Fuga di notizie

divulgazione non autorizzata di notizie

Una fuga di notizie nel giornalismo è una divulgazione di informazioni soggette a embargo (da un ente pubblico o privato, da un gruppo di persone o da un singolo) talvolta prima di una loro uscita ufficiale (per esempio per mezzo di una conferenza stampa), o più in generale il rilascio non autorizzato di informazioni riservate.

Tale fuga può essere prodotta, nel caso di un ente o di una organizzazione, da una persona interna alla stessa (whistleblowing), oppure da persone esterne attraverso mezzi di spionaggio (es. nel giornalismo investigativo) o più semplicemente di ricerca, tramite documenti o vari testimoni (giornalismo d'inchiesta). Talvolta infine, può avvenire che lo stesso governo di uno Stato faccia volutamente "scivolare" una fuga di notizie (passata brevi manu da un funzionario del governo ad un membro della stampa) per potere in tal modo sondare le reazioni dell'opinione pubblica a una determinata notizia.[1]

Storia

Esempi celebri

Tra gli esempi più celebri di fuga di notizie nella storia recente figura lo scandalo Watergate, nell'ambito del quale filtrarono i contenuti di una serie di intercettazioni ambientali che, nel 1974, portarono addirittura alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon.[2]

In Italia nel 2013 si ebbe il caso del "primo editore condannato per una fuga di notizie"[3].

Note

  1. ^ In gergo giornalistico quest'ultimo genere di fuga di notizie, lasciata trapelare dalle stesse amministrazioni, viene anche detto «dritta». Cfr. Marcello Foa, op. cit., p. 66.
  2. ^ Marcello Foa, op. cit., pp. 26-8.
  3. ^ Luca Fazzo,"Mi condannano per aver pubblicato una notizia vera", Il Giornale, 10/03/2013.

Bibliografia

  • Marcello Foa, Gli stregoni della notizia. Da Kennedy alla guerra in Iraq: come si fabbrica informazione al servizio dei governi, Ed. Guerini e associati, 2006. ISBN 88-8335-783-3

Voci correlate

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