Batteria Generale Chiodo

La batteria Generale Chiodo è una fortificazione militare in provincia della Spezia, sul promontorio del monte Caprione ad un’altitudine di 270 m sul livello del mare, all’interno del Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara.

Intitolata al Generale Domenico Chiodo, progettista dell’Arsenale militare marittimo della Spezia, la batteria è stata costruita dal Genio Militare nel 1910 [1]come parte del Sistema fortificato del Golfo della Spezia.
In ordine di tempo, la Batteria Chiodo è stata l’ ultima opera di difesa ottocentesca del Golfo per battere il tratto di mare rimasto ancora scoperto dal piano di fuochi programmato ed attuato nella seconda metà del secolo XIX.

Descrizione

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La batteria si trova nella località di Montemarcello, frazione di Ameglia, e si raggiunge percorrendone la Strada del Fortino.
Costruita in pietra e mattoni, la struttura è disposta lungo una pianta rettangolare, con il lato maggiore armato rivolto a sud verso il mare.

Superato il corpo di guardia sulla destra e la riservetta proietti scarichi a sinistra, si accede al lungo cortile interno. Sulla sinistra del cortile è la struttura armata vera e propria mentre sulla destra è una spianata terrapieno di protezione.
Più discosti erano la polveriera e un gruppo di altri edifici per l’alloggio della truppa, cucina, scuderia (non più esistenti).

Spettacolare è la vista dal piano della batteria (ramparo) sopraelevato che contiene sei basamenti circolari (paioli) per gli obici 280/16 che ne costituivano l’armamento originario[2].
Davanti al piano degli obici si stende un terrapieno inclinato di protezione. Un apposito sistema di canalette consente lo scarico delle acque piovane.
Sotto il ramparo sono il corridoio di servizio e gli ambienti per il caricamento dei proiettili, la loro movimentazione con vagoncini ed elevatori ai pezzi sovrastanti.
Il tiro degli artiglieri era guidato con telemetria dalle camere di segnalazione poste ai due estremi del ramparo.

Nel corso della Prima guerra mondiale gli obici sono stati smontati per essere portati sul fronte dell’ Isonzo, e la batteria fu poi dotata di cannoni 90/53.

Nata come fortificazione antinavale, prima della Seconda guerra mondiale si era reso necessario provvedere anche alla difesa antiaerea. In questa occasione sono state apportate modifiche e tre dei sei paioli originari sono stati colmati per ospitare una nuova postazione telemetrica.

Tra l'ottobre 1944 e la Liberazione la batteria è stata utilizzata dalle truppe tedesche per difendere la Linea Gotica e, alla loro ritirata, è stata minata e fatte saltare (21 aprile 1945).

Attuali condizioni

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Dismessa dopo la guerra, la batteria è rimasta in abbandono per lunghi anni.
Nel 2025 è stata restaurata e integrata con un nuovo edificio adibito a struttura ricettiva per escursionisti.

Il complesso è stato censito tra i luoghi del FAI.

  1. ^ La data è riportata in una lapide in marmo apposta nel corridoio di servizio.
  2. ^ Grazie al restauro della batteria effettuato nel 2025 le sei postazioni degli obici da 280 sono state riportate alla luce, con le tacche che scandivano le principali direzioni di tiro, sia degli obici che dei cannoni da 90/53 che li hanno sostituiti nel tempo.

Bibliografia

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  • S.Danese, M.Provvedi, R.De Bernardi, Difesa di una piazzaforte marittima : fortificazioni e artiglierie nel Golfo della Spezia dal 1860 al 1945, Autorità portuale, La Spezia, 2011