Bahariasaurus ingens

genere di dinosauri della famiglia Neovenatoridae
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Bahariasaurus (il cui nome significa "lucertola di Bahariya") è un genere estinto di dinosauro teropode di incerta classificazione vissuto nel Cretaceo superiore, nel Cenomaniano, circa 95 milioni di anni fa, nella moderna Formazione Bahariya, presso El-Waha el-Bahariya o Bahariya (in arabo: الواحة البحرية, che significa "oasi del nord"), un'oasi in Egitto, e nei Kem Kem Beds, in Nord Africa. L'unica specie ascritta a questo genere è B. ingens, che doveva essere uno dei più grandi teropodi mai vissuti, con dimensioni comparabili a dinosauri come Tyrannosaurus e il contemporaneo Carcharodontosaurus.[1]

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Bahariasaurus
Vertebra tipo Bahariasaurus (1912 VIII 62)
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SuperordineDinosauria
OrdineSaurischia
SottordineTheropoda
Superfamiglia†Abelisauroidea?
GenereBahariasaurus
Stromer, 1934
Nomenclatura binomiale
†Bahariasaurus ingens
Stromer, 1934
Sinonimi

Deltadromeus? Sereno et al., 1996

Storia della scoperta

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Purtroppo, l'olotipo di Bahariasaurus, scoperto e descritto da Ernst Stromer, nel 1934,[2] andò distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale. L'olotipo comprendeva, tra le altre cose, una gigantesca anca di 1,2 metri di lunghezza, ma ora tutto ciò che rimane di questo dinosauro sono le descrizioni e i disegni dei resti.

Descrizione

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Bahariasaurus era un teropode di notevoli dimensioni, con stime che suggeriscono dimensioni paragonabili a quelle di altri grandi teropodi come Tyrannosaurus e il contemporaneo Carcharodontosaurus. Le stime variano tra gli 11 e i 12,2 metri di lunghezza per un peso di 4-4,6 tonnellate.[3][4][5]

Bahariasaurus è noto solo da materiale postcranico. I due centri vertebrali dorsali posteriori sono circa il 157% e il 189% più lunghi che alti e circa l'82% e il 95% più larghi che alti. Tutti i sacrali conservati hanno un pleurocele allungato longitudinalmente e un solco mediano ventrale, caratteri sconosciuti in tutti i ceratosauri. L'ultima vertebra sacrale nota di Bahariasaurus implica che non ci fosse una maggiore fusione delle vertebre successive.[2]

Classificazione

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La classificazione esatta di Bahariasaurus è tuttora incerta: nel corso degli anni e degli studi, l'animale è stato assegnato a vari gruppi di teropodi, tra cui Carcharodontosauridae[6] e Tyrannosauroidea.[7]

Relazione con Deltadromeus

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Illustrazione degli elementi scheletrici noti (sopra) e ricostruzione e dimensioni (sotto) di Deltadromeus, possibile sinonimo di Bahariasaurus

Un suo potenziale sinonimo è il teropode Deltadromeus, un altro dinosauro predatore vissuto in Nord Africa nel Cretaceo superiore, inizialmente classificato come un grande ceratosauro,[8] e oggi generalmente ritenuto un Neovenatoridae.[9] Tuttavia, per stabilire il grado di parentela tra i due e definire una sinonimia, sarebbero necessari ulteriori esemplari di entrambi i generi.[6][7]

Bahariasaurus, comunque, doveva essere uno dei superpredatori del proprio ambiente (lunghezza stimata fino a 12 metri), insieme a Carcharodontosaurus e Spinosaurus[10], ma stranamente era di costituzione piuttosto leggera, forse intorno alle 5 tonnellate. Per lungo tempo, questo animale è stato «rimbalzato» da una classificazione all'altra, venendo paragonato a megalosauridi, allosauridi, tirannosauridi e perfino agli ornitomimidi («dinosauri struzzo»).

