa più significativa rimane il pensiero che sta alla base del suo uso della lingua. Allo stesso modo, l’aspetto di oggettività cui mira non preclude la presenza di una dimensione soggettiva, ma sta a significare piuttosto un distaccamento da una percezione ed un’interpretazione convenzionale determinata socialmente.  

Yu Jian e la memoria

Yu Jian fa parte di quei poeti e letterati che hanno vissuto in prima persona il periodo della Rivoluzione Culturale[9]. Negli anni successivi, la memoria di quanto vissuto è stata trasmessa tanto in letteratura che in forma cinematografica. Se da una parte, in via del tutto generale, la narrativa fu il genere che più dominava la produzione letteraria legata a questi eventi del vicino passato, dall'altra anche la poesia fu coinvolta e si formarono delle nuove correnti poetiche fin dagli anni successivi alla fine della rivoluzione[1]. Un esempio, i poeti oscuri, che furono influenzati proprio dalla memoria di questo periodo nella loro composizione[16], sebbene alcuni fossero già attivi durante la rivoluzione stessa[21] e nel loro caso non si possa, quindi, parlare di memoria in senso stretto, quanto piuttosto di reazione a quanto stava avvenendo[1]. Inoltre, anche nei casi in cui la memoria sia stata alla base dei componimenti, resta pur sempre impeto degli orrori vissuti e di una volontà di ribellione[22]. Il loro linguaggio ricco di simbolismi, intenzionalmente ambiguo, che rifletteva un punto di vista pienamente personale, era, infatti, in piena opposizione ai canoni precedenti[15].

Nella produzione di Yu Jian non mancano, allo stesso modo, dei componimenti che riportano in forma poetica le sue memorie di questo periodo. Un esempio, la serie di dodici poesie dal titolo “Two or Three Things from the Past” (“wangshi er san往事二三”)[1], tutte ambientate a Kunming, dove il poeta è cresciuto[23].  In questi componimenti ha trasposto in forma poetica esperienze personali legate a memorie di momenti precisi di quel passato, superando in questo i canoni della narrativa; non offrendo, cioè, né una visione cronologica, né una crescita o presa di coscienza personale, così come nessuna fuga dall'oppressione politica e psicologica. I suoi componimenti sono, piuttosto, degli aneddoti precisi che presi singolarmente danno una visione particolare, per quanto distaccata, della rivoluzione culturale, mentre nell'insieme danno un’idea di discontinuità, dello sforzo nel ricordare quei momenti sparsi nel passato, riflettendo la dimensione interna e complessa di questo ricordare[1].   

Opere

Raccolte poetiche[24]

Non ufficiali

  • 1989:《作品, 1988-1989》[Opere, 1988-1989],
  • 1989:《阳光下的棕榈树》[Palme sotto il sole],
  • 1990:《诗集, 1989-1990》[Poesie, 1989-1990],

Ufficiali

  • 1989:《于坚诗六十首》[Sessanta poesie di Yu Jian], 昆明:云南人民
  • 1993:《对一只乌鸦的命名》[Dare il nome ad un corvo], 昆明:国际文化
  • 1999 (于堅)《一枚穿過天空的釘子》[Un chiodo piantato nel cielo], in《大陸先鋒詩》[Avant-Garde Poetry from Mainland China] series, edited by Huang Liang 黃粱, 台北:唐山
  • 2000:《于坚的诗》[The Poetry of Yu Jian], in《蓝星诗库》[Blue Star Poetry Treasure House] series, 北京:人民文学
  • 2001:《诗歌• 便条集:1-216》[Poetry: Collected Notes, 1996-1999: 1-216], 昆明:云南人民
  • 2003:《诗集与图像, 2000-2002》[Poems and Images, 2000-2002], 西宁:青海人民
  • 2004 Collezione dei lavori di Yu Jian in 5 volumi:
    1. 《一枚穿过天空的钉子:诗集1975-2000》[A Nail through the Sky: Poems, 1975-2000],《于坚集:卷1》[Collected Works of Yu Jian: Volume 1], 昆明:云南人民
    2. 《0档案:长诗七部与便条集》[File 0: Seven Long Poems and {Poetic} Notes],《于坚集:卷2》[Collected Works of Yu Jian: Volume 2], 昆明:云南人民
    3. 《人间笔记:散文》[Notes from the Human World: Short Prose],《于坚集:卷3》[Collected Works of Yu Jian: Volume 3], 昆明:云南人民
    4. 《正在眼前的事物:散文》[Objects Right in Front of Your Eyes: Short Prose],《于坚集:卷4》[Collected Works of Yu Jian: Volume 4], 昆明:云南人民
    5. 《拒绝隐喻:棕皮手记、评论、访谈》[Reject Metaphor: Brown Notebook—Criticism—Interviews],《于坚集:卷5》[Collected Works of Yu Jian: Volume 5], 昆明:云南人民
  • 2006:《只有大海苍茫如幕》[Only the Sea, Vast Like a Canopy], 北京:长征

