Alessandro Karászi
Alessandro (I) Karászi (in ungherese Karászi (I.) Sándor; ... – 1274/1276) fu un nobile ungherese vissuto a cavallo nella seconda metà del XIII secolo.
Alessandro (I) Karászi | |
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giudice reale | |
In carica | 1272 – 1273 |
Predecessore | Dionigi Péc |
Successore | Ladislao II Kán |
Morte | 1274/1276 |
Dinastia | Karászi (Edelényi) |
Padre | Drugh |
Consorte | due mogli dal nome ignoto |
Figli | Alessandro II, Giovanni I, una figlia dal nome ignoto |
Fedele confidente del re Stefano tra 1260 e 1270, in tale veste svolse un ruolo attivo nella guerra civile del 1264-1265 che vide frapporsi Stefano e suo padre, il re Béla IV d'Ungheria. Bano di Severin dal 1265/1266 al 1268, ricoprì poi la carica di giudice reale tra il 1272 e il 1273, durante il regno di Ladislao IV d'Ungheria. Fu progenitore della nobile famiglia dei Karászi (allora nota come Edelényi), che acquisì possedimenti nell'Ungheria nordorientale, principalmente nei comitati di Szabolcs e Szatmár.
Biografia
modificaPrimi anni
modificaAlessandro era il figlio di un certo Drugh (anche riportato come Drug o Dorog). Lo storico Mór Wertner riteneva che appartenesse alla famiglia dei Gutkeled.[1] Secondo due documenti del duca Stefano (1267 e 1268, il testo del primo è stato testimoniato soltanto da un documento del XIV secolo), Alessandro lo aveva servito fin da quando era giovane.[2] Inizialmente, Alessandro fu un famiglio di un potente aristocratico di nome Ernye Ákos.[3]
Cronologicamente, appare per la prima volta nei documenti medievali quando, al fianco del duca Stefano, partecipò alla campagna reale nell'estate del 1253, momento in cui re Béla IV lanciò una guerra contro Ottocaro II in Moravia e assediò Olomouc. Alessandro riportò cinque ferite durante l'assedio. Prese poi parte alla battaglia di Kressenbrunn del 12 giugno del 1260, quando le truppe boeme sconfissero l'esercito ungherese e Béla fu costretto a rinunciare al Stiria in favore di Ottocaro. Lo statuto di Stefano afferma che Alessandro combatté «gloriosamente» nella battaglia e «rimase in piedi» durante gli scontri, proteggendo il duca quando l'esercito d'avanguardia guidato da Stefano fu circondato dai Boemi.[4][5] Quando Stefano fu nominato duca di Transilvania nel 1260, Alessandro scortò il suo signore nella provincia. Combatté contro l'Impero bizantino con il suo corpo d'armata nel 1263, quando il duca Stefano inviò rinforzi al comando di Ladislao Kán in Bulgaria per fornire assistenza al despota Giacobbe Svetoslav.[4][5][6]
Sotto il duca Stefano
modificaI rapporti tesi tra Béla IV e Stefano, che adottò il titolo di "re minore" e governò la parte orientale dell'Ungheria, sfociarono in una guerra civile alla fine del 1264. Intorno al 10 dicembre, i fratelli Ladislao e Giulio Kán, che poco prima aveva disertato a favore del re anziano, invase il regno del duca Stefano lungo la valle del fiume Maros (Mureș) e occupò terre contigue nella Transilvania meridionale, nonostante i tentativi infruttuosi di Alessandro di riconquistarle.[7] Sebbene Stefano avesse sconfitto l'esercito dei fratelli Kán, l'attacco simultaneo della sua provincia nel nord-est dell'Ungheria lo costrinse a ritirarsi fino al castello di Feketehalom (odierna Codlea, in Romania) nell'angolo più orientale della Transilvania. Secondo lo statuto di Stefano del 1268, Alessandro «lasciò i genitori, i figli, i fratelli, tutti i suoi beni e i suoi possedimenti» e si unì all'esercito indebolito in ritirata.