Nel 2016, la descrizione e l'analisi del megaraptora Aoniraptor ha portato i paleontologi a ipotizzare che Bahariasaurus, insieme ad Aoniraptor e Deltadromeus, facesse parte di un nuovo clade ancora poco conosciuto, distinto dai Megaraptoridae, chiamato Bahariasauridae.[9] Nel 2020, Ibrahim e colleghi hanno riconosciuto le somiglianze tra Bahariasurus e Deltadromeus, ma hanno ritenuto improbabile che il secondo fosse un esemplare del primo, a causa delle differenze osservate nelle ossa pelviche. Hanno inoltre considerato Bahariasaurus come un nomen dubium, senza ulteriori spiegazioni.[11]

Nel 2024, Andrea Cau pubblicò un quadro filogenetico completo dei teropodi, utilizzato per identificare esemplari immaturi di altri taxa. Nella sua analisi, Cau incluse l'olotipo di Bahariasaurus, recuperandolo all'interno del clade di ceratosauri Abelisauroidea, in una politomia che includeva anche Deltadromeus.[12] L'anno successivo, Cau e Paterna utilizzarono una versione aggiornata di questo set di dati per rianalizzare le relazioni tra Bahariasaurus, Deltadromeus e altri teropodi del Cretaceo nordafricano. Determinarono che la variazione osservata tra gli esemplari di Deltadromeus e Bahariasaurus fosse il risultato di una variazione individuale e ontogenetica, dato che il primo è noto da resti immaturi. Inoltre, reidentificarono l'esemplare SNSB-BSPG1912VIII82, in precedenza riconosciuto erroneamente come un pube di teropode indeterminato da Stromer nella sua descrizione originale di Bahariasaurus, come un ischio completo. Gli autori notarono caratteri anatomici condivisi tra questo osso e gli ischi meno completi degli olotipi di entrambi i generi, rafforzando così la loro argomentazione. Pertanto, conclusero che Deltadromeus dovrebbe essere considerato un sinonimo junior di Bahariasaurus. I risultati della loro analisi filogenetica sono riassunti nel cladogramma sottostante, con Bahariasaurus (incluso Deltadromeus) indicato nel cosiddetto «clade abelisauroide 1».[13]

Abelisauroidea

PRC-NF-1-21 (taxon di grandi dimensioni dalla formazione Cabao[14])

Kiyacursor

Elaphrosaurus

Berberosaurus

"abelisauroidi clade 1"

Ligabueino

Berthasaura

MNN TIG6 (esemplare di riferimento di Spinostropheus[15])

Taxon della Formazione Angeac-Charente

Limusaurus

Bahariasaurus (incluso Deltadromeus)

Vespersaurus

Afromimus

Velocisaurus

Masiakasaurus

Abelisauridae

Paleoecologia

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Ricostruzione di Bahariasaurus come un abelisauroide (sullo sfondo all'estrema destra), con altri animali contemporanei della Formazione Bahariya

Bahariasaurus rappresenta uno dei quattro teropodi giganti noti dalla Formazione Bahariya, insieme al carcharodontosauride Tameryraptor (originariamente assegnato a Carcharodontosaurus) e agli spinosauridi Spinosaurus e Sigilmassasaurus (sebbene la validità di quest'ultimo sia discussa). La presenza di quattro superpredatori nello stesso ambiente suggerisce che questi animali occupassero nicchie ecologiche molto differenti, in modo da non competere direttamente per le stesse risorse e limitare la competizione.[16] Tuttavia, se Bahariasaurus fosse effettivamente un abelisauroide, sarebbe imparentato con taxa interpretati come erbivori o onnivori, il che implicherebbe una minima competizione alimentare con i teropodi faunivori coevi.[13]

