Beoto

personaggio della mitologia greca, figlio di Poseidone e gemello di Eolo
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Beoto (in greco antico: Βοιωτός?, Boiotòs) è un personaggio della mitologia greca. Fu un re ed eponimo della Beozia.

Beoto
Sagamitologia greca
Nome orig.Βοιωτός (Boiotòs)
Caratteristiche immaginarie
Specieumana
Sessomaschio
Luogo di nascitaMetaponto
Professionere ed eponimo della Beozia

Genealogia

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Figlio di Poseidone[1] (che il latino Igino chiama Nettuno)[2] e di Arne.[1][2]

Sposò Euritemiste[3] e fu il padre di Itono[4] e di Ermippe.[5]

Mitologia

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Beoto aveva un fratello gemello di nome Eolo.[2]

La versione di Igino

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Beoto e suo fratello Eolo nacquero dall'unione di Melanippe con Poseidone, ma il padre di lei (Eolo, che Igino chiama anche Desmonte[6]), la fece accecare ed imprigionare, dopodiché fece abbandonare i due gemelli che furono ritrovati da dei pastori e portati dal re di Icaria (Metaponto). Il re li crebbe come se fossero i suoi figli assieme alla moglie Teano.[2]

Teano però in seguito ebbe figli propri e, preoccupandosi dell'eredità del regno, divenne gelosa di Beoto ed Eolo così ordinò ai suoi figli di uccidere i due gemelli durante una battuta di caccia ma, con l'aiuto di Poseidone, Beoto ed Eolo ebbero la meglio ed uccisero gli aggressori.[2]

Dopo aver scoperto chi fosse la loro madre i due gemelli liberarono Melanippe dalla prigionia e si recarono da Metaponto, dove gli confessarono la morte dei figli di Teano e Metaponto sposò Melanippe e adottò loro due come figli.[2]

Infine, i due fratelli si divisero e Beoto fondò la città di Beozia che prese il suo nome.[2]

La versione di Diodoro Siculo

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Sua madre (Arne), non fu creduta dal padre quando gli confessò di essere rimasta incinta dal dio Poseidone e così il padre (un altro Eolo), la consegnò ad uno sconosciuto che si fece carico di portarla a Metaponto nella Magna Grecia.
Così Beoto fu partorito a nella città di Metaponto assieme al gemello Eolo, e i due bambini furono adottati da Metaponto che, essendo senza figli, accolse con favore il responso di un oracolo che gli consigliò di tenerli con sé.

Cresciuti, i due gemelli approfittarono di una ribellione per impadronirsi del regno del padre adottivo con la forza ma tra la loro madre ed Autolita, moglie di Metaponto, ebbe luogo una lite che culminò con l'uccisione di Autolita da parte dei due fratelli. Così Metaponto scacciò i tre che furono portati in mare e dopo questo episodio i due gemelli si divisero.

Beoto tornò nelle terre del padre di Arne dove, divenuto re, chiamò la regione Arne[7] in onore della madre e Beozia in onore di se stesso.

Nel Melanippe di Euripide

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Melanippe prigioniera.

Di questa tragedia perduta ne restano pochi frammenti dai quali però si può risalire alla trama grazie al confronto con la fabula 186 di Igino.[2]

Il monte Citerone

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Beoto desiderando sposare due nobili donne e non sapendo chi scegliere, ogni notte indugiava sulla cima della montagna fino a quando d'improvviso vide una stella cadere dal cielo e dirigersi verso le spalle di Euritemiste e prima scomparire immediatamente, e lui comprendendo il significato del prodigio, sposò la vergine e chiamò il monte Asterione. Solo in seguito e nella ricorrenza quella montagna fu chiamata Citerone.[3]

  1. ^ a b (EN) Diodoro Siculo, Bibliotheca historica IV, 67.3, su theoi.com. URL consultato il 29 maggio 2019.
  2. ^ a b c d e f g h (EN) Igino, Fabulae 186, su topostext.org. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  3. ^ a b (EN) Pseudo Plutarco, nomi di fiumi e montagne, 2, su topostext.org. URL consultato il 19 ottobre 2025.
  4. ^ (EN) Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, libro 4.67.6, su theoi.com. URL consultato il 19 ottobre 2025.
  5. ^ Scoli su Apollonio Rodio, 1.230
  6. ^ (EN) Igino, Fabulae 156, su topostext.org. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  7. ^ (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, libro 9.40.5, su theoi.com. URL consultato il 19 ottobre 2025.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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