[8] Fu tra i pochi difensori durante l'assedio di Feketehalom, quando l'esercito reale di Béla in avanzata, al comando di Lorenzo, figlio di Kemény, iniziò ad assediare il forte negli ultimi giorni di dicembre del 1264. La fortezza fu inizialmente attaccata da un'avanguardia dell'esercito guidata da Corrado, fratello di Lorenzo, che cercò di sfondare la porta del castello con una rapida avanzata, ma Alessandro e i suoi soldati lo impedirono.[9][10] Successivamente, Alessandro e i suoi uomini sorvegliarono le mura di pietra «giorno e notte».[11] Dopo l'arrivo dell'esercito di soccorso, Stefano condusse il contingente rimasto fuori dal forte. L'esercito di Béla fu nettamente sconfitto, Alessandro catturò in totale 18 «cavalieri illustri»,[12] che portò davanti al re «come fossero capi di bestiame o vitelli».[10] Stefano lo ricompensò con uno scudo di uno dei suoi nemici sconfitti.[13] Alessandro partecipò anche alla battaglia di Isaszeg all'inizio di marzo del 1265, dove agì come guardia del corpo di Stefano alla sua destra, proteggendo il giovane re dagli aggressori.[14] Il coinvolgimento di Alessandro nella guerra civile e la lealtà al duca Stefano servirono come punto di riferimento nella corte giudiziaria della regina vedova Elisabetta di Polonia quasi un secolo dopo, nel 1353, riguardo ai feudi dell'estinta famiglia degli Edelényi (Karászi) che tornarono alla Corona. Veniva sostenuto che ormai già il loro antenato Alessandro avrebbe dovuto essere privato di tutti i suoi beni a seguito della sua ribellione contro il legittimo sovrano Béla IV, cosicché quanto in mano ai suoi discendenti, gli Edelényi, morti senza discendenti maschi, non avevano diritto di essere posseduti.[15]
Dopo la guerra civile e la riconciliazione tra Béla e Stefano, Alessandro ricoprì il ruolo di ispán del comitato di Szabolcs tra il 1267 e il 1268.[16] Dopo il ripristino del dominio ungherese sul banato di Severin (Szörény) in seguito alle vittoriose campagne bulgare di Stefano, Alessandro fu nominato bano della provincia nel 1268, ma fu sostituito da Ugrino Csák in questa carica già nel medesimo anno.[17]
Per premiare la sua lealtà e i suoi servigi militari, ad Alessandro furono concessi gli insediamenti di Kazinc (oggi un quartiere di Kazincbarcika), Ludna e Harica, nel comitato di Borsod, dal giovane re Stefano nel 1267. Secondo la lettera di donazione, Ernye Ákos aveva già donato questi centri abitati al suo famiglio Alessandro qualche tempo prima del 1265, tanto che il duca si limitò a confermare questa donazione tramite tale documento. L'anno seguente, nel 1268, Alessandro ricevette nuovamente una donazione dal suo monarca, avendo ottenuto Malka, nel comitato di Szatmár (una volta di proprietà di suo padre), Gesztely, nel comitato di Zemplén, e Olán (vicino a Edelény), nel comitato di Borsod.[18] Dopo la sua nomina a bano di Severin ancora in quell'anno, ad Alessandro furono concessi ulteriori possedimenti nel comitato di Szatmár dal duca Stefano: Vasvári, Szalka (oggi Mátészalka), Szentmárton e Kak (odierna Mărtinești e Cucu, rispettivamente, parti del comune Odoreu, in Romania), mentre già possedeva l'insediamento di Solymos nel comitato. Grazie a Stefano, Alessandro divenne anche signore di Demecser (che un tempo possedeva ma che poi gli fu confiscato) e di Kék, nel comitato di Szabolcs.[19] Nello stesso periodo, gli furono concessi anche Bajul (oggi facente parte di Pátroha) e Nyírkarász nel comitato. In quest'ultima località, costruì un castello con motta castrale, che divenne la sua residenza permanente e i suoi discendenti furono chiamati con la desinenza "Karászi" per un certo periodo.[20]
Durante l'anarchia feudale