  1. ^ J.B. Smith, Lamanna, M.C., Lacovara, K.J., Dodson, P., Smith, J.R., Poole, J.C., Giegengack, R. e Attia, Y., A Giant sauropod dinosaur from an Upper Cretaceous mangrove deposit in Egypt, in Science, vol. 292, n. 5522, 2001, pp. 1704-1706, DOI:10.1126/science.1060561, PMID 11387472.
  2. ^ a b Stromer, E. (1934). "Ergebnisse der Forschungsreisen Prof. E. Stromers in den Wüsten Ägyptens. II. Wirbeltier-Reste der Baharije-Stufe (unterstes Cenoman)." 13. Dinosauria. Abhandlungen der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Mathematisch-naturwissenschaftliche Abteilung n.f., 22: 1–79.
  3. ^ Holtz, Thomas R. Jr. (2008) Dinosaurs: The Most Complete, Up-to-Date Encyclopedia for Dinosaur Lovers of All Ages Supplementary Information
  4. ^ Gregory S. Paul, The Princeton Field Guide to Dinosaurs, Princeton University Press, 2016, pp. 81.
  5. ^ (EN) Rubén Molina-Pérez, Asier Larramendi, David Connolly e Gonzalo Ángel Ramírez Cruz, Dinosaur Facts and Figures, Princeton University Press, 25 giugno 2019.
  6. ^ a b Rauhut, (1995). "Zur systematischen Stellung der afrikanischen Theropoden Carcharodontosaurus Stromer 1931 und Bahariasaurus Stromer 1934." Berliner geowissenschaftliche Abhandlungen, E16 (Gundolf-Ernst-Festschrift): 357-375.
  7. ^ a b Chure, (2000). "A new species of Allosaurus from the Morrison Formation of Dinosaur National Monument (Utah-Colorado) and a revision of the theropod family Allosauridae." Ph.D. dissertation, Columbia University, 1-964.
  8. ^ Holtz, Thomas R. Jr. (2008) Dinosaurs: The Most Complete, Up-to-Date Encyclopedia for Dinosaur Lovers of All Ages Supplementary Information
  9. ^ a b Matías J. Motta, Alexis M. Aranciaga Rolando, Sebastián Rozadilla, Federico E. Agnolín, Nicolás R. Chimento, Federico Brissón Egli, and Fernando E. Novas, New theropod fauna from the Upper Cretaceous (Huincul Formation) of northwestern Patagonia, Argentina, in New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin, vol. 71, 2016, pp. 231-253.
  10. ^ (EN) Smith, J.B.; Lamanna, M.C.; Lacovara, K.J.; Dodson, P.; Smith, J.R.; Poole, J.C.; Giegengack, R.; Attia, Y., A Giant sauropod dinosaur from an Upper Cretaceous mangrove deposit in Egypt, in Science, vol. 292, n. 5522, 2001, pp. 1704-1706, DOI:10.1126/science.1060561, PMID 11387472.
  11. ^ (EN) Nizar Ibrahim, Paul C. Sereno, David J. Varricchio, David M. Martill, Didier B. Dutheil, David M. Unwin, Lahssen Baidder, Hans C. E. Larsson, Samir Zouhri e Abdelhadi Kaoukaya, Geology and paleontology of the Upper Cretaceous Kem Kem Group of eastern Morocco, in ZooKeys, n. 928, 21 aprile 2020, pp. 1–216, DOI:10.3897/zookeys.928.47517.
  12. ^ Andrea Cau, A Unified Framework for Predatory Dinosaur Macroevolution (PDF), in Bollettino della Società Paleontologica Italiana, vol. 63, n. 1, 2024, pp. 1–19, DOI:10.4435/BSPI.2024.08.
  13. ^ a b Andrea Cau e Alessandro Paterna, Beyond the Stromer's Riddle: the impact of lumping and splitting hypotheses on the systematics of the giant predatory dinosaurs from northern Africa, in Italian Journal of Geosciences, vol. 144, n. 2, maggio 2025, pp. 1–24, DOI:10.3301/IJG.2025.10.
  14. ^ (EN) Joshua B. Smith, Matthew C. Lamanna, Achmed S. Askar, Khalid A. Bergig, Sefau O. Tshakreen, Miloud M. Abugares e D. Tab Rasmussen, A Large Abelisauroid Theropod Dinosaur from the Early Cretaceous of Libya, in Journal of Paleontology, vol. 84, n. 5, settembre 2010, pp. 927–934, DOI:10.1666/09-152.1.
  15. ^ (EN) Paul C. Sereno, Jeffrey A. Wilson e Jack L. Conrad, New dinosaurs link southern landmasses in the Mid–Cretaceous, in Proceedings of the Royal Society of London. Series B: Biological Sciences, vol. 271, n. 1546, 7 luglio 2004, pp. 1325–1330, DOI:10.1098/rspb.2004.2692.
  16. ^ James, Eric Farlow Pianka, Body Size Overlap, Habitat Partitioning and Living Space Requirements of Terrestrial Vertebrate Predators: Implications for the Paleoecology of Large Theropod Dinosaurs (PDF), in Historical Biology, vol. 16, n. 1, 2002, pp. 21–40, DOI:10.1080/0891296031000154687.

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