Anison
Anison (アニソン?), contrazione di anime song (アニメソング?) (lett. "canzone anime"), è un genere musicale giapponese derivato dal J-pop. Il termine indica più propriamente la musica utilizzata in sigle, inserti e image song, all'interno di anime e altri prodotti correlati, tra cui videogiochi e radiodrammi pubblicati su compact disc.
Anison | |
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Origini stilistiche | kayōkyoku |
Origini culturali | anni 1970, Giappone |
Popolarità | Alta in Giappone |
Generi derivati | |
denpa, moe |
L'anison nacque come categoria musicale negli anni settanta. Durante il decennio seguente l'anison guadagnò notorietà presso il grande pubblico quando alcuni artisti mainstream slegati dall'industria degli anime iniziarono a incidere sigle di note serie giapponesi. A partire dagli anni novanta, con l'avvento delle etichette discografiche che producevano esclusivamente musica per le serie animate, l'anison divenne un genere musicale a sé stante. Negli anni duemila, l'accresciuto interesse in Giappone per i doppiatori, che erano a volte autori delle stesse canzoni anison, portò all'accresciuto interesse del mercato di tale genere. Negli anni 2020 il genere acquisì fama a livello internazionale.
Storia
modificaAnni 1930-1970: precursori
modificaKuroi Nyago, diretto nel 1929 da Noburō Ōfuji, è il primo film d'animazione giapponese accompagnato da un sottofondo musicale. Nella pellicola i personaggi ballano al ritmo di un brano musicale che viene oggi considerato un prototipo di anison.[1]
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, durante gli anni cinquanta e sessanta, si assistette a un rinnovato sviluppo culturale in Giappone.[1] Nel 1963 venne presentata in anteprima la serie Astro Boy. Il suo famoso tema presenta il testo del poeta Shuntarō Tanikawa; il brano viene oggi riprodotto nella stazione di Takadanobaba durante le partenze dei treni.[1]
Anni 1970-1980: diffusione
modificaLa crescita economica a cui si assistette in Giappone negli anni settanta portò alla diffusione di cantanti specializzati nelle sigle di anime.[1] All'epoca le sigle degli anime erano principalmente conosciute dai fan delle serie animate, eccezion fatta per i temi di Mazinger Z, Space Battleship Yamato e Candy Candy, i quali divennero noti al grande pubblico.[1] Fu in questo periodo che i doppiatori di Mobile Suit Gundam Toshio Furukawa e Toru Furuya si guadagnarono un vasto seguito da parte del pubblico femminile in quanto membri della band di doppiatori Slapstick.[2][3] Originariamente le sigle degli anime erano debitrici dello stile kayōkyoku, adottavano il nome dalla serie di riferimento e ne volevano rievocare le atmosfere. Tuttavia, i loro testi divennero sempre più incentrati sui pensieri e i sentimenti dei personaggi in modo da renderle più accessibili di fronte a un pubblico di non appassionati.[1]
Anni 1980-1990: successo
modificaAll'epoca della bolla speculativa giapponese emersero i primi artisti che, pur avendo realizzato delle sigle per gli anime, non erano specializzati in tale settore.[1] Il singolo Ai oboeteimasuka (1984) di Mari Iijima, utilizzato nel media franchise Macross, raggiunse la settima posizione della Oricon.[1][4] Fece discutere anche la sigla di Occhi di gatto (1983) in quanto venne interpretata da Anri, un'artista che, fino a quel momento, non aveva avuto alcun legame con l'industria degli anime.[1] Una sorte analoga toccò ai TM Network che, prima di pubblicare Get Wild (1987), tema di chiusura di City Hunter, erano stati fino a quel momento avulsi dal contesto degli anison.[1] Il successo della canzone permise loro di partecipare alla settantaduesima edizione dei Kōhaku Uta Gassen.[1]
Anni 1990-2000: impatto nell'industria discografica e modernizzazione
modificaA partire dagli anni novanta, in seguito al collasso dovuto alla bolla giapponese, nacquero le prime etichette specializzate in anison, tra cui la Starchild, una franchigia della King Records.[1] Ciò avvenne anche grazie al fenomeno Being Boom (ビーイングブーム?), che prendeva il nome dall'azienda di intrattenimento Being, Inc. (oggi B Zone), per la quale lavoravano gli artisti di successo Zard e Maki Ohguro.[1] Yōko Takahashi faceva parte del roster della Starchild ed è ricordata per aver cantato Zankoku na tenshi no these (1995), fortunato tema di Neon Genesis Evangelion.[1] Si assistette nel mentre una transizione dalle originali influenze kayōkyoku a quelle del nuovo genere J-pop, come conferma ad esempio Masami Okui.[1] Al genere si cimentarono anche doppiatori come Hekiru Shiina, Mariko Kouda, Megumi Hayashibara e Minami Takayama, quest'ultima parte del duo Two-Mix.[2][5]