modificaNonostante la sua lealtà e il coinvolgimento militare, non vi è alcuna testimonianza che Alessandro avesse ricoperto una qualche carica dopo l'ascesa al trono ungherese di Stefano V nel 1270. Egli tornò a far parte dell'élite soltanto durante l'epoca dell'anarchia feudale, quando vari gruppi baronali si contendevano il potere supremo sotto il dominio nominale del giovane Ladislao IV d'Ungheria. In qualità di uomo di fiducia della regina vedova Elisabetta la Cumana, Alessandro esercitò le funzioni di giudice reale e ispán del comitato di Vrbas (o Orbász) dal settembre 1272 al marzo 1273.[5][21] Secondo lo storico Attila Zsoldos, la creazione delle nuove istituzioni di giurisdizione provinciale, i cosiddetti "giudici nobili" (judices nobilium), avvenne proprio sotto Alessandro, in opposizione alle aspirazioni di potere della regina Elisabetta. I primi giudici nobili furono nominati nel comitato di Vrbas, in Slavonia, dove Alessandro operava in veste ispán accanto alla sua dignità di corte.[22] Alessandro fu destituito dalla carica di giudice reale e di ispán del comitato di Vrbas da Ladislao Kán e da Lorenzo, figlio di Kemény, rispettivamente, quando Elisabetta tentò di insediarsi al potere durante l'invasione ungherese compiuta da Ottocaro nella primavera del 1273.[21]
Durante il periodo di anarchia feudale e di guerre civili tra il 1272 e il 1277, Alessandro sostenne la fazione aristocratica degli Csák, venendo menzionato come ispán dei comitati di Doboka e di Szeben nel 1274.[23] Nell'ottobre dello stesso anno fu giudice accanto a Matteo II Csák, voivoda di Transilvania, uno dei più influenti membri della nobiltà locale, dopo il suo spostamento in quella regione.[24] In un diploma privo di data, Ladislao IV lo menziona come «Alexander banus de Kazna». Mór Wertner ha ritenuto che ciò fosse il frutto di un errore di trascrizione del notaio e che «Kazna» si riferisse a Karász, mentre il titolo di «bano» fosse riferito all'antica dignità che gli fu destinata a Severin. Altri studiosi hanno invece ipotizzato che Alessandro fosse stato bano titolare di una località sconosciuta di nome «Kazna».[5] In questa lettera di donazione, Ladislao IV gli concesse la terra incolta di Pap nel comitato di Szabolcs.[19] Alessandro acquisì i feudi di Vajk e Malonta nel comitato di Tolna attraverso una transazione di scambio nel 1274. Nello stesso anno, con il consenso regio, egli donò alla sua seconda moglie i possedimenti da lui acquisiti a Isaszeg, Kerepes e Megyer (la moderna Káposztásmegyer, facente parte di Újpest) nel comitato di Pest, e a Bakta, Buda e Szentjakab nel comitato di Heves, permettendole inoltre di trasmetterli al figlio o alle figlie nati dal suo primo matrimonio.[19] Alessandro morì nel 1274 o nel 1276.
Discendenza
modificaAlessandro si sposò due volte e dal primo matrimonio nacquero due figli e una figlia. Alessandro (II) appare per la prima volta nei documenti coevi nel 1276, quando scambiò i suddetti possedimenti nel comitato di Heves con Andrea, vescovo di Agria, il che implica che suo padre fosse già morto a quell’epoca. Alessandro (II) appartenne al genus della potente famiglia Borsa e, in tale veste, fu vice-ispán del comitato di Szabolcs dal 1308 al 1310. Il figlio minore, Giovanni, è menzionato una sola volta nel 1296. La loro sorella, il cui nome resta uscito, sposò Pietro Kompolti degli Aba.[25] La famiglia aristocratica dei Karászi (poi Edelényi) discese da Alessandro. Sulla base delle fonti, i suoi discendenti dilapidarono la ricchezza accumulata da Alessandro in circa tre generazioni, tra atti di prevaricazione e sconfitte giudiziarie. La famiglia si estinse intorno al 1350 o 1351.[26]
Note
modifica- ^ Zsoldos (2001), p. 387.
