Abbazia di Rottenbuch
L'abbazia di Rottenbuch, presso Weilheim, sul fiume Amper, è un antico monastero di canonici regolari di Sant'Agostino.
Abbazia di Rottenbuch | |
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Stato | ![]() |
Land | Baviera |
Località | Rottenbuch |
Indirizzo | Klosterhof 16 |
Coordinate | 47°44′05.6″N 10°58′01.05″E |
Ordine | Canonici regolari di Sant'Agostino |
Fondatore | Guelfo e Giuditta, duchi di Baviera |
Stile architettonico | romanico |
Inizio costruzione | 1073 |
Storia
modificaLe origini di una cella monastica a "Raitenpuch" risalgono probabilmente agli anni a cavallo tra IX e X secolo;[1] attorno al 1070 la cella fu occupata da una comunità di eremiti e il 27 dicembre 1073 i duchi di Baviera, Guelfo e Giuditta, fecero una donazione per trasformare la comunità in monastero di canonici regolari.[2]
È probabile che Altmanno, vescovo di Passau, abbia avuto un ruolo nella vicenda perché negli stessi anni aveva provveduto alla riforma delle comunità canonicali nella sua diocesi.[2]
Da parte dei duchi, la fondazione doveva avere lo scopo di migliorare il controllo sulla zona dell'Ammergau, considerata strategica.[2]
All'epoca della lotta per le investiture, il monastero divenne un importante rifugio per gli esuli aderenti al partito filo-papale; vi trovarono asilo il vescovo Altmanno e il teologo Manegoldo di Lautenbach, che ne fu decano. La proprietà dell'abbazia passò a Roma, come confermato da privilegi pontifici del 1090 e 1092.[2]
Sotto il governo del preposito Ulrico I, l'osservanza di Rottenbuch fu trasmessa ad altri monasteri: Berchtesgaden, Baumburg, Dietramszell, Beuerberg, Bernried, Diessen e Schlehdorf. Verso il 1120 il monastero di Rottenbuch fondò anche una comunità femminile, imitato dalla maggior parte dei suoi monasteri filiali.[3]
Anche dopo il rilassamento del movimento riformatore, il monastero di Rottenbuch, in quanto sede di un arcidiaconato, mantenne una posizione predominante nella diocesi di Frisinga e divenne, insieme con Polling, uno dei centri principali della vita spirituale nella regione.[3]
L'abbazia fu soppressa il 21 marzo 1803, ma la chiesa del monastero continuò a esistere come chiesa parrocchiale.[3]
I locali monastici, in seguito, furono occupati da una comunità di religiose salesiane.
Note
modificaBibliografia
modifica- Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
Altri progetti
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