Anni 2000-2019: Il successo dei doppiatori e cantanti
modificaNegli anni 2000, con l'aumento della produzione di serie animate trasmesse in seconda serata, diversi doppiatori iniziarono ad accettare ruoli più mainstream. Alcuni di essi iniziarono a rivestire la duplice professione di doppiatori e cantanti e divennero talvolta degli idol, come nel caso di Yui Horie, Yukari Tamura e Nana Mizuki della sopracitata King Records, così come Riisa Naka, Koharu Kusumi e Aya Hirano.[2][6][7] Il singolo anison Eternal Blaze (2005) di Mizuki raggiunse la posizione numero 2 della classifica giapponese, mentre Hare hare yukai (2006) di Aya Hirano, Minori Chihara e Yūko Gotō contribuì al successo del balletto che si vede alla fine degli episodi di La malinconia di Haruhi Suzumiya.[1]
Nel 2010 la band Ho-kago Tea Time, composta da vari personaggi di K-On!, fu la prima formazione fittizia a piazzarsi alla prima e seconda posizione della Oricon con entrambi i loro singoli.[8] Più tardi ebbero successo altri progetti multimediali analoghi come Love Live!, The Idolmaster e Uta no Prince-sama.[9][10] Alla fine del 2010, Billboard Japan lanciò la sua Hot Animation chart, dedicata alle pubblicazioni di successo di genere anison.[11]
Anni 2020: globalizzazione
modificaNegli anni 2020 l''anison guadagnò notorietà internazionale;[12] nel medesimo periodo diverse importanti aziende musicali iniziarono a investire in tale genere.[13][14] Alcuni brani anison riuscirono ad entrare in classifiche non giapponesi, tra cui Homura (2020), firmata da LiSA e usata nel lungometraggio Demon Slayer - Il treno Mugen (#8 della Billboard Global 200), Idol (2023) delle Yoasobi fu la prima traccia giapponese a raggiungere la vetta di varie classifiche, tra cui la Billboard Global Excl. US., dedicata ad artisti non statunitensi.[15] Altrettanta popolarità ebbe Kick Back (2022), tema cardine di Chainsaw Man.[16]
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (JA) "日本で最初のアニメが誕生した大正時代", su 70seeds.jp. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ a b c (JA) 「アイドル声優」のブームは継続中! その歴史は意外と深いって本当?, su anime.ac.jp. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (EN) Toru Furuya at Desucon, su jame-world.com. URL consultato il 10 marzo 2025 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2022).
- ^ (EN) The Fictional (Yet Amazingly Popular) Singers of Japan, su kotaku.com. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (JA) "TWO-MIX、fripSide、GRANRODEO、Sir Vanity……声優が属する音楽ユニットの歴史を辿, su realsound.jp. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (JA) "角川とアップフロントがアイドル声優オーディション開催, su oricon.co.jp. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (EN) Why Isn't Idol Culture Bigger in America?, su animenewsnetwork.com. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (EN) K-On!! Puts 1st Anime Band at #1 on Weekly Singles Chart (Updated), su animenewsnetwork.com. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (JA) "最近よく聞く"2.5次元"、その定義とは?, su oricon.co.jp. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (JA) 「うたプリ」「Bプロ」…女性ターゲットのアイドルアニメ大豊作! 新時代の覇者は生まれるか, su realsound.jp. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (EN) ビルボードジャパン新チャート提供開始のお知らせ, su prw.kyodonews.jp. URL consultato il 10 marzo 2025 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2012).
- ^ (EN) Global streams of anime music have soared 395% on Spotify since 2021, su musicbusinessworldwide.com. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (EN) Crunchyroll partners with Spotify to launch exclusive anime music playlists, su thehindu.com. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (EN) Warner Music Japan and NBCUniversal Entertainment Japan Form Strategic Partnership for Anime-Related Music, su webwire.com. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (EN) YOASOBI's 'Idol' Surges to No. 1 on Billboard Global Excl. U.S. Chart, su billboard.com. URL consultato il 10 marzo 2025.
- ^ (JA) "米津玄師「KICK BACK」、米レコード協会ゴールド認定が持つ歴史的意味 本人コメントも踏まえて考察", su realsound.jp. URL consultato il 10 marzo 2025.
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