Assedio di Cesarea in Cappadocia
L'assedio di Cesarea in Cappadocia si compì nel 260, quando le armate sasanidi, condotte da re Sapore I, riuscirono a penetrare nelle mura cittadine ed a deportare l'intera popolazione romana.[2]
Assedio di Cesarea in Cappadocia parte delle Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I | |||
---|---|---|---|
Data | 260 | ||
Luogo | Cesarea, Cappadocia (moderna Turchia) | ||
Esito | Vittoria sasanide e deportazione degli abitanti della città romana | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Perdite | |||
| |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
Contesto storico
modificaIl re sasanide Sapore I dopo una seconda serie di campagne contro l'Impero romano (dal 252 al 256), condusse le sue armate per la terza volta contro lo stesso Imperatore romano Valeriano. Quest'ultimo fu sconfitto e catturato nella battaglia di Edessa nel 260:[1][3]
La cattura di Valeriano da parte dei Persiani lasciò l'Oriente romano alla mercé di Sapore I, il quale condusse una nuova offensiva dal suo "quartier generale" di Nisibis[5] (occupata nel 252 dalla armate sasanidi), riuscendo ad occupare i territori romani fino a Tarso (in Cilicia),[1] Antiochia (in Siria)[1] e Cesarea (in Cappadocia),[1][6][7] compresa l'intera provincia romana di Mesopotamia.[8][9]
Assedio
modificaConseguenze
modificaDopo la vittoria contro Valeriano, l'espansione di Sapore verso occidente venne fermata da Odenato, signore di Palmira e Rector Orientis dell'Imperatore Gallieno. Quest'ultimo, dopo la sconfitta persiana, mutò anche la sua politica religiosa nei confronti dei Cristiani, abolendone le loro persecuzioni.[10]
Note
modifica- ^ a b c d e f Zonara, L'epitome delle storie, XII, 23.
- ^ Res gestae divi Saporis, riga 32 da The American journal of Semitic languages and literatures, University of Chicago, 1940, vol.57-58, p.379.
- ^ Eutropio, IX.7; Festo, Breviarium rerum gestarum populi Romani, 23; Aurelio Vittore, De Caesaribus, XXXII, 5; Zosimo, Storia nuova, I, 36.2; Lattanzio, De mortibus persecutorum, 5.
- ^ Il prefetto del pretorio del periodo era un certo Successiano (cfr.L.L. Howe, The Pretorian Prefect from Commodus to Diocletian (AD 180-305), pp. 80-81.).
- ^ D.S. Potter, Prophecy and history in the crisis of the Roman Empire. A historical commentary on the Thirteenth Sibylline Oracle, Oxford 1990; Erich Kettenhofen, Die römisch-persischen Kriege des 3. Jahrhunderts n. Chr., Wiesbaden 1982, nr. 55, pp. 44-46.
- ^ Giorgio Sincello, Selezione di cronografia , p.715-716 (dal Corpus Scriptorum Historiae Byzantine).
- ^ Girolamo, Cronaca, anni 258-260.
- ^ Agazia Scolastico, Sul regno di Giustiniano, IV, 24.3.
- ^ Grant, p. 231.
- ^ Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica, VII, 13.
Bibliografia
modifica- Fonti primarie
- Agazia Scolastico, Sul regno di Giustiniano, IV.
- Aurelio Vittore, De Caesaribus, XXXII; versione latina.
- Cedreno, Una storia concisa del mondo, dal Corpus Scriptorum Historiae Byzantinae, vo.49, Bonn 1828-1878.
- Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica, VII.
- Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, VIII; versione latina.
- Festo, Breviarium rerum gestarum populi Romani.
- Girolamo, Cronaca.
- Lattanzio, De mortibus persecutorum, V.
- Res gestae divi Saporis.
- Sincello, Selezione di cronografia (dal Corpus Scriptorum Historiae Byzantine, vol.49, Bonn 1828-1878).
- Zonara, L'epitome delle storie, XII; versione latina.
- Zosimo, Historia nea, I.
- Fonti secondarie
- M.Grant, Gli imperatori romani. Storia e segreti, Roma, Newton & Compton, 1984, ISBN 88-7983-180-1.
- L.L. Howe, The Pretorian Prefect from Commodus to Diocletian (AD 180-305).
- Erich Kettenhofen, Die römisch-persischen Kriege des 3. Jahrhunderts n. Chr., Wiesbaden 1982, nr. 55.
- D.S.Potter, Prophecy and history in the crisis of the Roman Empire. A historical commentary on the Thirteenth Sibylline Oracle, Oxford 1990.