Prosa

  • 1997:《棕皮手记》[Brown Notebook], in《诗人随想文丛》[Random Thoughts by Poets] series, 上海:东方 | Short prose.
  • 1999:《人间笔记》[Notes from the Human World], 北京:解放军文艺 | Short prose.

Documentari

  • 1992 《来自1910的列车》 [the locomotive from 1910]
  • 2002 《慢》 [slow]
  • 2003 《碧色车站》 [The blue train station]
  • 2010 《故乡》 [Hometown]

Teatro

《与艾滋有关》In Connection with AIDS (performed in Beijing by the Mou Sen Theatre Workshop)

《关于一个夜晚的谈话》 About an Evening Conversation

《关于“彼岸”的一次汉语词性讨论》About a Discussion on the Far Shore of the Nature of Chinese Words.

Riconoscimenti e premi

Note

  1. ^ a b c d e f g h (EN) John A. Crespi, Poetic Memory: Recalling the Cultural Revolution in the Poems of Yu Jian and Sun Wenbo, in Christopher Lupke (a cura di), New Perspectives on Contemporary Chinese Poetry, PALGRAVE MACMILLAN, 2008, pp. 165-183, ISBN 978–1–4039–7607–9.
  2. ^ a b c d e f g h MAGHIEL VAN CREVEL, DESECRATIONS? THE POETICS OF HAN DONG AND YU JIAN (PART ONE), in Studies on Asia, vol. 2, n. 1, 2005. URL consultato il 17 Settembre 2018 (archiviato dall'originale).
  3. ^ a b c d e f g van Crevel, Maghiel, Chapter seven, objectification and the long-short line: yu jian, in Barend J. ter Haar (a cura di), Chinese Poetry in Times of Mind, Mayhem and Money, Brill, 2008, ISBN 978 90 47 44273 8.
  4. ^ www.360doc.com, 当代散文大家于坚, su www.360doc.com. URL consultato il 17 settembre 2018.
  5. ^ (EN) Yingjin Zhang, A Companion to Chinese Cinema, John Wiley & Sons, 30 marzo 2012, ISBN 9781444355970. URL consultato il 19 settembre 2018.
  6. ^ (EN) Yu Jian 于堅 – The Script Road, su thescriptroad.org. URL consultato il 14 settembre 2018.
  7. ^ a b (EN) Poetry and Image: Yu Jian - CEFC, in CEFC. URL consultato il 17 settembre 2018.
  8. ^ a b Yu Jian | Caratteri Cinesi, su carattericinesi.china-files.com. URL consultato il 17 settembre 2018.
  9. ^ a b c d e (EN) Yu Jian (poet) - China - Poetry International, su www.poetryinternationalweb.net. URL consultato il 17 settembre 2018.
  10. ^ a b Se guardo una rosa, su sulle rive del fiume azzurro. URL consultato il 21 giugno 2018.
  11. ^ a b (EN) Maghiel Van Crevel, Descrations? The Poetics of Han Dong and Yu Jian, Part II, in Studies on Asia, vol. 2, n. 2, 2005. URL consultato il 18 Settembre 2018.
  12. ^ (EN) Eric Abrahamsen, Yu Jian, su Paper Republic. URL consultato il 17 settembre 2018.
  13. ^ Yu Jian - Words Without Borders, su Words Without Borders. URL consultato il 17 settembre 2018.
  14. ^ 于坚_中国作家网, su www.chinawriter.com.cn. URL consultato il 17 settembre 2018.