- ^ Kristó (2000), pp. 80, 82.
- ^ Cabello (2004), p. 22.
- ^ a b Kristó (2000), p. 82.
- ^ a b c d Markó (2006), p. 283.
- ^ Sălăgean (2016), p. 82.
- ^ Sălăgean (2016), p. 80.
- ^ Kristó (2000), p. 83.
- ^ Kristó (2000), p. 83.
- ^ a b Sălăgean (2016), p. 83.
- ^ Kristó (2000), p. 80.
- ^ Zsoldos (2007), p. 67.
- ^ Kristó (2000), p. 81.
- ^ Zsoldos (2007), pp. 71-72.
- ^ Zsoldos (2001), p. 398.
- ^ Zsoldos (2011), p. 201.
- ^ Zsoldos (2011), p. 49.
- ^ Zsoldos (2001), p. 389.
- ^ a b c Zsoldos (2001), p. 390.
- ^ Cabello (2004), p. 25.
- ^ a b Zsoldos (2011), pp. 32, 178.
- ^ Zsoldos (2003), p. 799.
- ^ Zsoldos (2011), pp. 148, 205.
- ^ Sălăgean (2016), pp. 117, 119.
- ^ Zsoldos (2001), pp. 391-392.
- ^ Zsoldos (2001), pp. 394-396.
Bibliografia
modifica- (HU) Juan Cabello, A nyírkarászi Árpád-kori vár régészeti kutatása [Ricerche archeologiche sul castello di epoca arpadiana di Nyírkarász, in Tibor Neumann, Analecta Mediaevalia II. Várak, templomok, ispotályok: tanulmányok a középkorról [Analecta Mediaevalia II. Castelli, chiese, ospedali: studi sul Medioevo], Argumentum Kiadó, 2004, p. 9-28, ISBN 963-446-284-7.
- (HU) Gyula Kristó, Középkori históriák oklevelekben (1002–1410) [Storie medievali tratte dai documenti medievali (1002–1410) (trad.)], Szegedi Középkorász Műhely, 2000, ISBN 963-482-423-4.
- (HU) László Markó, A magyar állam főméltóságai Szent Istvántól napjainkig: Életrajzi Lexikon [Le alte cariche dello Stato ungherese da re Santo Stefano ai nostri giorni: un'enciclopedia biografica], Helikon Kiadó, 2006, ISBN 963-547-085-1.
- (EN) Tudor Sălăgean, Transylvania in the Second Half of the Thirteenth Century: The Rise of the Congregational System, Leida, Boston, BRILL, 2016, ISBN 978-90-04-24362-0.
- (HU) Attila Zsoldos, Karászi Sándor bán és utódai (Megjegyzések a narratiok eredetéről és szerepéről) [Il bano Alessandro Karászi e i suoi discendenti (Osservazioni sull'origine e il ruolo delle Narrationes delle Carte)], in Századok, vol. 135, n. 2, Magyar Történelmi Társulat, 2001, pp. 385-407, ISSN 0039-8098 .
- (HU) Attila Zsoldos, Az özvegy és a szolgabírák [La vedova e i nobili giudici], in Századok, vol. 137, n. 4, Magyar Történelmi Társulat, 2003, pp. 783-808, ISSN 0039-8098 .
- (HU) Attila Zsoldos, Családi ügy: IV. Béla és István ifjabb király viszálya az 1260-as években [Una diatriba familiare: Il conflitto tra Béla IV e il rex iunior Stefano negli anni 1260], História, MTA Történettudományi Intézete, 2007, ISBN 978-963-9627-15-4.
- (HU) Attila Zsoldos, Magyarország világi archontológiája, 1000-1301 [Archeontologia laica dell'Ungheria, 1000-1301], História, MTA Történettudományi Intézete, 2011, ISBN 978-963-9627-38-3.