Alfredo Angeloni
Alfredo Angeloni (Lucca, 29 novembre 1883 – Viareggio, 12 marzo 1953) è stato uno scultore italiano.


Biografia
modificaA Lucca frequentò l'Istituto di Belle Arti sotto la guida dello scultore Arnaldo Fazzi, conseguendo il diploma nel 1903. Successivamente si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove fu allievo di Raffaello Romanelli, e in seguito, grazie a una borsa di studio, seguì un corso di perfezionamento a Milano, presso l'Accademia di Brera. Sposatosi con Pia Nuti, dalla quale ebbe due figlie, Giovanna e Wally, trascorse quasi tutta la sua vita a Lucca[1].
Negli anni 1910 fece parte del comitato "Pro Arte Lucensi", insieme ai colleghi Giuseppe Lunardi e Arturo Chelini, associazione nata per organizzare mostre e promuovere l’arte lucchese contemporanea[1].
Tra i riconoscimenti ricevuti si ricordano il premio ottenuto nel 1905 nell’ambito della "Esposizione d’arte" di Firenze e la nomina a Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, conferitagli nel 1921. Dopo la sua morte, la città di Lucca gli dedicò una retrospettiva allestita a Villa Bottini nel 1956[1].
La maggior parte della sua attività artistica, sviluppata in un arco di cinquant’anni, si concentrò sulla realizzazione di opere funerarie e di alcuni monumenti ai caduti della prima guerra mondiale. Il più importante e noto fu senza dubbio il monumento di Lucca, situato nel piazzale antistante Porta San Pietro, inaugurato nel 1930 alla presenza del re. Tra gli altri si ricordano i monumenti di Altopascio, San Pietro a Vico, Massarosa, Fornoli, Segromigno, Bagni di Lucca, Villa Basilica, Casabasciana, oltre a quelli di Gambolò (provincia di Pavia) e di Roma. Nella capitale realizzò anche una grande scultura intitolata Dea Roma, collocata nell’atrio della stazione Ostiense, distrutta durante la seconda guerra mondiale[1].
Numerose furono le opere funerarie, sia singoli monumenti che cappelle, realizzate principalmente nel cimitero di Sant'Anna di Lucca, tra cui la cappella della famiglia Bernardini e della famiglia Lenzi, le cappelle di Paolo e Modesto Giurlani, il monumento funebre di Dario Recanati, quello per Nina Giovannini nata Canale, la statua del Pensatore sulla tomba di Armando Mungai, la Pietà per le tombe di Alberto Paoli, Umberto Rocchi Burlamacchi, Ada Cavalieri Lollusa e i coniugi Milani-Sbragia, il busto in bronzo di Andrea Roberti, e le tombe di Bianca Niccoli, Giulia e Gina Panconesi, Lola Lera, della famiglia Piagentini, di Giovanni Favilla e di Renata Parducci nei Politi, di Angela e Elvira Vannucchi. Realizzò opere anche a Barga, come i bronzi della cappella Pieroni, e nel cimitero della Misericordia di Viareggio[1].
Eseguì inoltre opere commemorative dedicate a Leonida Bissolati (Roma), Antonio Berlese (San Vincenzo, LI), Ugo Brilli (Viareggio), Simón Bolívar (Maracay, Venezuela) e Ulisse Bartoli (Lucca). Tra le realizzazioni di ambito civile si ricordano l’Inno alla Vita, precedentemente collocato nel cortile dell’ospedale psichiatrico di Lucca, la decorazione di palazzo Giorgi (Lucca, piazza Curtatone) e le teste di militi con elmetto della Casa del Mutilato, edificio progettato dall’architetto Italo Baccelli nel 1932. Gilberto Bedini gli attribuì la decorazione scultorea della vetrina della Profumeria Venus, in via Fillungo a Lucca[1].
Nel 1947 si trasferirì a Viareggio, dove morì il 12 marzo 1953[1].
Una vasta raccolta di opere e documenti, lasciata dalla figlia Wally, è conservata presso la Galleria d'arte moderna e contemporanea di Viareggio[1].
Note
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alfredo Angeloni