  15. ^ a b c Maghiel van Crevel, Chapter one, avant-garde poetry from china: text, context and metatext, in Barend J. ter Haar (a cura di), Chinese Poetry in Times of Mind, Mayhem and Money, Brill, 2008.
  16. ^ a b (EN) Bonnie S. McDougall e Kam Louie, The Literature of China in the Twentieth Century, Columbia University Press, 1997, ISBN 9780231110846.
  17. ^ (EN) Maghiel van Crevel, CHAPTER ELEVEN DESECRATIONS?: HAN DONG’S AND YU JIAN’S EXPLICIT POETICS, in Barend J. ter Haar (a cura di), Chinese Poetry in Times of Mind, Mayhem and Money, Brill, 2008, pp. 365-398, ISBN 978-90-474-4273-8.
  18. ^ (ZH) 吴投文 Wu Touwen, 于坚的口语诗学及其内在路径, in 湖北大学学报(哲学社会科学版), vol. 41, n. 6, 2014, DOI:10.13793/j.cnki.42-1020/c.2014.06.002. URL consultato il 18 Settembre 2018.
  19. ^ (ZH) 李心释 Li Xinshi, 论当代诗歌中“反隐喻”的可能与不可能 [On Possibility and Impossibility of Anti-metaphor in Contemporary Poetry], in 江汉学术 ,Jianghan Academic, vol. 34, n. 6, Dicembre 2015, DOI:10.16388/j.cnki.cn42-1843/c.2015.06.007. URL consultato il 19 settembre 2018.
  20. ^ (ZH) 陈仲义 Chen Zhongyi, 于坚诗歌论 [On Yu Jian’s Poetry], in 徐州师范大学学报(哲学社会科学版) ,Journal of Xuzhou Normal University (Philosophy and Social Sciences Edition), vol. 35, n. 1, Gennaio 2009.
  21. ^ (EN) Maghiel Van Crevel, From Reading to Writing: The Birth of Obscure Poetry, in Language Shattered, Contemporary Chinese Poetry and Duoduo, 1996, pp. 42-55, ISBN 90-73782-52-X.
  22. ^ (EN) Maja Lavrač, China’s New Poetry or Into the Mist, in Asian Studies, n. 3, 1º dicembre 2010, pp. 29–40, DOI:10.4312/as.2010.14.3.29-40. URL consultato il 19 settembre 2018.
  23. ^ (ZH) 于坚:在故乡废墟上写作的人|界面新闻 · JMedia, su www.jiemian.com. URL consultato il 19 settembre 2018.
  24. ^ (EN) Avant-Garde Poetry from the PRC: A Bibliography of Single-Author and Multiple-Author Collections, in MCLC Resource Center, 16 ottobre 2014. URL consultato il 19 settembre 2018.

Bibliografia

  • (EN) Maghiel van Crevel, objectification and the long-short line: yu jian, in Barend J. ter Haar (a cura di), Chinese Poetry in Times of Mind, Mayhem and Money, collana Sinica leidensia, vol. 86, Brill, 2008, pp. 365-392, ISBN 978 90 47 44273 8.
  • (EN) John A. Crespi, Poetic Memory: Recalling the Cultural Revolution in the Poems of Yu Jian and Sun Wenbo, in Christopher Lupke (a cura di), New Perspectives on Contemporary Chinese Poetry, PALGRAVE MACMILLAN, 2008, pp. 165-183, ISBN 978–1–4039–7607–9.
  • (EN) Bonnie S. McDougall e Kam Louie, The literature of China in the twentieth century, Columbia University Press, 1997, ISBN 9780231110846.
  • (EN) Maghiel Van Crevel, Desecrations? The Poetics of Han Dong and Yu Jian (part One), in Studies on Asia, vol. 2, n. 1, 2005. URL consultato il 17 Settembre 2018 (archiviato dall'originale).