Aviméta 132
Lo Aviméta 132 fu un aereo da trasporto passeggeri[2] trimotore monoplano a 10 sviluppato dalla azienda aeronautica francese Société pour la Construction d'Avions Métallique nella seconda metà degli anni venti del XX secolo e rimasto allo stadio di prototipo.[3]
Aviméta 132 | |
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Descrizione | |
Tipo | aereo di linea |
Equipaggio | 2 |
Costruttore | ![]() |
Data primo volo | 1927 |
Utilizzatore principale | ![]() |
Esemplari | 1 |
Dimensioni e pesi | |
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Lunghezza | 14,30 m |
Apertura alare | 21,90 m |
Altezza | 3,75 m |
Superficie alare | 70 m² - |
Carico alare | 66 kg/m² |
Peso a vuoto | 2 420 kg |
Peso max al decollo | 4 700 kg |
Passeggeri | 8-10 |
Capacità combustibile | 188 litri |
Propulsione | |
Motore | 3 radiali Salmson 9Ab |
Potenza | 230 CV (173 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 182 km/h a 2 000 m |
Velocità di crociera | 155 km/h |
Autonomia | 775 km |
Tangenza | 3 750 m |
i dati sono estratti da Le monoplan Aviméta 132 a trois moteurs Salmson 230 HP[1] | |
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Storia del progetto
modificaLa Aviméta (Société pour la Construction d'Avions Métallique) nacque come dipartimento aeronautico della fabbrica di armamenti Schneider-Creusot.[3] Oltre ad alcuni velivoli militari l'azienda sviluppò altri aerei per il mercato civile, interamente di costruzione metallica. Non riuscendo a vendere aerei da combattimento, Eugène Lepère, l'ingegnere a capo dell'ufficio tecnico della Aviméta, si dedicò all'aviazione commerciale con un progetto per un monoplano ad ala alta e carrello fisso, sempre costruito in alferium. Derivato dal precedente Aviméta 92, la sua struttura era identica a quella dei precedenti progetti Aviméta 130, un monomotore da 450 CV o 600 CV, e Aviméta 131, bimotore equipaggiato con due propulsori da 380 CV.[4]
Descrizione tecnica
modificaL'Aviméta 132 era un aereo da trasporto civile a dieci posti, monoplano, trimotore, di costruzione interamente metallica, realizzato in lega di ferro e alluminio prodotta dalla Schneider e denominata Alférium.[4][3] La configurazione alare verteva su un'ala posizionata alta, sulla fusoliera.[1] La fusoliera era di costruzione interamente metallica, suddivisa in tre sezioni indipendenti, una che terminava poco dopo la fine dell'ala, una che andava da li alla coda, con essa e il suo impennaggio che costituivano la terza sezione.[1] Il posto di pilotaggio ad abitacolo aperto, che poteva contenere due piloti affiancati, aveva doppi comandi e si trovava tra il motore anteriore e l'inizio dell'ala.[1] La cabina per la radionavigazione (T.S.F.) aveva una porta di accesso indipendente, mentre la stiva bagagli si trovava anteriormente sotto i posti dei piloti e prima della cabina di radionavigazione.[1] La cabina passeggeri era lunga 5 m, larga 1,80 m, e alta 1,90 m.[1] Essa poteva contenere 12 poltrone tipo "Pullman" o otto cuccette tipo "Wagons-Lits". Nella parte anteriore di era un lavandino.[1] La propulsione era affidata a tre motori radiali Salmson 9Ac, a 9 cilindri raffreddati ad aria eroganti la potenza di 230 cavallo vapore (173 kW).[1] Il carrello di atterraggio era triciclo posteriore fisso, con pattino di coda.[1] Le gambe principali erano dotate di ammortizzatori a frizione a corsa lunga.[1] Il velivolo saliva a 2.00 m in 19 minuti.[5]
Impiego operativo
modificaIn risposta ad un requisito emesso dalla compagnia aerea Air Union relativo ad un velivolo da trasporto passeggeri capace di operare sia di giorno che di notte la Aviméta costruì un prototipo del trimotore Aviméta 132.[3] Rivelatosi troppo pesante il modello non interessò le compagnie aeree, e la messa in liquidazione della Aviméta blocco ogni ulteriore sviluppo.[3]
Note
modificaBibliografia
modifica- (FR) Pierre Gaillard, Les transports aériens de chez nous, Boulogne, Éditions MDM, 1997, ISBN 2-909313-37-9.
- (EN) C.G. Grey (a cura di), Jane's all the World's Aircraft 1928, London, Sampson Low, Marston & Company, ltd., 1928, p. 85c.
- Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
- Periodici
- (FR) Henri Bouché (a cura di), Le monoplan Aviméta 132 a trois moteurs Salmson 230 HP, in L'Aéronautique, n. 101, Paris, Gauthier-Villars & Cie., mars 1928.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Aviméta 132
Collegamenti esterni
modifica- (FR) Avimeta 132, su Aviafrance. URL consultato il 1º gennaio 2025.
- (RU) Avimeta 132, su Airwar. URL consultato il 1º gennaio 2025.