Anfiteatro romano di Pompei
L'anfiteatro romano di Pompei è un anfiteatro di epoca romana, sepolto dall'eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovato a seguito degli scavi archeologici dell'antica Pompei: è uno degli edifici, nel suo genere, meglio conservato, nonché uno dei più antichi al mondo[1].
Anfiteatro romano di Pompei | |
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Civiltà | antica Roma |
Utilizzo | anfiteatro |
Stile | architettura romana |
Epoca | I secolo a.C.-I secolo |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Comune | Pompei |
Scavi | |
Data scoperta | 1748 |
Date scavi | 1748, 1813-1814 |
Amministrazione | |
Patrimonio | Scavi archeologici di Pompei |
Ente | Parco archeologico di Pompei |
Visitabile | Sì |
Mappa di localizzazione | |
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Storia
modificaL'anfiteatro fu costruito intorno al 70 a.C. dai duoviri Gaio Quinzio Valgo e Marco Porcio[1] ed era utilizzato per giochi circensi e combattimenti tra i gladiatori; queste parate, talvolta pubblicizzate con graffiti sulle facciate delle case[2], avvenivano in forma grandiosa, come è testimoniato da un'iscrizione che recita:
Fu proprio durante uno di questi spettacoli che nel 59 ebbe luogo una violenta rissa tra pompeiani e nocerini, la quale provocò numerosi feriti e anche diversi morti[1]: a seguito di tale evento il senato romano decise la chiusura dell'anfiteatro per dieci anni e condannò all'esilio l'organizzatore dell'evento, Livineio Regolo. La rissa fu inoltre ricordata da Tacito, che così scriveva:
«A quel tempo una causa futile provocò un atroce massacro tra i coloni di Pompei e di Nocera durante un combattimento gladiatorio offerto da Livineio Regolo, della cui rimozione dal Senato ho già riferito. Dapprima i cittadini a turno s'insolentirono continuamente, poi scagliarono i sassi e infine ricorsero alle armi, prevalendo la gente di Pompei, presso cui si svolgeva lo spettacolo. Pertanto molti nocerini furono riportati in città col corpo mutilato dalle ferite, e in tanti piangevano la morte dei figli o dei genitori. L'indagine delle cause fu affidata da Nerone al Senato, che la rinviò ai consoli. Riferita la relazione ai senatori, furono vietate ufficialmente queste riunioni per dieci anni e le associazioni, che avevano operato contro la legge, furono sciolte; Livineio e gli altri autori della sedizione furono condannati all'esilio.»
Il motivo della lite è probabilmente da attribuirsi al fatto che Nuceria Alfaterna era diventata nel 57 una colonia romana e ciò aveva permesso ai nocerini di accaparrarsi territori precedentemente appartenuti ai pompeiani[1]. A seguito del terremoto di Pompei del 62 l'edificio subì notevoli danni ed al contempo il provvedimento decennale venne annullato: l'intera struttura fu completamente rinnovata, come testimoniano due iscrizioni che si trovano nel passaggio d'ingresso, dai duoviri Caio e Cuspio Pensa, padre e figlio[3]. Durante l'eruzione del Vesuvio del 79, fu completamente sepolto sotto una fitta coltre di ceneri e lapilli e fu uno dei primi edifici ad essere riportato alla luce nella campagna di scavi promossa dalla dinastia borbonica nel 1748[4].
Descrizione
modificaL'anfiteatro sorge nella parte sud-est dell'antica Pompei e questa scelta fu dettata da due motivi: il primo, in quanto la zona era poco abitata e quindi di minore intralcio alla vita quotidiana della città, considerando il gran numero di persone che visionava gli spettacoli[3]; il secondo, fu una scelta economica, in quanto la struttura venne addossata alla cinta muraria, ormai in disuso[5], utilizzando un terrapieno preesistente e costruendone uno nuovo sul lato rimasto scoperto, utilizzando il terreno di risulta dello scavo[2]: in tal modo la struttura è posta a circa sei metri di profondità ed assume una forma ellittica; ha inoltre una lunghezza di centotrentacinque metri e una larghezza di centoquattro metri, per una capienza di ventimila spettatori[1].
Esternamente si presenta in due ordini: la parte inferiore è ad archi ciechi, in pietra, con pareti realizzate in opus incertum, sotto i quali, durante gli spettacoli, i mercanti vendevano le loro mercanzie, mentre l'ordine superiore presenta archi a tutto sesto; tra i due ordini è posto un ambulacro e per permettere agli spettatori di raggiungere le gradinate più alte furono costruite due grandi scalinate[5]. L'accesso all'anfiteatro avveniva tramite una galleria, chiamata anche crypta, che possedeva quattro ingressi, due dei quali davano direttamente sull'arena[2]: si pensa inoltre che un passaggio fosse esclusivamente riservato ai magistrati, che godevano di palchi d'onore, divisi dal resto della platea da uno scomparto in muratura; inoltre uno di questi palchi era collegato direttamente all'arena, probabilmente utilizzato dai gladiatori durante le cerimonie di premiazione[2]. Prima di giungere all'arena sono posti, lungo lo stesso asse, due spoliarii, utilizzati uno per prestare i primi soccorsi ai combattenti feriti[2], l'altro, con arco trionfale, per l'accesso dei gladiatori[1]; l'arena vera e propria è in terra battuta e contrariamente ad altri edifici dello stesso genere non presenta un'area sotterranea; l'intera circonferenza dell'arena è delimitata da un parapetto, alto circa due metri, che era decorato con affreschi, oggi andati perduti, che raffiguravano duelli tra gladiatori[5] ed in particolare uno che rappresentava l'inizio di una lotta[2].
L'anfiteatro pompeiano dispone di una cavea, spartita in tre zone: l'ima cavea, divisa in sei settori, riservata alle personalità di spicco della città e da dove si godeva della migliore vista, la media cavea, ossia la zona centrale, riservata al popolo e la summa cavea[5], gli ultimi ordini di spalti riservati alle donne[3]; le ultime due zone della cavea erano entrambe divise in circa venti settori ed i sedili erano in parte in tufo, realizzati dopo il 62 ed in parte in legno, così come erano fatti in origine[2]. Per proteggere gli spettatori dai raggi del sole estivo o dalla pioggia, l'anfiteatro era predisposto per l'uso del velarium[1] ossia una sorta di grosso tendone, solitamente in lino, che ricopriva tutta l'area della struttura[2].
Note
modifica- ^ a b c d e f g Anfiteatro, su pompeiisites.org. URL consultato il 7 aprile 2025.
- ^ a b c d e f g h i Descrizione dell'anfiteatro, su archeoguida.it. URL consultato il 15-02-2012 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2010).
- ^ a b c L'anfiteatro di Pompei, su pompeisepolta.com. URL consultato il 15-02-2012 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2011).
- ^ Le ricerche archeologiche, su pompeiisites.org. URL consultato il 15-02-2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ a b c d Storia dell'anfiteatro, su guide.supereva.it. URL consultato il 15-02-2012.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su anfiteatro romano di Pompei
Collegamenti esterni
modifica- (DE) Anfiteatro romano di Pompei, su amphi-theatrum.de.