Bozza:Antonio Maronati

Antonio Maronati (Milano, 1936 – Castello Cabiaglio, 1994) è stato un pittore e illustratore italiano, attivo nel secondo Novecento. La sua opera è stata spesso accostata al surrealismo, con richiami alle visioni di Yves Tanguy e Leonor Fini.[1]


Nato a Milano nel 1936, Antonio Maronati trascorse l’infanzia nell’ambiente artistico dell’Accademia di Brera, dove il padre lavorava come custode. Le prime esperienze professionali lo videro impegnato come illustratore di filmini per i Salesiani e successivamente come decoratore di motociclette per la Moto Guzzi, attraverso la tecnica della pittura a fuoco.

Negli anni successivi collaborò con l’editore Fabbri, realizzando tavole naturalistiche e faunistiche di grande precisione e valore estetico.

Nel corso degli anni Settanta si trasferì dalla città al territorio del Luinese, stabilendosi infine a Castello Cabiaglio, dove visse fino alla morte. Nel 1978 tenne la sua prima mostra personale presso la Galleria del Naviglio di Renato Cardazzo a Milano. L’esposizione riscosse ampio consenso di critica e pubblico, attirando l’attenzione del critico d’arte Marco Valsecchi, che paragonò le sue opere alle suggestioni oniriche di Yves Tanguy e Leonor Fini.

Antonio Maronati morì nel 1994 a Castello Cabiaglio.


Mostre postume

Nel 1996, il Gruppo Ronchelli gli dedicò una mostra antologica presso l’Oratorio di San Carlo a Castello Cabiaglio, intitolata Antonio Maronati (1936-1994). Il sogno della memoria, accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo.


Stile e tematiche

L’arte di Maronati si distingue per una forte componente visionaria e simbolica, che affonda le radici in una sensibilità surrealista. Le sue opere sono popolate da figure sospese in paesaggi onirici, forme ibride e ambientazioni metafisiche, spesso legate al tema della memoria.

  1. ^ La verità, la memoria: Antonio Maronati, pittore, 1978. URL consultato il 21 settembre 2025.