Borgnone
Borgnone (in dialetto ticinese Burgnón[1]) è una frazione del comune svizzero di Centovalli[2], nel Canton Ticino (distretto di Locarno).
Borgnone frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Cantone | ![]() |
Distretto | Locarno |
Comune | Centovalli |
Territorio | |
Coordinate | 46°09′34.9″N 8°36′58.7″E |
Altitudine | 708 m s.l.m. |
Abitanti | 123 (2008) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6658 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 5397 |
Targa | TI |
Cartografia | |
Geografia fisica
modificaLa regione gode d'un buon soleggiamento con un numero moderato di precipitazioni annue[senza fonte].
Storia
modificaBorgnone lo si trova citato per la prima volta in un documento del 1236, a proposito di una comunità comprendente anche Palagnedra. Successivamente si fa riferimento a «Brugnono» nel 1364[3]. Fu istituito comune autonomo nel 1838 con la divisione del comune di Centovalli e che si estendeva per 10,6 km². Nel 2009 è stato accorpato agli altri comuni soppressi di Intragna e Palagnedra per formare nuovamente il comune di Centovalli. La fusione è stata decisa dal Consiglio di Stato l'8 aprile 2009[4] e approvata all'unanimità dal Gran Consiglio ticinese il 2 giugno successivo[5].
Monumenti e luoghi d'interesse
modifica- Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, del 1364-1365[6]
- Oratorio di Sant'Anna in località Costa, del 1668[senza fonte];
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaL'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[6]: La popolazione dell'antico comune che comprendeva anche Camedo, Lionza e Costa, contava 409 abitanti nel 1850 e 307 nel 1950. Al censimento del 2000 i residenti registrati per tutto l'antico comune erano 143.
Abitanti censiti[7]

Amministrazione
modificaOgni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.[8]
Pur essendo in passato nominalmente Borgnone il capoluogo dell'antico comune, le funzioni amministrative si concentravano nella frazione di Camedo sul fondovalle.
Note
modifica- ^ Centro di dialettologia e di etnografia, LSI - Lessico dialettale della Svizzera italiana, Bellinzona 2004.
- ^ Sito Web Istituzionale Comune delle Centovalli, su centovalli.swiss.
- ^ data.geo.admin.ch, su data.geo.admin.ch. URL consultato il 14 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2018).
- ^ Approvazione del Messaggio concernente l’aggregazione dei Comuni di Borgnone, Intragna e Palagnedra in un unico Comune denominato Centovalli (PDF), in Bollettino stampa informativo del Consiglio di Stato, 8 aprile 2009. URL consultato il 18 settembre 2017.
- ^ Bollettino ufficiale delle leggi e degli atti esecutivi della Repubblica e Cantone Ticino, Volume 135, pagina 330. (PDF), su www3.ti.ch.
- ^ a b Rodolfo Huber, Borgnone, in Dizionario storico della Svizzera, 11 gennaio 2017. URL consultato il 18 settembre 2017.
- ^ Dizionario storico della Svizzera
- ^ Patriziati – Comune delle Centovalli, su centovalli.swiss. URL consultato il 16 agosto 2025.
Bibliografia
modifica- Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 232.
- Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969, 254-260.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 210, 214-215.
- AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 220-221.
- Redazione, Restaurati i quadri della chiesa parrocchiale di Borgnone, in «Panorama Reiffeisen Redazione Ticino», n. 5, Tesserete 2008, 33.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Borgnone
Collegamenti esterni
modifica- Sito istituzionale del comune di Centovalli, su comunecentovalli.ch. URL consultato il 18 settembre 2017.
- Rodolfo Huber, Borgnone, in Dizionario storico della Svizzera, 11 gennaio 2017. URL consultato il 18 settembre 2017.
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