Alberto Calvi da Cilavegna
Alberto Calvi, o de Calvo (Cilavegna, tra il 1170 e il 1180 – Novara, 8 ottobre 1230), è stato un vescovo cattolico italiano, decretista papale presso papa Onorio III e canonico novarese.[1]
Beato Alberto Calvi vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nascita | tra il 1170 e il 1180 a Cilavegna |
Nomina a vescovo | 1224 da papa Onorio III, a Milano |
Morte | 8 ottobre 1230 a Novara |
Fu riscoperto da padre Francesco Pianzola e dal monaco cilavegnese Cesare Mornacchi, che nel 1969 pubblicò un saggio sulla sua vita intitolato "Il beato Alberto Calvi da Cilavegna".[1] Le sue reliquie sono custodite all'interno della chiesa di Santa Maria a Cilavegna, dove gli è stato dedicato un altare nel 2012.[2]
Biografia
modificaAlberto Calvi nacque a Cilavegna tra il 1170 e il 1180, ma dopo la morte del padre si stabilì a Gravellona Lomellina dai nonni materni.[3][4] Iniziò la sua carriera scolastica nel seminario di Novara e si laureò a Bologna nel 1206 in utroque iure. Rimase ad insegnare a Bologna fino a quando fu chiamato a Roma a svolgere il compito di decretista alla corte di papa Onorio III.[4]
Nel 1216 torna a Novara come canonico del duomo e primo collaboratore del vescovo, ma presto dovette rinunciare a tale in carico, perché ottenne la cattedra della diocesi di Savona (1220).[1][4] Seppur consacrato solo dal 1224 a Milano, egli ricoprì il ruolo di vescovo di Savona fin dal 1221 e durante questo periodo si occupò di alcune opere, tra le quali il restauro del Battistero, della torre campanaria, del sacello di San Siro e del chiostro di Littifredo.[4] Nel 1227, egli dovette abbandonare quei territori a causa di alcuni scontri causati dai moti di conquista di Genova, contro i quali si batté a tal punto da rischiare la defenestrazione.[1] Dopo la fuga da Savona, Alberto Calvi riottenne l'incarico di canonico a Novara, che svolse dal 31 ottobre 1227 al 30 agosto 1230, quando dettò testamento.[4] Presumibilmente morì l'8 ottobre 1230.[1][4]
Nel 2012 venne realizzata una statua del beato per proteggerne le reliquie e il 7 ottobre le venne riservato una spazio in uno degli altari della chiesa di Santa Maria a Cilavegna;[2] la statua, adornata con i paramenti vescovili, è affiancata dagli stemmi di papa Onorio III e del vescovado dello stesso beato.[2]
Note
modifica- ^ a b c d e Storie di Lomellina.
- ^ a b c Aurora 2012.
- ^ Bergamo 1995.
- ^ a b c d e f Rossi 2003.
Bibliografia
modifica- Romano Bergamo, Storia dei comuni, frazioni e parrocchie della Lomellina, vol. 1, Pavia, Selecta Editrice, 1995, ISBN 8873323170.
- Giovanni Rossi e Emilio Bagatin, Cilavegna è... : cenni storici sulle origini del paese e scene di vita quotidiana del secolo scorso, a cura di Pro Loco di Cilavegna, Cilavegna, 2003.
- Articolo de "L'aurora Lomellina - novembre/dicembre 2012" (PDF), su parrocchiacilavegna.it.
- Articolo di "Storie di Lomellina", su storiedilomellina.altervista.org. URL consultato il 21 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2019).
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Sito della parrocchia, su parrocchiacilavegna.it.