Attilio Basso

carabiniere italiano

Attilio Basso (Pravisdomini, 21 luglio 1901Cheren, 16 marzo 1941) è stato un militare italiano, brigadiere dell'Arma dei Carabinieri insignito di medaglia d'oro al valor militare alla memoria e di medaglia di bronzo al valor militare.

Attilio Basso
NascitaPravisdomini, 21 luglio 1901
MorteCheren, 16 marzo 1941
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regio Esercito
Corpo Arma dei Carabinieri
GradoBrigadiere
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna dell'Africa Orientale Italiana
Decorazioni Medaglia d'oro al valor militare alla memoria

Medaglia di bronzo al valor militare

Fonte Carabinieri.it
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Biografia

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Nato il 21 luglio 1901 a Pravisdomini (PN), a 19 anni, nel 1920, rispose alla chiamata di leva, arruolandosi nell'Arma dei Carabinieri Reali. Dapprima in servizio quale Carabiniere a cavallo presso la Legione di Treviso, nel dicembre 1921 richiese ed ottenne di essere trasferito nel Regio Corpo Truppe Coloniali della Cirenaica. Destinato alla Divisione autonoma, si distinse immediatamente nella campagna riconquista della colonia, riportando una ferita in combattimento sul Gebel nel maggio 1924. Per tale evento venne insignito della Medaglia di bronzo al valor militare.

Dopo essere rientrato alcuni anni in patria, acquisito il grado di Appuntato, nel 1933 venne destinato in Tripolitania. Nel gennaio del 1936 si unì poi alla campagna etiope con la 392ª Sezione Carabinieri.

Nel momento dell'entrata dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale, si trova ancora in terra d'Africa, col grado di Brigadiere. Qui prese parte alla battaglia di Cheren ove, il 16 marzo 1941, cadde eroicamente, dopo aver contrastato fieramente l'azione nemica, nonostante le gravi ferite subite. Per il suo eroico comportamento gli fu tributata postuma la Medaglia d'oro al valor militare.

Nel suo ricordo sono intitolate le sedi del Comando Legione Carabinieri "Friuli-Venezia Giulia" e del Comando Provinciale Carabinieri di Pordenone.

Onorificenze

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«Tipico esempio di purissimo combattente, dava le più fulgide prove di coraggio, eroismo, abnegazione, spirito di altruismo. Crivellato da pallottole di mitragliatrici in prolungato combattimento sostenuto dal suo reparto e con un braccio spezzato, non lasciò il posto di combattimento: continuò ad incitare compagni ed inferiori alla resistenza e si trascinò oltre le linee per portare aiuto ad un ufficiale gravemente ferito. Quando le sue forze non gli consentirono più di esplicare azioni che solo elevatissimi spiriti possono compiere, lanciava morente verso il nemico l'ultima bomba di cui era in possesso, gridando: Viva l'Italia! Fintanto che i carabinieri sono qui il nemico non passa.»
— Cheren (Africa Orientale Italiana), 13-16 marzo 1941.
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato - 30 luglio 1947.
«Comandante di una pattuglia di zaptié lanciata all'inseguimento di ribelli, benché ferito al capo, continuava nell'azione sino a che, esaurite le munizioni, fu costretto a disimpegnarsi. Dopo qualche giorno, ancora bendato e sofferente per la ferita riportata, prendeva volontariamente parte ad un nuovo attacco contro i ribelli, combattendo con grande valore fino a che, esaurito di forze, fu obbligato a desistere e ritirarsi[1]
— Uadi, Viattara, Gebel, 27 maggio - 4 giugno 1924.
— Regio Decreto 25 giugno 1925.
  1. ^ Bollettino Ufficiale dei Carabinieri Reali 1925, pag.343.

Bibliografia

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  • Giancarlo Barbonetti, Oltre il dovere. I Carabinieri decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, (2023), ISBN 9788889242575.

Collegamenti esterni

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